L’anno 2020 è stato caratterizzato dall’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid-19 che ha fortemente condizionato l’andamento infortunistico. Tra i fattori che hanno avuto maggiore influenza sul trend vi sono: la sospensione su tutto il territorio nazionale tra il 9 marzo e parte del mese di maggio, ai fini del contenimento dell’epidemia da nuovo Coronavirus, di ogni attività produttiva considerata non essenziale, la contemporanea chiusura delle scuole e la difficoltà incontrata dalle imprese nel riprendere la produzione a pieno regime nel periodo post-lockdown.
Tra le novità avvenute in ambito lavorativo, una tra le più significative per la tutela del lavoratore è che il contagio da Coronavirus contratto sul posto di lavoro è considerato infortunio, e quindi tutelato e indennizzato dall’ Inail.
Almeno potenzialmente, infatti, tutti i lavoratori possono essere stati esposti al virus, sia durante lo svolgimento delle mansioni lavorative, che nel tragitto di andata e ritorno dal luogo di lavoro, si pensi all’utilizzo dei mezzi pubblici. Ovviamente alcune categorie hanno scontato una maggiore probabilità di esposizione al contagio, come gli operatori sanitari, ma a una condizione di elevato rischio di contagio possono essere ricondotte anche altre attività lavorative che presentano, come denominatore comune, il costante o frequente contatto con il
“pubblico” (lavoratori che operano in front-office, alla cassa, addetti alle vendite/banconisti, personale non
sanitario operante all’interno degli ospedali con mansioni tecniche, di supporto, di pulizie, operatori del trasporto infermi’).
Alla data di rilevazione del 31.12.2020 risultano pervenute all’Inail, nel periodo di accadimento gennaio-dicembre 2020, 554.340 denunce d’infortunio con una diminuzione del 13,6% rispetto alle 641.638 dell’analogo periodo del 2019. A influenzare la flessione è stato solo l’andamento registrato nei primi nove mesi del 2020 (-21,6%
rispetto all’analogo periodo del 2019), mentre nell’ultimo trimestre 2020 si registra un incremento delle denunce del 9,1%, rispetto all’analogo trimestre del 2019.
Tabella 10.1. Denunce d’infortunio per luogo di nascita dell’infortunato. Periodo Gennaio - Dicembre 2019-2020
LUOGO DI NASCITA DELL'INFORTUNATO
Gennaio- Dicembre 2019 Gennaio- Dicembre 2020
In complesso di cui esito mortale In complesso di cui esito mortale
Italia 533.462 884 457.191 1.080
Unione Europea (esclusa Italia) 24.923 61 23.810 61
Extra Unione Europea 83.250 144 73.331 129
Totale (*) 641.638 1.089 554.340 1.270
(*) il Totale comprende i casi indeterminati NOTA:
L’interpretazione del confronto tra i dati di periodo - mensili richiede cautele. I dati confrontati riguardano le denunce mensili del periodo gennaio-dicembre rilevate al 31 gennaio-dicembre di ciascun anno. Si fa presente che i dati mensili di gennaio-gennaio-dicembre 2019, differiscono da quelli presenti nei paragrafi successivi (a partire dalla tavola 3) che fanno invece riferimento all’anno 2019 con la rilevazione semestrale del 31/10/2020.
Nel numero complessivo degli infortuni mensili sono incluse anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.
Fonte: Open Data Inail, tabella con cadenza mensile. Dati provvisori rilevati al 31.12.2020
Sempre nello stesso periodo di riferimento gennaio-dicembre 2020, delle oltre 554mila denunce 1.270 hanno avuto esito mortale con un aumento del 16,6% (181 casi in più) rispetto ai 1.089 decessi dell’analogo periodo del 2019 (Fonte Open Data – tabelle con cadenza mensile).
Si precisa che i dati relativi ai monitoraggi mensili degli infortuni, sia in complesso che mortali, sono da considerarsi provvisori rispetto a quelli annuali che saranno pubblicati entro metà dell’anno 2021, in occasione della presentazione della relazione annuale Inail. Il loro confronto richiede pertanto cautele, in quanto soggetti ai tempi di trattazione delle pratiche e destinati a crescere per effetto dei tempi tecnici di protocollazione/archiviazione (in particolare per i decessi).
Nel periodo gennaio-dicembre 2020, gli infortuni verificatesi ai lavoratori stranieri sono stati 97.141 e rappresentano il 17,5% del totale; in particolare 73.331 casi hanno riguardato gli extra-comunitari, e 23.810 quelli comunitari. Poco più di 457mila i casi denunciati dai lavoratori italiani (82,5% del totale).
L’analisi circoscritta agli infortuni occorsi ai lavoratori stranieri evidenzia un calo del 10,2% (dalle 108.173 denunce del periodo gennaio-dicembre 2019 alle 97.141 dello stesso periodo del 2020); tale diminuzione è stata registrata sia per i lavoratori Extra UE (-11,9%; da poco più di 83mila a poco più di 73mila casi) e del 4,5%
per gli Ue (da oltre 24mila a oltre 23mila).
Nello stesso periodo dell’anno 2020 sono stati denunciati 190 casi con esito mortale occorsi ai lavoratori stranieri (15,0% del totale), con un calo del 7,3% rispetto al periodo dell’anno precedente: 15 i casi in meno per i
lavoratori extra-comunitari (da 144 a 129) mentre rimangono invariati quelli dei comunitari (61 in entrambi gli anni). In controtendenza, aumentano le denunce di infortunio mortale dei lavoratori italiani (da 884 a 1.080; 196 casi in più rispetto al 2019).
L’analisi infortunistica per modalità di accadimento evidenzia che, l’88,9% (86.379 casi) di quelli occorsi agli stranieri nel 2020 sono avvenuti durante l’esercizio dell’attività lavorativa, percentuale leggermente superiore rispetto a quella relativa ai lavoratori italiani (88,7%; 405.736). Nel confronto con il periodo precedente, i lavoratori Extra UE hanno registrato una diminuzione del numero di denunce per entrambe le modalità rispettivamente dell’8,9% (da 71.240 a 64.881) per gli infortuni in occasione di lavoro e del 29,6% (da 12.010 a 8.450) per quelli avvenuti in itinere, mentre per i comunitari vi è stata un lieve aumento dello 0,05% (da 21.488 a 21.498) per quelli avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa e una consistente diminuzione pari al 32,7% da 3.435 a 2.312 per quelli in itinere.
Tabella 10.2. Denunce d'infortunio per luogo di nascita dell’infortunato e modalità di accadimento. Gennaio - Dicembre 2019-2020 LUOGO DI NASCITA
DELL'INFORTUNATO Modalità di accadimento Gennaio- Dicembre 2019 Gennaio- Dicembre 2020
Italia
In occasione di lavoro 448.002 405.736
Senza mezzo di trasporto 433.655 396.092
Con mezzo di trasporto 14.347 9.644
In itinere 85.460 51.455
Senza mezzo di trasporto 32.554 19.317
Con mezzo di trasporto 52.906 32.138
Totale 533.462 457.191
Unione Europea (esclusa Italia)
In occasione di lavoro 21.488 21.498
Senza mezzo di trasporto 20.872 21.104
Con mezzo di trasporto 616 394
In itinere 3.435 2.312
Senza mezzo di trasporto 1.197 820
Con mezzo di trasporto 2.238 1.492
Totale 24.923 23.810
Extra Unione Europea
In occasione di lavoro 71.240 64.881
Senza mezzo di trasporto 69.601 63.533
Con mezzo di trasporto 1.639 1.348
In itinere 12.010 8.450
Senza mezzo di trasporto 3.963 2.876
Con mezzo di trasporto 8.047 5.574
Totale 83.250 73.331
Totale (*) 641.638 554.340
(*) il Totale comprende i casi indeterminati
Fonte: Open Data Inail, tabelle con cadenza mensile. Dati provvisori rilevati al 31.12.2020
Con riferimento ai soli dati infortunistici da Covid 19, alla data ultima di elaborazione del 31 marzo 2021, si rileva che sono state segnalate all’Inail dall’inizio dell’epidemia 165.528 denunce di infortunio sul lavoro, circa un quarto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020.
Il 69,3% dei contagi ha interessato le donne, il 30,7% gli uomini. La componente femminile supera quella
e del 45,0%) e della Calabria dove si riscontra una parità tra i generi (50%). L’età media dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per entrambi i sessi.
Le denunce hanno riguardato i lavoratori italiani per l’86,1% (poco meno di sette su dieci sono donne) mentre per il 13,9% i nati all’estero (8 su 10 donne). Per quanto riguarda i lavoratori stranieri le nazionalità più colpite sono la rumena (21,0% dei contagiati stranieri), la peruviana (13,0%), l’albanese (8,1%), la moldava (4,5%) e l’ecuadoriana (4,2%).
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale da Covid-19 pervenute all’Inail dall’inizio dell’epidemia sono 551 circa un terzo del totale decessi denunciati da gennaio 2020.
L’82,8% degli eventi mortali ha interessato gli uomini, il 17,2% le donne (al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce in cui si rileva una percentuale superiore per le donne). L’età media dei deceduti è 59 anni (57 per le donne, 59 per gli uomini). In riferimento al paese di nascita del lavoratore, il 9,6% delle denunce mortali hanno interessato gli stranieri (sette su 10 sono uomini) mentre gli italiani sono il 90,4%. Tra gli stranieri, le comunità maggiormente colpite sono la peruviana (con il 17,0% dei decessi occorsi agli stranieri), l’albanese e la rumena (11,3% per entrambe).