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GESTIONE UNICA

3.3 Normativa di riferimento: la serie ISO 1

3.4.1 Definizione dell'obiettivo e del campo di applicazione

È la fase iniziale in cui si definisce l'impostazione di uno studio LCA, si descrive il sistema oggetto dello studio e si determinano le categorie di dati da reperire, le assunzioni ed i limiti. Questa fase è cruciale per il successo dell'analisi, in quanto corrisponde alla pianificazione iniziale del lavoro, infatti, l’elaborazione di uno studio LCA può richiedere un consumo elevato di tempo e di risorse, e tali aspetti devono essere considerati preliminarmente.

Carmen Bovi Pagina 105  Obiettivo dello studio

Nell’obiettivo dello studio sono presenti le motivazioni che hanno portato ad eseguire lo studio, le applicazioni previste e i destinatari, cioè gli utilizzatori interni o esterni dei risultati ottenuti. È necessario fare in modo che gli obiettivi vengano definiti sempre in relazione alle effettive possibilità di realizzazione delle opzioni di miglioramento.

Campo di applicazione dello studio

Il campo di applicazione deve essere definito al fine di assicurare che l'ampiezza, la profondità e il dettaglio dello studio siano compatibili con l'obiettivo stabilito e idoneo a conseguirlo. Va inoltre individuata l'estensione minima dell'analisi in grado di fornire un'adeguata considerazione degli aspetti sistemici del problema. Nella sua redazione si considerano:

- funzioni del sistema: rappresentano le caratteristiche di performance di un sistema; - unità funzionale: è l'unità di riferimento per quantificare le funzioni di un sistema, ad

essa è associato un flusso di riferimento che rappresenta, infatti, la quantità di prodotto necessaria per soddisfare la funzione dell’unità funzionale. Il flusso di riferimento viene usato per i calcoli dei flussi in uscita e in entrata di materiale ed energia da e verso il sistema.

L’unità funzionale è l’elemento su cui impostare l'analisi ed il confronto tra studi LCA alternativi e il suo scopo principale è quindi quello di fornire un riferimento ai flussi in entrata e in uscita, la sua scelta è arbitraria ma deve essere misurabile e chiaramente esplicitata. Particolare attenzione va posta sui sistemi multi-funzionali, dove accanto ai prodotti principali esistono anche alcuni sottoprodotti, in cui uno dei due svolge una funzione non contemplata dall'unità funzionale;

- confini iniziali del sistema: descrivono il sistema in esame, definendone i processi e le operazioni e individuando gli input e output da prendere in considerazione; è utile la loro rappresentazione attraverso dei diagrammi di flusso, che consentono di delineare i limiti dell’analisi. La scelta dei confini del sistema è un'operazione soggettiva che spesso si basa sulla disponibilità dei dati e/o sulla loro attendibilità e chiarezza. Definire i confini dell’analisi significa indicare le fasi del ciclo di vita incluse e quelle escluse. Il tipo di approccio può essere: “dalla culla alla tomba”, cioè lo studio comprende tutte le fasi del ciclo di vita; “dalla culla alla culla”, cioè lo studio comprende anche la rivalorizzazione del prodotto a fine vita attraverso il recupero di energia e di materiali, nell'ottica di diminuire progressivamente la quantità di rifiuti da inviare allo smaltimento in discarica; “dalla culla al cancello”, cioè lo studio inizia con l'approvvigionamento delle materie prime e delle fonti di energia e si conclude con l'immissione del prodotto finito sul mercato, escludendo quindi la fase di utilizzo dello stesso; “dal cancello al cancello”, cioè lo studio analizza unicamente la realtà aziendale, quindi comprende tutte le fasi di fabbricazione e assemblaggio del prodotto. Lo studio prevede un approccio iterativo, in cui è sempre possibile modificare le scelte fatte durante le fasi precedenti dell’analisi. È dunque possibile considerare i confini

Carmen Bovi Pagina 106 individuati in questa prima fase dello studio come “confini iniziali” del sistema, che potrebbero essere aggiornati andando avanti.

- Qualità dei dati: la tipologia e la qualità dei dati richiesti per un LCA dipendono dagli obiettivi dello studio; questi, infatti, possono essere raccolti direttamente negli impianti che rientrano nei confini del sistema, oppure possono essere desunti da banche dati o provenire dalla letteratura. Le macrocategorie in cui si suddividono i dati sono: energia, prodotti e materiali ausiliari, emissioni in aria, acqua e suolo e altri parametri ambientali. In pratica, tutte le categorie di dati possono comprendere un misto di dati misurati, calcolati o stimati. I dati possono essere classificati in dati primari, cioè tutti quei dati raccolti sul campo, che hanno un miglior grado di specificità ma non sempre un miglior grado di rappresentatività, ciò dipende dagli obiettivi, e in dati secondari, cioè quelli che sono stati reperiti da banche dati o da studi precedentemente svolti, oppure dalla letteratura. Normalmente questi dati riguardano la produzione di materiali e/o prodotti utilizzati nei processi considerati, nonché le operazioni di trasporto. Un altro modo di procedere alla classificazione dei dati consiste nel distinguere i dati specifici, cioè le informazioni riferite ai processi e/o i materiali effettivamente impiegati e inclusi nei confini del sistema (possono essere sia primari che secondari), dai dati generici, cioè le informazioni riferite ai materiali e/o i processi analoghi o sostitutivi di quelli inclusi nei confini del sistema (anche questi possono essere sia primari che secondari).

I requisiti di qualità dei dati sono definiti in funzione degli obiettivi generali dello studio e del relativo campo di applicazione, e sono definiti in base alla copertura temporale (l'età massima dei dati ed il periodo di raccolta minimo), alla copertura geografica (l'area geografica di provenienza delle informazioni) e alla copertura tecnologica (il mix tecnologico da considerare nello studio).

Per assicurare l'attendibilità e la trasparenza dei dati, le norme ISO prevedono il rispetto di requisiti aggiuntivi quali la precisione, la completezza, la coerenza e la riproducibilità.