• Non ci sono risultati.

3. Come intervenire sul costruito esistente?

3.2.3. Demolizione selettiva

L’ultima tipologia di demolizione, secondo la normativa UNI 10914, è rappresentata dalla demolizione selettiva. Questa consiste nello smontaggio dell’edificio,finalizzatoalrecuperodeisuoimaterialiecomponenti.

La demolizione selettiva comporta, però, dei costi aggiuntivi rispetto alle tecnologiedidemolizionetradizionali,stimaticircadal10%al20%.L’incremento del costo dell’intervento e l’effettiva possibilità di recupero di materiali e componenti è resa maggiormente complessa a causa del fatto che al momento della costruzione per la maggior parte degli edifici, ed in particolare per quelli oggetto della ricerca, non è stata effettuata nessuna riflessione progettuale in relazionealleprospettivedidismissione.Ciòcomplicanotevolmenteilprocessodi demolizioneselettiva:

When recycling isn't considered early in the design process there are significant barriers to even the simplest reclamation of material. Primarily thisisbecauseitishardtoseparatematerialsfromoneanother;thebetter materialsarebondedtogether,thebetterforthearchitect,becausehemust guarantee that the building will not fall apart. But the better the building materialsarebondedtogether,thehardertheyaretorecycle92.

A tale tipologia possono essere correlate le recenti sperimentazioni progettuali finalizzatealriciclodell’esistente.  90 JOFFROYP.,op.cit.,1999,p.21. 91 GIEBELERG.,op.cit.,2009,p.14. 92 SOBEKW.,ArchitectureIsn’tHeretoStayTowardaReversibilityofConstruction,inRUBYI.&A., 2010,p.37.

Ilimitidellariqualificazioneedilizia

 152

In tali interventi, infatti, l’esistente, viene visto come fonte di materie prime – seconde, che può fornire i materiali e il luogo della “nuova” architettura: edifici cheversanospessoincondizionitalidanonmeritarelapuraconservazionemadi cuipossonoessereriutilizzatielementi,comesuperficiestrutturepergarantirela creazione di spazi adeguati alle nuove esigenze senza consumo ulteriore di risorse.

Come esempi di tali proposte si possono considerare i numerosi spunti proveniente da alcune esposizioni risalenti agli ultimi anni che estendono il concetto diricicloancheall’edificato.Nell’esposizioneorganizzataa Venezia, nel

corsodellaXBiennalediarchitettura,all’internodelpadiglionetedescodaltitolo

Convertiblecity”Modesofdensificationanddissolvingboundaries93,vengono,ad

esempio, presentati interventi di densificazione dell’esistente, inserimenti, addizioni alla base e in copertura dell’esistente, e progetti di strutture temporaneeche,parassite,nasconosuvolumiesistentieriesconoamodificarneil funzionamentoe,spessoadarglinuovalinfavitale.

Possiamo,altresì,ricordarel’esposizionetenutasinelcorsodellaXIIIBiennaledi architettura di Venezia, sempre all’interno del padiglione tedesco, dal titolo ancorapiùesplicito:Reduce,reuse,recycle94.LaGermania,infatti,come,maforse

anche più’ di altri paesi europei  si trova a confrontarsi con un vasto patrimonio costruitotraglianni’50e’70,espessolasoluzionepiùpraticatanelconfrontarsi con questi edifici e’ stata la demolizione. Nell’installazione di Venezia vengono invece proposte alcune strategie di recupero e riuso che, consentono di riprogettare gli edifici, minimizzando gli impatti ambientali. Nello stesso periodo sonostateorganizzatealtreduemostreaRoma95eaParigi96cheriflettevanosu tematichecomplementari.

LamostraRearchitecture,organizzatanellacapitalefranceseestendeilconcetto

diricicloallatotalitàdell’ambienteurbano:

Microinterventions ou stratégies urbaines, ces projets transforment les sujets et territoires inoccupés en opportunité. Elles rendent optimistes les lieux désenchantés. Dent creuse, friches, délaissés, territoires abandonnés, ougrandsensembles,…ellesréinvestissentl’espacequandundesdéfisdela ville européenne est plus surement de se reconstruire que de s’étendre. Et toujours, elles s’engagent à économiser ce qui n’est pas renouvelable et à recycler tout ce qui peut l’être.(…)  Ainsi, l’exposition Re.architecture, Re.cycler, Ré.utiliser, Ré.investir, Re.construire se veut une plateforme collective d’exploration, de connaissance d’actions et de recherches autour desmutationsetdespratiquesculturelles,socialesetdespolitiquesurbaines émergentes. Elle souhaite inviter le grand public et les professionnelles à découvrirdenouvellesstratégiespourréinventerensemblelaville.97



93

 Venezia, X Biennale di architettura, Padiglione tedesco 10/09 – 19/11/2006  Convertible city Modesofdensificationanddissolvingboundaries,Archplusn°180cataloguefortheexhibitionofthe Germancontributionto10thInternationalArchitectureBiennaleVenice,Berlin2006. 94 HEILMEYERF.,PETZETM.,ReduceReuseRecycle–ArchitectureasResource,HatjeCantzVerlag, Berlin2012. 95 Roma,MaXXi01/12/2011al20/052012RecycleStrategieperl’architettura,lacittàeilpianeta. 96 Parigi,Pavillondel’arsenal12/04al31/082012,Rearchitecture:recycler,réutiliser,réinvestir, reconstruirenouvellesfabriquesdelavilleeuropéenne. 97 Dallapresentazioneallamostra,Parigi,2012. Riciclare

3.Comeinterveniresulcostruitoesistente?  153 Mentre,invece,lamostraorganizzataaRomadefiniscecomesegueleoperazioni diriciclodell’esistente: ilricicloèunastrategiaametàtrailrestauroelademolizionedell’esistente. Quando un edificio ha esaurito il suo “ciclo vitale” ma non è un oggetto storico da recuperare e conservare nel suo stato originario, o con le sue trasformazioni storiche, né conviene demolirlo, cosa farne? Il riciclo può essere una soluzione economica e creativa. Un edificio esistente pone delle sfideprogettualinuovetuttelevolte.Ognisituazionerichiedeunapproccio diversoecontestuale.Perprogettareuninterventodiriciclodiqualitàsuun qualsiasiedificioènecessarioconoscernelastoriaecomprendernel’identità architettonica. La nuova destinazione d’uso, anche se completamente diversa da quella precedente o da quella originaria, e il conseguente intervento non dovrebbero mai compromettere la coerenza dell’oggetto costruito.98

Seppur caratterizzate da alcune differenze tematiche, nelle quattro esposizioni citatesonostatiespostiprogetticheavarilivellieadiversescalepropongonoun approccio critico e libero da compromessi rispetto all’esistente. Questo può costituirebasefisicasucuifarsorgereunanuovastruttura“parassita”,puòessere completamentetrasformatoerivistodalprogettochescegliediconservarnesolo alcune parti, può essere demolito e i suoi materiali riutilizzati nella nuove costruzioni, può partecipare di una nuova vita attraverso la rigenerazione degli spazidiscartolimitrofi.

Tuttevariazionisultemadelcostruire sulcostruito,perproporreun’architettura non edificante (Ciorra 2011), per riflettere insomma sulle modificazioni possibili

da apportare al patrimonio esistente e sulle sue possibilità di essere riciclato,al fine di migliorare l’ambiente costruito senza che questo si estenda verso zone ancoranonurbanizzate.

Ulteriore esempio di tale strategia è costituito dall’invito a utilizzare la città esistente ed il suo edificato come una deposito di materiali e componenti riutilizzabili(minethecity!):

(…)wecannolongerconsiderourbuiltenvironmentasafinalstoragesite formaterialsitcontains.Ratherweshouldlearntoseebuildingsasinterim storage, a transitory organization of matter that could also be redeployed elsewhere, in different ways, and for other uses. The city thus becomes an integratedmineforitsownreproduction99.    98 Schedaguidaperleggerel’edificioericiclarlo,acuradelDipartimentoeducazioneMaXXi. 99 RUBYI.&A.,op.cit;,2010.

Ilimitidellariqualificazioneedilizia

 154