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Cuneo - Chiesa Cattedrale Lunedì, 25 dicembre 2017

Nel documento DIOCESI DI CUNEO DIOCESI DI FOSSANO (pagine 41-44)

È sempre un momento molto bello la Celebrazione del Natale del Signore. In-fatti, anche se non abituati, non esitiamo a metterci in cammino di notte per vivere l’Eucarestia. Credo che in questa nostra assemblea ci siamo un po’ tutti, credenti convinti e amici meno presenti ai nostri appuntamenti. Siate tutti i benvenuti. Facciamo memoria di ciò che è accaduto a Betlemme duemila anni fa. C’era molta fretta, tanti andavano a farsi registrare in occasione di quel fa-moso referendum. Tutto occupato. Non c’era posto per Maria e Giuseppe, spe-cie perché era giunta l’ora di dare alla luce il loro primogenito, il Salvatore del mondo. Forse era un fastidio accogliere una donna in quello stato. Ecco quel rifugio di fortuna che poteva garantire riservatezza e protezione.

Sto pensando all’ansia, alle preoccupazioni di quei due che erano partiti da Na-zareth per vivere nella legalità obbedendo alla legge elettorale che prevedeva la registrazione nel paese di origine della famiglia. Tanta strada, tanti silenzi e poi la fatica di quel cammino. Finalmente la meta arriva.

Sperimentano l’indifferenza, il non accorgersi, il rifiuto. Eppure avevano rice-vuto degli annunci particolari. Si sono fidati di Dio. Lo stupore per la scelta ca-duta su di loro non lascia spazio alla disperazione. Se Dio ha voluto così, sia fatta la sua volontà. E la loro fede viene premiata. Come tutti i genitori sono orgogliosi di farlo vedere, mettendo da parte stanchezze, sofferenza, e… i si-lenzi.

Attorno a quella grotta inizia un movimento. Arrivano i vicini, cioè la gente semplice del posto, quei pastori. Anche loro hanno sperimentato un annuncio misterioso. Si muovono di notte, proprio quando normalmente stavano fermi a vegliare le loro pecore. Hanno accettato di mettersi in discussione. Si sono accorti di quell’evento: è scattata la solidarietà che è sfociata nell’adorazione.

Ecco, il Natale del Signore è un forte appello per tutti noi, oggi.

Innanzitutto, cogliamo l’azione di Dio. È venuto in mezzo a noi, in punta di piedi, si è fatto uno di noi. È entrato nel mondo facendosi piccolo, inerme, bi-sognoso di tutto: come i nostri bambini. Se avesse scelto altre strade, forse, non ce ne saremo accorti. Contemplando i nostri presepi, puntando gli occhi sulle nostre rappresentazioni della grotta, il nostro pensiero e la nostra pre-ghiera deve andare a quei fratelli e sorelle che sperimentano gli stessi disagi della santa famiglia. Sono tanti gli stranieri che vivono tra noi e non sempre trovano porte aperte. Sono tanti coloro che migrano da guerre, non sempre conosciute a causa di silenzi dei media, per trovare un po’ di pace e serenità per loro e le loro famiglie. Sono ancora tanti coloro che corrono qua e là e non si accorgono di chi è nel bisogno.

Vorrei proprio che il nostro Natale, ricordando la venuta del Signore Gesù nella storia, sia un’occasione per accorgerci di più delle persone che ci stanno torno. E questo richiede pazienza e la condizione di chi si ferma e guarda in-torno ai volti segnati da tanta sofferenza materiale e morale. Sono un appello per noi e un grido di richiesta di aiuto non troppo velata. Costoro ci chiedono di non rimanere soli nella vita e di poter fare un pezzo di strada insieme.

Fare Natale è celebrare la fedeltà di Dio alle sue promesse. Crediamo in un Dio che non si è dimenticato di noi, un Dio che è di parola e non viene meno ai suoi impegni verso di noi. Ci chiediamo: come stiamo a proposito della fedeltà alla parola data?

Fare Natale è la festa della vita. Ogni persona vale anche se è nata in un tugurio, anche se vive di stenti, anche se è segnata da sofferenze, da ingiustizie o da fatiche di ogni genere. Non c’è nulla che possa giustificare un’offesa a questo dono immenso che abbiamo ricevuto da chi ci ha generati.

Fare Natale è la festa dell’incontro. Dio si è fatto piccolo per incontrarci. Gli incontri che avremo con parenti, conoscenti e amici possano servire per guar-darci in faccia, senza giudicarci, per stare un po’ di tempo insieme, per accor-gerci che forse ci sono solitudini che vanno colmate. Ogni persona con cui ab-biamo la possibilità di tessere delle relazioni è un dono prezioso. Guai se ci chiudiamo nel nostro io pensando solo a noi stessi.

Fare Natale è accogliere l’invito rivolto dagli angeli ai pastori: Gloria a Dio e pace in terra agli uomini che egli ama! E Dio ama tutti, indistintamente! La pace va costruita con la nostra disposizione d’animo, va cercata, va amata e donata. Non sono in pace se penso solo a star meglio io a scapito dei diritti di altri. Non sono in pace se coltivo sentimenti di odio o di rancore con qualcuno.

Non sono in pace se mi sento sempre ed unicamente vittima di altri. Il cristiano è chiamato a viverla e a portarla con lo stile del perdono (dono per). Non sono

in pace se regna in me indifferenza e rassegnazione quando sento parlare di tensioni nel mondo. Non sono in pace quando qualche persona bussa alla mia porta per chiedere un aiuto e io… sono infastidito.

Fare Natale, inevitabilmente, mi fa pensare a quella terra d’Israele così tanto martoriata, vittima di interessi internazionali, che tante volte ho avuto la for-tuna di visitare. Dio è abituato a fare miracoli per noi. Vorrei chiedergli il mira-colo di suscitare in quei due popoli che vivono sullo stesso territorio la volontà di pace. E questo per entrambi i contendenti. Una volontà di pace che va susci-tata, sostenuta e cercata anche dalla comunità internazionale, senza soffiare sul fuoco di macerie roventi.

E voglio terminare con parole di pace, inviatemi in una lettera augurale da un caro amico, di dom Helder Camara che già 50 anni fa così si esprimeva: Sogna, senza paura, senza limiti, senza censure. Per vivere occorre guardare avanti, desiderare il futuro, aver grandi orizzonti. Per vivere bisogna sognare, soprat-tutto quando i tempi sono difficili. Il Bimbo che nasce ci apre strade, ci spalanca orizzonti, ci appassiona al futuro. Il Bimbo che nasce generi sempre in te la capacità di sognare. Buon Natale e buon cammino!

Omelia del vescovo Piero

Nel documento DIOCESI DI CUNEO DIOCESI DI FOSSANO (pagine 41-44)