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San Paolo ha detto: «Quanti si lasciano guidare dallo Spirito si pre-occupano di quel che vuole lo Spirito». Voi vi lasciate guidare dallo Spirito, perché lo Spirito di Dio abita in voi. Secondo Paolo, dunque, lo Spirito abita in noi e ci guida dal profondo di noi stessi. Lo Spirito è il Dio interiore che dimora nell’intimità di ogni cristiano per illuminare, rinnovare e rinvigorire dal profondo. Lo Spirito è quindi il Dio della nostra vita interiore, il Dio del cuore, delle profondità, delle radici.

In quanto Dio interiore, lo Spirito

– ci dice che non basta fare cambiamenti strutturali e sociali, occor-re anche cambiaoccor-re i cuori, le mentalità e le volontà;

– ci insegna che la superficialità, la dispersione, le apparenze, il for-malismo, l’osservanza legale... sono, in realtà, una illusione e un ingan-no; – ci rivela che perdurano e fruttificano solo i valori che vengono in-teriorizzati e personalizzati; le virtù che arrivano a configurare l’in-terno delle persone e le convinzioni che muovono la vita dal di dentro;

– ci porta, quindi, a valutare la preghiera, la riflessione, il silenzio, i sentimenti... e non solo l’organizzazione, le riunioni, le strutture, l’a-zione, i documenti.

Madre Mazzarello è stata un donna che ha vissuto il messaggio di san Paolo: si è lasciata cioè guidare dallo Spirito che abitava in lei e si è preoccupata di quel che voleva lo Spirito da lei. È stata perciò una donna che ha vissuto il “primato della vita interiore” e lo ha proposto alle suore. Nel 1876 scrisse a don Giovanni Cagliero: «Abbia la bontà di pregar sempre... perché le virtù che si vedono fiorire siano più inter-ne che esterinter-ne» (L 7,2). E alla missionaria suor Giovanna Borgna:

«Siccome il Signore vede il cuore, bisogna che queste virtù siano prati-cate proprio col cuore più ancora che cogli atti esterni» (L 19,1).

La Madre dava molta importanza ai valori interiori e raccomandava le virtù interne. Insisteva sulla rettitudine d’intenzione. In una confe-renza del 1880 disse alle suore: «Non tutte diamo la stessa importanza a lavorare per Dio solo [...]. Stiamo attente a quello che facciamo e come lo facciamo; e domandiamoci spesso per chi lo facciamo [...].

Stiamo attente all’intenzione nel compiere il nostro dovere: questo co-me cristiane e coco-me religiose» (CS III 259-260).

Considerava il silenzio come sorgente di vita interiore e di unione con Dio. «Perché una suora deve essere silenziosa?», si domandava la Madre. E dava questa risposta: «Se una suora non parla, ma pensa alle cose del mondo e si perde in pensieri vani, inutili e sta investigando quello che si farà o si dirà di lei, se pensa alla buona riuscita d’un lavo-ro o a una palavo-rola udita qua e là... ditemi: questa religiosa avrà osservato il silenzio? Eh no! Perché avrà taciuto materialmente, ma il suo cuore e la sua mente avranno sempre parlato, e non saranno stati uniti a Dio».5

Viveva e agiva con grande libertà di spirito come lo dimostra l’as-soluta imparzialità con cui trattava le suore, la schiettezza con cui dice-va la verità, la fiducia con cui manifestadice-va il suo parere ai Superiori, la sua serenità davanti alle critiche e alle opposizioni, e i suoi appelli af-finché nessun affetto rendesse schiavo il proprio cuore. Raccomandava pure questa libertà interiore alle suore: «Fate con libertà tutto ciò che richiede la carità» (L 35,3).

Maria Mazzarello fu una donna di grande fortezza interiore e desi-derava che le suore fossero persone forti di spirito. Era esigente nei confronti dell’autenticità e della verità. Non tollerava né la menzogna né il fariseismo, non ammetteva raggiri né imbrogli, rigettava il forma-lismo e l’apparire. Viveva e voleva la verità e l’autenticità in tutto e in tutte. Parlava, infatti, di «essere vere religiose» (L 40,3) e proponeva:

«Siamo suore sul serio» (CS III 301).

Raccomandava di pregare di cuore (L 41,2; 51,11); «amare tutte le sorelle con vera carità» (L 40,3; 49,2); «avere vera umiltà e vero spirito di povertà» (L 56,5).

Invitava a esaminare se c’era corrispondenza tra l’esterno e l’inter-no. Prendendo occasione dal saluto faceva riflettere: «Noi diciamo: Vi-va Gesù! ViVi-va Maria! Ma li abbiamo proprio nel nostro cuore?».6

Voleva, in una parola, coerenza di vita: «Voi mi dite che d’ora in-nanzi non volete più essere suore solo di nome ma di fatti, brave! così va tanto bene!» (L 40,3).

La Madre era una persona che pregava e contemplava, che viveva unita a Dio ed aperta alla divina volontà.

Mi sembra che quanto ho ricordato dimostra a sufficienza il grado in cui madre Mazzarello visse “il primato della vita interiore” nello Spirito. Proprio perché fu una donna dello Spirito fu anche una persona

5 MACCONO, Santa I 400.

6 Ivi 385.

con una profonda e ricca vita interiore.

In fedeltà a madre Mazzarello, gli Esercizi spirituali e il CG devono garantire la vita interiore in ognuna di voi e devono, poi, farla crescere in tutte le FMA. Se non riuscirete a incrementare in tutto l’Istituto la vita nello Spirito in quanto Dio interiore, non sarete più capaci di dare risposta ai profondi bisogni delle vostre sorelle né alle profonde attese, magari anonime o latenti, del cuore di tanti giovani.

Il CG XX ha lo scopo di orientare il vostro Istituto verso il terzo millennio. Il Papa vi invita a preparare il Giubileo del 2000 dedicando l’anno 1998 allo Spirito Santo. Sarà un’ottima occasione per riscoprirlo come Dio interiore.

Maria, che durante tutta la sua vita si lasciò guidare dall’azione in-teriore dello Spirito Santo, sia la madre e la maestra della vostra vita interiore.

6. IL PRIMATO DELLA PERSONA