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II.1 Buzzati scrittore e giornalista

II. 1.4. La scrittura

Giovanni Ioli, riguardo allo scrittore bellunese, ci dice:

Buzzati è stato uno scrittore particolare, per il quale la sobrietà stilistica si è rivelata una scelta e

una condanna[ L

A B preferiva la lingua comune, alla cesella la parlata del

dialogo quotidiano, eppure questa scelta non aveva nulla a che fare con la facilità, ma celava, piuttosto, profonde radici, che affondavano nella sua stessa natura, nella sua insopprimibile voglia di raccontare la

223

Buzzati quindi tende ad una scrittura semplice e chiara. Egli infatti ritiene che in una realtà già così difficile da definire in tutti i suoi molteplici aspetti il linguaggio per descriverla deve essere alla

E

L nza giornalistica mi è servita per scrivere. Ho imparato a togliere gli aggettivi, gli avverbi H importanza di essere uno scrittore libero, cioè di scrivere in assoluta libertà, senza schemi precostruiti. Ma ho anche capito che questa libertà non va confusa con

E o anche imparato T 224 . 222

I.CROTTI, Strutture del romanzo poliziesco nella produzione di Dino Buzzati, cit. p.44.

223

G.IOLI, Parola di Buzzati, in «Il pianeta Buzzati», cit. p. 273.

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Buzzati anche da cronista si accorge dei limiti della parola scritta. In Egregio Signore, siamo

spiacenti di225

Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà forse salvare.(Forse).

La parola del giornalista rimane povera e umile, è sermo humilis226. Buzzati segue nella sua tecnica di scrittura la sua coscienza e il pubblico di lettori evitando di considerare il linguaggio come ornamento.

A proposito dello stile di Buzzati Fausto Gianfranceschi nella sua monografia scrive:

L B A

certa noncuranza, come un difetto o quantomeno un limite della sua prosa. Poi ci si è accorti che

U

Buzzati non è uno stilista puro; rimane insensibile a

E

con i modi della

I

vuol colpire con la sua originalità. Connaturato alla materia della narrazione, coincide con il suo andamento227.

Lo scrittore non cerca di aderire a scuole o correnti , ma invece crea di volta in volta una regola

ritta.

Probabilmente la sua forma mentis di giornalista nel continuo obiettivo di soddisfare i diritti del

autonomia di ispirazione.

225

D.BUZZATI,Egregio signore siamo spiacenti di,Milano, Elmo, 1960.

226

G.IOLI, Parola di Buzzati, in Il pianeta Buzzati, cit. p.281

227

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La Forni Mizzau definisce la quella di un

autore «onniscente»228 perché giudice, creatore e animatore della vicenda, dei personaggi, delle ambientazioni e del tempo. Buzzati conosce il passato e il futuro, i pensieri dei suoi personaggi e i luoghi dove si svolgono le storie reali e inventate. In tutti i suoi romanzi e in buona parte dei

L nata B

interpretato dal soggetto, ma sicuramente la carriera giornalistica ha influito moltissimo sul suo stile. Le sue opere nascono comunque da qualcosa di reale, le vicende sono descritte in maniera chiara ed analitica e molte volte esse iniziano con un incipit articolo di giornale.

In Cronache terrestri è inserito un reportage in cui la vita a bordo di un incrociatore in missione di guerra viene interpretata dal cane della scrittore che viaggiava col padrone, inviato speciale del «Corriere». Ne Il segreto del Bosco Vecchio229 gli animali a volte compilano con tecnica

giornalistica un vero e pr

morte del protagonista trascritta come se fosse 230.

Per quanto riguarda il modo di scrivere di Buzzati non dobbiamo fare riferimento solo al cronachista, ma anche al reporter attento alle descrizioni naturalistiche, che cerca di fare chiarezza utilizzando periodi e parole con rigore e optando per le forme brevi e lineari. Ma come ci ricorda Lazzarin «Buzzati fu soprattutto un autore di testi fantastici»231. Il talento dello scrittore bellunese

228 F.M

IZZAU, Tecniche narrative e romanzo contemporaneo, cit. pp.51-59.

229

D.BUZZATI, Il segreto del Bosco Vecchio, cit. pp.181-182.

230

Ivi, p.155: «Pare sia stata una lepre a diffondere, verso le I ».

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che scaturivano dalle cose di tutti i giorni, di personaggi, spesso mostruosi come nei quadri di Bosch, senza mai ricorrere al vocabolo colto o desueto, ma scavando piuttosto nella capacità figurativa della parola comune»232.

A B F M

saggio Tecniche narrative e romanzo contemporaneo233 risponde, basandosi sulla Poetica di Aristotele, che se un autore accantona i criteri di verosimiglianza o di realismo per inventare il

Aderendo al

fantastico nella sua scrittura troviamo caratteristiche stilistiche e lessicali che possono essere

associate a questo genere

Lazzarin234 ha studiato molto in riferimento allo stile di Buzzati, inteso come autore aderente alla tradizione fantastica, e di cui ha trovato alcune costanti nella sua scrittura : la

235

, i plurali evocativi236

negativa237

immagini-chiave (gli amori, le avventure, le occasioni, la gloria, le speranze, le partenze, la felicità, omanzo- avventura- occasione-fatalità e la coppia speranze- sogni238.

232

G.IOLI, Parola di Buzzati, cit. p.281.

233

F.MIZZAU, Tecniche narrative e romanzo contemporaneo, Milano Mursia, p.69 e sg.

234S.L

AZZARIN, Costanti della prosa buzzatiana, in «Studi buzzatiani» cit. pp.27-51; Id. Questioni di stilistica buzzatiana

in I B cit. pp.151- 198; D B zati in ivi

pp.199-302.

235Riporto ad esempio: «tutte le materiali dolcezze che parlano di potenza e miliardi, sottovoce alludendo a

romanzesche avventure» in Centottanta racconti, cit. p.638; «Il grande nome, il massimo, la destinazione favolosa» in ivi pp.495-96.

236

Per esempio Buzzati scrive: «pazzi e teneri desideri» in Inviti superflui, Centottanta racconti, cit. p.252.

237

Un esempio potrebbe essere: «M » in ibidem.

238

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Capitolo terzo