• Non ci sono risultati.

Descrizione varietà di castagno garfagnine

CAPITOLO 4: CASTANICOLTURA IN GARFAGNANA

4.5. Descrizione varietà di castagno garfagnine

La regione Toscana è un importante regione castanicola, soprattutto per estensione dei castagneti presenti (Sabbatini Peverieri , 2014). L’importanza che storicamente ha avuto la castanicoltura ha fatto sì che, oggi, vi sia in questa regione un’elevata biodiversità del patrimonio castanicolo, come evidenziato dalle 132 accessioni descritte in letteratura (Turchi, 2009). Tuttavia è facile pensare che non tutti i genotipi indicati possano ritenersi distinti ed esistano molti casi di sinonimie e talvolta di omonimie.

Le varietà o gli ecotipi presenti sono il risultato di importanti opere di selezione svolte dall’uomo, finalizzate a ottenere una certa costanza di produzione nelle più diverse stazioni e annate produttive , a garantire una maggior conservazione del prodotto e a migliorarlo dal punto di vista organolettico, oppure ad adattare il castagno ad altri usi (per quanto riguarda i cedui).

Dagli anni cinquanta in poi, a causa di molti fattori tra cui l’esodo delle popolazioni rurali e le fitopatie emergenti, si è assistito a una drastica diminuzione sia delle superfici coltivate, sia del numero delle varietà di castagno. Solo negli ultimi anni si sta riscoprendo la castanicoltura, tuttavia i reimpianti degli ultimi decenni sono stati caratterizzati dall’utilizzo di poche varietà, in gran parte di quelle più vantaggiose commercialmente (ad esempio, il Marrone) e questo ha causato un drastico impoverimento della variabilità genetica.

Pertanto lo studio del patrimonio varietale del castagno assume particolare rilevanza per la sua valorizzazione e conservazione nei nostri territori. Dal 1997 a oggi, la Regione Toscana, attraverso la L.R. 50/97 prima e poi con la L.R. 64/2004 “Tutela e valorizzazione del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale”, ha voluto attivare una serie di strumenti volti a creare sul proprio territorio un sistema di tutela della biodiversità in campo agrario, zootecnico e forestale. Tali strumenti consentirebbero di scongiurare il rischio di erosione genetica, di coniugare il territorio con il prodotto, e così facendo garantire al prodotto un valore aggiunto: il territorio può imporsi come fattore trainante di sviluppo quando l’attività agricola e agroalimentare riesce a integrarsi in maniera idonea con l’ambiente e il sistema economico.

La Lucchesia è l’area a livello regionale e nazionale con la maggiore superficie boschiva a castagneto (Turchi, 2009). Questa coltura caratterizza gran parte del paesaggio della Garfagnana e della Media Valle del Serchio e offre importanti prodotti come il legname e i funghi, oltre ovviamente al frutto vero e proprio, dal quale, attraverso un procedimento secolare, si ottiene la “Farina di neccio della Garfagnana DOP”. Il gran numero di varietà e genotipi locali che rientrano

55 nel disciplinare di produzione della farina DOP deve essere studiato, analizzato e tutelato, sì da garantire la biodiversità locale e salvaguardare la ricchezza inestimabile della tradizione castanicola della Garfagnana. In linea con la legge regionale 2004 sopra riportata, nel 2009 è stato pubblicato il volume: “I castagni della Garfagnana, Studi per la tracciabilità di filiera e la caratterizzazione qualitativa della “Farina di Neccio della Garfagnana DOP”. In tale studio sono approfonditi gli aspetti morfologici e genetici delle varietà garfagnine che rientrano nel disciplinare di produzione della farina DOP; in più è stato condotto un’analisi sulle modalità di conservazione della farina.

Tra le principali varietà utilizzate per la Farina di Neccio DOP, troviamo: 1. Pontecosi 2. Carpinese 3. Capannaccia 4. Cecconi (Insetina) 5. Mazzangaia 6. Pelorosa 7. Lucignana 8. Cesarucca 9. Nerona 1. Pontecosi

La varietà chiamata anche con i sinonimi di Pontecose o Punticoso, trova particolare diffusione in tutto il territorio garfagnino, in particolar modo nei comuni di Vagli di Sotto, Barga (in località Castelvecchio), Fosciandora, Castelnuovo Garfagnana, Castiglione Garfagnana, Pieve Fosciana in località Sillico, Camporgiano, S. Romano in Garfagnana, Villa Collemandina, Piazza al Serchio e Minucciano. Il nome della varietà presumibilmente deriva dal paese omonimo, dove la ritroviamo coltivata ad un’altitudine di circa 600 s.l.m.

L’albero si presenta piccolo (inferiore a 10 m di altezza), con scarsa vigoria e portamento semi- eretto. La chioma è densa, folta, e allargata ad ombrello. Il tronco presenta una corteccia di colore dal marrone verdognolo al grigio chiaro, e diviene rugosa con l’età. I rami di un anno sono di media grandezza, lisci, diritti, di colore marrone scuro, e dotati di numerose lenticelle. Le gemme sono medio grosse, appuntite, chiare, con quella apicale più grossa, e di forma

56 tondeggiante. I germogli sono a portamento da eretto a semi eretto, di colore verdognolo con sfumature violacee, ad apice medio, costolatura evidente, e aventi peli ghiandolari numerosi. Le foglie sono grandi o medio grandi (16,6 x 6 cm), di forma lanceolata, con margine seghettato con seni profondi; colore verde chiaro nella pagina superiore, e verde argenteo chiaro nella pagina inferiore.

Le infiorescenze maschili sono longistaminee di media lunghezza (15,7 cm) e con circa 73 glomeruli in numero di 9-11 per germoglio. Le infiorescenze femminile sono due per amento, ognuna è composta di 3 fiori e 7 stili.

Il riccio è piccolo, si apre in 2-3 valve, ed è dotato di numerosi aculei medio lunghi. Contiene in media 3 frutti. Il frutto ha pezzatura medio-piccola (larghezza 27,2 mm; altezza 27 mm; spessore 16,9 mm) e forma allungata; di colore marrone carico con striature assenti o poco evidenti. Possiede il tegumento aderente, poco invaginato, ma di difficile pelabilità. La torcia è lunga (11,4 mm), l’ilo è medio di forma rettangolare regolare con raggiatura stellare molto estesa ed evidente. Il colore della polpa è bianco. Si rileva l’assenza di frutti poliembrionici. Peso medio del frutto: 7,4 g.

La pianta inizia la foliazione intorno alla metà d’aprile, fiorisce nella seconda decade di giugno, e la raccolta avviene intorno alla fine d’ottobre. Inizia ad entrare in produzione intorno al 6° anno d’età. Si tratta di una varietà che si adatta bene all’ambiente, anche se risulta spesso danneggiata Figura 25. A sinistra Foglie della varietà “Pontecosa”. Pagina superiore in alto e pagina inferiore in basso.

57 dai venti freddi di tramontana. La pianta richiede una potatura di parziale sfoltimento delle chiome a distanza di 4-5 anni, mentre annualmente gli interventi si limitano ad una semplice ripulitura. I frutti sono particolarmente apprezzati, il che li rende adatti sia al consumo fresco che all’essiccazione. La varietà non è molto apprezzata per la qualità del legno (Breviglieri, 1958).

2. Carpinese

Si tratta di una delle varietà di castagno più importanti e rinomate. È diffusa lungo tutto l’Appennino Tosco-Romagnolo, nel pistoiese, ed in alcune zone della Garfagnana. Qui si trova particolarmente diffusa nei comuni di Borgo a Mozzano, Barga (in località Castelvecchio), Pieve Fosciana (in località Sillico), Camporgiano, Sillano in località Brica, S. Romano in Garfagnana, Piazza al Serchio, Minucciano, e Castelnuovo Garfagnana, ad un’altitudine compresa tra i 300 e gli 800 s.l.m.

L’albero è piccolo (10 m), con vigore medio e chioma espansa. Il tronco presenta una corteccia liscia, di colore marrone verdastro talvolta grigiastro e rugoso. I rami di un anno presentano un diametro medio, sono lisci, diritti, di colore marrone, e provvisti di numerose lenticelle. Presenta delle gemme medio grandi e di forma conica: in particolare la gemma apicale è la più grande e di colore intenso. La pianta possiede dei germogli di medio vigore, con andamento eretto, e di colore verde.

Le foglie risultano molto grandi (19,3 x 8,3 cm), con margine seghettato con seni poco profondi. Sono dotate, sulla superficie della pagina superiore, di una tipica collosità. Il colore della pagina superiore è chiaro, molto chiaro risulta quello della pagina inferiore.

Le infiorescenze maschili sono riunite in amenti corti (13 cm), brachistaminei, con un elevato numero di glomeruli (70). Sono presenti due infiorescenze femminili per amento, ognuna delle quali compsta da 3 fiori femminili e 8 stili.

Il riccio è piccolo, si apre in 2-3 valve, ed è dotato di aculei lunghi, robusti, e numerosi. Il frutto è di media pezzatura (larghezza 29,3 mm; altezza 26,7 mm; spessore 16,5 mm), di forma emisferica, colore marrone, con striature poco evidenti. Poco peloso, con torcia sottile, presenta una cicatrice ilare di forma quadrata a contorno irregolare con alcune granulazioni puntiformi. Il tegumento è aderente al seme, con scarse introflessioni, e di difficile pelabilità. Il colore della polpa è bianco. Non è stata rilevata la presenza di frutti poliembrionici. Peso medio del frutto 7,6 g.

58 In questa varietà il germogliamento avviene nella seconda decade di aprile, la fioritura la prima decade di giugno, e la raccolta dei frutti circa a metà ottobre. Presenta una produttività elevata ma non costante negli anni. La cultivar presenta una buona resistenza al freddo invernale, mentre è molto suscettibile ai danni da vento. I frutti sono apprezzati e vengono destinati sia al consumo fresco che alla produzione di farina (Breviglieri, 1958).

3. Capannaccia

La Capannaccia o Crepola chiamata in alcune zone anche con il nome di Capannaccie, è una delle cultivar con più ampia diffusione in Garfagnana: la si ritrova nei comuni di Barga (località Renaio), Fosciandora (località Lupinaia), Pieve Fosciana (località Sillico), Castiglione di Garfagnana, Piazza al Serchio, Sillano (presso Metello), e S.Romano di Garfagnana, ad un’altitudine compresa tra i 600 e 1000 s.l.m.

La pianta presenta uno sviluppo mediamente elevato con la chioma che può arrivare all’incirca sui 10-15 m di altezza, con elevato vigore. Presenta un tronco con la corteccia grigio-verdognola e rugosa con rami di 1 anno di diametro medio, sono lisci e di colore marrone scuro sul grigiastro. Presenta numerose lenticelle di colore grigio marrone abbastanza evidenti, con gemme di forma conica e di colore chiaro: la gemma apicale è piuttosto arrotondata. I germogli sono vigorosi, con apice piccolo di colore verde a sfumature rossicce.

Le foglie sono grandi (18,5 x 7,6 cm), con margine seghettato e seni poco profondi. Il colore è verde intenso e lucente nella pagina superiore, e verde chiaro opaco in quella inferiore.

Figura 26 A sinistra foglie della varietà “Carpinese”. Pagina superiore sopra e pagina inferiore sotto. A destra riccio e frutti (Turchi, 2009)

59 Le infiorescenze maschili sono costituite da amenti piuttosto corti, ricche di glomeruli, mesostaminei. Le infiorescenze femminili sono in numero 1-2 per amento.

Il riccio è piccolo e particolarmente ricco di aculei di media lunghezza; si apre in 2-3 valve, e contiene in media 3 frutti. Il frutto presenta una dimensione medio piccola (larghezza 28,5 mm, altezza 26,1 mm, spessore 18,6 mm), il colore è marrone rossastro con linee evidenti sia nella faccia piana che in quella convessa. Presenta una forma ellittico-globosa con apice ristretto e torcia pelosa. L’ilo è piuttosto ampio ellittico ed irregolare. Il tegumento non è aderente e scarsamente invaginato, la pelabilità è facile. Il colore della polpa è bianco-crema. Non presenta frutti poliembrionici. Peso medio del frutto 8,8 g.

La pianta va incontro alla foliazione intorno alla seconda decade di aprile, fiorisce tra la metà di giugno e l’inizio di luglio, e la raccolta avviene all’inizio d’ottobre. Si tratta di una varietà rustica, ma molto sensibile ai freddi venti di tramontana che la possono danneggiare, soprattutto se precoci. La pianta entra in produzione molto precocemente, intorno circa al 4°-5° anno manifestando un andamento produttivo abbastanza regolare negli anni successivi. Richiede però ogni 4-6 anni delle potature di correzione della chioma e delle pratiche di rimonda, con interventi primaverili limitati alla ripulitura del sottobosco e all’asportazione dei polloni. Tale varietà è adatta sia al consumo fresco che alla produzione di farina in quanto ben conservabile e adatta all’essiccazione. La farina è di discreta qualità, e la cultivar è utilizzata anche per il legname.

Figura 27. A sinistra foglie della varietà “Capannaccia”. Pagina inferiore a sinistra e superiore a destra. A destra riccio e frutti (Turchi, 2009)

60 4. Cecconi (Insetina)

Si tratta di una cultivar ampiamente diffusa in Garfagnana, soprattutto nelle zone dei comuni di Villa Basilica, Castiglione Garfagnana, Castelnuovo, S. Romano, e Sillano (località Capanne e Metello), ad un altitudine intorno ai 950 s.l.m.

La pianta presenta piccole dimensioni, con un’altezza fino a 7-8 m circa. L’albero è mediamente vigoroso con rami eretti e allargati, e chioma ad andamento da assurgente ad espansa. Presenta una corteccia rugosa di colore grigio marrone. I rami giovani di un anno sono di colore marrone fulvo, e provvisti di numerose lenticelle. Le gemme sono rotondeggianti e leggermente appuntite, mentre quella apicale risulta arrotondata e slargata. I germogli sono di media vigoria, di colore verde, ricchi di peli ghiandolari setolosi stellari, e in numero ridotto.

Le foglie sono molto grandi (25,2 x 9,3 cm), di forma ovale-lanceolata. Il margine è seghettato con seni profondi. Il colore è verde intenso nella pagina superiore, verde chiaro nella pagina inferiore. Presenta delle infiorescenze maschili corte, brachistaminee, di numero 6-8 per germoglio, con molti glomeruli (ca 70). Le infiorescenze femminili sono in numero 1 per amento, con 3 fiori femminili e 8 stili.

Il riccio è piccolo e con lunghi e numerosi aculei. Si apre in 2-4 valve, e contiene in media 3 frutti. Il frutto è medio grande (larghezza 32,9 mm; altezza 25,7 mm; spessore 19 mm), forma emisferica, di colore marrone chiaro mediamente intenso, semi lucido. La torcia è grossa, ricca di peli, mentre l’ilo è medio piccolo, di forma ovale tendente al rettangolare, e a raggiatura stellare ampia. Il tegumento è aderente, mediamente invaginato, di difficile pelabilità. Il colore della polpa è bianco-crema. La frequenza di frutti poliembrionici è circa del 2%. Peso medio del frutto 10,1 g.

61 L’albero inizia a germogliare nella prima settimana d’aprile, fiorisce dalla metà di giugno fino ai primi di luglio ed oltre in alcune piante. La raccolta va tra la metà e la fine d’ottobre. Si pensa che la precocità sia dovuta al fatto che la pianta lasci cadere a terra le castagne mature in pochi giorni. Dal punto di vista agronomico, la varietà anche se risulta diffusa ad elevate altitudini e coltivata nelle esposizioni a nord, risulta però danneggiata dai venti freddi di tramontana soprattutto se accentuati ed intensi. La pianta non richiede una potatura regolare negli anni, salvo piccoli interventi di rimonda e ripulitura che devono essere annuali. Inizia ad entrare in produzione intorno al 5-6 anno, manifestando una tendenza all’alternanza in alcune zone, ed un'elevata produttività in altre. La varietà è utilizzata prevalentemente per la produzione di farina che risulta essere di buona qualità. Secondariamente può essere impiegata per la produzione del legname, e i frutti per il consumo fresco (Breviglieri, 1958).

5. Mazzangaia

Si tratta di una varietà ad ampia diffusione in tutto il territorio della Garfagnana in particolar modo nei comuni di Vagli di Sotto, Castelnuovo Garfagnana, Pieve Fosciana (località Sillico), Careggine, Villa Collemandina, Camporgiano, Castiglione Garfagnana, S. Romano, Piazza al Serchio, e Minucciano. In questi comuni la ritroviamo coltivata ad un’altitudine tra i 500 e 900 s.l.m.

L’albero è piccolo (intorno ai 10 m), vigoroso, con chioma assurgente e globosa. La corteccia nelle piante adulte, è di colore marrone verdognolo e grigio chiaro a squame biancastre. I rami di un

Figura 28. A sinistra foglie della varietà Cecconi. Pagina inferiore a sinistra e superiore a destra. A destra riccio e frutti (Turchi, 2009)

62 anno sono di colore marrone grigio, e provvisti di numerose lenticelle (I.R.I.P.A., 1999). Le gemme sono di media grandezza, globose coniche, e di colore avana. I germogli sono vigorosi, lievemente piegati all’apice, di colore verde, con scarse sfumature rossastre, con apice di media grandezza, costolatura evidente, e peli ghiandolari di forma stellare e setolosi.

Le foglie sono grandi (18,7 x 7,8 cm), di forma lanceolata, di colore verde scuro lucente nella pagina superiore e verde chiaro in quella inferiore; i margini sono seghettati, con denti a base larga e leggermente ricurvi.

Le infiorescenze maschili presentano amenti di media grandezza, posizionati prevalentemente nella parte alta della chioma, con stami corti per lo più astaminei. Le infiorescenze femminili sono presenti in numero 1-2 per amento, sono composte da 3 fiori femminili e 8-9 stili per infiorescenza.

Il riccio è piccolo, di forma schiacciata, si apre in 2-3 valve, con aculei lunghi. Il frutto risulta di media pezzatura (larghezza 32,5 mm; altezza 26,6 mm; spessore 18,6 mm), forma ellittica, e colore marrone scuro tendente al rosso. Ha un apice molto depresso, ilo molto grande, tegumento con molte invaginazioni, ma poco aderente e quindi facilmente asportabile. Peso medio del frutto 9,2 g.

Figura 29. A sinistra foglie della varietà Mazzangaia. Pagina inferiore. A destra riccio e frutti (Turchi, 2009)

63 Il germogliamento in questa varietà inizia a metà aprile, la fioritura da metà giugno a metà di luglio, e la raccolta avviene a metà ottobre. Si tratta di una varietà che fruttifica abbondantemente e regolarmente in molte zone della vallata, è assai rustica, molto resistente alle avversità ambientali come il freddo invernale, ed è per questo che la ritroviamo coltivata anche nelle esposizioni più settentrionali. Il frutto di qualità media, viene destinato principalmente alla produzione di farina, ma viene anche molto apprezzata per l’ottima qualità del legno (Breviglieri, 1958).

6. Pelosora

Questa cultivar conosciuta anche con i sinonimi di Pelosole, Pelasole, Pilosola, e Pelosa, in Garfagnana è diffusa nei comuni di Borgo a Mozzano, Pescaglia, Barga ( in particolare nelle località di Sommacolonia e di Castelvecchio), Coreglia Antelminelli e Castiglione Garfagnana. In queste zone la ritroviamo diffusa in zone collinari tra i 300 e i 700 s.l.m. a seconda delle zone. L’albero è piuttosto piccolo, fino ai 6-7 m di altezza, di vigoria media, e dotato di chioma espansa. Il tronco è medio, con corteccia di colore grigia, e rugosa. I rami dell’anno sono di colore marrone grigio, e dotati di lenticelle grigie abbastanza evidenti. Le gemme sono di dimensione medio piccola, di forma conica, con quella terminale appuntita, e di color castano chiaro (I.R.I.P.A., 1999). I germogli sono mediamente vigorosi, ad andamento diritto, dotati di numerosi peli ghiandolari, e scarsi quelli stellari.

Le foglie sono grandi (16,8 x 7,6 cm), di forma lanceolata; margine seghettato con seni poco profondi; l’apice è leggermente ricurvo e appuntito. Il colore della pagina superiore verde scuro, quello della pagina inferiore verde chiaro opaco. Le infiorescenze maschili sono in numero di 6-9 per germoglio; astaminee, corte (lunghezza 11,4 cm) e con circa 74 glomeruli. L’infiorescenza femminile è in numero di 1-2 per amento; composta da 3 fiori femminili e da 6 stili per infiorescenza.

Il riccio è piccolo, di forma globosa, con aculei medio-lunghi; si apre in 2-4 valve; contiene in media 3 frutti. Il frutto ha una pezzatura piccola (larghezza 26,7 mm; altezza 24,8 mm; spessore 14,6 mm) e forma arrotondata. Il colore è marrone scuro con striature poco evidenti e fitte. Tegumento mediamente aderente, non invaginato, di media pelabilità. La torcia lunga, l’ilo grande o molto grande di forma rettangolare, regolare, con raggiatura stellare mediamente estesa e poco evidente. La polpa è color bianco crema. Non rilevati frutti poliembrionici. Peso medio del frutto 6 g.

64 Nella pianta la foliazione inizia verso la metà d’aprile, la fioritura avviene dalla seconda decade di giugno alla terza decade di luglio, e la raccolta cade intorno alla seconda metà d’ottobre. La pianta inizia ad entrare in produzione abbastanza precocemente intorno al 5-6 anno d’età, la quale successivamente si mantiene abbastanza costante negli anni. I frutti possono essere utilizzati sia lessati che arrostiti, mentre le castagne secche vengono utilizzate per la farina che è molto apprezzata per la sua qualità. La varietà è inoltre utilizzata anche per la produzione del legname (Breviglieri, 1958).

7. Lucignana

Questa varietà chiamata anche Lucignane o Lucignano ed in alcuni casi Pelosorino, si tratta di una cultivar avente un’ampia diffusione in tutto il territorio della Garfagnana. È diffusa in particolar modo nei comuni di Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, Barga (località Albiano e Sommacolonia), Fosciandora e Coreglia Antelminelli.

La pianta presenta un medio sviluppo, è vigorosa, e può arrivare ad un’altezza intorno ai 6-7 m. Il tronco presenta una corteccia rugosa, di colore grigio scuro. I rami di un anno sono di colore grigio chiaro, e provvisti di numerose lenticelle. Le gemme sono di media grandezza, di forma conica con quella apicale appuntita, mentre i germogli sono mediamente vigorosi, a portamento ricurvo, di colore verde con apice aperto, costolatura poco evidente, ricchi di peli ghiandolari.

Figura 30. Foglie della varietà Pelosora. Pagina superiore sopra e inferiore sotto. A destra riccio e frutti (Turchi, 2009)

65 Le foglie molto grandi (21,8 x 7,9 cm), di colore verde intenso scuro nella pagina superiore, con nervature ben evidenti e scarsa pelosità nella pagina inferiore. Il margine risulta seghettato e con seni poco profondi.

Le infiorescenze maschili sono amenti fini di media lunghezza, in numero 12-14 per germogli, ee brachistaminei. Le infiorescenze femminili sono 1-2 per amento, ed ognuna ha 3 fiori femminili e 7 stili.

Il riccio è piccolo, si apre in 3-4 valve, ed è ricco di lunghi aculei. Contiene in media 3 frutti. Il frutto è piccolo (larghezza 23,3 mm; altezza 23,8 mm; spessore 14,5 mm), di forma ovale slargata, di colore marrone intenso e scuro, molto peloso, con apice appuntito, torcia pelosa, munita di ilo piccolo e irregolare a contorno sinuoso e a raggiatura stellare. Il tegumento è mediamente aderente, invaginato e di media pelabilità. La polpa è di colore bianco. Si rileva l’assenza di frutti poliembrionici. Peso medio del frutto 4,9 g.

La pianta inizia il germogliamento tra la metà e la fine d’aprile, fiorisce tra la metà e la fine di luglio, e la raccolta si fa tra la metà d’ottobre fino ai primi di novembre. Rispetto ad altre cultivar risulta tipicamente tardiva. Trova diffusione nella bassa collina tra i 300 e i 500 s.l.m. arrivando fino ai 600-700 s.l.m., anche se tale distribuzione dipende molto dai tipi coltivati, come avviene

Documenti correlati