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3. CAPITOLO: I risultati

3.2. I dati emersi dal focus group

Per approfondire le tematiche indagate nei questionari e i risultati emersi, il giorno 19 luglio alle ore 21 circa si è tenuto, presso la sede dell’associazione FIAB, come già specificato, il focus group. A questo hanno preso parte un moderatore e due soggetti con la funzione di fornire supporto tecnico al moderatore oltre ai 9 soggetti partecipanti, appartenenti al target di riferimento. In allegato è presente il verbatim e cioè la sbobinatura completa di quanto è stato detto durante la discussione, mentre, di seguito, verranno inserite attraverso la tecnica del «cut and paste», le frasi e i passaggi più interessanti della discussione relativi alle tematiche affrontate nel Focus Group.

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Questa tematica, approfonditamente indagata già anche nei questionari online e face-to-

face, ha preso una direzione leggermente diversa durante il focus group: non si è cercato

di capire solo il tipo di bicicletta utilizzato, ma più in particolare, l’attenzione si è spostata sul lato umano ed emotivo dei soggetti partecipanti, per capire che sensazioni ed emozioni la bici provocasse dentro di loro. Sono stati distribuiti dei fogli, all’interno dei quali i soggetti avrebbero dovuto rispondere a due domante principali: “Descrivi brevemente che tipo di ciclista ti ritieni: utilizza le prime parole che ti vengono in mente, usa pure parole semplici e spontanee” e, di seguito, “Cos’è per te la bicicletta? Quali sono le immagini che ti vengono in mente quando pensi alla tua bicicletta?”. Una volta terminato il tempo per rispondere i fogli sono stati ritirati senza alcun nominativo, per garantire quanto più possibile l’anonimato dei partecipanti.

Le risposte a queste due domande sono state analizzate attraverso il programma web WordItOut, usato proprio far emergere le parole più rilevanti.

Per quanto riguarda la prima domanda sono emersi ciclisti amatoriali, ciclisti che amano la bicicletta come mezzo per potersi svagare, per poter assaporare la natura, ma anche come mezzo per potersi spostare con comodità da un posto all’altro della città. Di seguito sono riportate una serie di frasi scritte dai partecipanti al focus:

“Mi ritengo un ciclista che ama guardare i paesaggi e più che un mezzo di trasporto, ritengo la bici un motivo di svago”;

“Mi ritengo un ciclista amatoriale, mi piace farmi distrarre dalla natura, non amo la competizione”;

“Ciclista urbano, informale, semplicità, curioso”;

“Amatoriale, appassionato, turistico, ecologista”;

Più interessanti sono le immagini che i soggetti associano alla propria bicicletta che esponiamo nella figura di seguito, creata attraverso il sito web precedentemente menzionato.

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Figura 5: Analisi WordItOut delle parole e delle immagini che i soggetti partecipanti ricollegano alla propria bicicletta

Come possiamo notare dalla figura 5, le parole principali, utilizzate con maggiore frequenza, risultano essere:

“Sudore”, “Piacevole”, “Libertà”: la bicicletta è un mezzo per tutti, col quale poter svolgere le più svariate attività, è un mezzo che sì, richiede fatica, ma che proprio per questo è così piacevole e dà a chi la utilizza un senso di svago e di soddisfazione. Muoversi in bicicletta è ciò che serve agli appassionati per respirare quella libertà tanto cercata, una libertà che può avere significati diversi da ciclista a ciclista, ma, che per essere assaporata, ha bisogno dell’uso di una cosa comune: la bicicletta.

Tema 2: L’esperienza d’acquisto

S5: Io in linea con loro nel senso che ho comprato la bici cercando un

dialogo col negoziante anche se non lo conoscevo, però, ne ho scelto uno cercando qualcuno che mi desse dei consigli, non sarei riuscita a comprarla su internet.. perché è un oggetto molto personale anche secondo me la bicicletta anche da un punto di vista psicologico la bicicletta è.. insomma te la porteresti in casa la tua bicicletta perché ti aiuta, perché è una specie di alleata no? Per realizzare delle cose belle ecc. e quindi non lo so.. anche l’acquisto è un momento caldo non è un momento freddo e distaccato, è un momento caldo dove devi entrare in contatto con altre persone che con te

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cominciano a costruire la tua bicicletta, perché ti spiegano com’è, che caratteristiche ha, allora te pian piano la fai diventare tua la scegli attraverso questi consigli, e non so per questo se riuscirei a sceglierla su internet.

S5: Voglio aggiungere una cosa! Da quando sono nella FIAB, se io dovessi

comprare una nuova bicicletta, come ora che mi si sta un po’ formando l’idea, la comprerei anche pensando che diciamo ci sia anche non dico la loro approvazione, ma come dire, che mi devono dire “sì brava ha fatto bene dovevi comprare quella.. “ , ma che io scelga una bici giusta anche in base alle cose che io ho condiviso con loro perché la bici è anche.. con la nostra associazione c’è molta condivisione di tante qualità della bicicletta quindi non si può fare un acquisto di una bici anche prescindendo dalle caratteristiche di questo gruppo che vive la bicicletta anche secondo dei valori che non sono quelli sportivi, ma sono quelli della vita quotidiana e anche un uso, un senso della bicicletta di una cosa su cui si deve andare bene, comoda, confortevole non una cosa su cui devi patire, perché se ci stai bene ci vai, se non ci stai bene non ci vai e vai in macchina.

S2: (…) quello che voglio è avere un supporto di fiducia col fornitore.. la

prendo la provo e se mi va bene la tengo.. invece se non mi va bene la riporto indietro, lui me ne da un’ altra.. e questo non posso farlo da dei negozi che vendono tonnellate di bici, ma solo da quelli con cui è possibile avere questo tipo di rapporto.. personale.. questo è il mio punto.

S6: Anche io per esempio altre volte ho comprato su internet degli accessori

(…) però la bicicletta non mi è mai venuto in mente di pormi il problema di poterla comprare su internet.. non so perché ma non l’ho mai nemmeno considerato. Forse anche perché una cosa che serve non è solo l’acquisto ma poi anche la manutenzione, cioè avere pezzi di ricambio.. avere la possibilità che la bicicletta sia sempre funzionale anche dopo averla comprata. Probabilmente ecco è il motivo principale per cui serve una rete, è indispensabile una rete sul territorio.. non puoi cioè fare tutto online come in realtà per altri versi è possibile.. nel senso per il lucchetto ecc.. per l’accessorio è più fattibile già.. per l’accessorio l’online è più appropriato.

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S9: Io anch’io penso che non comprerei una bici online via, perché è una

cosa che va toccata con mano, va provata… mentre invece gli accessori gli compro volentieri su internet anche perché si trovano a dei prezzi abbastanza vantaggiosi e per quelli sono soddisfatto e mi vanno bene così.

S1: Un rapporto così su internet non ce l’hai. Io c’ho una bici come nuova

adesso.

Il rapporto fiduciario con il rivenditore è ancora l’elemento principale che induce il ciclista a preferire l’acquisto della bicicletta presso il punto vendita fisico.

Emerge, infatti, dal focus group un concetto particolarmente importante: l’acquisto del mezzo è un momento fondamentale, durante il quale il cliente vive la sua esperienza assieme a un rivenditore o a un soggetto di fiducia che lo aiuta a costruire e a scegliere la bicicletta più adatta per lui. Anche la stessa esperienza d’acquisto, vissuta in tutti i suoi step è qualcosa che il ciclista vuole provare e vivere con piacere.

Diversa è invece l’opinione in merito agli accessori. Se per il mezzo in sé, non è particolarmente prediletto, il canale digitale ha invece un riscontro positivo per l’acquisto degli accessori, perché i prezzi e l’ampia varietà di scelta dei prodotti lo rendono molto interessante e vantaggioso.

Tema 3: SOS bici – manutenzioni e riparazioni

Prima di iniziare la discussione su questo tema, è stata proposta un’idea: un servizio telefonico di assistenza attivo 24h offerto da un rivenditore che, all’occorrenza, nel momento in cui la bicicletta con la quale si è usciti a fare un giro lontano da casa si rompe, verrebbe in soccorso.

S5: Eh via secondo me SOS, whatsapp, 24h/24 sicuramente a una donna la

fa partire più tranquilla, perché quando c’hai un po’ anche la possibilità di avere un soccorso…

S9: Io penso che potrebbe essere utile come servizio specialmente per chi

magari fa anche dei fuori strada però dovrebbe essere tipo come ha detto lui una rete dove tante persone si mettono a disposizione così..

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S7: Ecco un servizio del genere se esistesse, se fosse a disposizione sarebbe

invitante a spingersi più in là ad andare in posti meno raggiungibili così facilmente… a me personalmente per come sono fatta io ispirerebbe a prendere partire e ad andare in un posto più sperduto… un giorno magari posso dire “Ma sì dai, vado anche lì, anche se sono in mezzo al nulla perché so di essere più coperta”.

Sarebbe particolarmente apprezzato un servizio d’assistenza a livello globale, come una rete di rivenditori o di attività specializzate. Infatti, chi utilizza la bicicletta nelle vicinanze della propria casa non ha, in genere, bisogno di un’assistenza simile, perché avrebbe a disposizione qualcuno che potrebbe andare in suo aiuto. Un servizio simile al soccorso stradale ACI, invece, risulterebbe utile a chiunque, a chi, con la propria bicicletta, decide di andare in vacanza lontano da casa, a chi si allontana particolarmente durante gite o escursioni nel weekend, a chi fa cicloturismo ecc. Un servizio d’assistenza presente a livello globale e, perché no, nazionale, potrebbe essere interessante e visto con favore anche da quelle donne che, sentendosi più sicure, non rinuncerebbero più ad allontanarsi o muoversi in luoghi più sconosciuti o avventurosi.

Tema 4: Il furto di biciclette

S7: A me interesserebbe tantissimo il gps, ma non ce l’ho e diciamo che

nell’immediato risolverebbe il problema perché un ladro non è che si mette subito ad andare lì prendere e smontare la bicicletta per controllare se c’è un eventuale gps e poi nel caso toglierlo. Ecco è una cosa che comprerei subito.

S6: (…) mi pareva una cosa che uno può mettere se aveva una bicicletta che

costa 10.000 euro, mentre per una bicicletta da tutti i giorni anche da 600/1000 euro la cosa non valesse la candela ecco e il prezzo non giustifica via anche perché secondo me con un buon lucchetto e il lucchetto veloce dietro… praticamente azzera secondo me il rischio ecco (…) via probabilmente se avessi una bici così bella non la lascerei così a giro… sai è chiaro che c’è la gente che magari vede le bici belle fa gli appostamenti… ma insomma ecco se uno ha una bicicletta costosa e la usa tanto anche in

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giro allora lì potrebbe essere sensato ecco avere una cosa del genere magari, ma sennò no ecco..

S4: Sì che io sappia il limite del dispositivo è quello della durata è quello

che va ricaricato spesso. Ce ne sono di un tipo che sono quelli piccolini così sono degli aggeggini che funzionano tipo bluetooth e funzionano se ce ne sono altri a giro quindi se uno ce l’ha ma è da solo tipo perché ce ne è un altro ma magari a più di tot metri tipo 30 metri esempio è come se nemmeno ce l’avesse e comunque dicesi che hanno anche autonomie abbastanza brevi… poi quegli altri col gps magari ci stanno una settimana toh due settimane al massimo.. poi devono essere compatti ecco deve essere anche una cosa compatta per stare in una bicicletta.

S9: Deve essere anche una cosa che si può anche nascondere bene. (…) Sì,

sotto la sella che poi va beh, anche lì basta informarsi e lo sanno tutti. Infatti un altro limite è anche quello, che non lo puoi nascondere più di tanto in una bicicletta perché alla fine i posti sono quelli.

Un dispositivo specifico che sia in grado di garantire sicurezza per la propria bicicletta sarebbe apprezzato dai partecipanti, ma ci sono alcuni limiti e osservazioni da considerare. Esistono dei dispositivi gps che fungono da antifurto che però hanno un autonomia molto bassa ed è difficile nasconderli: solitamente, infatti, vengono posizionati sotto la sella e chiunque ne è a conoscenza –nel caso in cui qualcuno voglia rubare la bicicletta sa dove si trova il dispositivo e potrebbe quindi prima rimuoverlo–. Queste osservazioni possono essere utili come spunti per ulteriori ricerche, per capire come realizzare un dispositivo nuovo, unico, con maggiore autonomia e più difficilmente riconoscibile –potrebbe, per esempio, essere incorporato direttamente nel telaio della bicicletta stessa–.

Un’ulteriore osservazione sta nel rapporto costi-benefici. È vero, infatti, che non tutti coloro che possiedono una bicicletta non eccessivamente costosa, da utilizzare in città per semplici spostamenti, sono disposti a pagare un prezzo elevato per un dispositivo antifurto ad hoc, nonostante lascino spesso incustodito il proprio mezzo. Al contrario, potrebbe essere interessante per chi possiede una bicicletta di grande valore.

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Durante la discussione, all’interno della tematica del furto di biciclette, dato che tra i partecipanti era presente una persona che utilizza esclusivamente la bicicletta elettrica è emerso poi un parere generale su questa tipologia di bici.

Questa viene vista in generale con sfavore dai partecipanti al focus group e viene ritenuta più come un’alternativa rispetto al motore piuttosto che alla bici e come un mezzo utile per i più anziani o per chi in generale ha difficoltà o piccoli problemi fisici che impediscono a lungo andare l’utilizzo della bicicletta tradizionale.

Da parte dell’utilizzatrice della stessa bicicletta a pedalata assistita emerge poi un problema riscontrato in relazione all’offerta presente nel territorio: non tutti i punti vendita offrono un servizio di assistenza soddisfacente, perché questo richiede che il rivenditore –o il commerciante– abbia una serie di competenze adeguate e specializzate. Per chi utilizza la bicicletta elettrica, quindi, è necessario procedere con ricerche e informazioni per trovare un negozio o un soggetto che possa diventare il punto di riferimento dal quale recarsi per ricevere assistenza in caso di necessità.

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