In questo capitolo si intendono delineare le idee fondamentali atte a caratterizzare il modello di “Embedding esonerante” come modello che possa offrire una cornice entro la quale collocare i fenomeni pi`u problematici emergenti nell’interazione tra gli individui e gli apparati della tecnica. Nel modello si cerca di mettere in relazione il concetto di “immersione” –come condizione entro la quale gli individui percepi-scono la presenza della tecnologia e dei suoi artefatti ed interagipercepi-scono con essa– con l’idea di esonero inteso nella sua generalit`a come meccanismo di allontanamento dell’individuo dal proprio essere.
3.1. Embedding 3. Definizione e caratteristiche del modello
3.1 Embedding
Allo scopo di precisare l’idea di immersione e le conseguenze relative al concet-to di frontiera necessarie a giustificare l’indebolimenconcet-to tra alcune dicoconcet-tomie classi-che espresse da coppie di concetti quali, ad esempio, interiorit`a/esteriorit`a, indivi-duo/mondo, naturale/artificiale, pubblico/privato, solo per citarne alcune, `e possi-bile prendere in considerazione la schematizzazione riportata in figura relativa ad un sistema di conoscenze complesso in cui ciascuna area di conoscenza si atteggia, con il proprio linguaggio specifico, come vero e proprio modello culturale:
frontiera
Figura 3.1: Sistema complesso
Ciascuna delle circonferenze rappresenta uno specifico ambito disciplinare o di conoscenze caratterizzato da uno specifico linguaggio e da uno specifico stile comu-nicativo. I diversi ambiti contengono delle aree comuni che tendono a convergere in zone che permettono di definire i saperi di frontiera; questi saperi sono caratteriz-zati dalla convergenza di modelli, contenuti e da linguaggi e modalit`a comunicative affini.
Il problema che ci si `e posti si esprime domandandosi se questo tipo di schematiz-zazione possa avere a che fare o meno con l’idea attuale di comunicazione garantita da una forte presenza di dispositivi ed apparati che ne consentono una realizzazione fortemente diversificata e tuttavia convergente in termini di dispositivi e linguaggi. In particolare, le realizzazioni di ogni singolo individuo generate da una grande di-sponibilit`a di strumenti offerti dall’apparato della tecnica non conoscono, come in passato, una limitazione in termini di linguaggi e di accesso alle informazioni e per questo motivo si dispongono, almeno potenzialmente, lungo una sorta di
trasver-3. Definizione e caratteristiche del modello 3.1. Embedding
salit`a generalizzata, sia in termini di contenuti, sia in termini di scelta ed uso di particolari linguaggi.
Il concetto e la prassi di trasversalit`a sottintendono quello di comunicazione tra le diverse discipline e, implicitamente, il concetto di frontiera intesa come linea ideale di separazione tra ambiti di conoscenza diversi.
Ci si pu`o domandare, allora, come avvenga tale comunicazione, se si tratti di una comunicazione di metodo e quali siano i suoi contenuti: il concetto di comu-nicazione multimediale che nella situazione considerata pu`o rappresentare la sintesi di ci`o che ad ogni singolo individuo viene offerto in termini di accesso alle informa-zioni, di produzione e condivisione (nella accezione di compresenza di diversi mezzi, stili e modalit`a di comunicazione) potrebbe essere correlato in questo ambito, pi`u che rispetto alle “nuove tecnologie”, all’idea di compresenza di codici intrinseca al presupposto stesso del comunicare.
La comunicazione multimediale `e o si dispone ad essere la concretizzazione mate-riale della cultura di frontiera che oggi si sta manifestando (oppure `e gi`a) il modello culturale dominante; in particolare, chi non controlla oppure non possiede mezzi di comunicazione multimediale non viene necessariamente collocato esternamente al modello, ma `e semplicemente pi`u debole perch´e non `e in grado di comunicare in modo trasversale rispetto al proprio modello culturale di appartenenza.
Nella fase di elaborazione del concetto di frontiera, `e stato preso in considera-zione il processo di moralizzaconsidera-zione dello spazio cos`ı come descritto in (Lotman e Uspenskij, 1975b,a) che ha lo scopo di delimitare il modello culturale fornendo cri-teri ed apparati stabili atti a decidere ci`o che appartiene ad un determinato modello culturale e ci`o che invece ne `e estraneo. Si `e rilevato come, nel caso speciale del-la comunicazione multimediale declinata come modalit`a comunicativa propria dei saperi di frontiera, essa sfugga a questo processo di moralizzazione dello spazio fuo-ri e dentro il modello, perch´e essa non affefuo-risce ad uno specifico modello entro il quale `e stata costruita un’interpretazione moralizzata dello spazio circostante. La comunicazione multimediale e il suo spazio di realizzazione indeboliscono pertanto le frontiere tra gli ambiti ed i contesti e questo indebolimento si manifesta in termini di progressivo abbattimento delle differenze e della stessa capacit`a nel percepirle.
Queste considerazioni hanno potuto giustificare una delle caratteristiche pi`u evi-denti legate all’idea diffusa sulla multimedialit`a: essa si manifesta come modalit`a di comunicazione entro la quale i soggetti percepiscono un senso molto forte di libert`a ed elasticit`a nella costruzione della comunicazione. Una libert`a di cui spesso si per-cepiscono gli effetti peggiori ed esoneranti: dal caos comunicativo al disorientamento ed alla perdita di contatto con il contenuto della comunicazione; dalla comunicazione che trasforma i concetti in puri atti formali fine a se stessi in una sorta di cacofonia stilistica non sempre o non del tutto giustificata da scelte consapevoli, alla ricchezza espressiva ed alla scelta funzionale del codice generalmente associata ad un livello di competenza tecnologica molto elevato seppur circoscritto. Quest’ultima eventualit`a,
3.1. Embedding 3. Definizione e caratteristiche del modello
sebbene attualmente irrealizzabile, vista la vastit`a delle conoscenze necessarie per circoscrivere anche la sola idea di competenza in termini tecnici, ossia la condizione individuale di competenza tecnica, si potrebbe interpretare come una precondizione necessaria alla declinazione del concetto di sostenibilit`a in ambito comunicativo oltre che tecnico.
Tuttavia, pi`u di frequente, spesso ci si affanna nel raccogliere strumenti e mezzi di comunicazione spinti dall’ansia di non potersi esprimere in modo appropriato o creativo, salvo realizzare, una volta terminata la fase di raccolta ed organizzazione dei mezzi di espressione, che non ci sono reali contenuti da esprimere. Questo tipo di atteggiamento fondato su una continua tensione all’adeguamento dell’individuo rispetto agli strumenti dell’apparato tecnico nel quale risulta immerso, si manifesta in diversi contesti e permette di affermare ed ipotizzare il fatto che l’immersione negli apparati tecnici e la conseguente mancanza di percezione di un “limite” in termini di realizzazione della comunicazione, indebolisce le frontiere strutturali degli ambiti di conoscenza, ma solo in termini di rappresentazione. L’azione della tecnica sulla conoscenza manifesta, in tal senso, una duplice natura: da un lato offre un sistema di rappresentazioni potenzialmente illimitato e favorisce realizzazioni sempre pi`u aderenti alle esigenze comunicative degli individui, ma nello stesso tempo sposta l’asse dell’interesse sugli strumenti trascurando gli aspetti connessi con il contenuto della comunicazione. Sar`a possibile in seguito precisare questa idea, una volta poste le necessarie premesse per una sua completa giustificazione.
Assumendo l’idea secondo la quale la comunicazione multimediale si costituisce come lo stile comunicativo proprio dei saperi di frontiera, `e possibile individuare il concetto di frontiera sotteso all’interno del paradigma della Betweeness, come paradigma di riferimento (Albarea, 2008, 2006; Albarea e Paolone, 2007).
Questa analisi conduce ad una riformulazione del concetto stesso di frontiera e di sapere di frontiera ed alla conseguente possibile estensione del paradigma della Betweeness attraverso il modello offerto dall’Embedding, come sua forma in qualche modo degradata dall’azione esonerante delle tecnologie.
`
E allora possibile passare dall’idea di una complessa rete di frontiere, cos`ı come sembra si possa interpretare all’interno della cornice della Betweeness in cui da un qualsiasi punto di frontiera `e possibile individuare zone di un certo modello cul-turale M ed anche del suo complementare ¯M come illustrato nella Figura 3.2, ad una concezione in cui la frontiera `e costituita da un complesso sistema di punti che potremmo definire di “accumulazione” (Figura 3.3). In questo secondo caso, consi-derato un punto qualsiasi della frontiera, nelle sue vicinanze `e possibile individuare zone afferenti a tutti i modelli culturali. Questa interpretazione estesa e allo stesso tempo “sfumata” del concetto di Betweeness, inteso come condizione esistenziale in cui il soggetto si trova a condividere situazioni e costruzioni antinomiche (Albarea, 2006), trova una sua evoluzione in un alternativo paradigma che potrebbe essere indicato con il termine di Embedding, inteso come condizione esistenziale in cui il
3. Definizione e caratteristiche del modello 3.1. Embedding
frontiera
M
M
Figura 3.2: Frontiera semplice
punto sulla frontiera
frontiera
Figura 3.3: Punti di “accumulazione” sulla frontiera
soggetto si trova immerso in una condizione di condivisione simultanea di modelli non necessariamente complementari o antinomici (Contini, 2002).
La condizione espressa dal modello dell’Embedding, a differenza di quella pro-pria dell’idea di Betweeness, `e caratterizzata dal fatto in base al quale l’individuo si esonera dalla percezione di una differenza, di una reale frontiera come nella si-tuazione tipica di una schematizzazione di tipo antinomico, in quanto `e immerso in una moltitudine complessa di frammenti sui quali non ha alcun potere se non quello di adattarsi attraverso impliciti e spesso inconsapevoli meccanismi di ibrida-zione. La mancanza di consapevolezza `e sistematicamente generata dalla necessit`a da parte dell’individuo di “tenersi aggiornato”, ossia adeguato rispetto all’apparato della tecnica che lo accoglie: la condizione di immersione dell’individuo nell’appa-rato tecnico produce nell’individuo una progressiva sostituzione delle sue abilit`a in termini di analisi e comprensione da parte di dispositivi ed apparati che allontanano dagli oneri di un’accesso diretto alla realt`a e alla sua problematicit`a. L’immerso non pu`o percepire la sospensione antinomica espressa nel modello della Betweeness in quanto tende a riconoscere sempre di meno le tracce delle frontiere tra diversi
3.1. Embedding 3. Definizione e caratteristiche del modello
ambiti di contenuto e di senso e i sistemi discorsivi. Lo spazio realmente abitato dall’individuo “interattivo e digitale” dell’epoca attuale `e ci`o che rimane del com-plesso delle linee di frontiera, dopo l’azione di indebolimento operata dall’apparato tecnico: quest’ultimo, produce al suo interno una forte tensione alla trasversalit`a, ma si tratta di una tensione perfettamente strumentale che involve solamente i siste-mi linguistico-simbolici e di rappresentazione, ma non quelli semantici. In sostanza, le frontiere non sfumano concretizzandosi in apparati figurali, metaforici o di sintesi, ma in spazi entro cui far convergere il maggior numero di linguaggi e strumenti al fine di comunicare un mondo pi`u comodo e abitabile.
Nel paradigma della Betweeness l’individuo conduce un’esperienza di accesso al contenuto mediante la conoscenza di una situazione antinomica derivante dalla realizzazione di un complesso di differenze che trovano la loro realizzazione nel-l’opposizione di opportune parole-concetto (Albarea e Zoletto, 2006, pp. 165-174); l’individuazione delle parole concetto rappresenta un’azione di scelta e di responsa-bilit`a oltre che di riconoscimento e di testimonianza. Queste opposizioni e la loro stessa espressione sono l’esito di un’azione diretta dell’individuo sulla struttura e sul contenuto della sua comprensione e per questo motivo sfuggono alla logica stru-mentale necessaria all’apparato tecnico per la propria sopravvivenza e per il proprio dominio.
Il paradigma offerto dall’idea di Embedding potrebbe essere la manifestazione di ci`o che, spesso, `e stato indicato come il principale rischio della complessit`a, ossia una sorta di annegamento provocato dalla percezione di una realt`a troppo articolata per poter essere intrapresa; conseguentemente, coerentemente con quanto richiesto dalla logica strumentale degli apparati tecnici, l’individuo abita, come unico spazio abi-tabile, un sistema “aperto” alle riduzioni qualitative e quantitative potenzialmente raggiungibili dall’azione discorsiva di costruzione e ri-costruzione della tecnica sulla realt`a.
Nel modello interpretativo dell’Embedding, associato ad un concetto di frontiera sfumata, caratterizzandosi come un modello in cui si prevede la convergenza simul-tanea di modelli diversi i quali interagiscono comunicando attraverso procedimenti di natura multimediale, hanno particolare rilevanza i concetti di flusso e di rete e i concetti di locale e globale. Questi ultimi, tenendo in considerazione la caratteristica peculiare della frontiera cos`ı come elaborata nel modello, sfumano l’uno nell’altro. I sistemi attuali e, in particolare, la Rete possono essere visti come spazi di flus-si indifferenziati entro cui l’azione dell’individuo flus-si riduce alla sola partecipazione strumentale, ossia alla condivisione con gli altri della propria “funzionalit`a” tecni-ca. Molto spesso, la comunicazione all’interno degli apparati tecnici come la Rete, assume la forma di una comunicazione tra flussi piuttosto che la forma di un’in-terazione tra soggettivit`a discorsive; si tratta di una comunicazione dove, di fatto, le soggettivit`a, condividendo la sola comune condizione di cittadinanza strumenta-le, perseguono in continuazione il comune bisogno di emersione. Paradossalmente,
3. Definizione e caratteristiche del modello 3.1. Embedding
per`o, la continua ricerca di riconoscimento attraverso consumi simulati e condivi-si, avviene grazie a quegli stessi strumenti che impediscono la piena realizzazione di tale bisogno, essendo predisposti con il solo scopo di perpetuare l’illusione di li-bert`a intesa come libero ed incondizionato accesso alla comunicazione, ma non al suo contenuto.
L’individuo, pensato inizialmente, ossia nei sistemi pre-tecnologici, come punto di convergenza, raccoglie intorno a s´e i frammenti di una pluralit`a ingestibile di elementi provenienti dai pi`u disparati modelli culturali; la totalit`a di questi fram-menti costituisce un vero e proprio ambiente nel quale l’individuo si trova ad essere immerso ed entro il quale il concetto di prossimit`a risulta completamente sfuma-to. L’effetto della ingestibilit`a delle informazioni in termini di frammentazione e di successione temporale produce lo sgretolamento dell’individuo dando luogo ad un processo di frammentazione sfumata: l’individuo abita nell’ambiente della tecnica e nella Rete un punto di frontiera sfumata e rarefatta in cui convergono con una pressione spesso insostenibile una grande quantit`a di frammenti, di discorsi inter-rotti, di conoscenze parziali sulle quali `e inoltre praticamente impossibile stabilire l’attendibilit`a. Il processo di frammentazione sembra essere una precondizione per il trattamento tecnico di qualsiasi informazione in quanto aderisce alla generale im-postazione “macchinale” dell’apparato tecnico: le macchine ed i dispositivi, infatti, incarnano frammenti di logiche localizzate ed indirizzate su fini ben specifici e non prevedono la possibilit`a di salti di livello tipici dell’intelligenza dell’uomo. In questa prospettiva, l’idea di immersione pu`o essere caratterizzata nei termini di una sorta di annegamento dell’individuo in uno spazio riempito da una pluralit`a indistinta di frammenti monocognitivi che non possono essere connessi se non attraverso l’ela-borazione da parte di nuovi e moderni dispositivi che non sono ancora o forse mai disponibili all’interno dell’apparato. Condividendo con gli altri la propria posizione di funzionario dell’apparato tecnico, ciascun individuo aderisce, come ente indistinto rispetto a tutti gli altri individui e rispetto ai dispositivi della tecnica, ad un regime incompleto nel senso g¨odeliano del termine; l’individuo perde progressivamente le sue capacit`a metacognitive in quanto ridotto allo stesso livello di un qualsiasi dispo-sitivo tecnico, il quale incorpora solo un frammento di un progetto globale che non `e in grado di recepire e percepire.
La frontiera sfumata accoglie, come suo elemento caratterizzante, la convergenza dei linguaggi e degli strumenti e, pertanto, `e multimediale per sua stessa costituzione: in essa si produce il meccanismo dell’esonero perch´e l’individuo si limita a gestire la molteplicit`a di strumenti e linguaggi a disposizione senza tentare di ricomporre i frammenti che gli appaiono come il frutto di un processo sostanzialmente irreversibile e si limita alla sola raccolta e memorizzazione delle informazioni, “risolvendo” in questo modo il proprio processo di apprendimento e di interazione.
3.2. Esonero 3. Definizione e caratteristiche del modello
3.2 Esonero
In questa sezione si intendono offrire le prime indicazioni utili alla definizione del concetto di esonero e di meccanismo esonerante. Si tratta di un meccanismo che pu`o assumere diverse forme e modalit`a; tuttavia, tutte queste forme presentano un tratto comune significativo nel contesto della definizione del modello che in questa tesi si `e cercato di sviluppare. Il tratto comune si materializza in un complesso e dinamico sistema di parziale o integrale sostituzione di comportamenti e pratiche per effetto della sola presenza o dell’uso della tecnologia e dei suoi artefatti. Nel caso specifico del modello si `e cercato di rintracciare questo genere di meccanismi associandoli a delle precise pratiche connesse con l’apparato della tecnica.
In prima analisi, i tratti atti a definire i concetti di esonero e di meccanismo esonerante possono essere individuati in un complesso di idee in grado di precisarne il significato e che verranno illustrate nel corso del capitolo successivo; prendendo come accezione di partenza quella generale introdotta da Gehlen (Gehlen, 1983, 1984) in termini di esonero, inteso quale esito di un meccanismo di selezione operato da un individuo in conseguenza di una scelta tra diverse opzioni disponibili, si sono cercate nuove definizioni operative del concetto attraverso l’analisi di alcune caratteristiche fondamentali della tecnica e dei suoi apparati. Nel corso dell’analisi sono emerse ulteriori specificazioni del concetto nei termini di
• un meccanismo di rimozione e riduzione;
• un meccanismo di passaggio in latenza in base al quale l’individuo permette all’apparato di “prendere il suo posto” nell’illusione di venire sollevato da un onere;
• un meccanismo di rimozione della complessit`a nell’elaborazione della comu-nicazione e della conoscenza nei termini di un adeguamento alle potenzialit`a espressive offerte da dispositivi resi disponibili negli apparati, con conseguente “messa in fase” delle esigenze comunicative ed espressive dell’individuo con il processo di continuo aggiornamento degli apparati tecnici;
• rimozione della phronesis (“il dovere di dire come stanno veramente le cose”) • tendenza alla rimozione delle pratiche di costruzione e di testimonianza a favore
di quelle di adattamento passivo
A ciascuna delle rimozioni indicate corrispondono delle sostituzioni nei com-portamenti e nell’attivazione di determinate abilitazioni cognitive. Partendo dalla considerazione generale secondo la quale tutti i tipi di “protesi” sono esoneranti, dal linguaggio all’idea stessa di cultura, si `e potuto pervenire all’individuazione del meccanismo dell’esonero nelle odierne pratiche d’uso e di fruizione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.