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Le criticità di Sirmax: distinta base e ordine di lavoro, incidenza della materia prima sul costo di prodotto,

IL CASO SIRMA

GAMMA PRODOTT

4.4. Le criticità di Sirmax: distinta base e ordine di lavoro, incidenza della materia prima sul costo di prodotto,

tematica dei prezzi

Uno strumento necessario tanto ai fini di controllo quanto ai fini di una gestione efficace ed efficiente della produzione è la distinta base, ovvero quel documento indicante tipologie e quantità di materie prime necessarie per la realizzazione di un determinato prodotto. In sostanza ha lo stesso ruolo di una ricetta culinaria. Un documento di questo tipo è frutto di un processo di standardizzazione: l’insieme di quei materiali, in quelle percentuali, costituisce la combinazione ottimale per produrre quel bene in condizioni di efficienza. Perciò se si impiega un kg in più di resina per ottenere lo stesso quantitativo di prodotto, non implica una migliore riuscita del prodotto stesso, bensì comporta un’inefficienza poiché era possibile usare meno resina ottenendo lo stesso risultato.

Una distinta base di Sirmax è suddivisa al massimo in tre macro-classi:

 RESINE

 CARICHE

 ADDITIVI

Le resine sono la materia di più largo impiego. Possono essere polveri, granuli o flakes29 a seconda del tipo di additivo utilizzato.

29 Lo stesso tipo di resina, in altri termini, può essere sotto-forma di polvere, granulo o flakes che è

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Le cariche, come spiegato precedentemente, non sono sempre presenti, infatti possono esservi anche dei prodotti non caricati com’è nel caso dell’articolo 045124 – ISOFIL K0TYL0217HB (polipropilene)30.

Tra gli additivi, che servono a conferire le caratteristiche tecnico-meccaniche- estetiche al prodotto, sono compresi anche i “master”, ovvero coloranti.

Per ogni voce di articolo inserito nella distinta base sono indicati:

 codice con cui è caricato a magazzino;

 descrizione, per esempio “omopolimero 1° scelta” oppure “master giallo 1018”;

 percentuale di impiego;

 costo unitario;

 costo del componente, ottenuto moltiplicando il costo unitario per la rispettiva percentuale di impiego;

 percentuale di costo del componente sul totale.

Al costo totale dei componenti va sommato una quota di costi chiamata “Phi”, data da costi variabili (diversi da quelli relativi a materie prime e trasporti) e da costi fissi specifici, ottenendo così il costo standard totale di un kg di prodotto. Tale quota di costi attribuiti ad ogni prodotto è legata alla linea di produzione. A tale scopo è stata assegnata per ogni tipo di prodotto la linea che dovrà essere utilizzata, salvo casi eccezionali e di particolare urgenza che impongano un cambio della trafila. In una tabella sono calcolati dei coefficienti di costo relativi ad ogni linea, i quali comprendono: l’ammortamento dell’estrusore e degli impianti ausiliari, una quota del costo di energia ed acqua, una quota di costo per la manodopera diretta.

Guardando la distinta base a pagina 123 emerge chiaramente l’influenza delle resine sul prodotto finito in quanto, in questo caso, costituiscono ben il 91% dello stesso; hanno un costo medio-basso ma sono impiegate in grossi quantitativi, dunque l’ufficio acquisti deve focalizzare l’attenzione sull’acquisizione di tali

ad un additivo in polvere, si avrebbe una separazione tra i due materiali, i granuli resterebbero sopra mentre l’additivo in polvere scenderebbe. Allora si utilizza una resina in polvere o in flakes.

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materiali per cercare di rendere più efficiente il costo di prodotto. Dall’altro lato, i master hanno invece un costo sostanzioso però le loro percentuali d’impiego sono piuttosto contenute rispetto alle resine.

Immagine 4: Distinta base

Avendo le distinte base, quando si deve realizzare un certo quantitativo di prodotto viene emesso un ordine di lavoro. I principali dati indicati nell’ordine di lavoro sono: lotto di produzione, codice e descrizione articolo, linea di produzione da utilizzare e quantità da produrre. L’ordine di lavoro, in sostanza, dice all’operatore cosa deve fare, ovvero quali resine e quali cariche usare, come eseguire la mescola additivi e la mescola colore. Infatti, solitamente un ordine di

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lavoro viene declinato in più ricette che spiegano nel dettaglio ogni missione indicata nella griglia “ricetta dosatori”.

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Prendendo come riferimento l’ordine di lavoro alla pagina precedente, l’operatore dovrà:

caricare sulla trafila 3.400 kg della resina PP COPO, prendendola dal silo K1. Allo stesso modo scarica le resine SUPERCOPO e OMOPOLIMERO 1a SCELTA, rispettivamente dai silos K2 e K3;

caricare sulla trafila 2.600 kg di talco provenienti dal silo K5;

seguire la ricetta MIX ADD per creare la mescola additivi (in area mescole);

seguire la ricetta MIX MASTER per creare la mescola colore all’interno del dosatore volumetrico (Piovan).

A questo punto emerge una delle crucialità dell’azienda: la ricetta a consuntivo può essere totalmente diversa rispetto alla distinta base prefissata, non solo perché varia il prezzo di un materiale inserito in ricetta, ma perché ad esempio variano le percentuali di composizione del mix resine o della mescola additivi, o perché viene usato un additivo diverso da quello preventivato. In un simile contesto diviene molto difficile, se non impossibile, effettuare un’analisi degli scostamenti, in quanto varia anche lo standard di riferimento dell’analisi (è come se si partisse da una distinta base totalmente diversa); tuttavia, come già accennato, il business di Sirmax sta proprio nel fatto di riuscire a creare lo stesso tipo di prodotto partendo da materiali diversi da quelli in distinta, sia per tipologia che per composizione percentuale. Inoltre i costi unitari standard delle resine vengono fissati mensilmente sulla base di possibili evoluzioni dei prezzi di mercato. Ne deriva che la valorizzazione della distinta base può cambiare mensilmente, perciò non si tratterà di un costo standard annuo bensì su base mensile.

Per comprendere il problema, innanzitutto si consideri che sono state create delle famiglie di articoli succedanei per resine, cariche ed additivi. Appunto, sono state create famiglie di articoli con caratteristiche tecniche simili per consentire di scegliere l’acquisto più conveniente in un determinato momento, in quanto non sempre ciascun articolo è reperibile sul mercato, inoltre il prezzo è spesso soggetto ad oscillazioni.

Considerando la famiglia della resina “omopolimero 1a scelta”, questa è costituita da quattro resine tra loro sostituibili e dovendola inserire nel prodotto si sa che è possibile utilizzare una delle quattro varianti. Tra quelle disponibili sul mercato si

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acquisterà quella con il costo più basso nel tentativo di rendere maggiormente efficiente il costo della produzione.

Esempio 1: Famiglia Resine

Esempio 2: Famiglia Master