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La definizione e le caratteristiche distintive delle FinTech companies

83 Thompson K., U.S Consumer Financial Protection Bureau Sets Out Principles for Consumer-

2.2. I principali fattori economico-culturali driver del processo di Finance Innovation

2.3.1. La definizione e le caratteristiche distintive delle FinTech companies

Le FinTech companies, frutto del progresso tecnologico e del cambiamento nelle esigenze dei consumatori, continuano ad evolversi e diversificarsi in un contesto finanziario estremamente dinamico, per questo risulta difficile darne una definizione puntuale e completa, in cui possano essere ricomprese tutte le varianti oggi operanti. A tal proposito un buon tentativo è stato fatto dalla Financial Stability Board (FSB) che nel

giugno 2017 ha definito si le Financial Technology (FinTech) come le tecnologie che garantiscono l’innovazione (“tecnology-enabled”) dei servizi finanziari, un’innovazione che può manifestarsi sotto forma di nuovi modelli di business, applicazioni, processi e prodotti e che naturalmente comporta degli effetti diretti anche sulle modalità di erogazione di tali servizi. Le FinTech companies non hanno dato vita ad un nuovo settore, rimanendo un fenomeno interno all’industria dei servizi finanziari, laddove con la sua forza disruptive sta mettendo in discussione i business model adottati dagli operatori tradizionali137. Dato che ancora non esiste una definizione univoca e standardizzata di FinTech, appare opportuno innanzitutto distinguerle dalle imprese del settore tecnologico (technology companies, o Tech) che, progettando tecnologie funzionali alle attività finanziarie138, non si pongono come competitori degli intermediari, ma anzi possono supportarli nella loro evoluzione tecnologico-operativa. Un particolare tipo di Tech companies che merita di essere citato sono le cosiddette RechTech (Regulation Technology), provider di tecnologie (soprattutto Information Technology - IT) progettate per rendere più efficienti e automatizzare le attività di regolamentazione, monitoring, reporting, financial risk management e compliance dei legislatori internazionali. Le imprese finanziarie sono sempre più vulnerabili a frodi, cyber attacks e altri rischi legati all’operatività online, il cui monitoraggio diventa, quindi, essenziale per evitare perdite ingenti. La centralità di queste tematiche ha spinto un numero crescente di aziende Tech a offrire soluzioni volte proprio a aiutarle nella gestione di tali problematiche. La londinese Ravelin, attraverso i suoi modelli di machine learning139, riesce ad individuare preventivamente le frodi (ad esempio, Ravelin); la canadese Trulioo con una sola Application Programming Interface (API) può verificare l’identità di 4,5 miliardi di persone provenienti da più di 60 paesi, aiutando così gli istituti finanziari ad essere compliant alle discipline di identificazione Anti-Money Laundering (AML) e Know Your Customer (KYC).

Appare, quindi, la netta differenza sussistente tra FinTech e TechFin: se per le prime le digital technologies sono solo uno strumento, un input, impiegato per realizzare o erogare

137 FSB, Financial Stability Implications from FinTech, in www.fsb.org/wp-content/uploads/R270617.pdf,

27 giugno 2017.

138 Il numero più rilevante di partnership sono state siglate per supportare gli operatori finanziari nei

processi di gestione dei dati, di identificazione e autentificazione degli account holders, e per lo sviluppo delle tecnologie blockchain. 


139 Si tratta di una disciplina rientrante nel ramo dell’all’intelligenza artificiale, focalizzata sullo sviluppo

il servizio all’user, per le seconde, invece, rappresentano l’output dell’attività. Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito ad un fenomeno se vogliamo parallelo allo sviluppo del FinTech, conseguente alla scelta delle Big del settore tecnologico e distributivo (e- commerce) di diversificare la propria attività, proprio attraverso l’offerta di servizi finanziari digitalizzati ai propri user. Tali imprese, denominate dalla dottrina TechFin, hanno considerato questo specifico ramo del settore finanziario (in particolare, quello inerente i servizi di pagamento) un contesto strategico in cui andare ad investire l’ingente mole di liquidità accumulata grazie al proprio non financial core business. Fautori del GAFA success, come abbiamo già avuto modo di anticipare, sono stati senz’altro fattori quali la brand reputation e la user loyalty, sui quali hanno potuto far leva soprattutto nella fase iniziare, di penetrazione del financial system: hanno progettato servizi finanziari capaci di rispondere ad esigenze ancora inespresse dai consumer, sfruttando sapientemente il grande bagaglio di informazioni raccolte dalla clientela del proprio core business. Rappresentano, quindi, una minaccia temibile sia per le FinTech, soprattutto se ancora in fase di start-up, sia per gli intermediari finanziari tradizionali140.

Numerose FinTech, tuttavia, sono riuscite a conquistare quote di mercato relativamente ampie, diversificando sempre più il proprio business, attraverso l’ampliando sia dei propri ambiti di posizionamento operativo, sia della gamma di servizi offerti: il progresso tecnologico e digitale ha fatto sì che si allontanassero sempre più dal fenomeno di nicchia che inizialmente le aveva viste rivolgersi in via esclusiva al segmento dei servizi di pagamento. Per soddisfare le esigenze di una base di clientela crescente (banking and non banking retail consumers, PMI, investitori individuali e istituzionali, ecc), hanno sviluppato forme alternative di lending, di promozione degli investimenti, di asset management e di consulenza; alternative proprio perché frutto dell’applicazione in ambito finanziario di innovazioni tecnologiche sempre più all’avanguardia, quali, ad esempio, le API, la blockchain, gli smart contracts141, i robot advisor, l’intelligenza artificiale e le machine learning. Assumendo questo atteggiamento, le FinTech sono diventate promotrici di un graduale processo di modularizzazione del settore dei servizi finanziari (un sistema sempre più complesso), oggi suddivisibile in una molteplicità di

140 European Banking Institute, From FinTech to TechFin: The Regulatory Challenges of Data-Driven

Finance, EBI Working Paper Series, n°6, in

www.smefinanceforum.org/sites/default/files/post/files/SSRN-id2959925.pdf, 25 aprile 2017.

141 Si tratta di un protocollo applicabile ai computer che permette l’esecuzione automatizzata di determinate

sotto-segmenti interconnessi (moduli), prima non esistenti o non rilevanti dal momento che a ricoprire lo status di unici provider erano gli istituti finanziari tradizionali. La strada intrapresa dalle FinTech appare strategica in un contesto finanziario, come quello attuale, in cui l’ambito dei pagamenti digitale appare sempre più saturo (soprattutto a causa della preponderanza delle Big del Tech) e un vantaggio competitivo resiliente si può raggiungere soltanto attraverso la diversificazione: è necessario puntare sulla capacità di costruire un’offerta che sia innovativa, ma anche specializzata e personalizzata sulla base del target di clientela scelto.

Per quanto sia difficile delineare una tassonomia precisa di un settore che appare così dinamico e in continua evoluzione, sotto la spinta della digital disruption, è possibile classificare i modelli di business basati sull’impiego delle financial technologies in quattro grandi macro-aree, caratterizzate, tuttavia, da confini non ben definiti:

1) Attività inerenti la raccolta di risorse finanziarie: in questa classe sono ricomprese le attività di equity based financing e debt financing, finalizzate a favorire l’attivita di funding attraverso la raccolta rispettivamente di capitale di rischio e di debito. Si tratta di un settore che si rivolge soprattutto al mercato B-to-B, e in particolare alle PMI che hanno maggior difficoltà a raccogliere risorse in un momento storico, come quello attuale, caratterizzato ancora dal fenomeno del credit crunch (riduzione dei prestiti erogati) da parte degli istituti di credito tradizionali. Le piattaforme online gestite dalle FinTech assumono, quindi, un ruolo cruciale nell’attività di funding delle imprese. Anche le TechFin vedono nell’attività di finanziamento un’area strategica in cui investire gli ingenti guadagni dei loro core business. Dal 2011 Amazon ha lanciato l’iniziativa Amazon Lending, volta a concedere prestiti a breve termine a piccole e micro imprese, selezionate tra quelle che vendono sul suo sito di e-commerce. Avendo già un rapporto col venditore e disponendo, quindi, di molte informazioni sulla sua solidità patrimoniale, sa valutare in modo approfondito il suo merito creditizio prima di concederle il prestito: l’analisi dei Big Data assume, quindi, un ruolo importante anche nei processi di valutazione della capacità di un soggetto di ottemperare ai propri impegni finanziari. L’entità delle risorse destinate (nel 2017 la quota complessivamente prestata si attestava 3 miliardi di dollari) rende evidente quanto Amazon abbia le potenzialità di diventare il principale

interlocutore finanziario delle PMI, sostituendo gradualmente le banche142. Un’altra leader nell’attività di funding alternativo al canale bancario è Alibaba che, tramite il suo fondo monetario Yu’e Bao143, ha emesso prestiti per 96 miliardi di dollari in cinque anni. Si tratta comunque di un settore in cui si mostrano attive anche le FinTech, nate proprio con fine di offrire servizi di lending alternativi e convenienti. Ad esempio, la londinese Iwoca, offre dal 2012 prestiti a breve termine, alle piccole imprese che operano in UK, Polonia e Germania, tramite una piattaforma di prestito automatizzata; per valutare le aziende da affidare rielabora i dati raccolti da eBay, Amazon, PayPal, Sage Pay, conti bancari aziendali e altre piattaforme online e offline, tramite vari modelli di machine learning. Ha finanziato 15.000 imprese diverse, erogando un ammontare di risorse pari a 350 milioni di sterline alla fine del 2017144. Funding Circle, una delle più grandi piattaforme di crowdfunding del Regno Unito, è stata la prima ad utilizzare il processo di peer-to-peer lending nell’attività di funding delle imprese inglesi e ora opera in UK, USA, Germania, Spagna e Olanda. Si è stimato che dal 2010 (anno della sua costituzione) al 2016, ha favorito il trasferimento di oltre 3,4 miliardi di sterline da 79,231 investitori verso 35,623 PMI145. Grazie alla sua piattaforma gli investitori possono prestare direttamente denaro alle PMI, senza l’intermediazione da parte degli istituti finanziari tradizionali. La mancata previsione di garanzie volte a proteggere i prestatori contro il rischio di insolvenza delle impresa debitrici, comporta, però, dei benefici in termini di tassi di interesse. Il creditore percepisce un tasso più alto rispetto a quello proposto dagli intermediari tradizionali, mentre il debitore paga un tasso più basso rispetto ai normali tassi applicati al credito al consumo. Ciò è possibile anche grazie alla netta riduzione dei costi di intermediazione: Funding Circle ha costi operativi molto più bassi rispetto alle banche, non occupandosi della gestione del prestito (dopo l’erogazione fra i peers si crea un rapporto diretto) e offrendo servizi

142 MilanoFinanza, Amazon sfida le banche e presta 3 mld $ alle PMI,

in https://www.milanofinanza.it/news/amazon-sfida-le-banche-e-presta-3-mld-alle-pmi- 201706081510515239, 8 giugno 2017.

143 Si tratta del fondo più grande del mondo secondo il Wall Street Journal: dalla sua costituzione nel 2013

ha accumulato 211 miliardi di dollari da 370 milioni di clienti. Per approfondire la tematica si consulti: Wall Street Journal, Meet the Earth’s Largest Money-Market Fund, in https://www.wsj.com/articles/how- an-alibaba-spinoff-created-the-worlds-largest-money-market-fund-1505295000, 13 settembre 2017.

144 Euromoney, Iwoca’s growth shows SME hunger for credit as banks withdraw, in https://www.euromoney.com/article/b17c1cfty3pffn/iwocas-growth-shows-sme-hunger-for-credit-as- banks-withdraw, 16 marzo 2018.

principalmente automatizzati. Per quantificare il merito creditizio delle imprese richiedenti, attribuisce loro un rating, sulla base del quale viene definito il pricing del prestito. Il rischio a carico dei lenders viene diversificato dal momento che alla costituzione della somma da erogare ad una singola PMI partecipano più prestatori. Inizialmente per contribuire ad un prestito erogato tramite la piattaforma di Funding Circle, i prestatori dovevano partecipare ad un asta al ribasso; dal 2015, invece, tutti possono parteciparvi se accettano il tasso di interesse definito dallo stesso ente di social lending, sulla base del rischio e della durata del prestito146.

2) Attività e servizi di investimento: includono le attività di trading, di gestione dei portafogli e di consulenza finanziaria, sempre più rivoluzionate dall’evoluzione digitale. Infatti, grazie ai robot advisors i consumatori possono oggi gestire i propri risparmi ed effettuare investimenti in modo alternativo ed economico, collegandosi semplicemente a internet. I consulenti automatizzati sono l’esempio emblematico di come l’intelligenza artificiale possa essere applicata strategicamente alla finanza: nella pratica, raccolgono, con un questionario online, informazioni sulla situazione finanziaria dei clienti (compresa la propensione al rischio) e sui loro obiettivi di investimento, le elaborano sulla base di specifici algoritmi e, infine, le utilizzano per consigliare o investire automaticamente i loro asset. In tal modo, incoraggiano gli investimenti, anche da parte di chi non ha tempo a sufficienza per ampliare le proprie conoscenze finanziarie per fare investimenti in modo ponderato e consapevole. Molte FinTech stanno, inoltre, lanciando soluzioni multipiattaforma di personal finance, volte a rispondere alle difficoltà che oggi i consumatori incontrano nel risparmiare e nel pianificare le proprie spese: a tal riguardo, stanno acquisendo un ruolo fondamentale nella prestazione di tali servizi i cosiddetti “chatbots”, software capaci di simulare in una chat i comportamenti umani tipici di una conversazione. In ambito finanziario, sono stati progettati per rispondere a diversi quesiti sulla situazione patrimoniale degli user al fine sviluppare piani di risparmio personalizzati per i loro investimenti futuri. Inoltre, attraverso il monitoraggio costante del mercato, possono ricercare la tariffa più vantaggiosa per le spese che quotidianamente i consumatori devono sostenere. Riescono, quindi, ad istaurare un vero e proprio

dialogo interattivo e intelligente, che da la possibilità di tracciare interessi, preferenze e gusti dei consumatori147. Tuttavia, pur trattandosi di un sotto-

segmento con grandi potenzialità di sviluppo, al momento prevale ancora nei consumatori una certa dipendenza dal contatto umano, soprattutto nelle operazioni più complesse che prevedono la movimentazione di somme di denaro consistenti.

3) Servizi di pagamento: come abbiamo già avuto modo di approfondire, si tratta di una categoria molto ampia che spazia dal m-payments, al money trasfers, dai servizi di pagamento P2P a tutti i servizi accessori, connessi all’esecuzione di una transazione, quali quelli prestati da AISP e PISP.

4) Servizi assicurativi: la specificità di tale categoria è evidenziata dal fatto che si usi il termine InsurTech, per distinguere le FinTech che utilizzano le innovative technologies per rendere più efficiente il tradizionale modello di business del settore assicurativo. Per conquistare un vantaggio competitivo e differenziarsi dalle Big companies, puntano sull’offerta di prodotti assicurativi personalizzati, con un pricing più vantaggioso, anch’esso definito su misura sulla base di un’approfondita data anylisis: il premio assicurativo non è standardizzato, ma stabilito a seconda dello specifico profilo di rischio del soggetto richiedente la polizza, individuato grazie al monitoraggio approfondito dei suoi comportamenti e delle sue abitudini, reso possibile grazie ai progressi tecnologici (un esempio, sono le informazioni raccolte tramite gli activity trackers). Anche in tale ambito, si ricorre all’artificial intelligence soprattutto per la predisposizione di servizi accessori, volti ad integrare la copertura assicurativa e a migliorare, quindi, la costumer esperience. Stanno raccogliendo grande successo, soprattutto fra i più giovani, le InsurTech che offrono polizze assicurative “All-in-One” ossia politiche assicurative a 360 gradi, flessibili e progettate in modo specifico sulla base dei dettagli, forniti dal consumatore, su auto, casa, famiglia, viaggi, animali domestici o qualsiasi altra aspetto voglia assicurare: confrontano le offerte presenti sul mercato e valutano quali siano quelle più convenienti ed adeguate allo specifico profilo di rischio del cliente148. Le InsurTech hanno trovato terreno

147 Softfobia, Cosa sono i Chatbot e come funzionano: applicazioni per aziende ed e-Commerce, in http://www.softfobia.com/news/mobile/13/cosa-sono-i-chatbot-come-funzionano-intelligenza-artificiale- marketing, 12 marzo 2018.

fertile soprattutto in Germania, uno dei 5 principali mercati assicurativi al mondo149. Clark rappresenta un esempio lampante del successo raccolto da questi new player in tale contesto. L’InsurTech, con sede a Berlino, ha già raccolto 45 milioni di dollari da diversi fondi di investimento che hanno visto nel suo modello di business innovativo grandi potenzialità di crescita: con i suoi 100.000 utenti attivi, può già essere considerata una delle maggiori InsurTech in Europa. Può, inoltre, contare su partnership strategiche siglate con molteplici banche tedesche e incubents. Il suo successo nasce dal lancio nel 2015 di una app che offre online servizi di brokeraggio assicurativo attraverso un cosiddetto “insurance robot advisor”, un vero e proprio consulente assicurativo automatizzato che analizza attraverso algoritmi avanzati il portafoglio assicurativo attuale dell’utente, per poi proporgli automaticamente modi per migliorare la sua copertura, stipulando nuove polizze o migliorando le condizioni associate a quelle già contratte. I suoi servizi possono essere considerati “All-in-One”, comprendo l'intera gamma di prodotti assicurativi (vita, salute, proprietà, ecc..). Le sue principali fonti di guadagno sono le spese di gestione e di amministrazione pagate dalle compagnie assicurative che partecipano alla sua piattaforma, nonché le commissioni che trattiene sui nuovi contratti di cui agevola la conclusione: si pone, quindi, come una sorta di mediatore fra le società assicurative e i consumatori, con netti vantaggi per tutti i soggetti coinvolti150.

Anche le Tech possono essere classificate sulla base delle specifiche esigenze a cui le tecnologie che progettano danno una risposta; possiamo, infatti, distinguere: tecnologie per la gestione e l’analisi dei Big Data, tecnologie Blockchain e Distributed Ledger Technology (DLT)151; tecnologie volte ad assicurare security, compliance e protezione dei dati personali; tecnologie funzionali ai regulators (RegTech); tecnologie strumentali all’ambito assicurativo; tecnologie che comparano ed aggregano servizi finanziari152. La modulazione nel mercato finanziario ha potenzialità di ampliamento rilevanti se consideriamo che il progresso tecnologico e digitale è destinato a continuare il suo

http://www.insuranceup.it/it/opinioni/ecco-le-migliori-10-tendenze-2018-per-il-mondo- insurtech_1847.htm, 9 gennaio 2018.

149 In media, i tedeschi detengono 6,5 polizze e pagano premi annuali di quasi 2.500 euro, quindi, si tratta

di un mercato sicuramente redditizio per le InsurTech.

150 TechCrunch.com, German insurance ‘robo-advisor’ Clark scores $29 million Series B, in

https://techcrunch.com/2018/04/24/clark-robo-advisor/, 24 aprile 2018.

151 Tali tecnologie offrono grandi vantaggi nell’ambito della Cyber Security, favorendo l’incremento dei

percorso potenzialmente all’infinito. Questo, di conseguenza, farà crescere il numero di operatori e il grado di concorrenza, portando ad una radicale trasformazione del processo di intermediazione finanziaria tradizionale, che obbligava il consumer a rivolgersi in via esclusiva agli intermediari per soddisfare le proprie esigenze finanziarie.

2.3.2. La diffusione internazionale del fenomeno

In tutto il mondo sono oltre 9.700 le imprese attive nel FinTech, di cui soltanto 1.500 hanno sede in Europa (un’alta concentrazione si registra a Londra). La già citata indagine di EY del 2017153, ha evidenziato una crescita notevole della percentuale media di consumatori, digitalmente attivi a livello globale, che usufruiscono di servizi finanziari offerti da FinTech: in soli due anni, tra il 2015 e il 2017, si è passati dal 16% al 33%154. Se si prende come riferimento la Rogers’Innovation Adoption Curve155, si può dire che il FinTech a raggiunto una tappa fondamentale del suo processo di sviluppo dal momento che i suoi servizi vengono ormai adottati dalla prima maggioranza (la c.d. “early majority”) della popolazione mondiale.

Figura 18: Progressiva adozione dei servizi FinTech su scala globale

Source: EY, EY FinTech adoption index 2017, op. cit.

A guidare il processo di adozione dei servizi FinTech sono senz’altro i Paesi emergenti: in Cina, India, Brasile, Messico e Sud Africa la percentuale media di adozione raggiunta

153 EY, EY FinTech adoption index 2017, op. cit.

154 Si stima che tale percentuale globale raggiungerà una quota pari al 52%, spinta soprattutto dalla crescita

esponenziale dell’adozione dei servizi FinTech in Sud Africa, Messico e Singapore.

155 L’autore Everett M. Rogers, nella sua opera “Diffusion of innovation” ha distinto 5 diverse categorie di

innovation adopters (ordinate dai più proattivi ai più passivi): brave pioneers, che cercano le idee più nuove

sul mercato; early adopters, che agiscono come opinion leader per la popolazione più ampia; early

majority, che sono disposti a cambiare più velocemente della media; late majority, che, pur essendo più

scettici della media, sono disposti a usare un'innovazione se molti l'hanno adottata; ritardatari, riluttanti a rinunciare alle modalità tradizionali finché non è assolutamente necessario.

è pari al 46%, rispetto ad un 28% medio registrato negli altri 15 mercati considerati. Il maggior successo delle FinTech in queste specifiche aree geografiche è una diretta conseguenza della mancanza di una infrastruttura finanziaria tradizionale capace di rispondere ad una domanda di servizi finanziari che aumenta, spinta dalla rapida espansione della classe media e dalla generale crescita dell’economia che stanno vivendo. Il gruppo bancario internazionale Citibank156 ha stimato il numero di canali bancari