Gallerie d’arte a Venezia dagli anni novanta: alcuni casi di studio
2011 “Concret Landscapes,
8. Jarach Gallery
Una breve storia della galleria
La galleria nasce nel 2006 da un’idea del proprietario Jacopo Jarach, di famiglia veneziana da generazioni anche se poi trasferitasi a Vicenza. Ha studiato prima arte all’Accademia di Belle Arti a Venezia, conseguendo poi la laurea specialistica allo Iuav sezione Arti Visive con Angela Vettese.
Lo spazio espositivo è frutto della sua passione per l’arte contemporanea, ma in particolare dell’interesse per il suo lato commerciale. Uno spazio nato per essere completamente dedicata alla fotografia, un po’ per gusto personale e un po’ perché rappresenta un mercato in espansione considerando la presenza di collezionisti che preferiscono acquistare solo questo tipo di arte. E’ una disciplina inoltre più facile da gestire anche solo per una questione di trasporto. A differenza di quanto accade con tele e sculture, che comportano la presenza di vetri e cornici, la fotografia si arrotola e si spedisce in un tubo, metodo sicuramente più facile ed economico.
La galleria collabora con diverse istituzioni sul territorio veneziano, con lo Iuav per esempio, proprio perché Jacopo ha mantenuto dei contatti una volta terminata l’università, poi con la Fondazione Bevilacqua la Masa che è sicuramente la realtà più attiva per quanto riguarda la promozione dei giovani.
Con le gallerie presenti in città invece non sussistono rapporti di alcun genere perché tutte si occupano di temi diversi e hanno fra loro interessi legati ad ambiti distinti.
Analisi dell’attività espositiva: mostre ed artisti
La Jarach Gallery ha ospitato sia mostre di artisti storicizzati e famosi sia di quelli più giovani. Negli ultimi anni la preferenza si sta indubbiamente rivolgendo agli ultimi. Questo rappresenta un fattore di rischio, ma si rivela anche più interessante perché si decide di dare la possibilità, con collettive o personali, a qualcuno che magari fra qualche anno deciderà di non fare più l’artista per dedicarsi ad altro o invece di scoprire chi riscuoterà grande successo. In seguito le correnti artistiche esposte si sono fatte più varie, si sono prese in considerazione installazioni, video, pittura, ma la fotografia rimane sempre e comunque il “medium” preferito. La fotografia promossa dalla galleria è preferibilmente quella concettuale, che colloca la fotografia in un ambito che le nega la funzione di espressione artistica, al contempo, la lega all’opera d’arte come sistema di visualizzazione automatica, con esponenti come Kensuke Koike, Yamada Hanako. Questo soprattutto
perché si ricollega agli studi di Jacopo allo Iuav. Studi di arte concettuale degli anni settanta che lo hanno formato con un particolare gusto per questo genere di tendenze. Dice Claudia Rossini:
“Si può dire che un tempo le gallerie fossero molto più importanti, luoghi in cui gli artisti potevano esporre opere di avanguardia. Ora invece ora ci sono spazi no profit, fondazioni, è molto più facile trovare uno spazio autogestito o ottenere l’appoggio delle istituzioni comunali o provinciali per far la propria mostra.
La galleria dunque non è più il luogo dove si fanno mostre per far conoscere nuove correnti. Ora pagano per avere artisti che fanno opere di un certo livello qualitativo, sono gallerie che hanno un buon budget tale da supportarli nel fare opere di notevoli dimensioni, grandi installazioni, progetti video. Anche la Jarach Gallery cerca fotografi o artisti che possano esporre e che corrispondano ad un determinato gusto.”85
Dalla sua inaugurazione nel 2006 la Jarach Gallery ha organizzato diverse esposizioni, soprattutto di fotografi, ma anche di artisti:
DATA LUOGO ARTISTA
2006
“Guido Guidi, Vol. I” Jarach Gallery Guido Guidi “Marina Ballo Charmet,
Fotografie E Video 1993/2006”
Jarach Gallery Marina Ballo Charmet
2007
“Olivo Barbieri - Gabriele Basilico - Massimo Vitali - Teodoro
Lupo - Marco Zanta, Pre/View”
Jarach Gallery Olivo Barbieri Gabriele Basilico Massimo Vitali Teodoro Lupo Marco Zanta
“Teodoro Lupo, Von Hier An Blind
Jarach Gallery Teodoro Lupo
85Dall’intervista a Claudia Rossini, responsabile della Jarach Gallery effettuata dallo scrivente in data 19
“Accade Project, Let The Body Play”
Jarach Gallery “Outcomes From The
Workshop Held By Lewis Baltz, Osceno”
Jarach Gallery
“Robert Polidori, After The Flood”
Jarach Gallery Robert Polidori “Luca Campigotto, One
More Night”
Jarach Gallery Luca Campigotto “Gabriele Basilico -
Massimo Vitali, Disco To Disco”
Jarach Gallery Gabriele Basilico Massimo Vitali
2008
“Giorgio Barrera, Primoz Bizjak, Andrea Botto, Marco
Campanini - Claudio Gobbi - Teodoro Lupo - Claudia Pozzoli - Marleen Sleeuwits - Flavia Sollner, Close To Dark”
Jarach Gallery Giorgio Barrera Primoz Bizjak Andrea Botto
Marco Campanini Claudio Gobbi Teodoro Lupo Claudia Pozzoli Marleen Sleeuwits Flavia
Sollner
“Claudia Pozzoli, In Quiete”
Jarach Gallery Claudia Pozzoli “Giorgio Barrera, True
Stories, Storie Vere”
Jarach Gallery Giorgio Barrera
“Mona Kuhn, Evidence” Jarach Gallery Mona Kuhn “Gabriele Basilico - Primo
Bizjak - Andrea Botto - Edward Burtynsky -
Martina Della Valle - Guido Guidi - Teodoro Lupo – Jurgen Nefzger - Robert Polidori - Joël Tettamanti, Somewhen”
Jarach Gallery Gabriele Basilico Primo Bizjak Andrea Botto Edward Burtynsky Martina Della Valle Guido Guidi Teodoro Lupo
Jurgen Nefzger Robert Polidori Joël Tettamanti
“Outcomes From The Workshop Held By Antoni Muntadas, Tra”
Jarach Gallery Antoni Muntadas,
“Davide Balliano - Simone Bergantini - Andrea Botto - Martina Della Valle -
Teodoro Lupo - Claudia Pozzoli - Alessandro Zuek Simonetti - Flavia Sollner - Nicola Vinci,
Point Of View”
Jarach Gallery Davide Balliano Simone
Bergantini Andrea Botto Martina Della Valle Teodoro Lupo
Claudia Pozzoli Alessandro Zuek
Simonetti Flavia Sollner Nicola Vinci “Davide Balliano, My
Tears Will Be Light In The Night Of Your Eyes”
Jarach Gallery Davide Balliano
“Filippo Guerrieri - Roberta Levi - Esther Mathis - Yusuke Nishimura, Il Mistero Del Mondo”
Jarach Gallery Filippo Guerrieri Roberta Levi Esther Mathis Yusuke
Nishimura
2010
“Simone Bergantini, Black Eyes Explosion”
Jarach Gallery Simone Bergantini “Davide Balliano - Guido
Guidi - Teodoro Lupo - Esther Mathis –
Yusuke Nishimura - Claudia Pozzoli - Martina Della Valle, Go Away White”
Jarach Gallery Davide Balliano Guido Guidi Teodoro Lupo Esther Mathis Yusuke Nishimura Claudia Pozzoli Martina Della Valle
“Matteo Basile' - Peter Belyi - Robert Gligorov - Claudio Gobbi - Guido Guidi - Teodoro Lupo - Masbedo - Marco Neri - Marina
Paris - Giuseppe Petroniro - Robert Polidori - Claudia Pozzoli - Martina Della Valle - Alessandro Zuek Simonetti,
The Belly Of An Architect”
Jarach Gallery Matteo Basile' Peter Belyi
Robert Gligorov Claudio Gobbi Guido Guidi Teodoro Lupo Masbedo
Marco Neri
Marina Paris Giuseppe Petroniro Robert Polidori Claudia Pozzoli
Martina Della Valle Alessandro Zuek Simonetti
“Simone Bergantini, American Standard (Remix)”
Jarach Gallery Simone Bergantini
“Kensuke Koike,
Searching For A Perfect”
Jarach Gallery Kensuke Koike 2012
“Davide Bertocchi - Andrea Dojmi - Daniele Pezzi - Dragana Sapanjos, Notes On Camp”
Jarach Gallery Davide Bertocchi Andrea Dojmi Daniele Pezzi Dragana
Sapanjos
“Yamada Hanako - Kensuke Koike - Mirko Smerdel, Atemporal”
Jarach Gallery Yamada Hanako Kensuke Koike Mirko Smerdel “Mirko Smerdel, She's
Lost Control”
Jarach Gallery Mirko Smerdel
“Sergio Breviario - Stefano Calligaro - David Casini - Paolo Gonzato - Dacia Manto - Pietro Mele – Lucia Veronesi Il Lato Oscuro Della Luna”
Jarach Gallery Sergio Breviario Stefano Calligaro David Casini Paolo Gonzato Dacia Manto Pietro Mele Lucia Veronesi 2013
“Giorgio Barrera - Simone Bergantini - Andrea Dojmi - Guido Guidi - Teodoro Lupo, 100th Window”
Jarach Gallery Giorgio Barrera Simone
Bergantini Andrea Dojmi Guido Guidi Teodoro Lupo
“Simone Bergantini - Giorgio Barrera - Guido Guidi - Yamada Hanako - Kensuke Koike - Teodoro Lupo - Yusuke Nishimura –
Daniele Pezzi - Mirko Smerdel,
The Hundredth Window”
Jarach Gallery Simone Bergantini Giorgio Barrera Guido Guidi Yamada Hanako Kensuke Koike Teodoro Lupo Yusuke Nishimura
Daniele Pezzi Mirko Smerdel
“Sleepers Awake” Jarach Gallery Kensuke Koike
“Echo Back” Jarach Gallery Roberta Busechian, Riccardo
Giacconi, Giovanni Giaretta, Giorgio Micco, Jacopo Trabona, Emilio Vavarella, Spela Volcic
“La Gondoliera” Jarach Gallery Yamada Hanako,
Alex Hai Mercato
Una galleria d’arte, in particolar modo in un periodo non particolarmente prospero dal punto di vista economico, è sempre un rischio, non c’è mai la certezza di avere successo e di conseguenza può essere chiusa anche dopo poco tempo come già accaduto per molte altre gallerie in passato.
“In generale una galleria non si apre per trarne un guadagno, ma lo si fa per passione, purtroppo non c’è in Italia una logica che preveda un circolo virtuoso di gallerie legate fra loro che avrebbe invece senso di esistere.”86
Il mercato che caratterizza la Jarach Gallery è quello legato alle fiere d’arte come Artissima di Torino e MiArt di Milano, dal momento che non esiste un collezionismo locale veneziano che questa possa soddisfare. La galleria rappresenta una “vetrina” più che un punto di riferimento vero e proprio. Tutti i collezionisti fedeli alla galleria paradossalmente sono romani, milanesi o torinesi, quindi è importante mantenere i contatti e incontrarli alle fiere che sono sempre il primo “step” di un rapporto di vendita. Gli acquirenti durante questi eventi sono italiani, gli stranieri aspettano piuttosto che la galleria faccia una fiera all’estero, in Belgio ad esempio, piuttosto che Svizzera o Germania, per evitare la pesante pressione fiscale del nostro Paese.
Mentre è sicuro che una galleria straniera in fiera venderà sicuramente, essendo diffuso il gusto per l’”esotico” non è detto che succeda lo stesso nei confronti delle gallerie italiane. Di conseguenza queste espongono in fiere in Belgio, Spagna, Germania e servono soprattutto da vetrina, non tanto per ricavarci qualcosa, un buon risultato in quei casi è andare in pari con le spese. Questa è una tendenza che sempre più gallerie stanno
seguendo negli ultimi anni perché ci sono sempre più fiere, molte di nuove, ed è soprattutto dettata da una forte richiesta da parte degli acquirenti piuttosto che dei venditori. Sono occasioni che rappresentano per loro quello che il centro commerciale o il supermercato costituisce per il cittadino comune. Anche gli stranieri interessati ad acquistare si rivolgono alla galleria in occasione delle fiere e chi passa per una visita può informarsi su questioni che si concretizzeranno nelle rassegne sopracitate.
La sede veneziana, per volontà del suo fondatore, mantiene il suo status unicamente espositivo, uno spazio bello, con grande “appeal” anche per il solo fatto di essere a Venezia. Uno spazio fisico indispensabile per mostre ed esposizioni, riferimento essenziale per farsi conoscere, mentre la tendenza di vendere solo durante certi eventi è talmente estremizzata che ci sono gallerie che non hanno più una sede espositiva, ma solo operativa, con ufficio e magazzino dal quale le opere escono solo per andare in fiera. Quello che viene maggiormente richiesto è comunque tutto ciò che riguarda la fotografia, preferita per motivi pratici, in particolare quella a bassa tiratura. Ad ogni modo I clienti stranieri sono veramente molto pochi, scoraggiati essenzialmente dal penalizzante sistema fiscale italiano, quindi da un’ iva molto alta.
Inoltre la tendenza del collezionista ad acquistare nelle gallerie di paesi stranieri è una cosa che appartiene più all’Italia. Sono generalmente gli italiani che amano andare a comprare in Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, piuttosto che il contrario. Gli stranieri preferiscono acquistare nelle loro gallerie o direttamente dai loro artisti, il che può essere ricondotto ad una questione di gusto ma anche ad una strategia di sostentamento della produzione artistica del proprio paese per dare appoggio ai propri connazionali. In Italia, per contro, c’è molta esterofilia, grande curiosità per ciò che accade oltre i nostri confini, che forse cela di fatto un senso di inferiorità nei confronti di quello che viene creato dagli altri. Si scatena quindi questo meccanismo per il quale non appena una cosa è americana o inglese dev’essere necessariamente bella e di valore. Tradotto significa che il novanta per cento delle opere acquistate da un americano sono americane, un italiano invece tende ad acquistare più del cinquanta per cento di ciò che è straniero.
Fino ad un paio di anni fa il mercato gestito dalla galleria era caratterizzato da un “range” di prezzi medio-basso che faceva riferimento ad un tipo di arte più commerciale essendo decisamente complicato acquistare opere di fotografia concettuale via internet.
Ma negli ultimi due anni con “paddle8.com” e “yoox.com” che è servito da appoggio per l’iniziativa del Padiglione Crepaccio alla Biennale, nel mercato qualcosa si è mosso, ma è
presto per capire se la cosa potrà funzionare veramente. Un ambito dunque dove la Jarach ancora non si muove, considerando appunto la sua recentissima nascita.
Strategie Promozionali Pubblicità e Web
Per quanto riguarda le strategie promozionali la Jarach Gallery ne utilizza diverse, dalle più tradizionali come ad esempio comprare pagine di pubblicità sulle riviste di arte come Artribune o Mousse, piuttosto che ‘banner’ on line sui siti di arte.
La promozione tramite pubblicità dipende dal budget, ci sono mostre in cui questo consente di stampare gli inviti e mandarli via posta o altrimenti in mancanza di fondi sostanziosi si stampano comunque gli inviti e si distribuiscono. Durante il periodo della Biennale funziona molto bene il volantinaggio. Altri canali, come quello della stampa, se si parla anche del Gazzettino, non sono contemplati, specie se si considera che quest’ultimo non dà rilievo alle gallerie private e commerciali a meno che non si abbia come amico il redattore. Principalmente tende dunque a dare spazio ai musei, poichè le gallerie sono commerciali e devono quindi preoccuparsi di pagare uno spazio se vogliono pubblicità. Il fatto di essere una realtà giovane indirizza necessariamente la galleria a curare maggiormente la comunicazione legata ai “social network”, cosa che gallerie formatesi meno recentemente trascurano. Il marketing funziona sfruttando “Twitter” e “Facebook” più che altro perché conferiscono un certo tipo di immagine e rendono conosciuto il nome della galleria. Ora c’è anche un nuovo “social”, specifico per quanto riguarda l’arte contemporanea, ‘ArtStacks.com’, consiste in una raccolta di immagini che vengono ordinate creando collezioni e poi condivise. Si tratta di una realtà nata da pochi mesi e conosciuta da artisti, gallerie, musei.
L’utilizzo di mezzi telematici per comunicare con il pubblico diventa una propensione naturale legata alla recentissima nascita della galleria. Nel momento in cui c’è una confidenza personale con l’utilizzo del web, come per ogni altra attività commerciale, la si sfrutta secondo le proprie aspettative e finalità. Per motivo quando c’è la necessità di creare un sito internet, non ci si affida mai solo alle intenzioni e alle abilità di chi lo costruisce, ma ci si riferisce in particolare al proprio gusto e a quello che meglio si pensa possa rappresentarlo per ottenere i requisiti minimi considerati. L’obiettivo diventa dunque ottenere una piattaforma semplice, leggibile, navigabile, che consenta di disporre e visualizzare le immagini in un certo modo, con la possibilità di avere il “tracking” delle visite
e altre caratteristiche che lo completino. Tutti aspetti che senza una confidenza preliminare con il web non si considerano e fanno si che il sito si riveli di caratura bassissima. Aspetto questo che non pregiudica minimamente la presenza di una clientela fissa in una galleria che non sfrutta internet al meglio delle proprie possibilità, perché figlia di un’epoca diversa. Nel caso della Jarach però, l’utilizzo di social network e l’aggiornamento costante del proprio sito sono aspetti che si rivelano di enorme importanza nel supportare l’interesse dei propri acquirenti. Questi sapranno dunque orientarsi e cogliere riferimenti qualora si tengano fiere o incontri dove la galleria proponga le sue opere.
I critici
Per quanto riguarda figure di rilievo alle quali la galleria si appoggia, non si tratta tanto di critici, quanto piuttosto di curatori. Andrea Bruciati ne è un esempio, si occupa soprattutto di giovanissime leve, della generazione dal 1978 agli anni novanta in particolare, artisti dunque compresi al massimo fra i ventitre e trentacinque anni e che ha curato le mostre Dark Side of the moon e Notes on Camp del 2008
In passato altre figure presenti per la Jarach sono state quelle di Daniele de Luigi, dotato comunque di un approccio storico-critico che ha curato due mostre nel 2008 e la veneziana Martina Cavallarin che ne ha curate altre due.
Il critico Antonello Forgia inoltre, ha seguito il testo critico dei cataloghi Volume I di Virgilio Guidi nel 2006 e Da qui come cieco per la mostra di Teodoro Lupo nel 2007.
9. Galleria Michela Rizzo