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Cuneo - Chiesa Cattedrale Mercoledì, 28 marzo 2018

Nel documento DIOCESI DI CUNEO DIOCESI DI FOSSANO (pagine 44-47)

È una sera particolare che ci raduna tutti insieme, vescovi, sacerdoti, diaconi e laici, per fare memoria della consacrazione che tutti abbiamo ricevuto a partire dal Battesimo e dalla Cresima e, in particolare, noi sacerdoti, con l’unzione il giorno della nostra ordinazione presbiterale. È un intrecciarsi di ricordi, di emo-zioni, di momenti di Chiesa che in noi sono scolpiti per sempre. Seppur per strade e cammini diversi, da Dio siamo stati scelti, da Dio siamo stati consacrati, non solo per noi, ma “per portare il lieto annuncio ai poveri”.

La Bibbia ci presenta varie occasioni di consacrazione, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. L’olio versato, arricchito di profumi, consacra persone e altari. L’olio che i servi usavano per accogliere gli ospiti serviva per dare loro importanza. Il profumo di cui era intriso quell’olio, dava un tono a quelle case e, il tutto, non poteva mai passare inosservato. Veniva sparso specie in caso di matrimoni e ciò avveniva non nel tempio ma nelle case. Esse sono il luogo dell’amore. L’amore si spande, si diffonde, avvolge tutti. Chi ama non fa calcoli.

Sant’Agostino diceva che “la misura dell’amore è amare senza misura”!

Il vangelo di Giovanni, prima di riportare alcuni momenti di ciò che avvenne in quell’ultima cena, al cap. 12, ci presenta uno di questi gesti di unzione avve-nuto nella casa degli amici Lazzaro, Marta e Maria. Maria versa un vaso di una libbra di olio e profumo sui piedi di Gesù, quasi mezzo chilo. Il valore era pari allo stipendio di un anno per un lavoratore. L’amore di Maria per Gesù si ma-nifesta nel silenzio con quel gesto che non ha prezzo. L’amore è irrazionale. È necessario donare per poter ricevere ed è necessario amare per poter condivi-dere. Anche le cose importanti della vita non hanno prezzo; non si possono pesare, né quantificare; sono solo dono. Sempre in quella pagina c’è un altro protagonista: Giuda. Fa notare lo spreco; lui aveva la cassa del gruppo dei 12.

Qui il vangelo traccia un giudizio molto severo su Giuda. Non era preoccupato per i poveri; viene condannato per l’ipocrisia perché con la scusa dei poveri voleva arricchire sé stesso. Pover’uomo. Era stato abbagliato dal denaro e que-sto, poi, lo ha portato a vendere il Signore per trenta denari. Vale poco la vita

del Signore. Questo episodio evangelico non ci porta fuori strada; ci aiuta a vivere questa celebrazione e ci provoca per una seria revisione del dono che abbiamo ricevuto. Come il Signore ha amato i dodici, tutti, come il Signore ha amato quegli amici di Betania, come il Signore ha amato e perdonato i suoi persecutori, così il Signore ha amato ed ama ognuno di noi. Ci lascia fare. Ci guida ed assiste per strade diverse. Le studia tutte per ricondurci a Lui. Non si abbatte mai. Attende la nostra, la mia risposta di fede. Vuole che siamo “un cuor solo ed un’anima sola”, anche qui a Cuneo e Fossano.

Rendiamoci conto della chiamata di Dio. Qui ci ha voluti, qui dobbiamo stare con Lui. Dobbiamo pendere dalle sue parole, lasciandoci guidare dalla sua voce, dai suoi pensieri, dai suoi gesti. Lo possiamo fare se lo frequentiamo con assiduità nella gratuità della nostra preghiera personale. Non ci possono ba-stare i gesti liturgici che spesso compiamo. Abbiamo bisogno di intimità con Lui. Mi riferisco all’ossigeno della preghiera personale, alla Liturgia delle ore e agli Esercizi spirituali: tutte cose che non devono mancare!

Siamo stati chiamati insieme a servire queste nostre due Chiese locali. En-trambe fanno fatica a camminare. Stiamo sperimentando l’esiguità del clero e, nello stesso tempo, ci sono timori a promuovere il laicato. Non abbiamo l’esclusiva dell’annuncio evangelico anche se siamo stati costituiti a guidare la porzione del popolo di Dio a noi affidato. Ho l’impressione che spesso siamo un po’ chiusi nei nostri schemi, certamente sperimentati, ma bisognosi di una vitalità nuova che comprenda tutti. Ecco l’esigenza di “uscire” per cogliere le attese e le speranze dell’uomo d’oggi. Proprio oggi c’è tanta ricerca di Dio, più di quel che pensiamo. Ci viene chiesta l’autenticità dell’annuncio, cioè la nostra testimonianza personale. Essa deve passare in atteggiamento di umiltà e con la forza dirompente della certezza del Signore Risorto che agisce, sostiene, in-coraggia i nostri cammini.

Ho detto “insieme” serviamo queste nostre Chiese locali. Guai se viviamo con la preoccupazione di salvare i confini o isolati da tutto e da tutti. Come diaconi, come sacerdoti, riscopriamo il dono della collegialità. Essere in sintonia tra di noi è elemento fondamentale della nostra credibilità. “Vi riconosceranno da come vi amerete!”; sono le parole del Maestro. Allora non stanchiamoci mai di curare le relazioni tra ministri ordinati, con le persone che a noi sono affidate, con coloro che sono maggiormente ai margini delle nostre comunità, con i non-credenti, con i credenti di altre confessioni cristiane. I vangeli ci riportano vari incontri del Signore con diverse persone al di fuori dei canoni. Proprio a questi amici ha fatto i migliori complimenti; ne cito uno per tutti, quel Centurione, preoccupato per la salute del suo servo. Si era recato da Gesù per chiedergli solo una parola. Gesù ha premiato la sua fede.

Anni fa, Dio ci ha benedetti scegliendoci. Certamente con generosità abbiamo detto il nostro sì. Lo stiamo facendo, lo rinnoveremo tra qualche minuto. Vi dico, sono ammirato per la testimonianza di tanti di voi che, seppur col peso degli anni, continuate a spendervi per il Signore e per le persone a voi affidate.

È una bella testimonianza che date a me e a tutto il popolo di Dio. Non passa sotto silenzio la dedizione di alcuni di voi, segnati anche dalla malattia. Lui vi ricompenserà con grande abbondanza di Grazia.

In questo momento vi chiedo una preghiera particolare per coloro che stanno facendo fatica nel ministero e vivono momenti di buio. Facciamoci carico delle loro aspirazioni e della loro ricerca. Forse non sono poi così distanti, forse sono coloro che sono seduti al nostro fianco. Con certezza non hanno bisogno di pacche sulle spalle e di giudizi. Probabilmente sentono l’esigenza di una vera vicinanza nel portare il peso dello smarrimento. Ancora il Signore stesso ci dà ragione della sua sollecitudine verso quell’amico che stava per tradirlo.

Vi chiedo di sentirci particolarmente uniti ai nostri fratelli che hanno lasciato il ministero. Hanno volti e nomi conosciuti. Oggi è anche la loro festa. Non pos-siamo immaginare cosa passa nel loro cuore. Voi lo sapete, se io sono qui lo devo anche alla mediazione di uno di loro a cui sarò sempre riconoscente.

Proviamo a pensare alle immense responsabilità che abbiamo nel guidare, con-sigliare, accompagnare, illuminare e perdonare a nome del Signore.

Dio agisce in noi attraverso il suo Spirito: ne siamo certi. Proprio perché da Lui sentiamo l’esigenza d’essere guidati, non stanchiamoci di stupirci per il mira-colo della presenza, specie nell’Eucarestia. Ne celebriamo tante, forse troppe.

Il compito di presiedere questi momenti va sempre connesso col nostro perso-nale coinvolgimento. Si percepisce bene se il sacerdote prega dicendo messa.

Inginocchiamoci pure di fronte al Pane e al Vino consacrati. Sentiamoci pure indegni di un così grande Mistero. E, come il Signore si è fatto mangiare, così facciamoci mangiare e consumare.

La benedizione degli oli per i catecumeni e per i malati sia segno della solleci-tudine che dobbiamo avere per i più deboli. La Consacrazione del Crisma ci faccia pensare ai cresimandi delle nostre parrocchie che lo riceveranno nella Confermazione. Ci faccia anche pensare a noi: siamo deboli umanamente, ma forti nel Signore che continua a scommettere sulla nostra fedeltà. Con ogni probabilità il Crisma sarà usato quest’anno per l’ordinazione di un nuovo sa-cerdote. È un dono che il Signore fa alle nostre Chiese. Mancava da alcuni anni.

Non è troppo presto pregare per lui rendendo grazie a Dio in anticipo e chie-dere il dono di nuove vocazioni di speciale consacrazione.

Dio benedica e protegga tutti noi. La Vergine Maria interceda per noi.

Omelia del vescovo Piero

Nel documento DIOCESI DI CUNEO DIOCESI DI FOSSANO (pagine 44-47)