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Gallerie d’arte a Venezia dagli anni novanta: alcuni casi di studio

DATA LUOGO ARTISTA

2005  

“NONO –VEDOVA, diario di bordo”

spaio Risonanze, Parco della Musica, Roma Luigi Nono Emilio Vedova a cura di Giorgio Mastinu 2006

“Jean Arp, illustratore e poeta”  

Istituto Svizzero di Venezia  

Jean Arp   a cura di Giorgio Mastinu  

2007

“Allestimento della nuova sede della Fondazione Archivio Luigi Nono”

Fondazione Archivio Luigi Nono, Venezia Giudecca a cura di Giorgio Mastinu 2008 “CARLO CARDAZZO. UNA NUOVA VISIONE DELL’ARTE” Collezione Peggy Guggenheim, Venezia a cura di Luca Massimo Barbero Cura e allestimento dellasezione dedicata alle Edizioni del Cavallino

alla stamperia e all'Archivio della Galleria del Cavallino 2009

“Cesare Zavattini inedito”

MACRO, Roma Cesare Zavattini a cura di Giorgio Mastinu e Francesca Pola

In collaborazione con Archivio Cesare Zavattini Archivio delle Edizioni e della Galleria del Cavallino Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico Festival Internazionale del Film di Roma Fondazione

Cinema per Roma Regione Veneto 2011 Intolleranza 1960 - a cinquant'anni dalla prima assoluta Studio Vedova, Zattere, Venezia Luigi Nono Emilio Vedova a cura di Giorgio Mastinu promossa dalla Fondazione Archivio Luigi Nono

“Tancredi” Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda, Feltre (BL)

Parmeggiani Tancredi Luigi Nono, fotografie

1983/1984

Luigi Nono A cura di Giorgio Mastinu Pubblicato da Smiljan Radic e Marcela Correa Disegnato da Gonzalo Puga Santiago del Cile gennaio 2011 Edizione fuori commercio 2012

"Al gran sole Carico d'amore" Documenti di installazione immagine a cura di Giorgio Mastinu e Nina Josefowicz in collaborazione con Archivio Luigi Nono Staatsoper Unter den Linden

Kraftwerk Innotio

Tresor Marzo 2012 “Emilio Vedova - opera

grafica 1958-1971”

Giorgio Mastinu Fine Art Gallery

Emilio Vedova

2013

Jean Dubuffet, Les Murs, 11 litografie del 1945

Giorgio Mastinu Fine Art Gallery

Jean Dubuffet

Not Vital, Dayanita Singh per la Biennale d'arte 2013

Giorgio Mastinu Fine Art Gallery

Not Vital

Dayanita Singh  

Mercato

I clienti della galleria sono pochissimi in Italia, uno soltanto in città, un collezionista e alcuni clienti negli Stati Uniti che acquistano documentazione, ovvero tutto ciò che rappresenta documento originale sugli artisti che hanno nelle collezioni.

Da un po’ di tempo si sta sviluppando l’idea dell’archivio, ci sono quindi collezionisti che seguono Lucio Fontana, Piero Manzoni, AlighieroBoetti, Enrico Castellani e altri nomi importanti e che hanno capito che è molto importante anche avere il materiale originale inerente alle opere che hanno in collezione, un po’ per dotarle di un pedegree, un po’ per ricostruire la storia attraverso i documenti. Perciò tutto quello che è invito originale, catalogo originale, manifesto originale, lettere e altra documentazione inizia ad essere archiviato con una notevole continuità. Sono due i clienti negli Stati Uniti si occupano di questo nel particolare, poi alcuni clienti in Francia, in Inghilterra, Germania e altre zone d’Europa. Alcuni di questi sono entrati casualmente in galleria proprio perché attratti da qualcosa di speciale esposto in vetrina, altri sono arrivati tramite conoscenze.

Si è verificato uno strano cambio generazionale per il quale tutto ciò che è moderno, fino alla guerra, è finito nel dimenticatoio. I giovani collezionisti di quaratacinque, cinquant’anni, non sono più interessati, per una questione di gusto, a quello che è moderno, quindi anche opere italiane di De Pisis, Sironi piuttosto che De Chirico, interessano sempre di meno. Il salto verificatosi nel dopoguerra dunque fa si che ora si richiedano sia da parte di italiani che da stranieri nomi come Fontana, Castellani, Boetti, tutto quello che riguarda l’arte povera, quindi l’arte italiana degli anni cinquanta, sessanta e settanta. L’altra ragione

legata a questo cambio di tendenza nelle preferenze è che mancano anche i mercanti. Manca quindi l’offerta e nel panorama italiano l’ultimo grande mercante di arte moderna era Claudia Gianferrari, mancata qualche anno e di conseguenza in Italia non c’è più nessuno di accreditato capace di fare mercato.

Pur essendo indiscutibile il fatto che le fiere rappresentino uno dei migliori luoghi dove vendere e creare contatti per farlo, Mastinu non partecipa a nessuna di queste per varie ragioni: la galleria è molto giovane, lavora da solo perciò dovrebbe chiudere la galleria per andare alla fiera, economicamente sono piuttosto impegnative. Queste occasioni sono comunque nei programmi futuri del gallerista, ma ci sono alcuni aspetti da definire prima di iniziare seriamente con questo genere di esperienze. La filosofia di Giorgio Mastinu si fonda sulla convinzione che la vita di una galleria sia caratterizzata da pochi clienti, tre, quattro, cinque. Non può essere certo legata al flusso turistico di Venezia che anche normalmente è piuttosto scadente per quanto riguarda l’interesse nei confronti dell’arte. Ovviamente nel periodo della Biennale le cose sono ben diverse e tale circostanza consente alla galleria di fatturare in una settimana quello che generalmente fattura in un anno. Questo perché ci sono una serie di persone che conoscono Giorgio e che passano quando sono a Venezia, oppure perché mandate da personalità già da tempo affezionate al suo lavoro e poi qualcun’ altro che ci passa per caso perché magari c’è una mostra a Palazzo Grassi e perciò si ferma in galleria.

La ‘Giorgio Mastinu Fine Art’ è inoltre segnalata in molte guide di un certo prestigio, non sono guide dove trova spazio a pagamento, ma guide di persone che hanno selezionato una serie di appuntamenti veneziani di una certa qualità.

La guida di Louis Vuitton ad esempio, indubbiamnente prestigiosa perché presa nelle mani di persone non solo danarose ma che frequentano il mondo dell’arte, dice che quella di Giorgio Mastinu, nonostante i soli dieci metri quadri, sia la miglior galleria di Venezia. La volontà di lasciare la galleria per cui lavorava e aprire la propria è stata una scelta dettata dalla passione, non certo da garanzie dovute ad una clientela consolidata o certezze precedenti. I colleghi lo avevano avvisato che prima di ottenere soddisfazioni da tale attività avrebbe dovuto pazientare almeno tre anni, e così di fatto è stato, incontrando grandi difficoltà prima di ingranare. Ora quasi al quinto anno dall’inaugurazione le cose funzionano abbastanza bene perché si sono accumulate due o tre persone che sono diventate clienti fissi e perchè il suo nome comincia ad essere più noto.

La qualità come punto cardine dell’attività è un aspetto che accomuna la Mastinu Fine Art Gallery con l’Ikona Gallery. Ziva Kraus ha una lunga storia in città, è quindi più disillusa, la

sua galleria è nata da tanto tempo, quella di Giorgio Mastinu è invece una realtà giovane e di conseguenza sfrutta anche il fattore novità. Le gallerie hanno una storia, una vita, un momento di grande successo, poi lentamente muoiono. L’ambito della fotografia, di cui si occupa Ziva Kraus, è però poco popolare perché nel nostro paese non c’è ancora un collezionismo vero e ben sviluppato di materiali fotografici, di conseguenza è normale che si lamenti della situazione.

Strategie Promozionali Pubblicità e Web

Per quanto riguarda l’attività di promozione Giorgio non acquista nessun prodotto promozionale. Diverse volte, anche negli ultimi tempi, è capitato fosse promossa l’attività della galleria su una “rivista” francese di gossip che si chiama “Point de Vue”. Nonostante il suo scetticismo nei confronti del prodotto, molte persone, anche di un certo livello, si complimentano e inaspettatamente una simile pubblicità funziona. La coerenza e particolarità della sua attività lo ha portato comunque nelle pagine della guida “Louis Vuitton”.

HA un sito web ma rileva che non gli è praticamente mai stato utile salvo qualche raro caso. Dato che è capitato rarissimamente che qualcuno si interessasse di qualche opera attraverso il sito web. qualche anno fa aveva realizzato anche una pagina facebok della galleria, ma si è rivelata inutile per le sue modalità di tenere contatti.

Inoltre l’attività condotta da Mastinu non ha bisogno di attirare grandi masse di persone in uno spazio così piccolo il cui obiettivo non è certo quello di organizzare eventi “mondani”. L’interesse che il gallerista rivolge alla stampa locale è decisamente scarso, avere un piccolo articolo sul gazzettino non porta nessun genere di vantaggio, più importante invece è che in occasione di eventi o mostre organizzate da enti come ad esempio la Guggenheim si faccia il suo nome.

I critici

“Una personalità con cui ho instaurato un rapporto è Angela Vettese, una figura di grande valore con cui fu facile instaurare un confronto costruttivo, che apprezza il

mio lavoro e dimostra di farlo ogni volta che passa in galleria.”90

Un altro critico cittadino con cui Mastinu collabora è Luca Massimo Barbero, curatore associato alla Fondazione Peggy Guggenheim, con il quale lavora per alcune esposizioni della fondazione stessa come quella dedicata a Carlo Cardazzo nel 2008, per quella di Capogrossi nel 2012 e per il catalogo dell’esposizione di Cesare Zavattini al Macro di Roma.                                                                                                                                                               90 Ibid.

Selezione delle rassegne stampa inerenti e principali esposizioni delle