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Il database Access

Nel documento Ai miei genitori Ai miei nonni A Massimo (pagine 21-37)

Parte prima: Il Sistema informativo di Cividale del Friuli I.1 Strumenti e metodi

1.1 Il database Access

Il database è stato creato in modo volutamente molto semplice, sia a causa della tipologia dei dati a disposizione, spesso incerti, incompleti o frammentari, sia per permettere un utilizzo dello strumento anche ad utenti inesperti.

L’applicazione è stata impostata creando una tabella principale “ informazioni generali” contenente tutti i dati generali relativi allo scavo, collegata a quattro tabelle relative ad informazioni più specifiche: bibliografia, descrizione, piani pavimentali e strutture murarie (fig. 8). Sono stati inoltre creati due vocabolari relativi al tipo di orientamento delle strutture murarie e al tipo di piano pavimentale, per facilitare la compilazione delle maschere.

Fig. 8. Le tabelle del database

postato come chiave po “Scavo”, testo, ico che è stato oaga, e CAT, lto spesso le indagini scavate a quote diverse. Non è La tabella “informazioni generali” è formata da un campo ID, contatore, im

primaria e utilizzato per la creazione delle relazioni con le altre tabelle, da un cam impostato come richiesto, in cui è indicato il tipo di edificio o di reperto archeolog trovato, i campi relativi alle coordinate, suddivise in coordinate GB, cioè Gauss – B cioè catastali (fig. 9). Non è stata indicata volutamente la quota, in quanto mo

possibile ricavare una quota assoluta riguardante tutto lo scavo, una possibilità era calcolare la quota media, ma sarebbe stato un lavoro inutile in quanto in alcune relazioni di scavo la quota non è neanche segnalata. Inoltre, la quota relativa al fondo scavo non offre un’informazione importante riguardo lo scavo stesso, poiché spesso le indagini si sono interrotte senza raggiungere il terreno vergine, e quindi non è possibile sapere se sotto le evidenze archeologiche messe in luce ce ne siano altre. Si è preferito allora non indicarla nelle informazioni generali, ma solo nella tabella relativa ai piani pavimentali, la cui quota risulta interessante, quando indicata, per la creazione del modello tridimensionale relativo alla ricostruzione della morfologia antica.

Fig.9 I campi relativi alla tabella “informazioni generali”.

Nella tabella generale sono stati inoltre indicati il o i responsabili di scavo, in quanto alcuni scavi sono stati indagati in anni diversi da responsabili diversi, l’area indagata in m2, la datazione, se lo scavo è ancora in fase di pubblicazione o se ha dato esito negativo ed il posizionamento.

Per quest’ultima voce è stato creato un campo, nella maschera relativa, collegato nelle proprietà al campo “posizionamento” della tabella, in modo da visualizzare nel campo “immagine” appositamente inserito nella maschera, un’immagine relativa, il cui percorso è indicato nel campo “posizionamento” e viene visualizzato nel campo “testo” inserito nella maschera (fig. 10).

Fig. 10. Nelle proprietà della casella di testo inserita nella maschera principale viene indicato il collegamento con il campo “posizionamento” della tabella “informazioni generali nel campo “origine controllo”. In questo modo i due campi sono collegati e qualunque dei due venga compilato, automaticamente il testo apparirà anche nel secondo.

L’immagine rappresenta il punto in cui è visualizzata la posizione dello scavo all’interno della città moderna a cui è stata sovrapposta la carta archeologica (fig. 11); ad ogni scavo l’immagine cambia. Per far sì che questo accada, è stata creata la seguente semplice Routine Evento in Visual Basic impostata nel campo delle proprietà della maschera “su corrente” e “ dopo aggiornamento”:

Private Sub Form_AfterUpdate() On Error Resume Next

Me![Immagine31].Picture = Me![Testo29] End Sub

Fig. 11. La maschera relativa alla tabella “informazioni generali” con l’immagine relativa al posizionamento delle evidenze archeologiche e la Routine evento nelle proprietà.

La Routine sta ad indicare che l’immagine che viene visualizzata nella casella “Immagine 31” deve essere la stessa che viene indicata nella casella “Testo29”, relativo al campo della tabella “posizionamento”, in cui viene scritto il percorso relativo in cui Access recupera le immagini. Il percorso è relativo in quanto la cartella contenente tutti i file di estensione .jpg si trova nella stessa cartella in cui è inserito anche il database. Così facendo il programma sa già dove recuperare le immagini, serve solo indicare la cartella che le contiene. Va da sé che il database e la cartella contenente le immagini devono essere spostate insieme nel caso dovessero essere consegnate a terzi, altrimenti il collegamento non funziona. La comodità sta nel fatto che basta indicare nel campo “testo” il percorso in cui il database deve recuperare l’immagine ed essa cambia.

Per evidenziare il posizionamento si è utilizzata la carta creata in ArcGIS e si è fatta una selezione tramite attributi (Selection by Attributes): in questo modo lo scavo selezionato diventa di colore azzurro. Dopo aver fatto questo si è acquisita la schermata e si è creata un’immagine di estensione .jpg con Photoshop; l’immagine è poi stata inserita nella tabella sotto il campo “posizionamento” in cui è stato indicato il percorso (fig. 12).

Fig. 12. La tabella informazioni generali in cui è indicato il percorso da cui viene caricata l’immagine e la visualizzazione nella maschera principale.

La stessa procedura è stata applicata alla maschera “piani pavimentali” in cui è visualizzata l’eventuale immagine dei pavimenti, poiché non sempre nelle relazioni di scavo erano inserite fotografie o disegni, che in alcuni casi sono di qualità molto scadente e quindi non sono indicate nel database perché inutili alla comprensione del manufatto.

Come accennato in precedenza, il campo contatore ID della tabella “informazioni generali” è stato utilizzato per la creazione di relazioni uno – a – molti tra le varie tabelle, come si vede nella fig. 13. Per i collegamenti sono stati utilizzati i campi numerici “scavo_id” presenti nelle tabelle secondarie. Così facendo è stato possibile creare le relazioni tra l’ID, univoco, e la voce “scavo_id”, numerico lungo, in modo da permettere la presenza di uno o più “scavo_id” uguali nelle tabelle secondarie in relazione ad un unico ID nella tabella principale. È stata scelta una relazione uno – a – molti per collegare le tabelle in quanto ad un unico scavo è così possibile riferire anche più di un piano pavimentale o struttura muraria. Per le tabelle “bibliografia” e “descrizione” il campo “scavo_id” è

stato mantenuto per permettere un più agevole collegamento della tabella al GIS tramite il comando

Join & Relates anche se in ogni scavo vi è solo una bibliografia e una descrizione.

Fig. 13. Le relazioni tra le tabelle.

Le tabelle secondarie, collegate alla principale, si compongono di pochi campi, essenziali alle informazioni base che vogliono essere date; come detto all’inizio del paragrafo, il database è stato volutamente creato con un’architettura semplice, in modo da risultare snello e facile da interpretare e compilare.

Le tabelle “descrizione” e “bibliografia”sono composte di un campo scavo, in cui inserire il nome dello scavo e da un campo “memo” descrizione e da un campo “memo” bibliografia. Si era pensato all’inizio di inserire, nella tabella bibliografia, anche una voce “autore” in cui indicate il nome dell’autore del contributo, ma poi questa scelta è risultata troppo complicata, in quanto si sarebbero dovuti compilare tanti campi quanto gli autori che avevano trattato nei loro scritti di un determinato scavo; si è allora preferito inserire tutta la bibliografia in un unico campo, ordinata per anno, dalla più vecchia alla più recente.

La tabella “piani pavimentali” è composta dai campi relativi al tipo di piano pavimentale collegato al vocabolario creato per un menù a tendina con le varie possibilità (mosaico monocromo, policromo, piano stradale, pavimento in cocciopesto etc.), e i campi datazione, immagine e quota. La tabella “strutture murarie”, infine, comprende i campi “materiale”, relativo al tipo di materiale

utilizzato per la costruzione del muro, “orientamento”, collegato con menù a tendina al relativo vocabolario, “tipo_legante”, relativo al materiale usato per tenere assieme le componenti del muro, “quota_cresta” e “quota_fondazione”, che non sempre è stato possibile compilare, relative ai due tipi di quota riscontrabili nell’analisi delle murature, importanti, soprattutto la quota fondazione, per la modellazione 3D, ed infine il campo “datazione”.

Dopo aver creato tabelle e relazioni, si è proceduto con la creazione delle maschere per la compilazione del database.

Nelle maschere relative alle tabelle secondarie è stata inserita una casella di testo nelle cui proprietà è stato inserito il collegamento con la casella “scavo” della tabella principale: in questo modo, nell’esatto momento in cui viene compilato il campo “scavo” nella maschera delle informazioni generali, automaticamente lo stesso nome compare nella casella di testo presente nelle maschere secondarie (fig. 14).

Fig. 14. L’interfaccia della maschera secondaria “bibliografia” con l’indicazione della casella di testo collegata al campo “scavo” della maschera principale.

Un secondo passaggio, per facilitare la compilazione del database in vista del suo collegamento al GIS, è stato quello di creare una Routine Evento nei campi “bibliografia” e “descrizione” delle maschere omonime, e nei campi “tipo_piano_pavimentale” e “materiale” nelle maschere “piani pavimentali” e “strutture murarie” per fare in modo che il campo “scavo_id” si compilasse automaticamente a si riferisse al campo “ID” della tabella generale: in questo modo è stata evitata la noiosa procedura di dover compilare a mano il campo “scavo_id” in vista del collegamento del database ad ArcMap, che come vedremo più avanti si basa proprio su questo campo (fig. 15).

La Routine Evento che è stata elaborata è la seguente:

Private Sub bibliografia_Change()

Forms![bibliografia]![scavo_ID] = Forms![informazioni generali]![ID] End Sub

Il campo tra parentesi quadre comprendente il nome della maschera (in questo caso “bibliografia”) cambia a seconda della maschera che si sta modificando.

Fig. 15. La Routine Evento nelle proprietà del campo”bibliografia”.

È stata creata anche una maschera “INTRO” (fig. 16) per l’accesso al database, con una password per l’amministratore, ed un accesso libero per gli utenti che però non hanno possibilità di entrare nell’applicazione e quindi modificarla anche inconsciamente (fig. 17). Questo espediente è stato adottato visto il fine ultimo che il progetto di lavoro si prefigge e cioè quello di essere uno strumento sia per gli archeologi per studiare, modificare ed implementare la carta archeologica della città di Cividale del Friuli sia, pensando all’utilizzo da parte dell’amministrazione pubblica, per documentazione e analisi delle aree a maggiore rischio archeologico.

Gli utenti che usufruiranno del GIS saranno diversi, e si è deciso di congelare l’applicazione per evitare che qualcuno, poco esperto e senza volerlo, possa modificare le impostazioni base del

database creando malfunzionamenti. In ultimo, nella maschera principale, sono stati inseriti alcuni pulsanti per le operazioni di base: chiusura maschera e stampa maschera (fig. 18).

Fig. 17. L’immissione obbligatoria della password in modo che solo chi è autorizzato possa entrare nel database. Fig. 16. La maschera d’ingresso nel database

1.2 La cartografia

La documentazione cartografica utilizzata riguarda il territorio di Cividale del Friuli e in modo particolare l’area del centro storico. I documenti comprendono sia cartografie generali a scale molto piccole sia piante di dettaglio di singoli edifici o di isolati a scale più grandi. La carta più antica archiviata risale al XIX secolo20 mentre quelle più recenti sono carte numeriche di tipo vettoriale (CAD) su supporto informatico; tutte le carte possono essere suddivise in quattro gruppi:

• Cartografia generale del territorio e dell’area urbana; in questo gruppo rientrano le piante più vecchie, si tratta di documenti generici che riportano i profili degli edifici cronologicamente contemporanei alla realizzazione della carta con delle simbologie oppure dei riferimenti grafici alle strutture antiche, solitamente riferibili al periodo romano, posizionate in modo più o meno corretto all’interno del tessuto urbano riprodotto; queste piante più antiche di per sé possono costituire un documento importante per la ricostruzione e interpretazione di alcune zone del tessuto urbano che, per modifiche e cambiamenti avvenuti in tempi recenti, non sono più visibili.

• Cartografia tecnica e tematica dell’area urbana; si tratta di un tipo di documentazione che sfrutta come base una cartografia di tipo tecnico ad una scala piccola (soprattutto cartografia catastale moderna) per il posizionamento delle aree e delle strutture archeologiche all’interno del tessuto urbano.

• Planimetrie di dettaglio (piante di scavo); sono documenti che ripropongono nel dettaglio ad una scala grande le strutture archeologiche rilevate con metodo diretto, i più recenti dei quali sono stati redatti anche con il supporto del rilievo strumentale che ne aumenta notevolmente la precisione; l’utilizzo di questa cartografia ai fini del corretto posizionamento all’interno del tessuto urbano è legato alla rappresentazione sullo stesso supporto cartaceo di riferimenti ad edifici o strutture varie, che ne permettono la contestualizzazione.

• Planimetrie generali su supporto informatico; questi documenti sono solitamente carte vettoriali generali utilizzabili con un software CAD, costituiscono la cartografia di base sulla quale poter leggere il tessuto urbano odierno in modo dinamico e preciso e sulla quale agganciare le carte identificate negli altri tre gruppi.

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La carta più antica utilizzata nel presente lavoro è quella redatta da Michele della Torre nel 1827, come illustrazione e commento ai suoi “prospetti” in cui ha elencato e spiegato tutti gli scavi da lui praticati nel territorio e nella città di Cividale del Friuli.

Tutte le carte su supporto cartaceo sono state acquisite con lo scanner ad una risoluzione di buona qualità, salvate in formato *.jpg21 e archiviate in modo funzionale al database; si rimanda allo stesso database per l’elenco completo e la visualizzazione delle carte, in questa sede viene proposta una breve panoramica esemplificativa della cartografia su supporto cartaceo utilizzata.

Al primo gruppo è riconducibile ad esempio la pianta del della Torre (fig.19)22 che riporta l’area urbana e in cui si riconoscono facilmente il fiume Natisone, la cerchia delle mura; con un tratto più scuro e marcato l’autore ha voluto riproporre i profili, gli orientamenti e il posizionamento delle strutture antiche da lui scavate; allegata a questa pianta esiste una tabella esplicativa a corollario di ciascuna area archeologica23

Fig. 19. Pianta del della Torre, 1827.

21

Si è preferito il formato *.jpg in quanto pur garantendo una qualità mediamente buona dell’immagine acquisita, permette un utilizzo facilitato del file relativo in termini di “peso - memoria” dell’immagine.

22

La carta è attualmente esposta nel Museo Archeologico Nazionale di Cividale. 23

Al secondo gruppo appartiene la carta archeologica redatta dallo Stucchi nel 1951 (fig. 20), in cui sono indicati tutti i ritrovamenti del della Torre integrati con gli scavi successivi. L’autore ha indicato ogni domus con un relativo numero romano, l’ipotetico percorso della cinta muraria antica, sia esterna che interna24 e con un tratteggio molto sottile l’ipotesi del tracciato stradale antico.

Fig. 20. La carta archeologica dello Stucchi, 1951.

Il terzo gruppo comprende sostanzialmente due tipologie di documenti: alla prima possono essere ricondotte quelle planimetrie più datate, solitamente riprodotte ad una scala funzionale semplicemente ad una gradevole rappresentazione grafica nella quale le strutture archeologiche sono rappresentate in modo quasi “artistico”, con contrasti cromatici, ombreggiature e

24

Il percorso della cinta muraria esterna viene indicato con una linea scura dove sono sicuri i ritrovamenti delle mura, un puntinato dove il percorso è ricostruito; il percorso della cinta interna è invece indicato con un tratteggio in quanto è solo ipotetico.

caratterizzazioni grafiche particolari; in queste piante, ad una visione di insieme apparentemente corretta e proporzionata, non sempre corrisponde una soddisfacente precisione nel rilievo. Nonostante questo, l’accuratezza della restituzione grafica e soprattutto la presenza di elementi utili alla contestualizzazione delle strutture archeologiche rappresentate, forniscono a questa tipologia di documenti un valore assoluto e permettono il recupero e l’uso del dato topografico e planimetrico ai fini della creazione della carta archeologica. Un bell’esempio è fornito dalla pianta delle terme romane emerse in piazzetta delle Terme (fig. 21): vi si leggono perfettamente le strutture murarie, i piani pavimentali e le suspensurae in cotto. Ciascuno di questi elementi è caratterizzato da un colore e da una valenza grafica; ai bordi del disegno si leggono alcune annotazioni a matita tra cui la scala (1:50) ma manca la freccia del nord che ne darebbe l‘orientamento. Gli edifici moderni sono rappresentati in modo molto chiaro ed è proprio questo dettaglio che permette il corretto aggancio alla cartografia di base determinando con maggior precisione l’orientamento, le proporzioni e il posizionamento nel tessuto urbano attuale.

Fig. 21. Pianta dello scavo delle terme romane redatta dal Marioni.

Alla seconda tipologia invece possono essere ricondotte le piante di scavo (solitamente in scala 1:20, 1:50 o 1:100) che costituiscono parte integrante della documentazione che viene realizzata nelle varie fasi dello scavo archeologico condotto con metodo stratigrafico; queste planimetrie, oltre a

riportare informazioni particolari come quote (che possono essere assolute o relative) e numeri di Unità Stratigrafica (US, che fanno riferimento ciascuna ad una scheda specifica), spesso si avvalgono di una base planimetrica realizzata mediante rilievo indiretto con stazione totale o strumentazione tecnica. In questo caso la precisione è almeno centimetrica e la presenza di indicazioni grafiche puntuali dei punti topografici battuti che fanno riferimento ad un libretto di campagna realizzato durante la sessione di rilievo strumentale permette la contestualizzazione di questi documenti con un gradi di precisione quasi assoluto25 . Un esempio è costituito dalla pianta di fine scavo della domus rinvenuta nel cortile del Municipio26 (fig. 2227).

Fug. per la redazione del

disegno

L’ultimo gruppo, infine, comprende le cartografie in formato vettoriale su supporto informatico e sono la carta catastale e la Carta Tecnica Regionale numerica (CTRn) entrambe georiferite in

22. Rilievo della domus nel cortile del Municipio con indicati i punti topografici necessari

25 xxxx 26

VITRI,TIUSSI 2004 pg. 38 fig. 8; all’interno di questo articolo è interessante notare la differenza tra la planimetria più recente (fig. 8) e quella più antica (fig. 2, pg. 29) che è paragonabile alla planimetria delle terme romane sopra descritta. 27

E’ qui riproposta la restituzione CAD della planimetria con l’indicazione dei punti topografici battuti con la stazione totale.

coordinate Gauss - Boaga28. Ambedue le carte sono tridimensionali e la rappresentazione grafica è organizzata per layers tematici (fig. 23).

B

Fig. 23. La carta catastale (A) e la CTRn (B) dello spazio urbano di Cividale del Friuli.

A

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Nel documento Ai miei genitori Ai miei nonni A Massimo (pagine 21-37)