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4.1 Le fonti

La popolazione d‟indagine è composta dalle imprese cooperative e dalle imprese for profit italiane. La fonte dei dati è In.balance. Si tratta del dataset costruito e lanciato nel 2011 da InfoCamere, la società informatica controllata dalle Camere di Commercio italiane, che raccoglie i bilanci d‟esercizio delle società con obbligo di deposito presso il Registro delle Imprese. L‟obbligo di deposito interessa tutte le società di capitali e cooperative. La banca dati risulta perciò pienamente funzionale all‟individuazione delle informazioni e dei valori contabili utili per un‟analisi comparata tra le forme d‟impresa cooperativa e for

profit.

E‟ necessario esporre brevemente le due caratteristiche principali di In.balance. Tale dataset raccoglie, infatti, i bilanci depositati in formato elaborabile (xbrl), divenuto obbligatorio a partire dall‟anno 2010, ovvero dall‟esercizio contabile 2009. Tale caratteristica della banca dati comporta quindi in primo luogo l‟esclusione dall‟universo delle società bancarie e assicurative e delle società quotate in Borsa, in quanto i loro bilanci sono redatti seguendo i principi contabili internazionali. In secondo luogo, sono scartati i prospetti con problemi di quadratura e riguardanti società in liquidazione.

Queste restrizioni non rappresentano tuttavia un grande limite e consentono anzi di incrementare l‟omogeneità della popolazione d‟indagine, fattore determinante in un‟analisi comparata tra forme d‟impresa, e di analizzare esclusivamente le imprese attive.

4.2 L’universo

Le imprese in esame con un bilancio elaborabile dell‟esercizio 2009 depositato presso le Camere di Commercio sono pari rispettivamente a 66.929 cooperative, 36.754 spa e 802.146 srl, per un totale di 905.829 unità imprenditoriali (tab. 2.2). I bilanci utilizzabili per l‟analisi statistica sono 830.207, il 91,7% di quelli

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depositati: 60.658 cooperative, il 90,6%; 34.592 spa, il 94,1% e 734.957 srl, il 91,6%.

Come è possibile notare dalla tab. 2.3, i bilanci mancanti si concentrano in maniera significativa nella classe dimensionale da 0 a 2 milioni di euro di valore della produzione: 715.359 disponibili su 786.660 depositati, pari al 90,9%. Si evidenzia quindi come i missing si riferiscano soprattutto a imprese che molto probabilmente sono in liquidazione e perciò non più attive. Gli altri intervalli di valore della produzione presentano infatti una copertura dei bilanci depositati pressoché totale: il 96,1%, 89.516 su 93.450, da 2 a 10 milioni di euro; il 97,4%, 20.851 su 21.408, da 10 a 50 milioni di euro e il 97,2%, 4.481 su 4.611, con oltre 50 milioni di euro.

Tabella 2.2 – Bilanci dell‟anno 2009 presenti presso le Camere di Commercio

per forma giuridica

coop spa srl Totale

Bilanci depositati 66.929 36.754 802.146 905.829

Bilanci disponibili 60.658 34.592 734.957 830.207

copertura % 90,6 94,1 91,6 91,7

Fonte: elaborazioni personali su dati In.balance.

Tabella 2.3 – Bilanci dell‟anno 2009 presenti presso le Camere di Commercio

per classe dimensionale

0|2 2|10 10|50 >50

Bilanci depositati 786.660 93.150 21.408 4.611

Bilanci disponibili 715.359 89.516 20.851 4.481

copertura % 90,9 96,1 97,4 97,2

Fonte: elaborazioni personali su dati In.balance.

L‟universo in esame conta dunque oltre 830 mila imprese. Nel 2009 esse hanno generato 2.127 miliardi di euro di valore della produzione, 450,5 miliardi di euro di valore aggiunto e 283,1 miliardi di euro di redditi da lavoro dipendente. Utilizzando i redditi da lavoro dipendente e il valore aggiunto aziendali quali

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proxy del contributo fornito da tali imprese alle rispettive variabili

macroeconomiche dell‟economia italiana, si evince che questo sottosistema di imprese ha generato il 31,1% del valore aggiunto25 e il 43,6% dei redditi da lavoro dipendente.

L‟approfondimento del sottosistema di imprese in oggetto conferma la netta prevalenza nel tessuto produttivo italiano delle imprese di capitali rispetto alle cooperative (tab. 2.4): rispettivamente 92,7 e 7,3 ogni 100 imprese. La forma capitalistica maggiormente utilizzata è la società a responsabilità limitata, che rappresenta il 95,5% delle imprese non cooperative (734.957 su 769.549), ovvero l‟88,5% dell‟intero universo in esame. La società per azioni rappresenta invece la tipologia d‟impresa con la minore diffusione in termini di unità produttive: 4,2 ogni 100 imprese.

Tabella 2.4 – Diffusione delle forme d‟impresa in termini di unità

imprenditoriali (in %) – anno 2009

coop spa srl Totale

7,3 4,2 88,5 100,0

Fonte: elaborazioni personali su dati In.balance.

L‟analisi della distribuzione dimensionale delle imprese classificate per natura giuridica segnala una notevole similitudine tra le cooperative e le società a responsabilità limitata (tab. 2.5): in entrambi i casi, si rileva una concentrazione delle imprese nelle classi micro e piccola, rispettivamente il 98,2% delle cooperative (59.536 su 60.658) e il 98,4% delle srl (723.532 su 734.957). Per converso, le società per azioni si dispongono significativamente nelle classi dimensionali più elevate. Infatti, a differenza delle altre due tipologie imprenditoriali, le spa di dimensioni ridotte rappresentano solamente il 63% dell‟universo (21.807 su 34.592).

25 Misurato ai prezzi al produttore.

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Tabella 2.5 – Distribuzione di ciascuna forma d‟impresa per classe

dimensionale in termini di unità imprenditoriali – anno 2009

coop spa srl

v.a. p.c. (%) v.a. p.c. (%) v.a. p.c. (%)

0|2 54.951 90,6 11.564 33,4 648.844 88,3

2|10 4.585 98,2 10.243 63,0 74.688 98,4

10|50 914 99,7 9.649 90,9 10.288 99,8

>50 208 100,0 3.136 100,0 1.137 100,0

Fonte: elaborazioni personali su dati In.balance.

Passando allo studio della distribuzione delle imprese per settore economico, si rileva innanzitutto che le imprese considerate secondo la selezione illustrata al par. 2 rappresentano il 60,5% delle cooperative (36.686), il 53,9% delle spa (18.634) e il 40,2% delle srl (295.577); (tab. 2.6). La distribuzione delle unità imprenditoriali tra queste branche sottolinea un‟ulteriore specificità che connota le cooperative, in questo caso, rispetto ad ambedue le forme capitalistiche. Infatti, come si evince dalla tab. 2.6, i settori agricolo e dei servizi „stretti‟ si caratterizzano per una presenza di cooperative marcatamente superiore: rispettivamente 9,6% e 44,2% vs. 0,7% e 20,5% delle spa e 1% e 24,2% delle srl. Diversamente, il contributo delle cooperative alla manifattura „stretta‟ è del tutto marginale: 29,1% per le spa; 13,2% per le srl e 3,6% per le cooperative.

Dal punto di vista del peso sulle unità imprenditoriali di ciascun settore economico, le cooperative si dimostrano dunque particolarmente rilevanti nell‟agricoltura (43,6%), e in misura minore ma significativa, nei servizi „stretti‟ (12,6%), nell‟industria alimentare e delle bevande (12,5%) e nel commercio alimentare al dettaglio (11%); (tab. 2.7).

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Tabella 2.6 – Distribuzione di ciascuna forma d‟impresa per settore economico

in termini di unità imprenditoriali – anno 2009

coop spa srl

v.a. % v.a. % v.a. %

Agricoltura 5.821 9,6 247 0,7 7.279 1,0

Industria alimentare e bevande 1.220 2,0 1.182 3,4 7.372 1,0

Commercio alimentare al dettaglio 685 1,1 68 0,2 5.450 0,7

Manifattura "stretta" 2.179 3,6 10.054 29,1 97.342 13,2

Servizi "stretti" 26.781 44,2 7.083 20,5 178.134 24,2

Subtotale 36.686 60,5 18.634 53,9 295.577 40,2

Totale 60.658 100,0 34.592 100,0 734.957 100,0

Fonte: elaborazioni personali su dati In.balance.

Tabella 2.7 – Incidenza di ciascuna forma d‟impresa per settore economico in

termini di unità imprenditoriali (in %) – anno 2009

coop spa srl Totale

Agricoltura 43,6 1,9 54,5 100,0

Industria alimentare e bevande 12,5 12,1 75,4 100,0

Commercio alimentare al dettaglio 11,0 1,1 87,9 100,0

Manifattura "stretta" 2,0 9,2 88,8 100,0

Servizi "stretti" 12,6 3,3 84,0 100,0

Fonte: elaborazioni personali su dati In.balance.

Il peso reale di ogni tipologia d‟impresa si ottiene però tenendo in considerazione, sia la sua dimensione, che la sua capacità di generare ricchezza. La variabile chiave da analizzare è perciò il valore aggiunto generato da ciascuna forma d‟impresa. L‟analisi del contributo alla produzione di nuovi redditi per natura giuridica ribadisce la rilevanza delle cooperative, sia nell‟agricoltura e nella trasformazione dei suoi prodotti, rispettivamente con il 53,3% e il 7,5%, che nel commercio alimentare al dettaglio e nei servizi „stretti‟, rispettivamente con il 18,4% e il 12,9% (tab. 2.8). E‟ importante inoltre rilevare come, se si considera il valore aggiunto, il ruolo delle società a responsabilità limitata si ridimensioni significativamente a vantaggio delle società per azioni. L‟elevata concentrazione delle spa nelle classi dimensionali medio-grandi determina infatti un ribaltamento della gerarchia: le spa diventano la prima

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forma d‟impresa in termini di redditi prodotti, con un 53,1%; seguono le srl, con un 41,7% e le cooperative, con un 5,2%. Rispetto all‟incidenza in termini di unità imprenditoriali, le cooperative incrementano, seppur leggermente, il loro peso specifico sull‟universo in esame. In ultimo, si osserva una ripartizione simile del manifatturiero „stretto‟ tra le spa (51,7%) e le srl (47,6%) e la notevole quota delle spa nel settore dell‟industria alimentare (62%). Nei servizi „stretti‟, invece, la presenza delle spa e delle srl è la medesima, rispettivamente con un 43,6% e un 43,4% del valore aggiunto settoriale.

Tabella 2.8 – Distribuzione del valore aggiunto di ciascuna forma d‟impresa per

settore economico (in milioni di euro) – anno 2009

coop spa srl Totale

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Agricoltura 1.778 53,3 373 11,2 1.183 35,5 3.335 100,0 Industria alimentare 1.185 7,5 9.818 62,0 4.840 30,6 15.843 100,0 Commercio alimentare 1.346 18,4 2.703 36,9 3.271 44,7 7.321 100,0 Manifattura "stretta" 878 0,8 59.981 51,7 55.222 47,6 116.082 100,0 Servizi "stretti" 13.466 12,9 45.471 43,6 45.253 43,4 104.190 100,0 Totale 23.518 5,2 239.160 53,1 187.806 41,7 450.484 100,0

Fonte: elaborazioni personali su dati In.balance.