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1.3 Definizione del nazionalismo catalano

Dopo aver esposto rapidamente le linee guida della storia del nazionalismo e degli eventi storici più significativi per la comunità catalana, cercheremo ora di individuare le caratteristiche principali del “sentirsi catalano”.

Innanzitutto, c’è da sottolineare il fatto che il concetto di nazionalismo è da considerarsi strettamente legato a quello di territorio. La combinazione tra questi due elementi genera l’immaginazione del territorio nazionale (la madrepatria) sul quale si diffonde l’identità nazionale.34

34 R.J. Johnston, D.B. Knight, E. Kofman, Nationalist Ideology and Territory, Croom Helm, London

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Identificarsi con un territorio nazionale implica identificarsi, insieme ad altri individui, con una cultura, una storia e una lingua comune, insomma si devono seguire le linee guida culturali tracciate dai nazionalisti. Nella ricerca – invenzione dell’ancestrale glorioso passato, unico per quel determinato territorio, si ricorre alla scelta di simboli che evocano regnanti passati, battaglie combattute dagli eroi nazionali o eventi cruciali per la Nazione.

Per quanto concerne la classificazione del nazionalismo catalano, esistono due correnti di pensiero contrastanti tra esse.

Esiste un’ala dei nazionalisti catalani che, pur accettando la nascita dei Nazionalismi durante il periodo Romantico, individua tale fenomeno come un risveglio da un sonno durato secoli, se non addirittura millenni. Tale corrente di pensiero, però, evidenzia l’imbarazzante dicotomia tra il moderno concetto di nazione (XIX secolo) e l’ancestrale nascita della Catalogna (897). In altre parole, si cade nella trappola di confondere la storia del territorio con quella della nazione.35

Vi è un’altra visione, più moderna, la quale fa coincidere la nascita della nazione catalana (e della Catalogna) con lo sviluppo della borghesia industriale nella regione. Con l’inizio della Renaixença sorge l’idea secondo cui esiste una differenza nazionale catalana all’interno dello stato spagnolo. Tale pensiero fu proprio della nascente borghesia industriale, la quale, cosciente delle differenze tra la struttura più liberale della società catalana ed il resto della Spagna, si rende portavoce di una differenza anche “nazionale”.36

Durante la seconda metà dell’Ottocento si afferma il mito della Catalogna rurale quale custode degli antichi valori autoctoni e non contaminata dall’influenza straniera. È interessante considerare come

35 J. Etherington, Nationalism, National Identity and Territory. The Case of Catalonia, Universitat

Autònoma de Barcelona, Bellaterra 2003, p. 137.

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mai la borghesia industriale e urbana si renda promotrice della valorizzazione della Catalogna interna e prettamente agricola. Il paradosso è dovuto alla necessità di trovare un elemento di coesione in una società caratterizzata da conflitti di classe. Come spiega Josep-Maria Fradera37, la costruzione della cultura nazionale catalana si rese necessaria per sopperire alla fragilità politica e sociale della borghesia industriale, la quale adottò questo nuovo nazionalismo per tutelare i propri interessi economici.

Dunque il nazionalismo catalano si sviluppa parallelamente all’industrializzazione e alla crescita della borghesia. Esso nasce con la funzione di integrare tutte le classi sociali (in maniera speciale quelle più basse) e quindi come strumento politico di coesione all’interno della regione. Fradera ammette quindi la natura recente del nazionalismo catalano, ripudiando le origini ancestrali del suo popolo. In ogni caso egli afferma che il nazionalismo che si costruì nel corso del XIX secolo non fu un manufatto di tipo artificiale creato dalla borghesia. Piuttosto questa fece leva sul fatto che gran parte della società che abitava la Catalogna era catalana di nascita e parlava in catalano, anche se esistevano molte varianti all’interno del territorio. Dunque la borghesia non fece altro che manipolare secondo i propri interessi le classi popolari, facendo leva proprio sull’essere catalano, quindi diverso dallo spagnolo, adoperando un nuovo tipo di nazionalismo.38

Ecco quindi spiegato il paradosso per cui la recente e urbana borghesia esaltava la parte rurale della società catalana. D’altra parte, la borghesia catalana non trovava nello Stato spagnolo un tutore dei propri interessi, né nel risolvere i conflitti di classe, né come promotore di uno sviluppo economico. La Spagna era uno Stato la cui economia era basata

37 Si fa riferimento al testo di Josep-Maria Fradera, La Cultura Nacional en una Societat Dividida,

Barcelona, Curial, 1992.

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sulla grande proprietà terriera e sul commercio, mentre la borghesia catalana spingeva per un impulso allo sviluppo industriale. La borghesia industriale catalana che aspirava alla conquista del mercato spagnolo, in un primo momento concepiva la Spagna come una nazione, quanto meno dal punto di vista economico. Tuttavia il progresso industriale catalano non accompagnato da un parallelo sviluppo nel resto della Penisola fu forse il fattore determinante della nascita del sentimento nazionalista catalano.

La dinamicità catalana trovò diversi tipi di concretizzazione usando come strumento il nuovo nazionalismo. Testimoni di tale sviluppo, prioritario rispetto al resto della Spagna, furono la forte crescita della produzione agricola, un tessuto industriale che andò formandosi dalla seconda metà dell’Ottocento e che nel corso del secolo scorso attirò un gran numero di operai provenienti dal resto della Penisola, e altri primati, quali la prima linea ferroviaria di Spagna.39

L’esaltazione della campagna catalana si era resa necessaria per il consolidamento dell’immaginario comune e quale essenza della nazione. A tale paesaggio ameno si contrapponeva Barcellona, decaduta dall’antico splendore di città gotica e dei conti, divenuta ad inizio XX secolo città sovraffollata dal nuovo proletariato industriale.

Altro aspetto caratterizzante della dinamicità sociale catalana sono i dati relativi all’immigrazione, soprattutto di abitanti del resto della Penisola (prima) e di latino americani (nell’ultimo ventennio). In entrambi i casi trattasi di hispanohablantes, che, come abbiamo accennato prima, tendono a servirsi dello spagnolo come lingua veicolare. Questo aspetto è il motivo principale per cui solitamente si distingue tra le “due Catalogne”. Esiste una Catalogna urbanizzata,

39 La linea ferroviaria tra Barcellona e Matarò fu inaugurata nel 1848. Essa fu finanziata attraverso

investimenti privati (non statali) e si rese necessaria per rendere più efficaci i trasporti tra la capitale della regione e la sede principale dell’industria tessile.

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quella della Barcellona cosmopolita, nella quale l’elevatissima quantità di stranieri contribuisce alla conservazione dello spagnolo quale lingua d’utilizzo principale. Dall’altra parte c’è la Catalogna rurale, quella che secondo Jordi Pujol40 rappresenta la Catalogna vera e che ha conservato i valori culturali originari.

Ulteriore ruolo cardine nel processo di consolidamento della coscienza nazionale è svolto dalla geografia. Più nello specifico le mappe effettuano l’importante funzione di presentare quotidianamente i confini nazionali, rafforzando l’immaginario collettivo. In Catalogna è possibile visualizzare frequentemente la mappa della regione attraverso il meteo. Personalmente, ho trovato alquanto curioso il fatto che, nel presentare le temperature delle varie località catalane, apparisse anche quella della città sarda di Alghero. Il canale televisivo nazionale (sempre dal punto di vista catalano) TV3 descrive le condizioni meteorologiche in un primo momento della regione, successivamente addirittura riferendosi ai Països Catalans.41

La mappa della Catalogna resta dunque il simbolo di unità nazionale più presente nella vita quotidiana. Non è comunque l’unico; vi sono altri elementi geografici entrati a far parte dell’immaginario nazionale. Non solo: la costante presenza della bandiera con le quattro strisce rosse verticali, i nomi delle vie e delle piazze, la visualizzazione

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Jordi Pujol i Soley è stato eletto presidente della Generalitat per 6 mandati (23 anni), dal 1980 al 2003. Uomo di spicco della vita politica catalana, è stato leader del Partito Convergència Democràtica

de Catalunya (CDC), della coalizione Convergència i Unió ed è stato promotore della ricostruzione

catalana.

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delle mappe attraverso i mezzi di comunicazione e le pubblicità, la pubblicazione di libri sulla Catalogna o in catalano, i musei, le poesie, le canzoni e l’insegnamento scolastico della lingua sono elementi che hanno facilitato il processo di consolidamento nazionale.

Ovviamente, tale processo di ricostruzione nazionale e di ricerca della propria identità cresce negli ultimi anni di dittatura, fino a divenire argomento di dibattito quotidiano all’alba del ritorno alla democrazia.

Uno dei primi argomenti di dibattito, nel 1975, fu la pretesa di riconoscimento ufficiale della lingua propria in quanto raggiungimento di un riconoscimento nazionale. La questione linguistica resta tutt’oggi un tema di attualità e di dibattito pubblico.