Stage 0 - Framework competition
Nel 2012 viene indetta una design competition intitolata ‘Links beyond bridges’ a cui lo studio J&L Gibbons partecipa con una proposta progettuale rispondente ai requisiti richiesti dal piano di trasformazione del parco (LCS, Legacy Communities Scheme). La proposta illustra uno scenario di sviluppo che sin dall’inizio ha lo scopo di ricucire (stitching) le comunità che qui si affacciano, quelle che attraversano il canale e quelle che si insedieranno in futuro.
Johanna Gibbons ammette che questa idea nasce subito:
“So, we wanted to explore what were the essential aspects of that and then talking about ‘stitching’”.
Inoltre, la proposta progettuale promuove lo sviluppo di biodiversità in un’area storicamente contaminata dalle attività industriali. Il concetto di biodiversità è strettamente connesso alle comunità che occupano i quartieri circostanti.
È questa infatti una delle linee guida dell’intero progetto di trasformazione dell’Olympic Park e, come Philip Askew (LLDC) sottolinea:
“So, the all drivers for the park was about re-engaging people in nature, beauty and landscape. And it is also about having a park which is multifunctional and human-eco- green infrastructure, one which works in a number of different ways. So, I think the brief of the work that we have done to build up today had a huge influence on what happened subsequently and is still influencing very extraordinary all sort of design that is coming for new housing or new development.”
Lo studio ha vinto la gara e si è aggiudicato la progettazione, ma ben presto, durante una passeggiata di perlustrazione con i responsabili della LLDC, è apparso evidente come l’area di progetto si sviluppasse in lunghezza e potesse essere facilmente suddivisa in più sezioni. Quindi la proposta dei progettisti è stata di coinvolgere nel team gli altri gruppi che avevano partecipato alla call. Questa originale idea è stata motivata dalla complessità dell’intervento e dalla disponibilità di budget.
Quindi è stato formato il gruppo di progettazione composto da J&L Gibbons come lead consultant e Muf architecture/art, East and Philip Meadowcroft Architects come collaboratori. L’intero canale è stato suddiviso in tre e ogni progettista designato come responsabile di ogni singola area. J&L Gibbons hanno ricoperto anche il ruolo di coordinatori, responsabili delle procedure di approvazione e delle fasi di ricerca.
Stage 1- Precedents studies, History of the Site
Il lavoro di progettazione ha avuto inizio con una ricerca che è diventata a tutti gli effetti materiale progettuale. Infatti, al momento dell’incarico, i giochi olimpici erano ancora in corso e quindi di fatto non era permesso visitare il sito.
In quel momento lo studio J&L Gibbons era coinvolto nella consultazione in corso presso il vicino Regent’s Canal. Nel gruppo dei Friends of Regent’s Canal erano attive molte persone che vivevano in barca spostandosi continuamente durante l’anno lungo la fitta rete dei canali navigabili.
L’occasione è stata perfetta per entrare in contatto con questa comunità, capire il funzionamento dei canali, i conflitti tra ciclisti e pedoni e risolvere questa fase conoscitiva in poco tempo:
“I used membership of this group as a fast track way to understanding what those issues were and how we could anticipate them in our project.” (J. Gibbons)
147 L’osservazione di questo caso studio (precedent study) ha fornito una serie di dati che hanno arricchito la conoscenza di un luogo che in quel momento non poteva essere visitato e studiato. Oltre a capire le dinamiche che caratterizzano la vita sul canale, l’analisi ha portato alla luce anche i materiali utilizzati per la costruzione dei percorsi lungo i canali, prefigurando la successiva strategia progettuale di recupero e riuso delle tecniche di costruzione tradizionali.
“I think if I hadn’t joined the Friends of the Regent’s Canal, I wouldn’t have quite understood the various functional and cultural aspect of canal life.” (J. Gibbons)
Una volta terminati i giochi, il gruppo di progettazione ha potuto avviare un programma di consultazione che ha impegnato le comunità locali di Hackney Wick interessate al progetto. Stage 2 - Design workshop
La comunità di Hackney Wick era infuriata perché per tutta la durata dei lavori di costruzione del Queen Elizabeth Olympic Park il loro quartiere affacciava su un ininterrotto cartello di cantiere che schermava la vista del parco. Inoltre, molte promesse fatte prima che i lavori iniziassero erano state di fatto tradite.
L’intero processo di consultazione è stato guidato dalla capacità del gruppo di progettazione di negoziare scelte con le comunità e le istituzioni.
“I never look at community engagement as something which waters down a scheme. I always like finding a middle ground, finding that place where everyone feels like there’s something positive.
It is not a compromise in terms of it being less, it is a compromise that improves the result. And often the process is about sharing knowledge, and a lot of passions that make the work much more relevant to the place and to the people.” (J. Gibbons)
Il Design workshop consisteva in un programma di numerose passeggiate e conversazioni durante le quali i gruppi hanno attraversato a piedi, in bicicletta e perfino in barca il canale.
“We hired a boat, we invited them all on the boat, and 60 came. We cruised up and down the canal. We looked at the canal side from the boat. I asked a dozen or so people to stand up at the front of the boat, artists, residents, social enterprises and talk about what their vision was.
I wanted to experience together the site for the parkland from the water, because it’s a very different perspective. And that influenced the way we thought about it. These were very important connections that we created.
Several told us not to do too much.” (J. Gibbons)
In occasione della consultazione con il gruppo dei più giovani (Youth Panel) la passeggiata nei prati fioriti si è trasformata in una gara terminata nella premiazione del mazzo di fiori più bello. Il processo di consultazione è un aspetto non trascurabile dell’intero approccio di progetto e trasformazione dell’Olympic Park. Philip Askew afferma:
“And how can engage with the community over a long period of time which is very important, much more important than a single consultation process. So, we still have a team in LLDC which engages with the community and they have been involved over a decade now, so it is a very long process.”
Inoltre, tra le strategie più innovative adottate durante la costruzione del parco olimpico c’è stata la lungimiranza nel formare operai esperti in grado di trasferire e implementare il know-how tecnico anche successivamente nella fase di gestione.
148
“Certainly, during the construction of the park the Olympics set up schemes for training young people in landscape with construction skills, so I think we trained twelve people over the games and we still do that and other people who manage the park have a particular training, and in all of the construction work we require the developers and the contractors to do a minimum amount of training for people who work there. […] And this idea will influence other people and processes, it is very important to encourage partnerships with developers, workers and contractors.” (P. Askew)
Per tutta la durata del processo progettuale, l’LLDC ha giocato il ruolo di moderatore delle proposte avanzate, e in numerosi casi, le idee provenienti dalle comunità non sono state considerate come invece avrebbero dovuto essere.
Nonostante ciò, tra gli stakeholder c’è stato chi ha saputo negoziare bene con l’LLDC, e chi, malgrado avesse proposte tecnicamente ed economicamente sostenibili, non ha ricevuto la stessa attenzione.
Stage 3 - Canal Park Design Guide, Phase 1
L’incarico per il progetto comprendeva la redazione delle Design Guidelines e lo sviluppo della Phase 1 (stage 3 RIBA Plan of Work 2013). L’obbiettivo delle linee guida era definire una strategia progettuale che avrebbe semplificato la strada alle proposte successive. Di fatto il processo è stato accelerato e la Design Guide è stata sviluppata in un progetto di dettaglio (Phase 1).
“Our Canal Park Design Guide was to provide for change, over time. The irony is it’s all just happening in one go, as the market was that buoyant in London. But at the time, we weren’t to know that would be the case. It could have taken a period of 20 years for all the detailed applications to come forward each having to demonstrate they’d taken the design guide we were producing into consideration. That was the purpose of it. The Phase 1 scope was enabling works, and part of our commission as well, which gradually grew in scope.
The guidance had to be worded in a specific way that was not too prescriptive but gave an adequate guidance. That’s a great art. Guidance needed to provide enough for the planning authority, to be able to say: « I’m sorry, you have not demonstrated you have taken the guidance into account sufficiently» if necessary. To ensure the quality of the parkland was upheld.” (J. Gibbons)
Il progetto viene chiamato Canal Park 42’’. 42 pollici è il diametro della sezione dei due condotti idrici interrati sulla sponda est del canale. Questi sottoservizi sono la causa del vincolo di inedificabilità dell’intera area, condizione che da un lato limita qualsiasi intervento e dall’altro ha ispirato l’idea progettuale.
“If those water pipes hadn’t been there, development would have covered the whole area. So, we love them for that, they secretly have created the opportunity for a parkland! As a result, there’s a whole load of complex constraints related to vegetation. And so, that’s where we started to develop this idea of grading vegetation away from the main in this easement area, a zone of influence which is influenced what’s above, what’s below that. It was one big process of negotiation with various stakeholders.” (J. Gibbons)
Tra le limitazioni più complesse c’era la scelta delle specie vegetali adatte e da piantare fuori dalla zona di servitù dei condotti.
149 Visitando il luogo, una delle prime ispirazioni è stata quella del ‘pittoresco’. Lo scenario industriale infatti compariva nelle rappresentazioni settecentesche dove il paesaggio rappresentato era una sorta di transizione tra natura e artificio.
“What we wanted to do was to create a picturesque landscape that could enable that landscape transition in levels. In the picturesque landscape, there is a notion of industry being very much part of the scene, and a wildness to nature with dramatic topographical features.” (J. Gibbons)
La scarpata progettata nella parte più distante dall’area di rispetto dei condotti, da un lato contribuisce a nutrire la scena pittoresca dotando la sponda di una leggera pendenza dove sostare e contemplare il paesaggio, dall’altro consente la piantagione di alberi tipici della flora fluviale le cui specie si stanno via via estinguendo in questa parte di Inghilterra. Il pioppo nero è una tra queste.
Il progetto prevedeva la piantagione di questa specie riprodotta da un arboricoltore nella West London. Questa, che a tutti gli effetti è stata una action research, si sarebbe trasformata in un evento di community planting data l’estrema facilità con la quale è possibile mettere a dimora questo tipo di pioppo.
Ma purtroppo la gente non ama i grandi alberi e questa scelta è stata subito contestata, nonostante le numerose visualizzazioni realizzate per dimostrare che la vista sulla città non sarebbe stata coperta dalle chiome degli alberi maturi.
L’idea non è stata condivisa e le promesse con la comunità e con l’arboricoltore tradite.
La proposta invece di piantare salici lungo il canale ha percorso un’altra strada e alla fine è stata approvata e oggi è possibile vedere le piante crescere.
“To do this, I wrote a whole paper based on Forestry Commission research on willows from the nature of their root systems to the lignin content of their leaves to show how we could integrate these trees into the scheme in relation to the canal. It was a massive achievement to get approval from Thames Water and the CRT. Those are planted, and they look great.” (J. Gibbons)
Questa idea è strettamente connessa anche all’antica pratica tradizionale del coppicing ovvero del taglio delle piante al fine di creare delle vere e proprie siepi e al contempo ricavare materiale per l’artigianato.
“Willows are a signal for water. They are very much associated in Britain with water side landscapes. The coppicing creates either brushwood for fires or material for willow weaving. The trees have got purpose, to enhance the sense of place, the identity of the parkland, and there’s a strong relationship between man and nature encapsulated I the management of the tree through the process of periodic pollarding, which is very much part of the history of the valley.” (J. Gibbons)
L’idea di arricchire la biodiversità nell’area è stata rafforzata dal ritrovamento di un insetto appartenente ad un genere protetto di bombi.
“The whole idea was a kind of ecological patchiness where you have the towpath, you have the waterway, the towpaths which is for walking and for bikes. And then you’ve got other routes where you can meander.” (J. Gibbons)
Tra le sfide progettuali non andate a buon fine c’è anche la proposta di semplici ormeggi per la pesca sportiva, la piantagione di uva spina, tipico frutto selvatico utilizzato nella preparazione di
150
un famoso dolce inglese, i pioppi, un piccolo hub ospitato nell’Energy Centre dove la comunità del canale avrebbe potuto incontrarsi e infine la panchina di Hackney Wick.
Il quartiere di Hackney Wick ha infatti adottato un modello di panchina per i suoi spazi pubblici. L’idea era di installarla anche lungo il canale in una sorta di operazione simbolica di ‘appropriazione’ dello spazio dell’Olympic Park da parte della comunità di Hackney Wick. La negoziazione su questa proposta si è trasformata in una ‘lotta nel fango’102 e anche in questo
caso il gruppo di progettazione ha dovuto fare un passo indietro.
“I feel it’s a pity that there wasn’t a mechanism to deliver half a dozen small things that were important to the community, that people had bothered to express, gives their energy and time and ideas.” (J. Gibbons)
Un ruolo chiave dell’intero progetto è stato quello del suolo. La terra contaminata e impoverita avrebbe potuto costituire un ostacolo allo sviluppo di qualsiasi proposta, ma la decisione è stata di mantenere il suolo, lavorarlo e ammendarlo per miglioralo, piantare specie auto riseminanti e adatte a terreni poveri. La scelta si è mossa sulla base di principi di sostenibilità e di gestione più che di manutenzione dell’area.
“We promoted the idea of stewardship rather than maintenance. You have to know what you’ve got in order to know how to manage it.” (J. Gibbons)
Stage 4 - the project was delivered by LDA Design
Nella fase successiva l’LLDC ha deciso di affidare la progettazione esecutiva e i lavori direttamente all’LDA Design.
Questa modalità di appalto è sempre più frequente anche in Inghilterra, ma forse non è il metodo migliore per assicurare la qualità del risultato finale:
“The way we prefer it is to design a project through to the detail design, then on to production information, then tender it. When it’s tendered early, there’s not enough detail there to ensure quality. Also, we may not be taken on to make sure the project is delivered in the way envisaged.” (J. Gibbons)
In generale l’obiettivo della progettazione non è stato quello di lasciare un segno progettuale visibile, non è questo l’atteggiamento che contraddistingue il gruppo di lavoro. Inoltre, una delle condizioni iniziali del progetto era che quest’area avrebbe ricevuto meno attenzione rispetto alle altre che sono state celebrate diffusamente (North Park e South Park).
“And it was really interesting because I think that in the mind of a client it was less important. And yet this was about an important existing community, the others did not as those new communities had not yet been built out.” (J. Gibbons)
Resta unanimemente condiviso l’importante lavoro che l’ODA prima e l’LLDC dopo, ha dovuto fare per consegnare in tempo il parco e procedere prontamente con il progetto di trasformazione.
“In terms of regeneration it is phenomenal that the Olympics were delivered in such a magnificent way, on time, with a legacy project that has been hugely successful and internationally renowned. I think London did a fantastic job.” (J. Gibbons)
“So I think in a way thinking about working landscape is perhaps taking the idea of the green infrastructure pushing into that further and I think it is an interesting issue, particularly when you justify why you do it in the first place, why you spent this money
151 in it etc. […] I think practically fortunately it is being transformative in the sense of how valuable this sort of landscape is in urban areas and how it can generate value, and when I say value I mean financial value and also in terms of value biodiversity in the city, and climate change in terms of dealing with water issues and flooding etc. […] So let’s be very clear that the park has to be dynamic rather than static.” (P. Askew)