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Il DESTOUR: DALLA NASCITA ALLA SCISSIONE

CAPITOLO IV. LE PRINCIPALI FORZE POLITICHE TUNISINE E IL CONTESTO POLITICO DAGLI ANNI VENTI ALLA FINE

4.2. Il DESTOUR: DALLA NASCITA ALLA SCISSIONE

L’obiettivo principale del partito nazionalista tunisino che, fin da subito, cercò di non essere soltanto espressione della borghesia locale ma di rappresentare tutta la società

441 Ivi, p. 95.

442 L’opera fu criticata anche da uno dei fondatori del Parti tunisien, come Hassan Guellaty, che, a

proposito del rifiuto di collaborare con la Francia, definì la tesi presentata da Tha‘albi erronea e mal formulata, in M. Kraiem, Le Parti réformiste tunisien, in «Revue d’histoire maghrébine», 4, 1975, pp. 150-162, p. 152.

443 S. M. Torelli, La Tunisia contemporanea. Una repubblica sospesa tra sfide globali e mutamenti

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153 e di radicarsi nel paese, era il ripristino della Costituzione e l’istituzione di un Parlamento eletto a suffragio universale composto da rappresentanti tunisini e francesi. Il partito, guidato da Tha‘albi e dal segretario generale Ahmed es-Safi, mirava a raggiungere “l’emancipazione della Tunisia dalle catene della schiavitù” affinché il popolo tunisino potesse godere di tutti i diritti di cui godono le nazioni libere.444

Alla base del programma, che doveva poggiare su un'attività politica assidua diretta al raggiungimento di questi obietti, vi era la promulgazione di una costituzione che accordasse ai tunisini la capacità di governarsi.

Oltre alla nascita di parlamento nazionale, il programma del Destour era composto da altri punti concernenti la separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, l’elezione popolare dei consigli municipali, il pieno accesso dei tunisini qualificati agli incarichi amministrativi alla pari dei francesi, il diritto dei tunisini di partecipare alla vendita o alla divisione dei terreni agricoli messi in vendita dallo stato, l’equa retribuzione per lavoro di pari valore rispetto ai francesi, l’istruzione elementare obbligatoria e la libertà di associazione e di stampa.445 Per dimostrare che le richieste erano sostenute dalla maggioranza della popolazione, il partito si impegnò anche nella raccolta delle firme da allegare al programma e da presentare formalmente alle autorità.446

In generale con il Destour nasceva un partito politico in senso moderno che, sulla base di un programma, di una linea politica e di una struttura organizzativa raggruppava i propri aderenti.447

Le rivendicazioni presentate dal partito allarmarono i francesi: il segretario generale del Protettorato dichiarò di “essere spaventato dal progresso dei nazionalisti nel paese nel corso dell’ultimo anno” e, pertanto, occorreva fermare la propaganda del partito.448 Cosicché, nel giugno del 1920, Tha‘albi fu arrestato poiché colpevole di attentato alla

444 R. Raymond, Le nationalisme tunisienne, Paris, Comité Algérie-Tunisie-Maroc, 1925, p. 21. 445 L. El Houssi, The History and Evolution of Independance Movements in Tunisia, in «Oriente

Moderno», 97, 2017, pp. 67-88, p. 75.

446 K. J. Perkins, Tunisia. La via pacifica all’indipendenza, cit., p. 99.

447 I. Pizzardi, La Tunisia da Bourguiba a Ben Ali: dalla modernità alla democrazia?, cit., p. 320. 448 A. Mahjoubi, Les origines du mouvement national en Tunisie (1904-1934), Tunis, Université de

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sicurezza dello stato. Un segno di distensione da parte delle autorità francesi avvenne l’anno successivo quando il nuovo Residente generale, Lucien Saint (appena nominato e rimasto in carica fino al 1929) mise fine allo stato di emergenza, in vigore dal 1912, e dispose il rilascio di Tha‘albi, nonostante il fermo rifiuto di approvare la creazione di un parlamento.449

A questo punto gli sforzi del partito furono diretti ad avvicinare il bey e a cercare il suo appoggio sulle richieste del Destour: nel giugno del 1920, in occasione di un incontro tra Nasir bey e i dirigenti del partito, questi ultimi gli assicurarono la loro lealtà facendo intendere di poter far avere al bey un ruolo politico più rilevante nel sistema politico da loro elaborato. L’amministrazione francese non apprezzava affatto questo rapporto ma il Residente generale Saint preferì non agire subito.

L’appoggio del bey alle posizioni del Destour, oltre ad allarmare sempre più i francesi, creò un incidente diplomatico in occasione della visita nella capitale tunisina del Presidente francese Alexandre Millerand nella primavera del 1922.450 Avendo il timore che il bey si facesse portatore delle idee del Destour, il Residente generale gli disse di dichiarare di essere contro i nazionalisti nel corso di un’intervista ma Nasir rifiutò. Quest’ultimo, inoltre, minacciò di abdicare dal trono tunisino se i francesi non avessero accettato una serie di richieste basate sul programma del Destour. Il partito, schierato a difesa di Nasir, organizzò manifestazioni a Tunisi e attorno al palazzo del bey a La Marsa mentre Saint dispose le truppe francesi attorno al palazzo respingendo le richieste e avvertendo il bey di ritirare la minaccia di dimissioni. Questo episodio e, poco dopo, la morte di Nasir bey segnarono un colpo all’azione dei nazionalisti. Il suo successore, Muhammad al-Habib, invece, sembrava essere sulla stessa linea dei francesi sostenendo di non appoggiare il Destour e di non opporsi ad eventuali provvedimenti nei confronti dei nazionalisti.

Sul fronte interno, nel partito ci fu una spaccatura quando una parte minoritaria, guidata da Guellaty, nel 1921, decise di lasciare il Destour e di fondare il Parti réformiste. I motivi di disaccordo erano legati sia alla strategia politica del partito,

449 S. M. Torelli, La Tunisia contemporanea. Una repubblica sospesa tra sfide globali e mutamenti

interni, cit., p. 28.

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poiché Guellaty credeva nel principio di associazione e collaborazione con la Francia sia al ruolo dell’Occidente.451 L’educazione all’occidentale di Guellaty influenzò il suo modo di considerare esponenti come Tha‘albi, di formazione tradizionale e ritenuto incapace di comprendere la complessità del mondo moderno. Da parte sua, il Destour considerava traditori i membri di questa corrente ma non si sentiva minacciato dal momento in cui questa formazione non raccoglieva molti consensi tra la popolazione.

I francesi, cercando di sfruttare questa scissione interna, approvarono alcune misure di facciata che solo apparentemente rispondevano alle richieste della popolazione: nel luglio del 1922, essi avevano annunciato la creazione di organi elettivi che dovevano a loro volta nominare i loro delegati tunisini nel Gran Consiglio (organo che prese il posto della Conferenza consultiva), formato da due camere, una tunisina e una francese, incaricato di esprimere pareri non vincolanti su questioni economiche.452 Il funzionamento di questo organo prevedeva che, in caso di disaccordo tra le due camere, avrebbe comunque prevalso il parere dei francesi mentre, in caso di accordo, il ministro degli Esteri aveva il diritto di veto sulle risoluzioni del Consiglio.

Di fatto questi collegi non concedevano una rappresentanza adeguata e mentre il Parti réformiste approvava queste misure, il Destour si oppose spingendo i tunisini a boicottare le elezioni di queste assemblee. Allo stesso tempo, però, alcuni membri del partito nazionalista, per l’ambizione di essere eletti o per paura di eventuali repressioni, scelsero di allontanarsi dal Destour. 453

Tra la fine del 1922 e l’inizio del 1923 i francesi ordinarono l’arresto di alcuni esponenti del Destour mentre, nel luglio del 1923, Tha‘albi abbandonò la Tunisia per rifugiarsi a Costantinopoli. La partenza del leader lasciò il partito senza il principale punto di riferimento e contribuì alla fase di declino che stava vivendo in quel momento.454

451 Cfr. M. Kraiem, Le Parti réformiste tunisien (1920-1926), cit. 452 K. J. Perkins, Tunisia. La via pacifica all’indipendenza, cit., p. 102. 453 Ivi, p. 103.

454 S. M. Torelli, La Tunisia contemporanea. Una repubblica sospesa tra sfide globali e mutamenti

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Nel dicembre del 1923 la situazione sociale si inasprì in seguito all’approvazione della legge Morinaud che facilitava la naturalizzazione dei cittadini non francesi residenti nel paese. La legge, che venne sfruttata circa da 10.000 italiani e 5.000 ebrei e soltanto dallo 0,5% dei tunisini musulmani, contribuì a rendere più esplicita la marginalizzazione dei tunisini.455 Dopo la promulgazione della legge, il Destour si schierò ancora una volta contro i francesi accusandoli di voler emarginare sempre più i tunisini concedendo agli stranieri gli stessi diritti dei francesi mai negati alla popolazione locale.

Nello stesso periodo il partito era stato ulteriormente indebolito a causa del divieto del governo di raccogliere fondi e della carenza di iscritti. I leader del partito trovarono nel teatro un modo alternativo per raccogliere finanziamenti e, allo stesso tempo, un importante strumento di diffusione delle loro idee attraverso rappresentazioni che, enfatizzando l’identità storica del paese, esprimevano una critica alla politica del governo francese.456

Tra il 1924 e il 1925 ci fu, inoltre, un avvicinamento tra le istanze di alcuni membri del partito e le lotte della classe operaia tunisina. La discriminazione a livello salariale (a parità di impiego) era il punto focale delle rivendicazioni degli operai e il malcontento fu palesato dai lavoratori portuali tunisini.

La Confédération Générale des Travailleurs Tunisiens (CGTT), il primo sindacato tunisino nato nel dicembre del 1924, il cui leader era Muhammad ‘Ali, cercò di coinvolgere la classe operaia organizzando una serie di scioperi di protesta contro le autorità francesi.457 Pochi mesi dopo questi ultimi decisero di porre fine ai disordini con un’ondata di arresti (tra cui il capo della CGTT) soffocando così l’attivismo sindacale.

Il Destour, dopo i fatti del 1925, prese le distanze dal sindacato poiché riteneva l’approccio della CGTT troppo radicale e attaccato agli ideali del movimento operaio

455 K. J. Perkins, Tunisia. La via pacifica all’indipendenza, cit., pp. 103-104. 456 Ivi, p. 105.

457 Sulla vita del fondatore del primo sindacato tunisino si veda A. Ben Miled, Mhamed Ali. La naissance

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e non a quelli nazionalisti.458 Inoltre la collaborazione tra Muhammad ‘Ali e i comunisti tunisini per la nascita del sindacato e un eventuale coinvolgimento del Destour si sarebbe rivelato un fatto grave che avrebbe provocato una dura reazione da parte dei francesi: anche per questo motivo i nazionalisti presero sempre più le distanze dalla CGTT. Per confermare il suo atteggiamento moderato, il Destour si unì al Parti réformiste, agli ex membri del Destour che erano entrati a far parte del Gran Consiglio e ai socialisti francesi residenti in Tunisia, per costituire un asse politico moderato finalizzato a promuovere alcune riforme.459 Nel 1925 il Destour accettò, dunque, di entrare nella commissione consultiva per lo studio di nuove riforme voluta dal primo ministro francese Edouard Herriot. Quest’organo guidato da Saint, però, non portò alcun cambiamento sostanziale deludendo, in particolare, le aspettative del partito. Tra la fine del 1925 e il 1926, il Destour tornò a radicalizzarsi e le proteste del sindacato e dei nazionalisti divennero sempre più aggressive e frequenti. D’altro canto, la Francia reagì reprimendo e arrestando alcuni leader del partito oltre a dichiarare la chiusura dei giornali che riportavano le idee dei nazionalisti. Nel gennaio del 1926 i decreti emanati da Saint limitarono fortemente le libertà fondamentali del partito, inferendo un altro colpo alle attività del Destour.460

Inoltre, sul piano interno, furono mosse significative critiche al partito da parte della nuova generazione ascesa a livello politico e sociale e nata per effetto della crescita demografica che si registrò tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta del XIX secolo.461 Nell’opera Les Travailleurs tunisiens et la naissance du mouvement

syndical (1927) Tahar Haddad, che, come è stato già anticipato, oltre ad essere il precursore della lotta per la conquista dei diritti femminili, era impegnato nell’attività sindacale (era il cofondatore della CGTT) e iscritto al Destour, criticava il partito per essersi allontanato dalla classe operaia e per non aver sostenuto il sindacato.

458 Cfr. B. Tlili, Des rapports entre le Parti Libéral et Constitutionnaliste Tunisien et la Confédération

Générale Tunisienne du Travail (1924-1925), in «Cahiers de Tunisie», 28, 1989, pp. 115-164.

459 K.J. Perkins, Tunisia. La via pacifica all’indipendenza, cit., p. 107. 460 Ivi, p. 109.

461 S.M. Torelli, La Tunisia contemporanea. Una repubblica sospesa tra sfide globali e mutamenti

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Le idee di Haddad infastidirono i vertici del partito ma trovarono ampio consenso tra i giovani destouriani: la nuova generazione che era entrata a far parte del partito era portatrice di valori differenti rispetto alla prima generazione del Destour. La formazione di tipo occidentale, dovuta in molti casi alle loro esperienze di studio in Francia e il loro modo di comprendere i fenomeni politici e sociali contemporanei spinsero questi giovani ad impegnarsi sul piano politico con maggiore attivismo e a voler coinvolgere il resto della popolazione. Allo stesso tempo, l’atteggiamento di chiusura da parte dei membri più anziani del partito spinse ancora di più la nuova generazione ad impegnarsi e a proporre una nuova linea. Tra questi vi era un giovane di ventisette anni, laureato in giurisprudenza a Parigi, Habib Bourguiba, che segnò profondamente la vita del partito e in seguito la storia politica della Tunisia.

L’occasione in cui la figura di Bourguiba fece sentire la propria voce fu l’organizzazione del Congresso eucaristico internazionale a Cartagine, nel maggio del 1930, ad opera della Chiesa cattolica con l’appoggio delle autorità francesi.462

Come ha affermato Kenneth Perkins, “le parate di giovani cattolici vestiti da crociati, i volantini in lingua araba che esortavano a convertirsi e la retorica del legato pontificio, che fece riferimento al periodo islamico in Nord Africa come a quattordici secoli di morte e desolazione” diedero modo ai nazionalisti di criticare fortemente l’evento: sulle pagine del giornale «Voix du Tunisien», Bourguiba lo definì un affronto all’identità musulmana del proprio paese.463 Di conseguenza, il partito, associando la difesa della nazione a quella della religione islamica, si impegnò a favore della mobilitazione della popolazione organizzando una protesta trasversale.

Tutti gli oppositori del governo (tra cui gli studenti della Zaytunah e gli allievi delle scuole laiche elitarie) scesero in piazza in un fronte unito contro la Francia.

L’evento fu attaccato anche per ragioni economiche e politiche: il finanziamento di due milioni di franchi, ricavato in grande misura dai loro tributi e concesso dal governo

462 S.M. Torelli, La Tunisia contemporanea. Una repubblica sospesa tra sfide globali e mutamenti

interni, cit., p. 31.

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per organizzare il Congresso, oltre alla mancata richiesta di approvazione del Gran Consiglio, spinsero i nazionalisti a voler un cambiamento.464

Nel 1931 la celebrazione del cinquantesimo anno della presenza francese nel paese diede agli attivisti del Destour l’occasione di organizzare altre manifestazioni di protesta. Nel frattempo, l’atteggiamento critico della nuova generazione di destouriani nei confronti dei leader del partito, considerato troppo remissivo e inefficace, e la disapprovazione, da parte degli esponenti più anziani, della strategia elaborata dai giovani portò alla formazione di una nuova spaccatura. 465

Nel 1932 Bourguiba e altri compagni fondarono il giornale «L’Action tunisienne», organo di diffusione del gruppo dissidente del partito. Tra le diverse questioni, il gruppo prese in considerazione alcune conseguenze derivanti dall’applicazione della legge Morinaud e, sfruttando il caso dei tunisini musulmani che avevano presentato richiesta di naturalizzazione, mise in evidenza la discriminazione che questa minoranza di tunisini subiva poiché a questi ultimi era negata la sepoltura nei cimiteri musulmani.466 Di fronte al tentativo di violare questa prassi, il Residente generale Joseph Manceron (succeduto a Lucien Saint e in carica dal 1929 al 1933) chiese ai più eminenti giureconsulti musulmani di Tunisi di emanare una fatwa che sistemasse la questione. L’ala critica del partito, ritenendo che i francesi volessero ancora una volta immischiarsi in argomenti estranei alla loro sfera di influenza, incoraggiarono i propri connazionali a difendere l’islam che costituiva il centro dell’identità nazionale. L’aumento delle proteste, incrementate dall’azione de «L’Action tunisienne», portò Manceron a disporre che nei cimiteri musulmani fosse istituita una sezione a parte per i cittadini naturalizzati.

Sul piano politico, nel maggio del 1933, Bourguiba e i tre compagni che, insieme a lui avevano dato vita al giornale, furono eletti nel comitato esecutivo del Destour. Tra le richieste di questo gruppo vi era l’adozione della Costituzione e la creazione di un’assemblea elettiva ma essi si spinsero oltre facendo riferimento all’indipendenza.

464 Ivi, p. 112.

465 S.M. Torelli, La Tunisia contemporanea. Una repubblica sospesa tra sfide globali e mutamenti

interni, cit., pp. 31-32.

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In risposta ad una minaccia così grave, il Residente generale, oltre a ordinare l’arresto di chiunque commettesse azioni ostili contro il Protettorato e la chiusura de «L’Action tunisienne», decretò lo scioglimento del Destour.467

Tra il 1930 e il 1931, la precaria situazione economica dovuta alla crisi della produzione artigianale, alle difficoltà del settore minerario e al peggioramento del settore agricolo giocò un importante ruolo anche a livello politico e sociale.

Le conseguenze furono l’alto tasso di disoccupazione di coloro che lavoravano la terra e che decisero di abbandonare la campagna e la formazione di alcuni quartieri ghetto (bidonville) ai margini della città, caratterizzati da l’assenza di adeguate condizioni igieniche, di strutture sanitarie e di forme di assistenza sociale.468

Nel 1933, mentre il Destour appariva sempre più spaccato, Bourguiba cercò di instaurare un rapporto di collaborazione con il grande proprietario terriero e fondatore dell’unica banca tunisina, Muhammad Sheniq.469 L’anno successivo il capo della Coopérative Tunisienne de Crédit, grazie ai suoi contributi finanziari riuscì a far ripartire le attività del giornale creato dal gruppo legato a Bourguiba e insieme a quest’ultimo e ad un altro giovane esponente della nuova ala del Destour, Tahir Sfar, misero in atto una campagna interna al partito volta alla ricerca di consensi (soprattutto nella regione del Sahel, regione dove era forte il malcontento degli ovicoltori schiacciati dalla crisi economica) proponendo di organizzare un congresso finalizzato a decidere quale via intraprendere.470 In seguito al rifiuto del partito e al tempo stesso alla sua evidente debolezza, nel marzo del 1934 si scelse di sciogliere l’esecutivo e di creare un nuovo bureau politico: da questa rottura avrà origine un nuovo partito, il Néo Destour.

467 Ivi, p. 115.

468 S.M. Torelli, La Tunisia contemporanea. Una repubblica sospesa tra sfide globali e mutamenti

interni, cit., p. 32.

469 L. Anderson, The State and Social Transformation in Tunisia and Lybia, 1830-1980, Princeton-New

Jersey, Princeton University press, 1986, p. 171.

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4.3. IL NÉO-DESTOUR E IL CAMMINO VERSO LA FINE DEL