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Dalla scuola primaria alla società interculturale

3.2 Educazione alle differenze: alcune esperienze nella Scuola dell’infanzia e

3.2.2 Dalla scuola primaria alla società interculturale

IBIDEM è l’acronimo di “Io Bambina, io Donna e Maestra”. In latino significa “lo stesso luogo” in cui alunni e alunne, docenti e genitori di scuole primarie e Istituti Comprensivi di molte parti d’Italia si scambiano esperienze, saperi e valori eterogenei.

È composto da otto progetti, sul tema delle pari opportunità di genere in contesti interculturali, sviluppati nell’anno scolastico 2011-2012 con il contributo ministeriale, la Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) e Amiotti che è da anni impegnata sui temi delle pari opportunità e la promozione dei diritti delle donne e delle bambine nelle scuole e nella società italiana.

Hanno partecipato le scuole primarie delle province di Novara, Imperia, Carrara, Siena, Milano (Galliate) e Cremona (Soresina) con circa mille allievi e allieve tra i 5 e gli 11 anni.

Le attività sono state focalizzate sull’individuazione, sviluppo e diffusione di buone pratiche, raccolte di materiali, realizzazione e allestimento di percorsi e laboratori e iniziative con la partecipazione dei bambini, delle bambine, degli/delle insegnanti e dei genitori. Sono stati coinvolti anche gli enti sociosanitari locali per realizzare un collegamento tra la scuola e la comunità multiculturale.

L’obiettivo era quindi

«la salvaguardia e la promozione della parità dei diritti della bambina e della donna e il pieno sviluppo della personalità attraverso un suo ruolo attivo all’interno della scuola e della società italiana. Parità di diritti per noi significa integrazione o, meglio, inclusione delle differenze (culturali, sociali, religiose, ecc. …) nei vari contesti in cui una persona si trova ad agire, primo fra tutti quello della scuola pubblica»359.

Ogni scuola e classe aderente al progetto è stata trasformata in laboratorio- osservatorio in cui si sono sviluppati e sono stati analizzati gli effetti concreti dei diversi approcci che i docenti hanno adottato influenzando gli atteggiamenti degli allievi. In ognuna hanno lavorato gruppi di docenti dando vita a percorsi diversi relativi alle pari

359Fondazione Amiotti, IBIDeM, Pari opportunità di genere dalla scuola primaria alla società

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opportunità e alle differenze di genere. Ogni scuola ha prodotto una scheda per la descrizione e la documentazione degli itinerari e un diario di bordo per uniformare la struttura e condividere i progetti360.

La scheda-percorso contiene:

«Titolo, nome della scuola, docente referente, altri docenti coinvolti nel progetto, analisi del contesto, destinatari, tempi e finalità, il percorso (obiettivi specifici, attività, materiali e fonti), risultati, prodotti e documentazione, modalità e strumenti»361

della valutazione. Inoltre: «punti di forza, criticità, ricadute sulla scuola, trasferibilità del progetto, possibili ulteriori piste di lavoro individuate»362 Tutte le esperienze hanno

avuto carattere interdisciplinare e hanno impegnato i discenti all’utilizzo di una molteplicità di strumenti e linguaggi.

Il primo percorso dal titolo «Tutti uguali, tutti diversi …verso nuovi orizzonti di senso. Dal magico mondo delle fiabe al fantastico mondo della realtà363», è stato svolto

nell’Istituto Comprensivo Cecco Angiolieri di Siena che ha utilizzato lo strumento della fiaba, prodotto culturale comune nelle diverse culture, per trattare il tema delle pari opportunità e delle differenze di genere. La drammatizzazione e la rappresentazione teatrale hanno permesso ai bambini di riflettere sugli stereotipi legati al genere dei diversi contesti e su quelli riferitii al concetto di diversità. Le attività svolte sono state: letture, racconti, rielaborazioni e invenzioni di fiabe italiane e straniere, visione di filmati e ascolto di audiolibri, conversazioni, circle-time, interventi di genitori e/o parenti di bambini italiani e stranieri. Sono stati usati anche strumenti informatici: pc, LIM, DVD, internet.

Il secondo progetto, fatto nell’ Istituto Comprensivo di Soresina (Cremona), si intitola «La ricchezza della diversità»364 e ha inteso cogliere e valorizzare le differenze di genere

360Ivi, p. 36. 361Ivi, p. 35. 362Ibidem. 363Ivi, p. 17. 364Ibidem.

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e culturali degli alunni con il fine di creare una serena convivenza a scuola e nel contesto sociale365. Anche in questo caso sono state proposte numerose attività tra cui: la visione

di un cortometraggio e il coinvolgimento di alcuni genitori di alunni stranieri. Alla fine, è stata prodotta una ricca documentazione costituita da materiale didattico, cartelloni, fotografie e disegni.

L’Istituto Comprensivo Italo Calvino di Galliate (Milano), ha scelto di sviluppare il progetto denominato «Lilla: armonia di rosa e azzurro»366 per approfondire i seguenti

temi interculturali: identità, diritti, ruoli maschili e femminili nelle fiabe e nei racconti, incontri di alfabetizzazione per famiglie straniere. Sono stati predisposti laboratori espressivo-artistici e interventi di supporto alle famiglie migranti delle classi coinvolte.

Alle attività svolte in classe dai docenti sono state aggiunte quelle organizzate da alcune associazioni del territorio. I prodotti realizzati nel corso dell’anno sono stati esposti e presentati in una mostra e alla festa scolastica di fine anno.

Nella Scuola Rigutini di Novara si è svolto il quarto percorso intitolato «Donne e fiabe: specchio di diverse culture»367 che ha permesso di affrontare i temi delle pari

opportunità, delle differenze di genere e il ruolo della donna nelle diverse culture. Sono state coinvolte anche le famiglie degli alunni creando così un ponte tra scuola e territorio. Anche in questo caso sono stati prodotti cartelloni, raccolte di fiabe, disegni e materiale digitale.

Il percorso dal titolo «8 Marzo…e poi?» 368, portato avanti dal Terzo Circolo di Bassano

del Grappa (Vicenza), aveva l’obiettivo di contribuire a superare le criticità legate all’integrazione degli alunni stranieri e di rimuovere le discriminazioni basate sul genere. sul sesso, sulla religione e sull’ origine etnica. Sono state organizzate attività interculturali come la creazione di filastrocche, racconti, fiabe, letture e rielaborazioni di testi. Sono stati svolti anche alcuni interventi per l’alfabetizzazione delle mamme straniere.

La documentazione di tutti i lavori prodotti durante il percorso è stata inserita in una presentazione Powerpoint.

365Ibidem. 366Ivi, p. 18. 367Ibidem. 368Ivi, p. 19.

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Il sesto itinerario, dal titolo «Un viaggio lontano per conoscerci da vicino»369, è stato

condotto nella scuola Coppino di Novara. Ha permesso ai bambini di conoscere il ruolo delle donne in varie culture, di confrontare i sistemi scolastici ed educativi dei Paesi di origine e di quello di arrivo, di lavorare sulle fiabe coinvolgendo anche le mamme nelle varie attività. Sono stati organizzati alcuni giochi per facilitare l’interiorizzazione del concetto di pari opportunità. Alla fine, è stata realizzata una presentazione digitale con collegamenti ipertestuali che hanno permesso di sviluppare l’immaginazione e simulare un viaggio in giro per il mondo.

Un altro percorso, intitolato «La scuola fa la differenza»370, è stato realizzato nella

scuola Rugantini di Novara. Sono state organizzate attività di vario tipo sui temi dei «[…] diritti inviolabili, dell’uguaglianza del cittadino e del diritto all’istruzione obbligatoria»371

confrontati con la normativa presente in alcuni Paesi di provenienza degli/le allievi/e 372.

Sono stati affrontati argomenti relativi al lavoro infantile e alla condizione femminile utilizzando fiabe, racconti, musica e fotografie. Anche in questo caso tutto è stato documentato con la produzione di un audiovisivo.

L’ultimo percorso che espongo è «Il dono di essere donna»373 realizzato nella scuola

Rigutini di Novara. Anche in questo caso le fiabe sono state considerate lo strumento d’elezione per far conoscere ai bambini il mondo dell’infanzia vissuto in diversi contesti. Considerando alcune differenze, sono stati evidenziati aspetti dell’identità femminile e si è cercato di coinvolgere i genitori stranieri nell’ambiente scolastico per facilitare l’integrazione nel contesto sociale. Al termine è stata organizzata una festa di fine anno multietnica e la documentazione del percorso in una presentazione Powerpoint.

Considerando che la scuola per molti bambini e bambine è l’unica possibilità offerta di sviluppo delle proprie potenzialità cognitive e sociali, è fondamentale cominciare da qui, e ancora prima dalla scuola dell’infanzia, a gettare le basi per un percorso di consapevolezza della propria identità, di rispetto e valorizzazione di tutte le differenze e delle pari opportunità di genere.

369Ibidem. 370Ibidem. 371Ibidem. 372Ibidem. 373Ivi, p. 20.

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Tutte le buone prassi descritte nel progetto, inoltre, dovrebbero essere diffuse e adeguatamente inserite nell’ambito di un obiettivo più ampio incentrato sullo scambio e il dialogo interculturale374.

Per la verifica dei singoli progetti qui sintetizzati, si sono utilizzati vari strumenti: predisposizione di griglie in cui riportare gli esiti delle osservazioni sistematiche, analisi dei testi e degli elaborati prodotti dagli alunni, questionari di autovalutazione, verifiche orali, conversazioni, domande-guida, realizzazione di semplici giochi a risposta multipla con l’uso delle tecnologie informatiche. Per gli adulti stranieri, coinvolti nell’ apprendimento dell’italiano, è stato oggetto di verifica l’eventuale «superamento dell’esame valido per il permesso di soggiorno […]»375.

La valutazione, svolta in itinere e alla fine dei percorsi, ha avuto sia carattere formativo, consentendo alle persone coinvolte di capire ciò che avevano imparato, i cambiamenti nei loro comportamenti e atteggiamenti e ciò che è rimasto in sospeso e da migliorare, sia carattere sommativo sintetizzato in un voto o in un giudizio che registrava il livello di raggiungimento degli obiettivi previsti.