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La cronaca del bestiario

III.1 Buzzati scrittore di cronaca

III. 2.4. La cronaca del bestiario

Abbiamo già notato come, nella scrittura di Buzzati, la tradizione letteraria agisca in maniera determinante e, nei riguardi della favolistica, sicuramente lo scrittore bellunese prende in

considerazione Esopo. Sa infatti che « E

alle bestie i pensieri e i sentimenti suoi; e ne ha tratto una quantità di favole», che la «psiche» di un animale può essere «umanizzata» solo «fino a un certo punto» e che «gli animali si prestano molto bene a incarnare certe idee, certe forze spirituali della natura»350.

I racconti di animali inventati351 o realistici possiedono una funzione rappresentativa e

A esentare

sentimenti, inquietudin . Nel Bestiario vige la legge della

346

ID., Fine del sommergibile nemico in Ivi pp.133-137, già in «Corriere della Sera», 2 ottobre 1941.

347 I

D., Col muso dilaniato,cit. in Ivi p.118.

348

F.ZANGRILLI, La penna diabolica, cit. p.77. Zangrilli riprende termini da Il Buttafuoco, cit. pp.116-117.

349

Ivi, p.85.

350 D.B

UZZATI, Bestiario, Milano, Mondadori, 1991, p.292.

351 Ad esempio Il Babau, racconto presente nella raccolta Le notti difficili, (cit. pp3-8) pubblicato in precedenza nel

«Corriere della Sera» del 16 febbraio 1967 con il titolo Fine del Babau, narra di un gigantesco animale dal colore

I -

bambini ( e adulti) avvicinandosi loro nel sonno. Dopo averne discusso in consiglio comunale i cittadini decidono di ucciderlo a colpi di mitragliatrice.

96

352

, sia la

353

rappresentando così il tempo che scorre e muta

delle cose e anche la scissione Il Bestiario viene pubblicato dieci anni dopo la morte dello scrittore per volere della moglie Almerina. I pezzi che lo compongono sono apparsi, dal 1932 al 1970, su riviste e quotidiani come il «Popolo di Lombardia», «La Lettura», «Omnibus», «L A », ma soprattutto sul «Corriere della Sera» e sul «Corriere

I ».

I B n stretto rapporto

con la sua vita di artista e di uomo. I cani da lui posseduti e amati sono rappresentati in maniera dettagliata e frequente nella sua produzione letteraria, giornalistica e pittorica. Nel Bestiario ricorda con affetto il boxer Napoleone(«Napoleone II è il cane cui ho voluto e voglio ancora più

bene354») e il bulldog inglese Cicci ( «H

cornamusa, il baule e gli angiolini di Raffaello Sanzio»355). Zangrilli afferma che lo scrittore bellunese «venera i suoi cani, rendendoli simboli di elevazione e spiritualità»356. Nella cronaca canina L , il narratore Dino diventa una sorta di dio per questi animali D

T M 357

. E quando partecipa ad una mostra canina è la stessa moglie che gli confida «Tu li streghi, i cani»358.

Buzzati vede il cane come quel medium che ci fa scoprire ogni individuo e Dino cerca di ripercorrere lo sviluppo della sua personalità canina da cucciolo a

352

Nel “ (in Bestiario, cit., pp.147-153, già in «Corriere della Sera», 12 settembre 1954) un gatto

che eman

353

Nel racconto Piccola Circe, Il colombre e altra cinquanta racconti, (cit. pp. 345-353) apparso nel «Corriere della Sera» del 15 dicembre 1959, una donna soggioga talmente un suo amante da trasformarlo in un cane(come la Circe omerica aveva trasformato gli amici di Ulisse in porci).

354 D.B

UZZATI I miei cani in Bestiario, cit. p.298, brano inciso per la Rai, 10 marzo 1959.

355

Ivi, p.297.

356

F.ZANGRILLI, La penna diabolica, cit. p.150.

357

D.BUZZATI , Bestiario, cit. p.187, già in «Corriere della Sera», 25 gennaio 1959.

358

97

cane borghese. Nella narrazione i parallelismi e i contrasti tra uomo e bestia ci fanno capire che il passaggio dalla razza animale alla razza umana è dovu al progresso industriale e tecnologico della società contemporanea. E questo cambiamento suscita nel protagonista un certo senso di nostalgia per qu naturale:

La mia anima, una volta staccatasi dal corpo canino, ha passato il grande esame, ha superato il

U “ A

ricco e potente, sono un Uomo!Dal loro candido paradiso mi guardano, sbalorditi. Io ho disertato. E gli L ro, e provo un sentimento di insoddisfazione e di rimpianto che è difficile dire. Oggi, io sono, rispetto a una volta, un essere infinitamente superiore. Ma sono anche più

L quando scende la sera,

nella dorata sala del trono, viene preso dalla tristezza, pensa al suo paesello lontano e la corona gli pesa.359

Nella Sconfitta il politico Amadio, rincasando dopo un comizio in cui la povera gente ha mostrato sfiducia e ostilità nei suoi confronti, incontra un cane randagio che cerca di avvicinare invano perché sembra che «Il lupacchiotto quasi pensasse: ecco un uomo, saranno di sicuro altre legnate

e, quasi fosse

amaramente sfiduciato, quasi avesse capito che quel pane era veleno»360. La delusione del è la stessa della gente sfiduciata che poco prima aveva ascoltato il discorso del politico. Il cane è immagine di bontà, sensibilità e intelligenza. In L il protagonista è Tell, cane dotato di sentimenti, il quale va spesso a piangere alla tomba di un suo amico, morto dal morso di

una vipera: Buzzati con ques onora la scomparsa del

compagno quando 361. Il cane rappresenta anche

fedeltà e ciò lo dimostra ad esempio in un racconto dove la cagna Lea non abbandona mai il suo padrone alpinista nemmeno nelle difficili ascensioni362.

Questa creatura è piena di virtù che la rende perfino superiore al padrone:

359

Ivi,pp.191-192.

360

Ivi, p.173, già in «Corriere della Sera», 15 giugno 1957.

361

Ivi, p.96 già in «C I mazione», 2 ottobre 1951.

362

98 Fedeltà, altruismo, disinteresse, bontà, pazienza, tenacia, coraggio, lealtà, onestà puntualità, o, gratitudine: tutte queste virtù che noi pratichiamo così di raro e a spizzico, il cane

I I

P I

nega la possibilità di mar I I

non ha sete di dominio e di sapere. Non gli importa neppure un fico secco che il suo padrone sia ricco, o sapiente, o altolocato. Le pompe del mondo lo lasciano del tutto indifferente. Al profumo, o alla puzza della gloria, non fa neanche una piega. La gloria sua, se mai, è di poter dormire sul letto del padrone.363

Lo scrittore è consapevole però che sul regno animale, cercando di addomesticarlo e imponendogli delle regole. Alla cagnetta Bonnie ad esempio è stato

364

e similmente, in un altro racconto, Peg vuole essere un autentico «genio» che sta in mezzo ad «Einstein, Shakespeare e Leonardo da Vinci»365: sono racconti con cui Buzzati critica il tentativo da

In Cani e regolamenti si narra

che, in un paese americano, il consiglio comunale vorrebbe sancire una legge che impedisca ai cani di abbaiare nella notte, ma la natura è incontrollabile e il regno animale agisce con istintività che non può essere gestita attraverso decreti.366 Con Chi sapeva che allo zoo succedessero tante

cose?, pezzo pubblicato nel «C I » il 20 aprile 1961, attraverso la recensione

del libro di un collega (in cui sono raccolti alcuni aneddoti e curiosità sugli animali ospiti dello zoo),

B ,

visti come carceri per animali innocenti.

Il cane, come del resto tutto il regno animale, è espressione di libertà in un rapporto tra bestia e uomo che si basa sul rispetto reciproco. Questo legame bestia-essere umano serve al

giornalista a rappresentare animale. Nella

favola Le aquile, il vecchio volatile ricorda la comparsa degli uomini nel mondo descritti come

363 Ivi p.293. Nelle sue opere Buzzati ribadisce le virtù del cane ad esempio in Cani stratosferici in Id., Cronache

terrestri, cit., pp.240-247 dice che il cane possiede un «temperamento ottimistico» ed è «una bestia altruista».

364

in Ivi pp.261-262.

365

ID., L E , in Ivi p.309. , già in «Corriere della Sera», 4 novembre 1959.

366

99

«orribili», «schifosi», «bruttissimi ma più furbi»367 L rispetto al presente triste e, nella conclusione, afferma:

O G

E a ad una le cose che facevano gradito questo mondo,

L

368

In Petizione al signor sindaco369 la voce della foca dello zoo triste e lamentosa si fa sentire per tutta la città e rappresenta il disagio comune a I

del canto di un usignolo descritta nel racconto Usignolo370 ricorda allo scrittore il passato felice che il presente squallido e grigio ha fatto oramai scomparire.

Nel Bestiario l ssaggi. Oltre a voler

rappresentare B , con questi pezzi, racconta

zione tecnologica e industriale e le conseguenze che essa ha portato sulla civiltà. La coppia protagonista de I vantaggi del progresso371 che dalla città decide di recarsi nella vecchia casa di

campagna, gli

Il tema della estinzione degli animali e della contaminazione del loro habitat viene più volte affrontato dal giornalista come nel racconto Lupo, pubblicato nel «Corriere della Sera» il 18 dicembre 1947, 372dove si narra di questo animale che di notte percorre le strade di una città appena uscita dalla guerra, ma di cui per il momento si sono viste solo le impronte. Il lupo che scende in città in cerca di cibo tra la spazzatura

rappresenterebbe e che lotta per sopravvivere. Le galline

367 Ivi, pp.89-90. 368 Ivi, pp.93-94. 369

ID., in Cronache terrestri, cit. pp.203-206, già in «Corriere della Sera», 29 giugno 1965.

370

ID., Siamo spiacenti di, cit., pp.185-186.

371

Ivi, pp.138-140.

372

100

allevate in uno stabilimento di Milano, descritte nella Giornata della gallina zero373 , obbligate a

produrre uova in continuazione, società consumistica.

I o degli animali per migliorare lo sviluppo della conoscenza scientifica, ma si oppone alla crudeltà che viene inferta su di loro per le ricerche. In

L 374 B A

li esperimenti e nei viaggi aerospaziali e similmente in Parola di scimpanzé375, la bestiolina racconta le sofferenze subite nel partecipare ad alcuni esperimenti sullo spazio.

L «in un

continuo interscambio di fisionomie, di azioni e di ruoli»376.Ma e mistero, la realtà enigmatica. Il Serpente di mare377 è un mostro grosso come una balena, con coda

pensieri e le sue emozioni. Questa strana creatura a cui nessuno crede e che vagheggia triste e sola per le acque, rappresenterebbe una di quelle illusioni che ci fa andare avanti nella nostra monotona quotidianità, «una forza ignota della nostra coscienza»378:

Enigmatico per tutti gl

G

vogliono bene; senza render C I rpente di mare esisterà sempre e

non è stato mai379.

373

Ivi, pp.253-257, già in «Corriere della Sera», 8 dicembre 1933.

374Ivi, pp.303-305, già in «Corriere della Sera», 3 giugno 1959. 375 Ivi, pp.201-205, già in «Corriere della Sera», 1 dicembre 1961. 376

F.ZANGRILLI, La penna diabolica, cit., p.173.

377

D.BUZZATI, Il serpente di mare, in Bestiario, cit. pp.31-36, già in «Corriere della Sera», 15 marzo 1934.

378

F.ZANGRILLI, La penna diabolica, cit., p.170.

379

101

Nel Bestiario la similitudine è utilizzata immagini plurime di animali, sia mediante quei contrasti o quelle analogie che mettono in rapporto le bestie con gli uomini, i loro pensieri e le loro passioni.

Il mondo degli animali del Bestiario è una realtà ricca di simboli, di misteri e di diverse interpretazioni e, attraverso le descrizioni di queste bestie e delle loro vicende, Buzzati vuole

ndividuo e le stranezze del vivere quotidiano.