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I criteri comparativi prescindono dalla stima dei flussi reddituali e finanziari, ma giustificano i valori economici degli intangibili sul confronto di indicatori relativi tratti dal mercato, quali i prezzi negoziati per le transazioni in beni comparabili, ovvero i tassi delle royalties pagate per le licenze allo sfruttamento delle risorse strategiche proprietarie, e i multipli impliciti nei prezzi negoziati per le operazioni di finanza straordinaria (i deal prices)81. In ordine, si possono elencare sette famiglie di metodologie valutative (Guatri e Bini, 2003):

 il metodo delle transazioni comparabili;  il metodo dei tassi di royalties;

 il metodo dei multipli impliciti nei prezzi delle negoziazioni;  il metodo dei multipli empirici82;

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I deal price esprimono fondamentalmente la rarità dei core assets che l’azienda negoziata contiene, ad esempio il portafoglio brevetti o un banca dati. Il fondamento economico dei prezzi riconosciuti per gli assets strategici di impresa non va tanto riconosciuto nella capacità di reddito passata, quanto nelle prospettive di sfruttamento per gli acquirenti. I multipli sono indicatori sintetici, costruiti tramite il rapporto tra il valore complessivo dell’impresa (nella versione assets side ovvero equity side) e un dato contabile ritenuto sensibile alla struttura dell’impresa, quale il fatturato medio annuale, il reddito ante imposte, etc. (Guatri e Bini, 2007).

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Un’importante variante di questa metodologia di stima è il metodo dei differenziali di multiplo sulle vendite. Data la tecnicità sottostante si rinvia alla letteratura specialistica.

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 i metodi fondati sulle ricerche di mercato;

 il metodo del valore delle relazioni con il cliente;  il metodo dei valori impliciti nei rapporti contrattuali.

Questi metodi hanno il vantaggio di raffrontare costantemente il valore degli intangibili con le dinamiche del sistema economico, incorporando nell’analisi le eventuali perdite economiche. Tuttavia, essendo il frutto di valutazioni relativa, scontano una minore razionalità analitica nell’impianto metodologico, oltre che subire le imperfezioni, le fasi di euforia, le depressioni e le asimmetrie informative dei mercati finanziari. Un problema ulteriore che si pone nella stima relativa delle risorse strategiche immateriali attraverso i multipli è la scomposizione dell’esito valutativo omogeneo in più assets distinti (Guatri e Bini, 2007). In questo caso l’attribuzione ad ogni singolo assets è effettuata secondo logiche arbitrarie, comprensibili solo entro la specifica realtà aziendale.

Data la crescente diffusione di tali approcci valutativi nella pratica professionale, si approfondiranno di seguito gli elementi di maggiore importanza per ciascun approccio83.

Il metodo delle transazioni comparabili imputa al bene intangibile il valore corrispondente “ai prezzi fatti in transazioni recenti aventi per oggetto beni similari” (Guatri e Bini, 2003:95) e ha come presupposto l’omogeneità84

dell’oggetto alla base della transazione stessa. Tuttavia il mercato85 poco trasparente e mobile e l’alta specificità dei beni immateriali rendono questo metodo debole.

Il metodo dei tassi di royalty correla il valore dei beni immateriali alle royalties richieste dai cessionari dell’asset per l’utilizzo presso terzi. Il valore del bene immateriale si basa sulla stima preventiva dei proventi derivanti dalle royalties per il periodo temporale di utilizzo, attualizzati poi ad un tasso -il tasso di royalty- che deve

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Per i metodi basati sulle ricerche di mercato si faccia riferimento alla descrizione della metodologia Interbrand, sopra delineata nei suoi tratti fondamentali.

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L'omogeneità si fonda su due principi: i) il contenuto della negoziazione; ii) le condizioni riferibili al prezzo.

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Questo avviene nel caso di contrattazioni tra privati. In questo senso, come si parlerà più diffusamente nei capitoli III e IV, lo sviluppo di mercati efficienti e globali per la contrattazione dei beni immateriali -nello specifico, di aste per la cessione di brevetti- potrebbe rendere tale approccio estimativo maggiormente applicabile.

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considerare una serie di fattori, che possono variare a seconda del contesto e delle peculiarità competitive. In particolare, il tasso di royalty deve comprendere considerazioni in merito all'estensione all’uso del bene immateriale, all’unicità, ai margini di profitto incrementale, alle barriere all’entrata e alla mobilità, alla protezione legale. La stima finale del bene immateriale è frutto di una serie di passaggi, che mirano innanzitutto a identificare l’ammontare delle royalties (per esempio facendo riferimento a prezzi di compra-vendita di beni comparabili). Successivamente è necessario stimare l’unicità dell’asset e individuare un range entro cui ammettere il tasso di royalties rispetto a parametri medi. Il valore finale del tasso di royalties, oltre a considerare gli elementi sopra menzionati, viene determinato in base ad una stima del tasso di crescita dei ricavi derivanti dall’utilizzo dell’asset e della rischiosità associata. La formula finale della stima86 del bene immateriale (BI) è la seguente:

dove r è il tasso di royalty, che moltiplica i flussi reddituali ottenibili per il periodo di riferimento (Si×vi).

Il metodo dei multipli impliciti nei deals prevede di valorizzare i beni immateriali a partire dai prezzi negoziati nelle operazioni di finanza straordinaria. Tali prezzi sono rappresentativi delle valorizzazioni secondo gli andamenti correnti del mercato dei core assets aziendali. In particolare, i deal price si fondano sulle prospettive di sfruttamento dei beni degli acquirenti. Talvolta possono nascere alcune problematiche connesse al fatto che non sempre le variabili che intervengono nella costruzione dei multipli sono riferibili ai singoli intangibili, pertanto in queste situazioni il valutatore deve procedere a scelte soggettive, e pertanto arbitrarie, spesso dedotte dall’esperienza.

Il metodo dei valori comparativi per il cliente si articola su una successione di fasi. Il primo passaggio consiste nella definizione del livello di analisi delle relazioni con il mercato, prospettando poi un portafoglio di relazioni che saranno poi l’oggetto

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Bisogna ricordare tuttavia che recentemente la pratica professionale ha preferito orientarsi verso il metodo dello sgravio delle royalties (Mard et al., 2002). La logica sottostante tale approccio consiste nella stima delle remunerazioni che l’impresa sarebbe costretta a pagare al proprietario del bene intangibile, qualora non fosse lei ad avere la proprietà.

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essenziale della valutazione. Di seguito, si stima il valore della stabilità delle relazioni, sfruttando una serie di approssimazioni quali l’indice medio di customer satisfaction, il coefficiente medio di fedeltà dei clienti, la longevità prospettica e la duration media delle relazioni attualmente in portafoglio, il margine di profittabilità. La quarta fase prevede la determinazione del valore della riproducibilità delle relazioni mediante la stima del coefficiente di attrazione di nuove relazioni e l’analisi dei conti economici dei clienti. Gli ultimi due passaggi, in conclusione, mirano a valorizzare il valore complessivo delle relazioni con i clienti in una prospettiva puntuale e dinamica.

Infine, il metodo dei valori impliciti nei rapporti contrattuali nasce in ambiente giuridico e contabile IAS e FASB, e si fonda sull’assunto di evidenziare i valori nascosti associabili agli intangibili specifici che non emergono nella contrattazione del prezzo di vendita. Tuttavia la solidità teorica non è ancora stata pienamente accertata.

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Alcune note critiche e di ulteriore sviluppo per la valutazione