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4. Emozioni e menzogna

4.1 Definizione di emozione

La difficoltà di studiare le emozioni è data dall’ambiguità dell’utilizzo dei termini e quindi dal fatto che non viene ritenuto affidabile il racconto personale di quello che uno prova. Più nello specifico, si ritiene che una persona può riferire di provare tristezza ed un’altra rabbia pur essendo nella stessa situazione e noi non possiamo essere sicuri del grado di introspezione di queste persone. Basando quindi sul linguaggio la definizione dell’emozione, gli studi in questo campo possono essere molto difficili. Come si può intuire, anche definire cos’è un’emozione non è un compito semplice. Proveremo in questo paragrafo a passare in rassegna alcune delle definizioni degli autori più conosciuti nel campo delle emozioni che Robert Plutchik (1996) riporta nel suo libro “Psicologia e biologia delle emozioni”.

William James (1884) riferisce “la mia teoria è che i cambiamenti corporei seguono

direttamente la percezione del fatto eccitante e che la nostra sensazione degli stessi cambiamenti man mano che si verificano, sia l’emozione”. Secondo James vengono

prima le modificazioni fisiologiche e la sensazione dell’emozione è diretta conseguenza dell’interpretazione che l’individuo dà a queste modifiche. Egli ritiene quindi che “non piangiamo perché siamo tristi, ma siamo tristi perché piangiamo”.

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John Watson, uno dei padri del comportamentismo, in un articolo del 1924 definì l’emozione come “una reazione strutturata ereditaria che implica profonde

modificazioni in tutti i meccanismi corporei ma in particolare nei sistemi viscerali e ghiandolari”. Ecco che, in questa definizione, si cambia prospettiva aggiungendo due

concetti molto importanti ossia l’ereditarietà delle emozioni e che diverse emozioni provocano diverse modificazioni in tutto il corpo.

Successivamente, nel 1929 Walter Cannon afferma “la qualità peculiare

dell’emozione si aggiunge alla semplice sensazione quando vengono stimolati i processi talamici” stimolando ricercatori e scienziati ad interessarsi allo studio del

cervello e a come le sue funzioni sono in grado di influenzare il processo emotivo di un individuo.

Nel 1963 un neurofisiologo, Paul MacLean, studiando le scimmie scoiattolo giunse alla conclusione che “le sensazioni emozionali guidano il nostro comportamento con

riferimento ai due principi vitali fondamentali, l’autoconservazione e la conservazione della specie”. Con questa definizione si sottolinea l’importanza delle

emozioni per la sopravvivenza della specie, concetto già elaborato da Darwin nel lontano 1872 nel suo primo libro “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”.

Un’altra definizione arriva da John Bowlby che definisce le emozioni come “fasi di

una valutazione intuitiva, da parte dell’individuo, o dei propri stati orgasmici e impulsi all’azione o della sequenza delle situazioni ambientali in cui si trova (...) Nello stesso tempo, poiché in genere sono accompagnate da particolari espressioni facciali, posture corporee e movimenti incipienti, in genere le emozioni forniscono informazioni importanti a chi gli sta vicino”. In questa definizione si introducono

molti concetti nuovi e in particolare si sottolinea come le emozioni siano visibili da modifiche del comportamento non verbale. Nel 1975 arriva la definizione di Richard Lazarus “L’emozione è un disturbo complesso, con tre componenti principali: affetto

soggettivo, modificazioni fisiologiche associate a forme specie-specifiche e a un’azione adattiva, impulsi all’azione con qualità tanto strumentali che espressive”.

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In questo senso l’emozione viene vista come qualcosa di complesso, necessaria però per adattarsi alle richieste dell’ambiente.

Nico Frijda (1986) vede l’emozione come “la tendenza a stabilire, mantenere o

interrompere una relazione con l’ambiente. L’emozione si potrebbe definire come una modificazione della prontezza all’azione in risposta a situazioni di emergenza o a interruzioni”. In questa definizione vediamo che l’emozione viene vista come una

reazione ad una emergenza, quasi con una connotazione negativa. Diversa è invece la definizione di Andrew Ortony (1988) che riconosce all’emozione la possibilità di essere positiva o negativa a seconda della situazione in cui essa è vissuta. Egli infatti dice “le emozioni sono reazioni, a valenza positiva o negativa, a eventi, agenti o

oggetti, la cui particolare natura è determinata dal modo in cui viene costruita la situazione elicitante”.

Una delle cose importanti è differenziare l’emozione da altri concetti che spesso vengono assimilati o addirittura usati come sinonimi. Cosa non è un’emozione? Non è un’emozione lo stato d’animo e il sentimento.

Uno stato d’animo o umore ha una bassa intensità e una durata lunga ed è caratterizzato dall’emozione che proviamo più spesso nell’arco di una giornata o in uno specifico periodo di tempo, proprio per questo motivo, lo stato d’animo si collega ai tratti di personalità. Se una persona è estroversa, ad esempio, proverà l’emozione della gioia più spesso di una persona introversa e questo determinerà uno stato d’animo prevalentemente positivo. Con questo non significa che una persona estroversa è sempre felice, ovviamente, ma pone l’attenzione su come i tratti della personalità possano definire il modo con cui leggiamo le situazioni.

Il sentimento è un fenomeno stabile e duraturo ma a differenza dello stato d’animo esso è indirizzato verso qualcosa o qualcuno di ben definito. Il sentimento è collegato alla consapevolezza del proprio stato affettivo.

Osservando tutte le definizioni possiamo a grandi linee estrapolare i concetti più importanti che elenchiamo di seguito. Le emozioni:

producono cambiamenti corporei;

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provocano delle reazioni fisiologiche evidenti come l’aumento del battito cardiaco;

guidano il nostro comportamento;

sono necessarie alla conservazione della specie;

sono visibili sul volto e sul corpo;

hanno un’interpretazione cognitiva soggettiva;

possono essere positive o negative in base alla situazione

A livello scientifico non si è ancora giunti ad una definizione condivisa di emozione, in questo paragrafo, abbiamo sottolineato alcuni dei passaggi per riuscire ad evidenziare le caratteristiche più presenti e importanti.