topografia = gr. TOPOGRAPHIA da TOOS luogo (v. Topico) e GRAPHIA da GRAHEIN descrivere (V. Grafia). Descrizione o Pianta di un luogo; ed anche l’arte di rappresentare un paese con tutti i particolari.
La topografia e la sua manipolazione sono un parametro fondamentale della trasformazione del paesaggio a qualsiasi scala. Storicamente le modellazioni topografiche erano realizzate per scopi agricoli, per la conservazione dell’acqua e del suolo ma anche per opere di urbanizzazione finalizzate alla creazione di infrastrutture e accessi. La topografia costituisce un imprescindibile punto di partenza nel progetto di paesaggio.
Cristophe Girot da anni porta avanti studi e ricerche sul tema e, nel suo saggio ‘The Elegance of Topology’ (Girot C., Freytag A., Kirchengast A., Richter D., (2013), pp. 79- 115), si sofferma sul ruolo della ‘topologia’59 come metodo di lettura e rappresentazione delle differenti scale del
paesaggio. L’eleganza della topologia può essere meglio definita come l’arte di cogliere gli elementi essenziali di un sito. Basilare nello studio di questi fattori è la mappatura della topografia e delle relazioni intangibili, culturali e temporali che plasmano il paesaggio. La topologia dovrebbe essere concepita come un approccio olistico al paesaggio in continua trasformazione e consentire un rapporto diretto e fisico con il paesaggio, approccio che negli anni si è perso a favore di un’astrazione spesso divergente con la realtà. La topologia incapsula la realtà fisica e temporale di un luogo.
Girot (2013) sostiene che il progetto di Tschumi per il Parc de la Villette parta da un foglio nero non considerando il terreno, e questo approccio si deve ad uno storico scollamento della progettazione dalla lettura topografica del sito. La topologia insiste nel capire il substrato estetico di un luogo al fine di nutrire nuove trasformazioni del paesaggio, è capace di scoprire significati profondi attraverso una comprensione del paesaggio passato, presente e futuro. I modelli topologici di nuvole di punti virtuali, secondo Girot, sono un ottimo strumento per capire il paesaggio e trasformarlo.
Figura 31 - ETH, Nuvola di punti, Gotthard Landscape
Il ruolo chiave sta nella possibilità di dare una nuova dimensione di lettura al paesaggio. La topologia è per l’architettura del paesaggio quello che la tettonica rappresenta per l’architettura: entrambi domino gli aspetti fondamentali del progetto di un luogo attraverso la modellazione
59topologìa s. f. [comp. di topo- e -logia]. – 1. In geografia, lo studio del paesaggio e delle sue caratteristiche per individuare e definire i varî tipi di forme del suolo (l’insieme dei segni che si usano per rappresentare tali forme prende il nome di codice topologico) […] 4. In matematica,
settore della geometria, nato verso la metà del sec. 19° e attualmente in continuo sviluppo: si può definire come lo studio di quelle proprietà delle figure che non variano sottoponendo le figure stesse a deformazioni continue (che non provochino rotture né sovrapposizioni di punti); non rientra pertanto nella topologia alcuna nozione di misura (lunghezze, aree, ampiezze, ecc.).
81 della struttura. Nel progetto di paesaggio questa struttura è fisica, temporale e culturale. Girot (2013) si sofferma anche sulla differenza epistemologica e fisica che esiste tra topografia e palinsesto60, sottolineando come i paesaggisti da sempre utilizzano indistintamente i due
dispositivi nella progettazione del paesaggio.
Questa analisi conoscitiva ha anche una natura progettuale poiché di fatto costruita non solo con l’ausilio di strumentazioni tecnologiche ma anche con l’interpretazione di regole e dinamiche ambientali derivate dalla conoscenza e osservazione delle trasformazioni naturali del paesaggio. Le stesse leggi vengono applicate al progetto poiché qualsiasi modificazione del terreno e della topografia comporta alterazioni delle condizioni idriche, climatiche e quindi anche delle condizioni vegetazionali.
Nelle proposte dello studio PROAP61, la topografia è elemento fortemente determinate per il
progetto “perché essa è, all’interno della logica di funzionamento dei processi di paesaggio, di fatto, determinante rispetto all’immagine” (Silva, 2010). Il loro lavoro si muove costantemente su questa linea sottile di equilibrio tra sistema topografico antico e quello proposto. A Trancão, manipolando la topografia, lo studio portoghese PROAP trasforma una monotona area geografica di frontiera degradata dalle vicine industrie, in un parco sul mare: il Parco del Tejo. La topografia diventa elemento strutturante il progetto segnandolo non solo da un punto di vista formale, ma soprattutto ecologico poiché si riflette e ribadisce la struttura profonda del paesaggio circostante.
A Londra, in un progetto ancora non realizzato per la Parliament Square, Gunther Vogt62
trasporta letteralmente la profonda conoscenza della geologia e topografia anglosassone in uno dei più visitati luoghi storicizzati. L’idea generatrice del progetto è quella del camminare e attraversare il paesaggio, attitudini profondamente radicate nella cultura inglese. Il passante è invitato ad attraversare l’area, a sostare nei punti più alti e a cambiare costantemente punto di vista sul parco, proprio come avviene passeggiando nel paesaggio inglese.
Figura 32 - Gunther Vogt, Parliament Square, London
60 ‘The difference between topology and palimpsest is essentially epistemic and physical. The palimpsest involves a synthesis of layers, traces, and erasures compressed on the surface of a plan, which are meant to be understood as a two-dimensional representation of different times on the surface of the earth, whereas topology, through a 3D physical model, directly represents the embodiment of landscape in a much fuller synchronic dimension.’ pp. 112-113
61 Joao Ferreira Nunes durante la conferenza ‘Costruire il progetto’, 12 aprile 2016, Open Session on Landscape, Università degli Studi di Firenze.
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clima = gr. KLIMA inclinazione [da KLINO inclinare, piegare e parlando di luoghi giacere, stendersi (v. Chinare)] e specialmente la inclinazione della terra dall’equatore ai poli; e indi un tratto della terra rispetto alla sua posizione geografica, e la temperatura che vi fa. – Geograficamente è lo spazio che si stende fra i diversi paralleli, andando dall’equatore ai poli, ma nell’uso comune vale Graduale temperatura del globo.
Il clima è una conseguenza diretta del tempo e in molte lingue latine tempo e clima sono sinonimi. Il clima-tempo63 rappresenta un fattore essenziale della storia del paesaggio. Il clima è
uno strumento molto difficile da trasformare e gestire. John Dixon Hunt (2014, p.43) sostiene che l’essenza del progetto di paesaggio si compone di tre dimensioni differenti del clima-tempo: la prima è legata alla nostra esigenza di esplorare il paesaggio nella dimensione del tempo, la seconda è strettamente connessa alla curiosità di conoscere come il clima-tempo ha influito sull’evoluzione e come condizionerà il futuro del paesaggio, la terza invece è condizionata dalle mutazioni giornaliere, mensili e stagionali. Il clima-tempo manifesta le sue interferenze sul paesaggio in periodi lunghi e con modalità spesso camaleontiche.
Trasformazioni geologiche, topografiche o associazioni vegetazionali sono frequentemente causate da fattori climatici che risultano a noi più evidenti quando si manifestano nei tempi brevi di piogge torrentizie, inondazioni e temperature sopra la norma. Ma, anche esposizione e ventilazione sono fenomeni connessi al clima.
Gli attuali cambiamenti climatici hanno evidenziato quanto sia urgente considerare il clima come strumento di progettazione. Molte amministrazioni hanno preso provvedimenti e avviato piani di gestione delle acque con una programmazione a lungo termine. Di recente pubblicazione sono le linee guida della città di Londra per la gestione del water run off e i sistemi di drenaggi alla scala infrastrutturale del paesaggio urbano64.
Numerose sono gli studi sul tema come il progetto proposto dai ricercatori della Penn State’s Department of Landscape Architecture. “Artful rainwater design” 65 si basa sulla premessa che le
nuove tecniche di gestione delle acque piovane e sistemi di prevenzione delle inondazioni, possano anche essere usate per creare luoghi di qualità urbana. Il sito, dietro lo slogan ‘Celebrate rain!’ si propone come un archivio di best practice e di soluzioni innovative per la gestione delle acque nelle città.
Il tema è pertanto estremamente attuale e in continuo sviluppo.
Lo sanno bene gli olandesi che devono costantemente prevenire fenomeni metereologici che potrebbero drammaticamente interferire nel delicato equilibrio tra terra e acqua. Adriaan Geuze, WEST 8, utilizza molto spesso strumenti e soluzioni in grado di dialogare con il clima. Nel ‘Weather Garden’ per il Park Hyatt Hotel, Günther Vogt66 pone l’attenzione sul tempo e le
variazioni climatiche traducendo simbolicamente questo fenomeno naturale. La corte interna dell’albergo, che può essere solo vista dalle stanze degli ospiti dell’albergo, è rivestita con una pavimentazione in pietra che riflette il passaggio delle nuvole, si bagna con le piogge e si asciuga
63 tèmpo rum. timp; prov. temptz, tems; fr. e cat. temps; sp. tiempo; port. tempo = lat. TEMPUS, che taluno ravvicina al sscr. TAPAS calore, attribuendogli la nozione primitiva di atmosfera (v. Tepido); altri al lit. tempti, tampyti distendere, con la nozione di estensione o durata (cfr. Tendere); ed altri e sembra ipotesi più indovinata, riferisce alla stessa radice del gr. TEM-NO separo, divido, che porta alla idea di separazione, periodo, epoca, stagione (v. Fondere e cfr. Tempia, Tempio). L’ang-sass. TIMA = ingl. time, island. timi, onde gaelic. tim, tiom, è invece congiunto
alla radice di TID = ingl. tide, ted. Zeit, tempo, ora, stagione. Dal Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani.
64 ‘SuDS in London: a Design Guide’ <https://consultations.tfl.gov.uk/policy/suds-guidance/user_uploads/suds-in-london---a-design- guide_full-document.pdf>
65 Artful Rainwater Design, <https://artfulrainwaterdesign.psu.edu/about>
83 con l’evaporazione, si ricopre di vegetazione, il pavimento diventa così un display delle mutazioni metereologiche.
Figura 33 - Günther Vogt, ‘Weather Garden’ per il Park Hyatt Hotel
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pianta = lat. PLANTA. Nome generale sotto il quale si comprendono tutti i vegetali (che espandono in aria i rami e le foglie)
Nel XX secolo abbiamo assistito ad un radicale cambiamento nell’utilizzo delle piante nel progetto di paesaggio. Gli aspetti fondamentali dell’orticultura che avevano a lungo fatto da padroni della disciplina nei secoli precedenti, vengono abbandonati i primi del Novecento perché considerati troppo tradizionali e sostituiti con nuovi approcci ecologici. Oggi è in atto un riavvicinamento alla materia in un’ottica che tiene uniti i due approcci e apre le porte a nuove specializzazioni, figure che di fatto entrano finalmente a pieno titolo come attori dell’intero iter progettuale.
Possono l’architettura del paesaggio e l’uso della vegetazione tornare al ‘paesaggio’?67
Ritornare a utilizzare la vegetazione, sia alla scala territoriale che di progetto, interessa la protezione della natura e soprattutto la conservazione delle specie botaniche. I cambiamenti ambientali stanno accelerando i tempi e occorre che tali provvedimenti vengano presi prima possibile. Di fatto, l’approccio degli anni ’70, che mirava a proteggere singole piante minacciate per lo più dall’estinzione, sta cedendo il passo a metodi più orientati alla conservazione dei processi e delle funzioni ecosistemiche.
Con il Protocollo di Rio questi orientamenti sono diventati di importanza mondiale, ma in alcuni casi il risultato è stato un ritorno indietro nel tempo e molti paesi hanno continuato a interpretare rigidamente e analiticamente la natura con il conseguente abbandono di aspetti più legati ai processi di trasformazione. Emerge pertanto una sempre maggiore esigenza di considerare la vegetazione in modo olistico, in stretta relazione con il paesaggio e di preservare gli aspetti ambientali in termini di sviluppo legati al progetto e agli aspetti variabili del processo che lo genera.
Sia gli aspetti botanici che quelli ecositemici si portano dietro un patrimonio di informazioni che fanno della vegetazione un testimone vivente della storia e cultura passata, presente e futura.
67 Norbert Kühn, The Relationship between Plants and Landscape Architectural Design – An Attempt at Repositioning, in TOPOLOGY, 2013, p. 156
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Per Gilles Clément le piante sono veri e propri dispositivi che rendono visibile il tempo, il movimento e il cambiamento. Ne Il giardino in movimento (1994) Clément mette a punto un dialogo col giardino che si affida all’analisi dei fenomeni biologici e naturali in stretta connessione con la trasformazione e quindi il tempo. È il giardiniere planetario (1999) che ne osserva le dinamiche e interviene, in questo modo il giardino in movimento è destinato a divenire un modello per l’intero pianeta. Attraverso l’esplorazione di questi luoghi incolti, Clément arriva a teorizzare il Manifesto del Terzo Paesaggio.
Per Michel Péna l’albero è poesia “l’arbre, est sans aucun doute l’élément le plus poétique du paysage d’une ville” (Péna, 2016, p.371). Piantare alberi corrisponde ad un’azione magnifica e culturale: l’albero per Péna è il prodotto del sogno. Misurare la portata culturale degli alberi corrisponde a valutarne la portata simbolica nella città, invita a reinventare il modo di piantarli lungo le strade, a capire come associarli alle altre piante e immaginare come cresceranno e trasformeranno l’immagine della città del futuro. Osservare le piante, studiare il modo in cui sono cresciute e i loro spostamenti nel tempo è una chiave di lettura dell’evoluzione e delle possibilità di crescita future.
Figura 34 - Péna, M., 2016, Jouer du paysage jouir, Paris, AAM-Ante Prima éditions
Michel Péna si domanda come viene percepito il tempo degli alberi (Péna, 2016, p.262). È possibile scattare delle foto ogni dieci anni e vedere come gli alberi crescono, come si evolvono, come si fanno spazio e ricercano la luce, il nutrimento del suolo, capire la loro intelligenza. “L’arbre possède un art complet de la transformation”68.
Per Giuseppe Penone l’albero è la scultura perfetta. Un albero, egli afferma, ‘è una figura che è in sé una scultura straordinaria, una entità vivente che ha dentro di sé la memoria della sua propria forma e struttura’. I cerchi concentrici della sezione arborea rivelano la logica dello sviluppo di un albero. ‘La storia dell’albero è racchiusa e memorizzata nel legno. La disposizione dei rami ci dice quale lato era esposto al sole e quale all’ombra’. (Natalini, Risaliti, 2014, pp97-99).
Penone racconta il processo di riduzione dell’impalpabilità del tempo in dimensione fisica, visibile e tangibile: “nell’opera Continuerà a crescere tranne in quel punto, ho sostituito la pressione della mia mano con la mano di ferro per far sì che l’albero crescendo imprimesse nella sua strutture il contatto e lo ricordasse; è stato uno dei lavori più importanti, un’intuizione che mi
85 ha portato alle opere nelle quali io scavo e ritrovo la forma dell’albero all’interno del legno. In questo caso ho seguito un percorso di pensiero inverso. Mi sono detto: ‘se in un futuro la mano di ferro scomparirà all’interno della massa del legno, probabilmente scavandola potrò trovare il momento in cui l’ho posata’. Poiché l’albero cresce per cerchi concentrici c’è la visibilità del suo tempo, del tempo della sua esistenza”. (Natalini, Risaliti, 2014, p.70)
Figura 35 - Alpi Marittima. Continuerà a crescere tranne che in quel punto - Giuseppe Penone, 1978 Un giorno, durante una passeggiata, Penone trovò tre grandi alberi ridotti male e ne fece fare dei bronzi. Furono destinati al Madison Square Park a Manhattan, lontano dal luogo d’origine, esposte in pubblico, in un’oasi di verde in mezzo a New York. Questi alberi, altrimenti destinati ad una fine ignota, sono ora osservati e ammirati come mai avrebbero potuto nei loro boschi, e ora appaiono immortali.
Il progetto di Paolo Bürgi per la piattaforma panoramica a Cardada nasce da un’idea opposta al modo tradizionale di fare paesaggio. Invece di tagliare le chiome degli alberi per permettere una vista profonda sul panorama, lui sospende una passerella nel bosco. L’esperienza della passeggiata tra le chiome termina con una scenografica vista che sconfina nell’orizzonte. Il percorso stabilisce un dialogo con la vegetazione, il punto di vista di una lente d’ingrandimento sulla struttura degli alberi e il loro patrimonio storico, naturale e culturale. Per Bürgi la passerella è anche un ponte simbolico che attraversa il tempo biologico di alberi e licheni “the experience of walking through the trees, and of seeing and touching the lichens, as well as my thoughts about biological time, urged me to embed in the path of a sort of narrative that is made up of symbols” (Fabiani Giannetto, 2009, p.49-55). Lo stesso tema viene declinato in scala e materiali diversi in un parco privato a Sementina. Terrace on the Forest è ancora una volta un invito a scoprire cosa c’è al di là dell’orizzonte attraversando e contemplando la bellezza di un bosco a lungo abbandonato.
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A partire dagli anni ’90 lo studio francese Desvigne & Dalnoky ha iniziato a sviluppare un progetto a lungo termine per la penisola londinese di Greenwich sull’ansa est del Tamigi. L’area era in passato occupata da un cantiere navale e, a seguito dello smantellamento delle strutture industriali, a partire dagli anni '70, è stata interessata da un ambizioso progetto di rigenerazione massiccia. Con i suoi 300 acri, la Penisola di Greenwich rappresenta uno dei più grandi progetti di rigenerazione sviluppati in Europa.
Il progetto ha destinato parte del terreno a parco e a spazio pubblico attraverso l’utilizzo della vegetazione allo scopo di ricreare lo scenario del paesaggio di una foresta alluvionale, anticamente esistente sulle sponde del fiume. Sono stati piantati circa 12.000 alberi, di diversa velocità di sviluppo e longevità su una griglia regolare (la “griglia democratica di Thomas Jefferson") senza differenziazione tipologica tra bosco, giardino o viale alberato. La sequenza di disegni in pianta e sezione, descrive la strategia del paysage intermediaire di Desvigne a intervalli di 10, 25 e 50 anni.
Il parco è come un’oasi nel deserto, un’anomalia nelle regole urbane. La matrice forestale, seppure artificiale, si espande come fosse un liquido e l’albero dove trova spazio lo colonizza con una tessitura regolare. Desvigne & Dalnoky hanno lavorato sulla struttura profonda del fiume lasciando emergere una vegetazione ripariale facendo leva sull’ecosistema e il tempo.
Figura 37 - Desvigne & Dalnoky, Greenwich Peninsula, Londra
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coltura e cultura = dal lat. CULTUS che tiene a COLERE (v. Colto). – Coltivazione e moralm. Civiltà; Erudizione.
Le memorie di società, culture e storie passate sono spesso evocate in trasformazioni contemporanee.
Dimensione sociale e culturale sono due entità strettamente connesse al paesaggio. La pratica del paesaggio si basa sulla capacità di far emergere un senso dominante che spesso si riferisce a modelli acquisiti e portatori di valori culturali. Qualsiasi ambiente fisico deve attraversare una fase di culturation per entrare a far parte della dimensione del paesaggio (Péna, 2016, p.272). Péna ribadisce questo concetto affermando che il paesaggio è un progetto culturale “Le paysage, un projet culturel” (Péna, 2016, p.363). Al giorno d’oggi, il nostro rapporto con l’ambiente non si limita più allo sfruttamento dei prodotti materiali ma queste relazioni riguardano sempre più spesso l’esperienza culturale.
87 Nel Garden of Returns a Rochefort sur Mer, Bernard Lassus riesce a far rinascere un sito portuale in disuso rievocando un passato florido di scambi di piante tra l’Europa e il Nuovo Mondo. Oggi, da approdo navale, è stato trasformato in un arsenale botanico dove la produzione di rare varietà di begonie ne fa uno dei centri più importanti della Francia.
Il progetto rivoluzionario di riqualificazione dell’area industriale dismessa Duisburg Nord a firma dello studio Latz+Partner si distingue non solo per l’originalità del progetto di trasformazione del parco, ma l’intervento ha un valore sostenibile anche da un punto di vista sociale e culturale. I progettisti non si sono limitati a dare una risposta semplicemente estetica, ma hanno indagato la struttura profonda socio-economica e culturale del luogo per scoprire che l’attività industriale precedentemente ospitata rappresentava ancora una forte identità. Questi luoghi hanno fatto vivere e sostenuto la società per più generazioni e la comunità continua a riconoscersi in quel paesaggio. Il modo di procedere per interventi puntuali si è dimostrato particolarmente sensibile a questo aspetto e ha permesso ai progettisti di interagire lentamente con la comunità.
Figura 38 - Latz+Partner, Duisburg Nord
Quasi vent’anni dopo, l’altrettanto rivoluzionario progetto di Batlle y Roig, il restauro paesaggistico della discarica del Garraf a Barcellona, rappresenta non solo una buona pratica progettuale per la trasformazione di un sito contaminato in parco pubblico, ma anche in questo caso, l’intervento è fortemente radicato nella matrice culturale del territorio. Come Eric Batlle racconta, questo è un progetto realizzato esclusivamente con la terra modellata con il sistema tradizionale dei terrazzamenti69. È una trasposizione di un modello culturale importato dal