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III.3. L’ ETÀ CLASSICA E TARDOCLASSICA

III.3.2. I criptoritratti di Fidia e Pericle

La fenomenologia della ritrattistica classica si completa con la nozione di criptoritratto, il cui esempio più celebre concerne lřimmagine di Fidia camuffata tra i combattenti della sua Parthenos. Poiché desideroso di imperitura memoria e vedendosi negato il permesso di iscrivere il nome sulla statua, Fidia decise di includere un personaggio dal volto somigliante a sé nella faccia esterna dello scudo. È verosimile che il demos abbia rifiutato la richiesta di dedicare il monumento a titolo dellřartista, similmente a quanto accade per la battaglia di

676 È lřinterpretazione di Z

181

Maratona dipinta nella Stoa Poikile.677 Seguendo tale linea interpretativa, una firma di Fidia come autore è perciò possibile: lo conferma la stele di cui dice Plutarco, posta presso la statua, recante il nome inciso dellřartefice.678 Cicerone679 è la fonte più antica sulla vincenda dellřautoritratto situato, che parla espressamente di unřimmagine simile (sui similem speciem). Fabio Massimo680 aggiunge, tangente in un certo qual modo al passo succitato, che il romano Fabio Pittore firma i dipinti nel tempio della Salus sul Quirinale per non essere condannato allřoblio, emulando Fidia. Egli, sullo scudo, aveva apposto appunto la sua effige (effigiem suam): lřimmagine somigliante diventa qui un ritratto. Se essa fossa andata distrutta, si sarebbe disintegrata la coesione meccanica dellřintera opera. Questřultimo aspetto è sviluppato da diversi autori di II-III secolo d.C.:681 Fidia, allora, avrebbe raffigurato in mezzo allo scudo il proprio volto (prosopon), allacciadolo alla statua grazie a un congegno occultato a dovere. Se qualcuno avesse rimosso lřimmagine, tutta la Parthenos sarebbe crollata. Allřimago dellřartista subentra poi quella di Dedalo,682

probabilmente una conseguenza della crescente enfasi sul meccanismo di autodistruzione, vista la fama dellřartigiano- inventore di fantastiche ingegnerie meccaniche.683

Plutarco684 discute circa lo svolgimento del processo intentato a Fidia dallřekklesia, a causa del presunto furto di oro e avorio destinato alla statua di culto del Partenone. Dopo avere chiarito la non sussistenza delle prove, si 677 Vedi III.2.2. 678 Per. 13, 14. 679 Tusc. I, 54, 34. 680 VIII, 14, 6.

681 Ps. Arist. Mu. 399b (prima metà II secolo d.C.); Ps. Arist. Mir. 846a (seconda metà II secolo

d.C.). Apuleio (Mund. 32) puntualizza una dubbia visione autoptica del ritratto di Fidia sullo scudo.

682 Ampel. VIII, 10. 683 Dello stesso avviso P

REISSHOFEN 1974; MORRIS 1992, 262; DI CESARE 2006, 128; PAPINI

2014, 154. Parte della critica, al contrario, tiene fede a questa versione: soprattutto SCHWEITZER

1963, 162-167; 1967, 356-360, che non crede a un ritratto di Fidia entro un contesto mitico. Suggestionato dallřascia, attributo della figura identificata come Fidia sullo scudo Strangford (London, BM, inv. 1864, 0220.18), riconosce in essa Dedalo nelle vesti di demiurgo; accanto ci sarebbe, invece di Pericle, Teseo. Lřequivalenza tra la coppia mitica e quella storica risale al IV secolo a.C. quando, secondo lo studioso, nasce il ritratto fisionomico: vedi, in generale, I.1. Lřipotesi condiziona molti lavori successivi: STROCKA 1967, 135; HÖLSCHER ŔSIMON 1976, 148; TORELLI 1979, 447; FEHR 1981, 67-70. METZLER 1971, 289-306 non esclude la presenza di Fidia sullo scudo e fa di Dedalo lřalter ego del primo, modello a cui lřautore attribuisce consapevolmente le proprie fattezze e simbolo del riscatto sociale della classe artigianale.

684 Per. 31, 3-4. La letteratura sul processo di Fidia e dei membri della cerchia periclea è

182

sofferma sulla fama delle creazioni fidiache e, soprattutto, sullřinvidia da esse generata685. Soprattutto perché, nellřAmazzonomachia dello scudo, egli incluse dei ritratti:686

1) Una sorta di autoritratto dalla forma (morphe) di un vecchio calvo (presbytes phalakros) che, con ambe le mani, solleva un masso;

2) Una bella immagine (eikon) di Pericle nellřambivalenza del gesto (schema) di protendere la lancia dinanzi agli occhi e, al contempo, celare la somiglianza, vistosta dallřuno e dallřaltro lato, comunque ugualmente evidente.

Sul versante iconografico, la Nachbildungen dello scudo e dei rilievi neoattici che ne epitomano le scene ha raggiunto buoni risultati.687 Il calvo armato di masso è facilmente identificabile con la figura n. 15 (Fig. 94)688 che, con inusitato vigore, si destreggia nel vertice superiore, fronteggiando molte amazzoni. La posizione privilegiata è giustificata dallřazione di scagliare la pietra dallřalto, spiccando tra gli altri anche per la calvizie tipica dellřanzianità. Inoltre, la pietra stessa è unřarma anomala.689 Per queste ragioni, il personaggio appare la chiave della composizione. Allřopposto, subito sotto il gorgoneion, si trova un eroe con il pileo che tende la lancia verso un nemico elmato (nn. 1-2). Questřultimo è stato identificato in passato con Pericle, tanto per la vicinanza al personaggio n. 15 nellřesemplare Strangford quanto per il modo di portare lřattacco (Fig. 99). Lřinterpretazione è caduta in seguito ad alcune precisazioni sullřabbigliamento, la corazza e i calzari traci, unitamente al collegamento con una testa femminile in

685

Il topos dello phthonos degli Ateniesi verso i concittadini virtuosi ritorna in Plu. Them. 22, 1, rivolto stavolta alle opere di Temistocle.

686 Dione Crisostomo (XII, 6) specifica che si tratta di Fidia e Pericle sotto le sembianze di Dedalo

e Teseo.

687

La numerazione delle figure sullo scudo segue la ricostruzione di HARRISON 1981, 283. La bibliografia sulla Kopienkritik è raccolta in DI CESARE 2006, 147-148 nota 73.

688 Cecrope: H

ARRISON 1966, 129-133; 1981, 300-303; STEPHANIDOU-TIVERIOU 1987; dubitativamente DI CESARE 2006, 153. Nella copia Lenormant (MN, inv. 128) la figura sembra indossare lřexomis, ma la riproduzione è troppo piccola per essere accurata: HARRISON 1981, 294.

689 Vedi D

I CESARE 2006, 153; PAPINI 2014, 152-153 con una possibile spiegazione alla presenza metaforica di questa figura, accenno alla difesa dellřacropoli contro i Persiani occorsa quarantřanni prima.

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posizione frontale da Afrodisia che ne fanno unřamazzone.690 Il sarcofago da cui proviene il rilievo, vieppiù frammentario, è infatti una fonte filologicamente valida per la ricomposizione dello scudo.691 Pericle, correttamente al n. 1, trova posto al centro dello scudo, protos aner ad aprire la battaglia. È a capo coperto come nel suo autentico ritratto (Fig. 1); meglio ancora, il copricapo conico è sostituito, nella copia microasiatica, da un elmo. Convalidando Plutarco, il viso è coperto dalla lancia tesa nellřindirizzare lřoffesa.692 Così, la menzione di una similitudine dei tratti nascosta dalla lancia, ma non a chi fosse posto ἑηαηένςεεκ, dunque solo parzialmente celata dalla schema, è pienamente verificata (Figg. 100- 101).

La storicità di un ritratto intenzionale di Fidia, seppur occultato tra la concitazione della lotta, è negata dalla maggior parte della critica.693 Come osservato per le dediche di Maratona, la distribuzione di personaggi realmente vissuti in contesti mitologici non costituisce un fatto eccezionale, tanto in pittura quanto in scultura. Semmai è importante sottolineare che, in questa fase, lřallusione alla raffigurazione di mortali appare oggetto di invidie, se non apertamente osteggiata. Il paragone è con il più antico criptoritratto opera di Polignoto, non un semplice banausos:694 assunto certamente valido anche per Fidia. NellřIlioupersis della Stoa Poikile, il pittore tasio modella il volto (prosopon) di Laodice, la più bella delle figlie di Priamo, sullřeikon di Elpinice, la

690

JEPPESEN 1964, 4, 19; STEPHANIDOU-TIVERIOU 1979, 84-86, 130-133; 1987, 852-854 (Molpadia); MEYER 1987, 317; DI CESARE 2006, 149. E. B. Harrison, inizialmente scettica (1981, 287), accetta in seguito lřidentificazione (1996, 46 nota 143).

691 Emerso nel 1975, è decorato da figure copiate dallo scudo alla stessa scala dei rilievi neoattici

del Pireo: pubblicazione preliminare in HARRISON 1981, 282-290.

692 Vedi M

EYER 1987, 307-308; PAPINI 2014, 154. Teseo: STEPHANIDOU-TIVERIOU 1979, 16-19;

pace HAFNER 1956 (Santippo); HARRISON 1981, 306 nota 124; STROCKA 1984, 409 nota 28.

693

PREISSHOFEN 1974 fa risalire la tradizione non prima dellřetà ellenistica, motivata dal crescente interesse pre la storia dellřarte e le biografie degli artisti; seguito da FLOREN 1978; VOUTIRAS

1980, 25, 102-103; HARRISON 1981, 310; MEYER 1987, 302-304; STEPHANIDOU-TIVERIOU 1987; STADTER 1989, 294; MORRIS 1992, 261-262; HÖCKER ŔSCHNEIDER 1993, 61-63; HIMMELMANN

1994, 85-87; PODLECKI 1998, 103, 106-108; DILLON 2006, 180 nota 23; PEKÁRY 2007, 8-10; DAVISON 2009, 950; FALASCHI 2012, 210-211; PAPINI 2014, 155-157. Resta isolata la posizione di chi ammette la presenza di veri e propri ritratti sullo scudo: HAFNER 1956; ECKSTEIN 1962; DI

CESARE 2006.

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sorella di Cimone con la quale intesse un rapporto sentimentale.695 In Laodice poi si celano varie allusioni alle imprese del fratello,696 senza dimenticare la sua partecipazione Ŕ forzata Ŕ anche a Delfi, nella megalografia troiana della lesche degli Cnidi. Pausania, infatti, dice di non trovare la donna tra le prigioniere ricordate da Omero.697

Nella Poikile è raffigurato anche Sofocle in veste di Tamiri e con la cetra in mano, poiché durante lřomonimo dramma si dice raccolse lo strumento per suonarlo.698 Quindi, dal punto di vista metodologico, non è impossibile ammettere il crescente malumore verso delle pratiche non più tacitamente accolte, mentre gli iconici duces della Maratonomachia e i criptoritratti di stampo polignoteo paiono accettati senza reazioni minimamente paragonabili.699 Dřaltronde, non è semplice cassare la notizia ciceroniana come invenzione, quando la finezza dellřarpinate come connoisseur dřarte è nota. Più semplice spogliare la tradizione sul ritratto di Fidia degli elementi più favolistici, quali Dedalo e il meccanismo di autodistruzione della statua. A Fidia è attribuito un altro criptoritratto: lřanadoumenos sul regolo frontale del trono dello Zeus Olimpio assomiglia nei tratti a Pantarce, eleo amasio dellřartista.700 A questa menzione si collega lřiscrizione acclamatoria dello stesso, Pantarkes kalos, criptata anchřessa su un dito della stauta.701 È così che volti anonimi, su impulso delle innovazioni tradotte in pittura da Polignoto,702 trovano differenziazione e compimento attraverso sistematiche intromissioni. Le esigenze individuali si incrociano bene con la generazione post Maratona, meno in seguito. Cresce lřinvidia per la δόλα ηῶκ

695 Vedi nota 498, anche per lřinfluenza di Cimone nei cicli della Stoa Poikile. Il criptoritatto di

Elpinice testimonia le ambizioni ritrattistiche fiorite nelle cerchie aristocratiche dellřepoca: TORELLI 1979, 446. CORSO 1988, 353 nota 4 ascrive alla mano di Polignoto la maturazione della ritrattistica, in relazione allřinteresse biografico paventatosi proprio in questa occasione. ROBERTSON 1959, 22 ritiene che Polignoto sia lřinventore del ritratto.

696 Cfr. R

OSCINO 2010, 140 nota 135.

697

X, 26, 7.

698 TGF IV, 32 T1 R. cfr. IV F 236-245. Tavoletta votiva dipinta: D

E ANGELIS 1996, 135; ROSCINO 2010, 33; PAPINI 2014, 155; pace DI CESARE 2006, 132.

699

Vedi le considerazioni di DE ANGELIS 1996, 164; DI CESARE 2006, 139.

700

Paus. V, 11, 3. Il ritratto atletico (Paus. VI, 10, 6) è sicuramente posteriore alla sua vittoria nella lotta di fanciulli (Ol. 86a, 436 a.C.).

701 Arnob. nat. VI, 13, 1; Clem.Al. Protr. IV, 53, 4; Phot. s.v. Ῥαμνοςζία Νέμεζιρ. Pantarkes, tiene

a precisare Clemente Alessandrino, non è un epiteto di Zeus: ma Dario, simile a un dio, è πακηανηὴξ, Ŗonnipotenteŗ in A. Pers. 855. GUARDUCCI 1974, 423-424 ritiene autentica lřepigrafe e individua la motivazione nella sua riscoperta al momento della riparazione del colosso per mano di Damofonte di Messene (Paus. IV, 31, 6); similmente DI CESARE 2006, 132-133.

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ἔνβςκ procurata da Fidia e, volendo attaccare pretestuosamente anche gli amici di Pericle, un appiglio certo è costituito dalla legalità dei ritratti. Non è dimostrabile, del resto, lřaccusa di asebeia in relazione ai volti scolpiti, ma neppure necessario per ratificarne lřesistenza:703

che la rappresentazione pubblica fosse un argomento discusso in assemblea è attestato dalla questione che coinvolge, prima ancora, Micone e la resa ηαηαδεῶξ dei Maratonomachi.704

Il ritratto di Pericle dellřacropoli, come si è visto, partecipa del linguaggio classico e si determina pienamente entro la secolare tradizione cittadina. Lřarcheologia e lřepigrafia confermano la maggiore specificità raggiunta dallřimmagine tipologica, a discapito del legame con il contingente.705 Pericle e Anacreonte sono modelli etici, comportamentali, fisici: lo stratega e lřuomo di cultura, perfetti, totalmente votati a una divulgazione che può fare a meno del riconoscimento personale.706 Una tale realtà del documento materiale permette, per converso, di approfondire le caratteristiche del ritratto iconico maturato in età severa e adottato per i criptoritratti:

1) Una certa somiglianza con il modello;

2) La distanza dai volti anonimi del mito, ma così sottile da indurre in confusione a uno sguardo parziale o superficiale.

Non ci sono altre evidenze letterarie, né archeologiche ed epigrafiche, per un ritratto di Fidia in età classica. In epoca romana, invece, un blocco rinvenuto nel sito di una villa tiburtina insieme a numerose erme, tra cui due di Pericle, reca lřiscrizione ΦΘΘΔΘΑΣ.707

Si tratta della base di unřerma purtroppo acefala e, pertanto, riguardo lřaspetto è solo possibile congetturare: forse il copista avrà attinto dal vecchio calvo della Parthenos oppure, tramite unřoperazione simile al Parmenide velino e, come ipotizzato, al Temistocle ostiense, avrà cavato il

703 M

ETZLER 1971, 289-291, invece, pensa che lřaccusa si basi soprattutto sul divieto di usare oro e avorio pubblici per un ritratto privato; piuttosto, bisogna concordare con quanti ritengono che Fidia fosse stato accusato solo di sottrazione illecita: HARRISON 1966; STROCKA 1967, 135; DONNAY 1968; DI CESARE 2006, 147.

704 Vedi nota 506; anche Harp. s.v. Μίκων. 705 Vedi soprattutto II.3.3.

706 P

OLLITT 1986, 59-60 definisce le due effigi role portraits, poiché enfatizzano il risvolto pubblico a scapito della singolarità. TODISCO 1993, 37 cita un apporto di Fidia, Kresilas e Policleto alla ritrattistica ideale o tipologica, prevalente nel periodo classico su quello di tendenza veristica dello stile severo.

707 Cfr. S

186

modello da un diverso soggetto applicando poi semplicemente il nome di Fidia.708 Esiste dunque un vizio di forma che porta il nucleo delle testimonianze positive (Cicerone, Valerio Massimo, lřautore del De mundo) a fraintendere il senso del criptoritratto: la sphragis dellřartista diventa il paradigma del mortale che anela a imperitura fama e che, grazie alla sua opera, la raggiunge; quindi, lřaneddoto trova la ragione dřessere in una decodifica a posteriori. Questa visione didascalica è certamente estranea a Fidia, amico dellřuomo più potente di Atene e lontano dallřapparire nelle vesti di capomastro, sufficientemente riconosciuto tra i suoi pari.709 Il Fidia e il Pericle sullo scudo della Parthenos si allineano al novero dei criptoritratti dellřetà dello stile severo e vanno letti in quanto tali. Non sono dei casi isolati, ma parte di una tendenza passatista votata alla caratterizzazione personale e alla ricerca dellřidentità nella raffigurazione. Non a caso, i ritratti celati partecipano della narrativa dei tempi delle guerre persiane, con lřamazzonomachia metafora della difesa, vana, dellřacropoli.710

Il futuro è invece una scelta deliberata, spersonalizzante, quasi retorica. I criptoritratti, consapevolmente, rimarcano la distanza dallřunica Ŗveraŗ immagine dello statista: et Olympium Periclen dignum cognomine.711