II.2. L E PRIME TESTIMONIANZE DELLA LETTERATURA
II.2.2. Satiri di stile severo: i Theoroi di Eschilo
ὁνῶκηεξ εἰημὺ[ξ] μὐ ηαηř ἀκενώπμοξ[ _ὅπῃ δř ἂκ ἔ [ν]δῃξ, πάκηα ζμζ ηάδř εὐζεα . ἦ ηάνηř ὀθείθς ηῶκδέ ζμζ· πνόθνςκ β ὰν εἶ.
185 Hdt. VIII, 121, 2. Per i ritratti di Alessandro I a Delfi e a Olimpia, entrambi datati allřincirca tra
il 478 e il 476/5 a.C., KRUMEICH 1997, 25-27, 223 nn. H 1-2; KEESLING 2017a, 62.
186
XII, 21.
187
Sol. IX, 13.
188 Hdt. V, 22, 2; Iust. VII, 2, 14.
189 Vedi nota 18. Erodoto definisce lřApollo andrias: uso che non sorprende, alla luce della base
del cosiddetto colosso dei Nassi a Delo (IG XII, 5: andrias cfr. anche Plu. Nic. 3, 6).
190
CEG I, 325.
191 Paus. X, 15, 1. 192 FdD III, 4, 455.
73 ἄημοε δὴ πᾶξ ζῖβα δ εζε ε θ εζδ .[.]. ἄε ν δ ζ μκ εἰ .[..]..[ ] ia[ εἴδςθμκ ε ἶκαζ η μ ῦηř ἐιῇ ιμνθῇ πθέμκ ηὸ Δαζ δ ά θμο ι[ί]ι δια· θς κ ξ δεῖ ιόκμκ. ηαδ[..].εζ .. μνα.[.].(.)ν.[ ] _πςνεζ ιάθα ia εὐηηαῖα ηόζιμκ ηαῦ η [α] ηῷ εεῷ θένς <_>ηαθθίβναπ η μκ εὐπ ά κ. cr ba {_}ηῇ ιδηνὶ ηἠιῇ πνά βια ηř ἂκ παναζπέεμζ· ἰδμῦζα βάν κζ κ ἂκ ζαθῶξ 2 ia ηνέπμζ ηř ἂκ ἀλ ζάγμζηό ε' ὡξ ia †d δ μημῦζř ἔιř εἶκαζ, ηὸκ ἐλ- ia cr έεν ερε κ · μὕηςξ ἐιθενὴξ ὅδř ἐζηίκ. 2 ia ba εἷα δὴ ζημπεῖηε δ ῶια πμκηίμο ζεζζίπεμ[κμξ ηἀπζπαζζάθεοř η αζημξ η ξ η[α]θ ξ ιμνθ ξ .[ ἄββεθμκ, ηήνοηř [ἄ]κ αοδμκ, ἐιπόνςκ ης θύημν[α, .[.]. ἐπζζπήζεζ ηε θεύεμο ημὺξ λέκμ[οξ] θ.[ _παῖνř ἄκαλ, παῖνř ὦ Π όζεζδμκ ἐπζηνμπ.[..]..[194
Questi frammenti appartegono al dramma satiresco di Eschilo intitolato Theoroi, al quale in un secondo momento si sarebbe aggiunto Isthmiastai, per meglio specificare lřambientazione ed evitare confusione con omonimi lavori,195 oltre a riassumere la trama: i satiri, da membri di unřambasceria sacra, si tramutano in atleti pronti a gareggiare negli agoni istmici. I primi ventidue versi non solo recano la più antica menzione di eikon per le arti figurative (v. 1),196 ma
194 A. fr. 78a R. 1-22: a cura di S. Radt, Tragicorum Graecorum Fragmenta, Vol. 3: Aeschylus,
Göttingen 1985. Il testo è stato emendato con difficoltà in alcuni punti e, tra gli autori, sussistono discrepanze anche sostanziali riguardo la ricostruzione. Perciò, si è scelto di non proporre alcuna traduzione, ma di scomporre il testo originale recuperando di volta in volta i significati.
195
Forse il doppio titolo era già presente in origine: ad esempio CANTARELLA 1948, 91.
196
La parola ricorre unřaltra volta in Eschilo: negli Edonoi (fr. 10 R. 57 cfr. Str. X, 3, 16), i
taurophthoggoi mimoi, imitazioni dei tori muggenti, sono detti typanon eikon (immagine sonora
equivalente al rombo di un timpano). Presso il drammaturgo si trova più spesso la forma parallela
eiko, con il significato non sempre percepibile di raffigurazione (ad esempio Th. 559). In Sofocle,
invece, il termine è assente. Vari i passaggi euripidei in cui si trova la forma eiko: nel senso generico di immagine IA 239, 816; in riferimento a ricami fr. 125 N. (2); Hel. 73, 77; IA 239; Tr. 1178. Tra questi è notevole quello in cui Medea (v. 1162), davanti allo specchio, sorride di fronte allřimmagine inanimata della propria persona. Una volta sola si trova eikon (HF 1002) nel senso di
74
si soffermano sul lessico della rappresentazione, discutendo intorno ad alcuni particolari doni votivi che i satiri consacrano al dio dellřIstmo. Per riassumere i punti salienti:
1) Si comincia con il coro dinanzi al tempio di Poseidon, dal quale si stacca il corifeo nellřintento di ringraziare un individuo non meglio precisato per unřimmagine non (a misura?)197
dřuomo (v. 1: εἰημὺ[ξ] μὐ ηαηř ἀκενώπμοξ[). Lřopera, probabilmente, raffigura il satiro con grande esattezza ed è descritta come straordinaria in natura.
2) Dalla forma di satiro (v. 6: εἴδςθμκ ε ἶκαζ η μ ῦηř ἐιῇ ιμνθῇ), è un lavoro di Dedalo a cui manca solo la voce (v. 7: ηὸ Δαζ δ ά θμο ι[ί]ι δια· θς κ ξ δεῖ ιόκμκ).
3) I satiri recano lřappropriato dono (v. 11: εὐηηαῖα ηόζιμκ) al santuario, in quanto tributo dipinto con arte sopraffina (v. 12: ηαθθίβναπ η μκ εὐπ ά κ). 4) La similitudine (v. 17: ἐιθενὴξ) con lřequivalente in carne e ossa è così
forte che persino la loro madre, se vedesse lřimmagine, rimarrebbe scioccata (vv. 13-16). Empheres è adoperato, ad esempio, da Plutarco198 per sottolineare la somiglianza tra lřaspetto di Pisistrato e quello di Pericle: ηαὶ βὰν ἐδόηεζ Πεζζζζηνάηῳ ηῷ ηονάκκῳ ηὸ εἶδμξ ἐιθενὴξ εἶκαζ, ηήκ ηε θςκὴκ ἡδεῖακ μὖζακ αὐημῦ (soprattutto, notano gli anziani, riguardo la voce).
5) Contemplando ancora lřoggetto, il corifeo incita i compagni a dedicarlo al dio. Esso sarà messaggero della bella forma (v. 19: η[α]θ ξ ιμνθ ξ) dei satiri e attirerà lřattenzione dei passanti.
La crux dei passaggi descritti riguarda la tipologia di immagini presentate a Poseidon: dipinti, antefisse fittili, maschere teatrali, statue? Inoltre, in che maniera il testo sviluppa un discorso consapevole sullřarte nellřetà di Eschilo?
Il punto fondamentale, poi, è il modo in cui opere fortemente rassomiglianti alla fisionomia che impersonano si avvicinino alla ritrattistica. Il tipo di offerta è apparizione. Le testimonianze aristofanee sono poco significative (Nu. 559: eiko; Ra. 538, 906:
eikon).
197 La congettura è di F
ERRARI 2013, 199 nota 4.
75
stato ricondotto soprattutto a maschere o antefisse sileniche da affiggere al tempio di Poseidon,199 peraltro secondo un uso attestato quasi esclusivamente in Sicilia ed Etruria.200 Lřobiezione è che lřeidolon ritiene, in generale, la morphe del satiro (v. 6), perifrasi adeguata a una raffigurazione che contempli lřintera figura. Si è parlato, inoltre, di pinakes in legno o terracotta.201 Del resto, lřabbinamento tra lřazione di inchiodare (v. 19: ηἀπζπαζζάθεοř η αζημξ)202
e lřaggettivo kalligrapton orienta verso un manufatto dipinto o intagliato: un quadro, ma è possibile anche un rilievo.203 Difatti, kalligrapton non implica necessariamente il riferimento a unřimmagine bidimensionale204 e il ricorso a voci di graphe per lřatto di colorare una statua è del tutto ammissibile in età classica.205
Tuttavia, è strano che una scultura in onore della divinità venga designata solo come ηαθθίβναπ η μκ εὐπ ά κ (v. 12): la precedente menzione di una replica alla maniera di Dedalo chiarisce la questione e conduce con decisione alle arti plastiche (v. 7).206 Dedalo è il grande archegeta della scultura,207 paradigma dellřartista che forgia creazioni capaci di comunicare lřimpressione della vita,208 tanto da dover essere legate per non fuggire via.209 La statuaria dedalica, con i suoi caratteri di vivezza, articolazione, relativo realismo anatomico, investe una sfera miracolistica nota anche sulla scena teatrale.210 Dedalo crea delle meraviglie che camminano come esseri vivi, ma a loro sono solo simili. Non possiedono la voce,211 poiché le arti dedaliche non sono dotate di movimento reale, ma soltanto virtuale per la
199
FRANKEL 1942 seguito da SNELL 1956; TAPLIN 1977, 420; SUTTON 1981, 335; OřSULLIVAN
2000; STEINER 2001, 47-48; MARCONI 2005; CIPOLLA 2011, 233-249.
200 Cfr. K
IILERICH 2006, 62; FERRARI 2013, 199; pace MARCONI 2005, 79. Nessuna antefissa è stata rinvenuta a Istmia durante lo scavo del recinto di Poseidon: BRONEER 1958, 3.
201 La proposta, risuscitata da K
RUMEICH 2000, è apparsa con la prima edizione dei versi contenuta nel XVIII volume degli Oxyrhynchus Papyri.
202 Per la possibilità che questa azione possa riferirsi anche a delle statue, attraverso la
preposizione epi, KIILERICH 2006, 66.
203 Cfr. E. Hyps. 5 D. 204
Concorde PRIMAVESI 2003, 222; KIILERICH 2006, 64.
205 Andrianta graphontas: Pl. R. 420c. 206 A favore di una statua C
ANTARELLA 1948, 93-94; KIILERICH 2006; FERRARI 2013.
207
Nel canto XVIII dellřIliade, è il corrispettivo mortale di Efesto e autore di numerose invenzioni; cfr. anche Plin. Nat. VII, 198.
208 Cfr. Apollod. III, 15, 9; D.S. IV, 76, 1-4; Hyg. Fab. 274. 209 Cfr. Pl. Euthphr. 11c; Men. 97d.
210 Ad esempio Cratin. F 75, frr. 4-5 K.-A.; E. F 372, frr. 2-3 K.; Hec. 837-838; Pl.Com. fr. 188
K.-A. Sulle caratteristiche delle statue di Dedalo FRONTISI-DUCROUX 1975, 95-117; MORRIS 1992, 215-237.
211 Vedi Herod. IV, 33-34. A differenza delle ancelle che accudiscono Efesto, fabbricate dal dio in
76
precisione mimetica di esecuzione. Nei Theoroi, in linea con la tradizione, il simulacro non parla, ma respira e si muove (vv. 6-10).212 Come si evince dal contesto, mimema sottolinea la congruenza dellřimmagine con la persona imitata, non la relazione con Dedalo. Il genitivo Daidalou va inteso, quindi, nel senso di Daidaleion,213 senza postulare che lřautore delle eikones dei satiri fosse proprio il mitico artigiano. È un modo di dire proverbiale per celebrare una creazione artistica che desta estremo stupore.214
In aggiunta, i satiri descrivono lřex voto come rappresentazione della loro bella forma (v. 19). Tralasciando la finzione scenica e il riso che poteva suscitare simile affermazione, a causa della bruttezza dei personaggi, sorge un principio di teoria estetica: a Olimpia, lřiscrizione tardoarcaica dello Zeus dei Clitori si sofferma sulle belle misure della forma (<ιμνθᾶξ> ιέηνř εἶηř Ἀνίζηςκ ἠδὲ Τεθέζηαξ αὐημηαζίβκδημζ ηαθὰ άηςκεξ ἔεεκ).215
Da ultimo, eikon si sovrappone a eidolon, similmente a quanto avviene in Erodoto per la fornaia di Creso. Il punto decisivo fornito dal dramma è che lo slittamento di contenuti avviene nel momento in cui allřeidolon si aggiunge ciò che gli manca, la mimesis,216 ossia la resa naturalistica. Si arriva così allřeikon, alla statua che non è più solo segno ma effige.
TAB.3.
212 Se consideriamo, insieme a F
ERRARI 2013, 202, πκέμκ in luogo di πθέμκ (v. 6) e πςνεῖ per πώνεζ (v. 10).
213
Per lřaggettivo già Hom. Il. XVIII, 379, 390, 400. Daidala sono, in Pausania, le statue lignee (xoana): IX, 3, 2, 4-5. Altrove (VIII, 53, 8) si dice che i Cretesi diventarono famosi per le statue in legno dopo il soggiorno di Dedalo. In generale, la tendenza è quella di attribuire a questřultimo i simulacri venerati per la loro grande antichità (IX, 11, 4; 40, 3-4). È implicito che molti di questi siano in forma xoanica, come espresso a chiare lettere (II, 19, 3).
214 I satiri sono frequentemente associati a innovazioni e invenzioni: S
NELL 1956, 8. Il topos dello stupore di fronte al realismo di opere dřarte o prodotti artigianali è noto nella letteratura greca, soprattutto in ambiente alessandrino. Per il teatro, è celebre la dettagliata ekphrasis della parodo nello Ione euripideo (vv. 184-218), in cui le ancelle di Creusa ammirano le sculture del frontone del tempio di Apollo a Delfi. La descrizione non riflette pienamente la descrizione di Pausania: ampia discussione in STIEBER 2011, 284-302.
215 Paus. V, 23, 7 cfr. E. Alc. 1063. 216
I problemi filosofici ed estetici del gruppo di parole che ruotano intorno a mimeisthai sono molteplici e non riguardano solo lřuomo, ma figure antropomorfiche (Hdt. III, 37), animali (E. Ion 1429) e abiti (A. fr. 364 N.). Per mimesis e techne DE ANGELI 1988; su tutti gli aspetti HALLIWELL
77
Termine Verso Traduzione (autore)
εἰημὺ[ξ] μὐ ηαηř ἀκενώπμοξ[ 1 Ritratti non (a misura?) dřuomo
εἴδςθμκ 6 Immagine
ιμνθῇ 6 Forma
Δαζ δ ά θμο ι[ί]ι δια 7 Replica alla maniera di Dedalo
εὐηηαῖα ηόζιμκ 11 Dono appropriato
ηαθθίβναπ η μκ εὐπ ά κ 12 Tributo dipinto con arte sopraffina
ἐιθενὴξ 17 Somiglianza
η[α]θ ξ ιμνθ ξ 19 Bella forma
Il lessico del poeta è quello della storia dellřarte. Lřultimo aspetto da cogliere sono i commenti dei satiri sul realismo dei loro ritratti.217 I progressi dello stile severo, come la maggiore vitalità delle espressioni facciali, delle pose e dei gesti, potrebbero trovare una teorizzazione in questi versi superstiti.218 La stessa drammaticità che qui produce lřeffetto comico, nel frontone Ovest di Olimpia, inversamente, eleva altre creature semiferine. Il risultato non dovette essere dissimile dalla cura del dettaglio e la ricercatezza del particolare del tetradrammo da Aitna, un unicum datato allřincirca tra il 465 e il 460 a.C., che ritrae il profilo estremamente realistico di un sileno (Fig. 14).219
Contro lřipotesi dellřappartenenza dei satiri letterari agli anni compresi tra il 480 e il 450 a.C. è stato impugnato il noto passo di Porfirio220 sulle statue di culto, che riporta una celebre affermazione di Eschilo. Le statue antiche (archaia agalmata), malgrado la semplice esecuzione, rendono bene lřimpressione della divinità. Quelle moderne, pur essendo più elaborate e suscitando stupore, sono circondate da unřaura inferiore di santità. In pratica, lřeccesso di techne nuoce al
217
Più avanti nel testo (vv. 30-31, 34) i satiri si cimentano nei giochi istmici. Non è impossibile, allora, che le immagini li ritraessero come atleti, una categoria ben definita in questa fase: vedi III.2.3. Unřiconografia per niente estranea ai documenti vascolari: KIILERICH 2006, 67.
218
Collegamento risalente a ELSE 1958, 78; SÖRBOM 1966, 41-53; HALLETT 1986, 76-78; STEWART 1990, 142; STEINER 2001, 44-48; MARCONI 2005, 80; KIILERICH 2006, 65-70; pace MORRIS 1992, 219.
219 Rinvenuto nei pressi di Paternò e oggi a Bruxelles, Bibliòtheque Royale de Belgique,
collezione Lucien de Hirsch, inv. 269: da ultimo DE CALLATAŸ 2010.
220
Abst. II, 18. STIEBER 1994 pensa che i Theoroi si riferiscano allřarte tardoarcaica, quella della giovinezza di Eschilo. La teoria conclude, in maniera molto discutibile, che il poeta si sarebbe ispirato a un presunto realismo del ritratto dellřultima fase arcaica, esemplificato dalle korai dellřacropoli di Atene.
78
divino. Lřarte moderna, per Eschilo, è severa. Lřinciso, pur non riferendosi in toto alla preferenza per lřestetica arcaica rispetto a quella dei suoi tempi, è inequivocabilmente il manifesto di unřidea. Lřarte moderna è capace di maggiore artificio e ciò comporta meraviglia, la stessa concezione alla base dei Theoroi.