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CAPITOLO 5: LA TESI

5.2 Materiali e metodi

Nel mese di maggio 2017, grazie alla mediazione del sig. Ivo Poli (vedi intervista capitolo 4), è stato individuato il castagneto nella località di Isola di Valbona. Nel castagneto, tramite le indicazioni del proprietario sig. Pioli Mario, sono state selezionate le 4 varietà da analizzare: Carpinese, Cecconi, Capannaccia e Pontecosi. Tali varietà costituiscono il totale delle varietà presenti nella zona di Isola (Biagioni, 2005).

Isola di Valbona è un piccolo paese localizzato nel comune di Castiglione di Garfagnana. Si sviluppa nella stretta valle del fiume Esarulo, che collega l’Emilia alla Toscana passando per il passo delle Forbici. Nel 2005, Pierangelo Biagioni scrive: “È stata constatata la fortissima contrazione dei castagneti da frutto nel territorio comunale di Castiglione, basti pensare che dei 4864 ha dell’intera superficie comunale, circa 1063 sono rappresentati da boschi di castagno, di cui soltanto 34 ha sono da frutto”. Sempre lo stesso lavoro ci informa che a Isola nel 2005 le varietà di castagno si ripartiscono così: 65% Capannaccia, 20% Pontecosi; 10% Cecconi (insetina); 5% Carpinese.

78 Figura 34. Localizzazione del castagneto: Google Earth

Le caratteristiche pedologiche della zona di interesse sono individuate dai dati messi a disposizione dalla regione Toscana (www.lamma.rete.toscana.it), oltreché dalle analisi sul suolo da noi condotte.

Dalla carta dei suoli messa a disposizione dalla regione Toscana, si apprende che il castagneto in esame si trova nella zona denominata “catena appenninica settentrionale” (Figura 35).

Figura 35. La soil region 78.2, “catena appenninica settentrionale”. (http://sit.lamma.rete.toscana.it/websuoli/)

79 Tale zona presenta una morfologia tipica dell’alta montagna, con litologia principale di tipo flysch arenaceo

.

Il suolo in esame rientra nella classe VI (Figura 36).

Figura 36. Distribuzione dei suoli di VI classe di capacità d’uso in Toscana (Gardin, 2010)

I suoli di VI classe hanno limitazioni severe, che li rendono generalmente inutilizzabili per la coltivazione e restringono il loro uso principalmente al pascolo o alla prateria, alla forestazione o come habitat naturale.

Solitamente queste limitazioni non sono correggibili, e sono dovute principalmente alla pendenza molto forte (35-60%), cui si associa spesso un’erosione potenziale da moderatamente alta ad alta. Piuttosto comuni sono anche le limitazioni legate alla rocciosità (4-10%) ed alla pietrosità superficiale abbondante (15-20%). A tutto ciò si può sommare un forte interferenza climatica, legata alla quota. Questo fa sì che questi suoli non siano generalmente usati per piante coltivate, ma vengano in buona parte destinati alla forestazione.

I dati relativi all’uso del suolo e alla composizione forestale ci dicono che le zone boscate rappresentano il 75,08% di tutta la superficie, e tra le essenze forestali il castagno è la predominante (36,88%).

80 Tabella 5. Copertura del suolo (http://sit.lamma.rete.toscana.it/websuoli)

Tabella 6. Copertura forestale dei suoli classe VI (http://sit.lamma.rete.toscana.it/websuoli) Copertura del suolo (fonte: CORINE LAND COVER) Superficie

ha %

Territori modellati artificialmente 1224,45 1,04%

Sistemi colturali e particellari complessi 2790,65 2,36%

Vigneti - -

Frutteti 33,53 0,03%

Oliveti 955,14 0,81%

Seminativi 140,51 0,12%

Prati stabili 1982,46 1,68%

Colture annuali associate a colture permanenti 17,91 0,02%

Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali 7910,94 6,70%

Zone boscate 88653,08 75,08%

Zone caratterizzate da vegetazione arbustiva e/o erbacea 12554,59 10,63%

Zone aperte con vegetazione rada o assente 1717,34 1,45%

Zone umide - -

Corpi idrici 90,35 0,08%

TOTALE 118070,94 100,00%

Tipi Forestali (fonte: ARRIGONI)

Leccete 0,23% Sugherete - Querceti di roverella 0,77% Cerrete 9,63% Ostrieti 4,70% Castagneti 36,88% Robinieti 3,07% Faggete 30,40%

Abetine di abete bianco 0,64%

Boschi di sclerofille sempreverdi -

Boschi a dominanza di latifoglie decidue termofile 3,48% Boschi a dominanza di latifoglie decidue

mesoigrofile 0,12%

Boschi a dominanza di latifoglie decidue mesofile e

sciafile 4,18%

Pinete pure o miste di specie indigene 0,02%

Boschi di altre conifere 3,12%

Misti di sclerofille sempreverdi e conifere - Misti di sclerofille sempreverdi e latifoglie decidue 0,08%

Misti di latifoglie decidue e conifere 2,70%

81 I dati climatici sono stati elaborati in parte dai dati messi a disposizione dal sito www.sir.toscana.it; in parte da nostre rilevazioni, almeno per quanto riguarda la stagione di interesse. Nei mesi luglio-ottobre 2017, abbiamo posto in luogo il rilevatore Tinytag ultra 2 Data Logger (marca: Gemini Data Loggers) per misurare temperatura e umidità ogni 30 minuti. Lo strumento è stato posizionato a circa 2 m di altezza, fissato a un chiodo nella corteccia di uno degli alberi in analisi, ed esposto verso sud-est.

Descrizione castagneto

Il castagneto localizzato a Isola di Valbona (coordinate 44.10.23 N, 10.25.39 E), si trova esposto verso Sud-est, e si estende per un’altitudine compresa tra i 600 e i 650 m.

L’accessibilità è piuttosto difficoltosa: dopo aver raggiunto il paese di Isola, bisogna procedere lungo una via si cementata, ma con forte pendenza e poco pulita, percorribile solo con fuoristrada o a piedi. Si giunge a destinazione dopo 5-600 metri. La forte pendenza all’interno del castagneto è stata smussata con ciglionamenti, perlopiù formatisi naturalmente e poi aggiustati dagli operatori. L’erosione è limitata, primo grazie ai ciglionamenti, e poi grazie alla costante copertura del suolo data prevalentemente da graminacee e dallo strato di foglie secche. In più la stessa presenza dei grossi alberi di castagno, con la loro fitta rete radicale e la copertura del suolo, smussano la forza battente delle precipitazioni (Casini, 2013).

82 Alla data della nostra prima visita, 18 maggio 2017, il sottobosco non era molto pulito: felci, piccole chiazze di rovi in qualche estremità, un piccolo nocciolo, un’acacia e residui di potatura fanno sì che il castagneto risulti sporco e limitano la transitabilità.

A ottobre il proprietario ha pulito il terreno, raccolto i residui di potatura e tagliato i rovi: l’impianto può considerarsi pulito e l’operazione di raccolta è agevole.

La dimensione totale si aggira intorno ai 4500 m2. Il sesto d’impianto è tipico dei castagneti estensivi tradizionali, che in Toscana prevalgono: di media 10-12 m separano un castagno da quelli limitrofi. Nel castagneto gli alberi di castagno presenti sono quindi circa 45. Non abbiamo dati certi sulla produzione, tuttavia è ragionevole premettere che a un’altitudine medio alta quale quella in cui ci troviamo, la produzione non è né elevata né costante, anche se le castagne hanno buone caratteristiche organolettiche e raramente sono bacate (Biagioni, 2005). In Toscana la produzione media annua di un castagneto si aggira intorno a 0,4 t/ha (media 2004-2008, fonte ISTAT, vedi capitolo 3: castanicoltura in Italia), ed è plausibile che questa cifra sia valida anche per l’impianto da noi preso in esame.

Per la gestione del castagneto - tipicamente tradizionale - il proprietario assume una ditta esterna per la potatura ogni 5-6 anni, mentre invece sono annuali e condotte dallo stesso proprietario la spollonatura e scacchiatura. In più viene operata la pulitura sottobosco annuale pre-raccolta. Figura 38. Si notino le ramaglie ( e la pendenza) nella foto a sinistra, il nocciolo e ancora residui di potatura a destra

83 Sporadica e non cadenzata la sistemazione dei ciglionamenti per permettere il passaggio della carriola. Non sono previste né la concimazione né l’irrigazione. Per quanto riguarda la gestione del materiale di risulta si procede alla bruciatura del legname di dimensioni esigue, e alla raccolta del legno di una certa utilità (o per la caldaia, o per il metato). Il legname costituisce anche l’unico altro prodotto secondario che offre il castagneto.

La raccolta è esclusivamente manuale.

Le varietà presenti sono le tipiche varietà garfagnine, tutte rientranti nella lista delle varietà adatte alla produzione della farina di neccio DOP della Garfagnana.

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