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La cronaca africana

III.1 Buzzati scrittore di cronaca

III.2.2. La cronaca africana

Il 12 aprile 1939 Buzzati è inviato da Genova in Etiopia per il« Corriere della Sera» imbarcandosi sulla nave Colombo. Dopo essersi però ammalato di tifo torna in Italia, ma poco dopo si imbarca nuovamente per la stessa meta. Tuttavia lo scoppio della seconda guerra

mondiale gli farà sospendere la navigazione L

, nel novembre dello stesso anno, per un viaggio in Libia compiuto per il suo giornale da dove scrive tre articoli.

Il primo è intitolato Colori di guerra sahariana H

K un convoglio di soldati italiani percepiamo la

meraviglia dello scrittore di fronte agli spazi sterminati e alle scene surrealistiche del deserto,

Il secondo invece, Dalle ore 13 alle 21, racconta di un autista esperto che, di fronte alla vastità de deserto, si trova disorientato: dominano il silenzio, spettri, paure e immagini assillanti. Il deserto fa fantasticare il giornalista, suscita sensazioni diverse e contrapposte; i resti e le ossa di animali gli fanno identificare il deserto come spazio di morte.

L L Presidi italiani della civiltà e racconta del generale Rolle che deve amministrare la giustizia tra gli indigeni. Il giornalista più che soffermarsi sulle vicende che osserva vuole studiare la realtà interiore di Rolle di cui sottolinea la forte

nostalgia nutrita per

L A

sdoppiamenti, la reincarnazione, i maghi, le streghe, gli esorcisti, gli ipnotizzatori, gli indovini, i chiromanti, gli zombies, i vampiri, i lemuri, i lupi mannari, i diavoli e tutta la schiera di creature leggendarie» (in Ivi, p.168-169).

81 Ho fatto una crociera per il «Corriere della Sera», visitando la Palestina (allora si chiamava così), la Grecia, la Siria e il Libano. Ma li ho vissuti in pochi giorni. Poi ho fatto un viaggio molto bello nel deserto

K E

P E

mondiale. E ho girato abbastanza in Etiopia, che è Africa nei suoi vari aspetti: dal deserto assoluto alla

A 269

I pezzi di questa esperienza sono raccolti in L A B 270 e divisi secondo una serie di temi. Fatta eccezione per un paio di scritti, tutti gli articoli sono stati pubblicati sul «Corriere»: sono settantaquattro inclusi quattordici inediti che secondo la curatrice «sono interessantissimi perché mostrano la prima scrittura molto travagliata di Buzzati»271. Buzzati scrive questi pezzi negli anni del fascismo e, nella lettura, si può notare come, per il contesto politico in cui sta vivendo, egli si

regime. Scrive nel 1952 quando si trova ad Addis Adeba272:

il lavoro giornalistico era difficilissimo: difficilissimo perché tutti i problemi interessanti e Dio se ce

-

elemento positivo e uno negativo; del positivo si poteva parlare, del negativo no; le più scottanti e fondamentali questioni, come il banditismo, come i rapporti tra i bianchi e neri, non si potevano toccare che per dirne bene; e quindi era meglio abbandonarli. Cosicchè a un certo punto io mi occupai soprattutto

A

e involontariamente facevo così anche un servizio al mio giornale evitandogli a priori delle grane. 273

Afferma Zangrilli: «Buzzati non è il corrispondente tipico tradizionale, che racconta appassionatamente con distacco le notizie; è un osservatore che reagisce con indignazione

moralistica»274 I A B

I E E A

altre realtà. Ma il timore nutrito dal giornalista nei confronti della censura è molto forte e per questo non mancano frasi e parole che sottolineano la celerità della colonizzazione, la laboriosità, la grandezza, la potenza della macchina fascista sul territorio straniero, soprattutto con le tecniche

269

Y.PANAFIEU, Dino Buzzati: un autoritratto, cit. p.38.

270M.

H.CASPAR, L A B , Paris, Universitè Paris X- Nanterre. Centre De Recherches Italiennes, 1997.

271 Ivi, p.2. 272

Qui Buzzati si muove con ogni mezzo di trasporto (aereo, treno, barca, macchina, cavallo) e visita interamente E

273

M. H.CASPAR, L A B cit. pp.224-225.

274

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Q

stabilimenti, ospedali, parchi. Q

coloniale»275, «Addis Adeba, una delle città più vaste del mondo sorta dal nulla a rinnovare nel

A ‘ 276

. Gli operai che si occupano della costruzione della strada «della Dancalia» sembrano eroi sovraumani, capaci di lavorare tutto il giorno senza sosta sotto un cole caldissimo, che sfidano la malaria e tutte le altre possibili infezioni277. Del Duce si rappresentano le azioni eroiche basandosi su delle ricostruzioni biblico- mitologiche. Ricorre D -Dio278 e a volte Buzzati, allontanandosi dal reale, inserisce una favola cosmica dove ad esempio la pioggia dialoga con il vento e gli animali divengono dei personaggi279. In alcuni scritti poi il giornalismo di Buzzati si fa più romanzesco280 quando si narra ad esempio di personaggi bianchi che hanno il desiderio vivo di visitare ed esplorare la terra

A di giornalismo che percepisce me

D M A come De Amicis o Conrad per non

dimenticare 281.

A A ne di Buzzati. Egli studia dal punto di vista sociologico questa città: si interessa

B

descrizione di Addis Abeba la documentazione necessaria per essere informati sul programma che il Duce ha su di essa. Il responsabile di questo piano è Carlo Boidi, descritto come una «divinità

275 M.H.CASPAR, L A B , cit. p.141. 276 Ivi, p.151. 277 Ivi, pp.125-127. 278 Ad esempio in ivi pp.271-273. 279 Ad es. in ivi. pp.182,290-291. 280F.Z

ANGRILLI, La penna diabolica, cit. pp. 44-45.

281

Per questi nomi faccio riferimento a M. H.CASPAR,L A I ,

«Italies- Narrativa», 14, Juillet 1998 (Paris, Universitè Paris X- Nanterre, Centre De Rechereches Italiennes), pp.1-327; e Africa Italia. Due continenti si avvicinano, a cura di S.MATTEO e S.BELLUCCI, Santarcangelo di Romagna, Fara Editore, 1999, 1-246.

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giustiziera»282 : egli infatti giudica e condanna, processa e sentenzia283. La città ricostruita sembra essere uno spazio ideale che risponde ad ogni tipo di esigenza e che offre ogni sorta di comodità.

B

eucalipti e fango, con strutture

pubbliche, ospedali, mercati, teatri, cinema e bar.284 In Vetrine di Addis Abeba la città viene paragonata a un paradiso terrestre dove i negozi sono «eleganti e ricchi come nelle nostre più grandi metropoli»285.

Per la descrizione della colonizzazione del mondo rurale poi il giornalista fa ricorso a

O

che hanno abbandonato la loro vita, fatta di agi e ricchezze, per ricominciare una nuova vita

A I

di coloni di contadini e braccianti dalla Puglia che si stabilisce nel territorio Cercer dove lavora e coltiva la terra:

C

gli arnesi da lavoro si gettarono contro il mare di spine, per liberarne

L

piantavano patate, fagioli, cipolle, peperoni, lattuga, finocchi, sedano, eccetera, qua e là nascevano gli orti, tra lo stupore dei neri scesi dai monti a vedere.286

L «tutto è

pianta»287).

282F.Z

ANGRILLI, La penna diabolica, cit. p. 46.

283 M.H.C ASPAR, L A B , cit. pp. 137-139. 284 Ivi, pp. 140- 145, 150-151. 285 Ivi , p. 282. 286 Ivi, pp.186-187. 287 Ivi, p.188.

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Sebbene la colonizzazione sia elogiata dal giornalista il disboscamento fa nascere in lui preoccupazioni ambientali ed ecologiche e i suoi timori sono messi in bocca a personaggi provenienti dal mondo animale come ad esempio il dialogo delle tre scimmie che con «triste meraviglia» osservano i coloni che fanno scempio del loro ambiente per la costruzione di fabbriche e che uccidono gli animali che li infastidiscono288. In maniera simile alla favolistica tradizionale in

liberamente e alla rovescia 289: mostra che gli uomini sono come gli animali e gli animali come gli uomini in un gioco sospeso tra ironia e drammaticità.

LA B ci presenta un giornalismo che ritrae personaggi provenienti da ogni ceto, con caratteristiche fisiche e psicologiche differenti. Spesso queste presenze compaiono negli articoli più volte così che tutti i pezzi si trovano legati da immagini, idee e motivi che si ripetono e

che quindi semb 290E n giornalismo che ci

mostra la capacità di Buzzati di scoprire e definire il fiabesco e il surreale nella realtà. Lo scrittore descrive la gente delle comunità, delle popolazioni primitive e delle tribù di nomadi delineandone carattere, abitudini e costumi come ci mostra, per esempio, in questo passo:

L I

Lo iemenita risparmia al centesimo, il sudanese spende via via

L

canta.291

Si tratta di un tipo di cronaca che si fa antropologica ed etnologica dove si studia e si descrive A lontana, primordiale, esotica, che

L A

288

Ivi, p. 194.

289

F.ZANGRILLI, La penna diabolica,cit. p.49.

290

Zangrilli parla di «un singolare epos» in ivi p. 50.

291

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favolose, autorizzandomi a credere ancora nella verosimiglianza dei sogni»292 ). Essa è soprattutto selvaggia e misteriosa (Buzzati infatti parla di «selvagge solitudini»(p.178), «bravi cavallucci selvatici» (p.101), «ragazze selvagge», (p.259),«selvaggia esasperazione»(p.308), «insondabile mistero» (p.99), «isola misteriosa» (p.237), «misteriosi riti» (p.259).

I

cronache esso assume il ruolo di protagonista ed è rappresentato in maniera molto dettagliata

anche se a volte a

bellezza dei luoghi e delle sensazioni che essi fanno nascere in lui:

Nasceva nello stesso tempo questo insistente pensiero: come far capire, con le sole parole, alla gente che vive in Italia, quanto stupendo sia questo paese, quanto generosa e buona questa terra? Certo, non si stenterebbe a riempire pagine e pagine di poetiche descrizioni: ma le descrizioni sono inesorabilmente noiose e alla resa dei conti non dicono niente.293

Il colore «giallo» e le «ombre»294 del deserto rappresentano un ambiente ostile e un luogo affascinante di miraggi. N Autoritratto Buzzati ricorda:

Per me i paesaggi del deserto sono la cosa più bella del mondo. Più bella ancora delle montagne, almeno come po in quelle immense vastità, in cui un uomo si sente così solo,

“ U

P

che si vedono.295

Spesso questa natura viene personificata296 e assume caratteri mitici in quanto vista come «terra

fe

Dio agli abitatori del mondo»297.

292 Ivi, p.320. 293 Ivi, p.197. 294 Ad esempio in ivi p. 236, pp.317-318. 295

Y. PANAFIEU, Dino Buzzati: un autoritratto, cit. p.50.

296

Un esempio potrebbe essere la personificazione del vento che sembra essere dotato di voce quando Buzzati scrive: «Il vento nei cespugli di spine cominciò a parlare distintamente» in L A B cit. p.204.

297

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Nella cronaca africana abbiamo quindi un esempio del giornalismo di Buzzati che comprende tutti i suoi caratteri compositivi: la descrizione dettagliata di paesaggi naturali e

misterioso e del surreale che ci ricorda la sua adesione al fantastico.