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Il software Incomedia 6.0

Nel documento Ai miei genitori Ai miei nonni A Massimo (pagine 94-102)

Parte Seconda: Il Sito Multimediale del Museo Archeologico Nazionale

II.2. Il software Incomedia 6.0

Il programma utilizzato per la creazione del CD multimediale è INCOMEDIA nella versione 6.0. Si è scelto questo software perché economico (circa 100 euro), semplice da usare, versatile e completo. La peculiarità di questo prodotto consiste nella sua struttura modulare che facilita e snellisce ulteriormente il lavoro. Pur essendo un pacchetto unico, Incomedia si compone di cinque moduli distinti, ognuno dei quali ha una funzione specifica: Incomedia Text, Show, Form, Integrator ed infine Setup Creator.

Incomedia Text permette di creare file di testo in formato *.atx in cui è possibile importare anche immagini, collegamenti ipertestuali, formule matematiche etc. Il modulo permette di importare anche file creati con Microsoft Word o con altri editor di testo salvati in formato *.rtf che poi possono essere modificati e salvati in*.atx. Oltre a testi descrittivi, Incomedia Text (fig. 76) permette di creare “finestre di testo”, cioè brevi testi esplicativi, una sorta di note, che appaiono con un click del mouse.

Incomedia Show (fig. 77) permette di creare diapositive complete di testo, immagini, animazioni, suoni che possono essere riunite in una presentazione. Il modulo permette di importare o creare immagini con estensioni varie (jpg, bmp, jif ect.), testi in movimento, bi o tridimensionali di cui è possibile impostare colore, forma, suono; si possono inoltre inserire filmati.

Fig. 77. La schermata iniziale del modulo Incomedia Show.

Incomedia Form (fig. 78) permette di creare un database completo, sia per quanto riguarda la vestizione grafica, sia per l’accesso e ricerca dei dati. L’elemento più interessante è quello relativo alla possibilità che questo modulo offre di importare tabelle da database in formato Access, che vengono poi trasformate nel formato utilizzato da Incomedia Form.

Fig. 79. La schermata iniziale di Incomedia Integrator

Fig. 78. La schermata di Incomedia Form con la possibilità di importare file mdb.

Incomedia Integrator (fig. 79) è il centro di tutto il sistema, in quanto permette di importare tutti i documenti creati con i vari moduli oltre che immagini, tabelle, video, file HTML generati con altri programmi e di integrarli tramite collegamenti.

Incomedia Setup Creator (fig. 80), infine, è preposto all’esportazione del documento creato. Il programma si presenta come un wizard, una guida che permette all’utente di esportare il progetto creato. L’esportazione può avvenire su floppy disk o su hard disk: in questo secondo caso il lavoro è pronto per essere masterizzato su cd. Setup creator permette di predisporre l’esportazione del documento completo del player Incomodi, in modo tale da permettere anche a chi non dispone del programma di visualizzare il documento e di effettuare la personalizzazione del programma di installazione del player stesso. Permette inoltre di creare cd–rom autopartenti e autoinstallanti e di proteggere il documento trasformandolo in un unico file compatto. Un documento creato con il Setup Creator di Incomedia può anche essere fruibile in internet in quanto è possibile effettuare una traduzione in linguaggio HTML.

Fig. 80. La pagina iniziale del wizard di Incomedia Setup Creator.

In fase di progettazione, il programma crea una cartella di lavoro all’interno della quale vengono inseriti il documento creato da Integrator in formato*.dmi e i singoli file importati da altre directory e i file di estensione*.ply, creati con Incomedia Show che, rappresentando file di collegamento, vengono copiati nella cartella di lavoro insieme a tutti i file ad essi collegati. Quando si esporterà il lavoro con Incomedia Setup Creator, il programma gestisce automaticamente il contenuto di cartelle e sottocartelle non esportando i file che non sono stati collegati.

Un documento multimediale creato con Incomedia presenta una struttura ad albero, in cui ogni informazione, chiamata anche nodo, è collegata alle altre: ogni nodo è identificabile con una videata

e può essere composto da varie finestre come sfondo, immagine, testo e altro. All’ interno delle finestre possono essere inseriti i collegamenti quali ad esempio pulsanti, se si agisce su una finestre “sfondo”, “immagine”, oppure “database, o ancora links ipertestuali nel caso di finestre “testo”.

Conclusioni

La città di Forum Iulii ha avuto una storia interessante attraverso vari secoli di trasformazioni, guerre, distruzioni, ricostruzioni, fino ai giorni nostri. La stratificazione archeologica varia e gli studi effettuati nel corso degli ultimi due secoli, con metodologie e finalità estremamente diverse, hanno fornito una documentazione ricca ma fortemente disomogenea. La scelta di creare un Sistema Informativo della carta archeologica, comprensiva di tutti i dati a disposizione, è nata dalla necessità di omogeneizzare e raggruppare le informazioni relative al patrimonio archeologico della città all’interno di un archivio dinamico, in cui possano coesistere informazioni anche di altra natura e provenienza, e che ne consenta il progressivo aggiornamento, le implementazioni e i collegamenti con altre banche dati (particolarmente importante è, ad esempio, l’interazione con i dati relativi alla geomorfologia).

La grande funzionalità del GIS permette di visualizzare su una stessa carta elementi di diversa tipologia appartenenti a fasi differenti della vita della città, organizzati per layers, in modo da poter osservare lo sviluppo del centro cittadino fino ai giorni nostri.

Tramite il GIS è stato possibile mettere a diretto confronto, tramite sovrapposizione, la carta di distribuzione dei resti di età romana con quella relativa all’età altomedievale, e valutare i cambiamenti intervenuti o le forme di continuità sia in stratigrafia orizzontale che verticale.

Tale confronto offre suggerimenti interessanti, come si è visto, non solo per la ricostruzione dell’assetto topografico ed urbanistico antico, ma anche per la valutazione del rischio archeologico in rapporto all’uso attuale del territorio urbano e alle modificazioni previste dalla pianificazione urbanistica.

La carta archeologica, che è alla base e al tempo stesso risultato delle elaborazioni gis, svolge una duplice funzione: da una parte rappresentare lo stato delle conoscenze storico-archeologiche (la distribuzione spaziale e temporale delle aree archeologiche già note, la loro articolazione tipologica e funzionale57), che potra essere costantemente aggiornato con i dati provenienti da nuove ricerche; dall’altra mettere a disposizione le informazioni, scientificamente corrette sia sul piano storico che su quello fisico oggettivo (qualità e quantità della stratificazione, quote, ecc.), indispensabili per la formazione di una carta del rischio archeologico, cioè una carta di previsione e della potenzialità informativa archeologica del suolo urbano.

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l’interrogazione del database offre, inoltre, informazioni sul livello culturale (cultura materiale, cultura artistica, ecc.) ed economico della città antica.

le elaborazioni effettuate con il sistema delle sezioni permette di desumere, con margini di errore abbastanza contenuti e quindi accettabili, quali settori della città possono ancora e in quale misura restituire elementi e tracce della storia urbana.

Mettere a disposizione delle istituzioni che devono governare il territorio ai fini non solo del suo uso, ma anche della sua tutela, uno strumento di conoscenza e di previsione/prevenzione è stato l’obiettivo centrale di questo lavoro, che non ha pretese di esaustività.

esso si vuole porre come tentativo sperimentale, sicuramente da perfezionare e completare, di individuare nell’ambito delle potenzialità del GIS i percorsi di fattibilità per la messa a punto di criteri e procedure che semplifichino, rendano comprensibili e concretamente utilizzabili i dati relativi al patrimonio archeologico di Cividale.

Troppo spesso i danni alla stratificazione antica di un territorio arrecati dalle opere di urbanizzazione sono stati imputati alle difficoltà di lettura e di uso (e, purtroppo, anche alla loro assenza o non conoscenza da parte degli enti preposti) delle carte archeologiche tradizionali, alla loro non completa e soprattutto non aggiornata stesura, al linguaggio troppo specialistico utilizzato nelle banche dati relative.

La messa a punto di un sistema informativo, proprio per le caratteristiche di cui si è detto, permette di superare alcuni di questi ostacoli. certamente, alla base deve esserci una raccolta sistematica, puntuale e critica delle informazioni; queste devono essere articolate secondo logiche e finalità precise all’interno del database, o meglio in una serie di database associati, che consentano l’archiviazione quanto più ampia possibile di dati di natura diversa.

in questo lavoro non state taciute le difficoltà incontrate nel reperimento di dati precisi, accertati e corretti e si è sottolineata più volte la necessità di una revisione complessiva della documentazione esistente.

Al fine di ottenere risposte utili alla definizione della carta del rischio, alla carta archeologica sono state affiancate alcune elaborazioni tridimensionali per permettere una ricostruzione e visualizzazione dell’ andamento altimetrico della città antica. con l’utilizzo parallelo delle sezioni e delle planimetrie di rischio create in arcmap, è stato possibile delineare un primo quadro di referimento delle profondità dei suoli antichi antropizzati, da intendere come elemento indiziario del possibile rischio archeologico là dove siamo in assenza di resti o in presenza solamente di dati indiretti (quali ad esempio la toponomastica, i ritrovamenti casuali e sporadici, i reimpieghi).

Il dimensionamento delle zone a rischio, la loro distribuzione orizzontale e verticale e il grado assegnato devono essere letti come proposte non definitive, da verificare sulla base di tutti gli elementi esistenti, non sempre direttamente accessibili.

Per completare il progetto, si è cercato di restituire ai reperti custoditi nel Museo Archeologico la loro originaria collocazione, utilizzando la carta archeologica creata in ArcMap. A questo scopo è stato costruito un cdrom multimediale che consente il collegamento diretto tra luogo di conservazione e luogo di ritrovamento, tramite l’uso della carta archeologica.

In sintesi riteniamo che il lavoro condotto, certamente da completare, possa costituire uno strumento realmente operativo, fornendo le informazioni necessarie per una corretta valutazione della stratificazione archeologica della città e i dati imprescindibili affinché non solo con lo strumento legislativo del vincolo ma anche attraverso gli strumenti di pianificazione urbanistica si arrivi ad un uso del territorio solidale con la tutela dei beni culturali in essi ancora presenti.

Bibliografia

Indicazioni Bibliografiche

AM = Archivio del Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli.

BMAC = Biblioteca del Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli.

Nel documento Ai miei genitori Ai miei nonni A Massimo (pagine 94-102)