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5. La memoria e la menzogna

5.1 Come funziona la memoria

La memoria è un processo con cui si codificano, immagazzinano e recuperano le informazioni; è la capacità di conservare nel tempo le informazioni apprese e di recuperarle quando servono. Quando immagazziniamo una nuova esperienza si creano dei nuovi circuiti cerebrali; la memoria quindi è un processo attivo e dinamico in continua modificazione. Per memorizzare utilizziamo tre processi che vengono chiamati anche stadi della memoria (Fig. 5.1): codifica, immagazzinamento e recupero. La fase di codifica si riferisce a come una nuova informazione viene introdotta all’interno della memoria, è una fase molto importante in quanto la profondità della codifica determina la forza della traccia in memoria. La fase dell’immagazzinamento consiste nella registrazione permanente della traccia in memoria. Per effettuare ciò esistono diverse strategie come la reiterazione e quindi ripetere sottovoce l’informazione finché è il momento di utilizzarla oppure la rielaborazione. Quando rielaboriamo un’informazione è più facile che essa rimanga in memoria più a lungo rispetto a quando semplicemente utilizziamo la reiterazione. In questa fase possono avvenire trasformazioni importanti delle informazioni e una delle

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principali cause di queste alterazioni è l’interferenza. L’interferenza può essere di due tipi: retroattiva, se un’informazione appresa in un secondo tempo interferisce con un ricordo precedente o proattiva, se un’informazione appresa in precedenza interferisce con il recupero di un materiale appreso successivamente. La fase di recupero permette di ritrovare e riutilizzare informazioni che avevamo immagazzinato in memoria. Il fatto però che un’informazione sia presente in memoria non significa che sia sempre recuperabile. Alcuni studi infatti hanno dimostrato che la probabilità che un evento sia recuperato dipende dal grado di corrispondenza o coincidenza fra il modo in cui l’evento è stato codificato e il modo in cui sarà recuperato, questo è quello che viene chiamato principio di specificità della codifica (Tulving e Thomson, 1973). Altri studi hanno verificato che ad essere importante è anche la corrispondenza nelle sensazioni, pensieri e associazioni mentali avute durante la codifica e il recupero (Eich, 1989, 1995). Il recupero può essere favorito dalla presenza di un tono dell’umore uguale o dalla presenza del medesimo contesto o ambiente del momento della codifica (Eich, Macaulay e Ryan, 1994).

Figura 5.1

La memoria è composta da diversi sistemi e la distinzione più conosciuta è tra memoria a breve termine (MBT) che mantiene in memoria le informazioni per poco tempo e

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memoria a lungo termine (MLT) che immagazzina le informazioni per lungo tempo. Atkinson e Shiffrin (1968) elaborano una teoria che ipotizza l’esistenza di tre magazzini di memoria (Fig. 5.2): la memoria sensoriale, la memoria a breve termine e la memoria a lungo termine. L’esistenza della memoria sensoriale o registro sensoriale viene confermata da Sperling (1960) che attraverso un suo studio riesce a dimostrare che l’inserimento di uno stimolo uditivo migliora la performance del ricordo. Questo magazzino sensoriale è composto dalla memoria ecoica e quindi sonora e dalla memoria iconica e quindi visiva. Sono sistemi di memoria visiva e uditiva a brevissimo termine distinti dai sistemi di memoria a breve termine. La memoria a breve termine conserva le informazioni per circa mezzo minuto ed ha una capacità limitata. La teoria del numero magico di Miller (1956) dice che senza reiterazione è possibile tenere in memoria un numero che va da 7 ± 2 e quindi da cinque a nove elementi. Quando attuiamo tecniche di reiterazione, integrazione e organizzazione possiamo far passare le informazioni dalla memoria a breve termine alla memoria a lungo termine.

Figura 5.2

La memoria a lungo termine (MLT) è quel magazzino dove depositiamo le nozioni che poi dovremo ricordare anche fra molto tempo. La distinzione che fanno Atkinson e Shiffrin è principalmente di tipo temporale e quindi se l’informazione viene tenuta

Stimolo ambientale • Visivo • Acustico • Aptico Registro sensoriale • Processi di controllo • Reiterazione • Codifica • Decisione • Strategia di recupero Magazzino a breve termine (MBT) • Magazzino permanente di memoria Magazzino a lungo termine (MLT)

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per poco tempo in memoria il magazzino è quello a breve termine mentre se viene tenuta più a lungo si tratta della memoria a lungo termine. In realtà si è visto che questa divisione non è precisissima perché non tiene conto di altre variabili della memoria come ad esempio il sistema coinvolto nel ricordo. Baddeley (1990) inserisce il concetto di memoria di lavoro (MDL) che interpreta come un sistema per l’immagazzinamento temporaneo ma anche per l’elaborazione delle informazioni. Nel modello di Baddeley (Fig. 5.3) c’è un sistema esecutivo centrale che controlla i sistemi sottostanti ed ha il compito di selezionare ed elaborare le informazioni. I sistemi sottostanti sono tre: il loop articolatorio, il taccuino visuo-spaziale e il buffer episodico. Il loop articolatorio è suddiviso a sua volta in altre due sotto-componenti ossia il magazzino fonologico che mantiene l’informazione linguistica e il processo di controllo articolatorio che è coinvolto nei processi di linguaggio interno. Il taccuino visuo-spaziale elabora ed immagazzina informazioni visive grazie alla componente visiva e quelle spaziali grazie alla componente spaziale. Infine, il buffer episodico si occupa di collegare informazioni nuove con quelle provenienti da altri sistemi e anche dalla memoria a lungo termine.

Figura 5.3 Sistema Esecutivo Centrale Loop Articolatorio Magazzino Fonologico Processo di Controllo Articolatorio Taccuino Visuo-spaziale Componente Visiva Componente Spaziale Bufer Episodico

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Tulving e Thomson (1973) lavorano sul concetto di memoria a lungo termine dividendola in tre differenti sistemi (fig. 5.4): memoria episodica, memoria semantica e memoria procedurale. La memoria episodica immagazzina informazioni riguardanti gli eventi della vita, la memoria semantica immagazzina informazioni sulle conoscenze generali che non hanno riferimenti spaziali e temporali, infine, la memoria procedurale riguarda l’apprendimento di abilità motorie. Come vediamo nella figura 5.4 vengono inserite la memoria esplicita o dichiarativa e la memoria implicita o non dichiarativa. Questa distinzione viene fatta in quanto, a volte, le informazioni che immagazziniamo sono apprese volontariamente e consapevolmente (memoria esplicita) mentre altre volte involontariamente (memoria implicita). Nelle sottocategorie della memoria implicita troviamo la memoria procedurale di cui abbiamo parlato precedentemente, l’apprendimento associativo che si basa sull’associare stimolo e risposta ed uno degli esempi è il condizionamento classico e l’apprendimento non associativo che consiste nell’apprendere qualcosa dopo un’esposizione ripetuta ad uno stimolo; l’assuefazione, ossia quando ci abituiamo ad uno stimolo come ad un odore, è un esempio di apprendimento non associativo. Figura 5.4 Memoria a Lungo Termine (MLT) Memoria Esplicita o Dichiarativa Episodica Semantica Memoria Implicita o Non Dichiarativa Procedurale Apprendimento Associativo Apprendimento Non Associativo

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La nostra memoria non è una fotocopia perfetta della realtà ma è soggetta a molte distorsioni e modifiche. Il tempo passa e le modificazioni che si possono presentare sono di vario tipo: quantitative ossia una modifica del numero di informazioni oppure qualitative e quindi una modifica del contenuto delle informazioni. La teoria del deterioramento indica che con il tempo, il materiale depositato viene perduto; la teoria dell’interferenza invece sostiene che noi apprendiamo continuamente e che i ricordi si sovrappongono modificandosi; infine, la teoria della rimozione si basa sul concetto che attuiamo un’operazione automatica con cui releghiamo nell’inconscio pensieri ed esperienze negative. Ogni processo descritto in questo paragrafo può essere passibile di interventi interni ed esterni in grado di trasformare le nostre percezioni e i nostri ricordi. Nel prossimo paragrafo delineeremo quali sono gli errori più comuni che fa la nostra memoria.