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L’IMPEGNO FEMMINILE NELLA LOTTA PER LA LIBERAZIONE NAZIONALE E LA NASCITA DELL’UNION NATIONALE DES FEMME DE

CAPITOLO V: L’IMPEGNO DELLE DONNE E I MOVIMENTI FEMMINILI TUNISIN

5.3. L’IMPEGNO FEMMINILE NELLA LOTTA PER LA LIBERAZIONE NAZIONALE E LA NASCITA DELL’UNION NATIONALE DES FEMME DE

TUNISIE

Come abbiamo visto, l’attivismo femminile e l’impegno delle donne tunisine crebbero gradualmente nel corso della prima metà del Novecento. Le esperienze dei movimenti presi in considerazione fino ad ora mostrano gli ambiti d’azione nei quali le donne impiegarono le proprie forze. A livello sociale, i loro sforzi si concentrarono soprattutto a favore della scolarizzazione e del miglioramento della condizione lavorativa femminile, oltre ad attività di beneficenza a sostegno delle donne indigenti e delle loro famiglie.

Anche la diffusione di riviste fu un prezioso mezzo per facilitare la presa di coscienza femminile: in particolare gli articoli apparsi su «Leila», rivista legata al gruppo nazionalista, e su «Renaître» toccavano svariati argomenti e temi (istruzione, velo, matrimonio, moda ecc.) contribuendo a divulgare le questioni che concernevano il mondo femminile.556

Nel corso degli anni Trenta crebbe anche l’impegno delle donne nella lotta per la liberazione nazionale. In seguito all’arresto di alcuni dirigenti del Néo-Destour, avvenuto nel 1934 e alle misure repressive intraprese dalle autorità francesi nei confronti del partito, si scatenò un clima di agitazioni e proteste alle quali parteciparono anche alcune donne.557 Fu l’8 aprile 1938 che, per la prima volta nelle

strade della capitale, un centinaio di donne parteciparono alla manifestazione davanti alla sede della Residenza generale per protestare contro la repressione verso i neo destouriani.

Il giorno successivo un gruppo di donne prese parte ad un’altra manifestazione davanti al Palazzo di giustizia a sostegno di un docente del Collège Sadiki, ideologicamente vicino al partito nazionalista, arrestato per aver tenuto un discorso particolarmente

556 S. Bakalti, La femme tunisienne au temps de la colonisation (1881-1956), cit., pp. 103-109. 557 Ivi, pp. 89-90.

Letizia Sanna

L’emancipazione della donna in Tunisia dal Protettorato francese a Bourguiba Tesi di dottorato in Archeologia, Storia e Scienze dell’uomo – curriculum storico

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acceso in una conferenza sul ruolo dei giovani nell’azione nazionalista e nella lotta politica.558

Migliaia di persone scesero in piazza e la protesta fu repressa brutalmente dalle forze dell’ordine che reagirono ferendo e colpendo a morte numerosi manifestanti mentre le autorità francesi decisero di sciogliere il Néo-Destour e di proclamare lo stato di emergenza.559

Nello stesso anno un altro episodio, definito il primo caso in cui alcune donne musulmane parteciparono ad un incontro ufficiale e di cui troviamo tracce nella rivista «Leila» del dicembre 1938, riguardò una delegazione di quattro donne tunisine che il 22 novembre andò ad accogliere il nuovo Residente generale francese Erik, Labonne, appena arrivato nella capitale e rimasto incarica fino al 1940.560 Le donne, dopo aver

invitato Labonne a interessarsi delle questioni politiche tunisine e avergli chiesto di liberare i detenuti politici, acclamarono a gran voce:

Vive la France! Vive la Tunisie, Vive S.A. Ahmad Pacha Bey! Vive Erik Labonne! Vive le Destour! Vive Habib Bourguiba! A bas les privilèges! Libérez les détenus!561

Dopo esser state arrestate dalla polizia e esser state rilasciate, le donne spiegarono che i motivi di quel gesto:

Nous avons la nette impression que nous servons autant la France que la Tunisie en attirant l’attention du nouveau Résident sur le cas des nôtres qui sont en prison. A l’homme nouvellement débarqué, nous avons exprimé notre joie et nous lui avons dit que notre bonheur sera complet s’il veut être l’auteur d’un geste d’équité et de justice.562

L’anno successivo si svolse un’altra protesta che vide la partecipazione di un gruppo di donne (tra le quali due nipoti di Bourguiba): in favore della liberazione dei 558 Ivi, p. 91.

559 S.M. Torelli, La Tunisia contemporanea. Una Repubblica sospesa tra sfide globali e mutamenti

interni, cit., p. 34.

560 H. de Montéty, Femmes de Tunisie, cit., p. 141.

561 ANT, La femme tunisienne à l’action, in «Leila», Dicembre 1938, p. 15.

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nazionalisti arrestati, anch’esse furono arrestate dopo aver acclamato il Néo-Destour e il leader Bourguiba. All’uscita della prigione, applaudite da un gruppo di simpatizzanti, una di esse affermò:

Ce jour, a-t-elle dit en substance, la jeune femme tunisienne a pris place aux côtés de la jeunesse tunisienne pour défendre la cause nationale ; ce jour, où elle est venue en aide au patriote pour accomplir le devoir sacré et détruire l’injustice et l’oppression, est le plus beau jour de la vie et sera marqué dans les annales de l’histoire […] Les jeunes gens sont entrés en prison; les jeunes filles les ont suivis, car elles ne voudraient en aucune façon être loin de leurs frères […] La victoire des Tunisiens est devenue certaine et même prochaine grâce à l’union des jeunes filles et des jeunes gens. Hommes, femmes, enfants, nous servirons tous la cause d’une patrie unique, d’une seule religion et d’une seule langue […] Vive la patrie! Vive le peuple tunisien! Vivent les leaders de la liberté!563

In questa fase l’impegno femminile era rivolto principalmente al sostegno della causa nazionalista e del Néo-Destour. Fino a quel momento, però, non era stata creata una struttura politica femminile, essa nascerà soltanto dopo il 1950, con la fondazione di una cellula femminile, “la cellule de la Médina” e delle sue sezioni nelle città.564

Tra il 1951 e il 1952 il clima politico divenne sempre più infuocato e di conseguenza anche la determinazione e l’attivismo delle donne crebbe ulteriormente. L’episodio più grave avvenne tra il 28 gennaio e il 1°febbraio 1952 con le ratissage du Cap Bon, ossia l’operazione francese diretta alla repressione dei nazionalisti. Durante l’intervento militare, oltre alla cattura e all’uccisione di alcuni militanti del partito, ci fu la distruzione di case e campi, violenze, ferimenti e uccisioni di centinaia di civili, tra cui donne e bambini.565 Qualche mese dopo, in seguito alla partecipazione ad una

manifestazione di protesta davanti alla Residenza generale alcune furono arrestate mentre altre erano continuarono a impegnarsi e a sostenere a livello logistico le azioni clandestine del partito.

563 M. Sayah, Le Néo-Destour face à la première épreuve: 1934-1936, Tunis, Centre de Documentation

nationale, 1981, pp. 232-233.

564 S. Bakalti, La femme tunisienne au temps de la colonisation (1881-1956), cit., p. 95. 565 K. J. Perkins, Tunisia. La via pacifica all’indipendenza, cit., p. 151.

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Secondo quanto affermato da Souad Bakalti, nonostante l’impegno di diverse militanti che continuarono a partecipare alle proteste e ad esprimere solidarietà e appoggio al partito e alla causa nazionalista, in questa fase il loro ruolo restò comunque secondario.566 Anche Souad Chater ha sottolineato come, durante il periodo di lotta

per l’indipendenza, le donne abbiano dato il loro contributo, “en trasportant armes, en propageant les mots d’ordre du Parti et en assicurant une action sociale auprès des détenus et de leurs familles. Allo stesso tempo si trattava “d’un petit nombre de femmes ayant le plus souvent des liens directs avec les responsables nationaux de l’époque”.567

Con la fine del Protettorato francese e sotto la presidenza di Habib Bourguiba, si aprì una nuova stagione per i diritti femminili. Nel gennaio del 1956, sotto l’impulso di leader nazionalista e del Néo-Destour, fu fondata l’Union nationales des Femmes de Tunisie (UNFT), il principale movimento femminile tunisino che soppiantò tutte le altre associazioni femminili. In base all’articolo 1 dello Statuto, l’UNFT era definita un’organizzazione nazionale che raggruppava le donne tunisine e le organizzazioni femminili finalizzata al miglioramento culturale, sociale, economico e politico della donna, al benessere e alla protezione della fanciullezza.568

Sul piano organizzativo, l’UNFT godeva di una struttura articolata:

566 S. Bakalti, La femme tunisienne au temps de la colonisation (1881-1956), cit., p. 101. 567 S. Chater, La femme tunisienne, citoyenne ou sujet?, cit., p. 85.

568 ANT, Union Nationale des Femmes de Tunisie, Dix ans 1956-1966, Statut interne, art. 1.

Présidente

Conseil Administratif Déléguées Régionales

Comité de Coordination

Sections Conseil National

Congrès

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196 Bureau Exécutif Commissions: • Education sociale • Enfance • Jeunesse • Secours National • Artisanat

• Lutte contre l’analphabétisme • Formation des cadres

• Etudes et programmes

Sul piano pratico, il Congresso era preposto alla definizione dei programmi e delle strategie d’azione del movimento, il Consiglio amministrativo doveva, invece, verificare l’applicazione delle risoluzioni prese dal Congresso mentre al Consiglio nazionale spettava il compito di definire gli strumenti operativi.569

Il principale obiettivo dell’UNFT era spingere la massa femminile a prendere coscienza del proprio ruolo e dei propri diritti sociali e politici, “en utilisant les réunions privées et publiques, les leçons et conférences, ainsi que tous les moyens d’orientation et d’organisation”.570 Lo stesso Bourguiba riteneva che la missione

dell’UNFT non fosse rivolta ad una ristretta élite di donne ma fosse tesa a penetrare in tutte le classi sociali, a prendere contatti con le donne di ceto popolare e ad impegnarsi in funzione del miglioramento del loro stile di vita. “Dans quelques années il n’y aura plus deux millions d’hommes vivant à côté deux millions de femmes mais plutôt quatre millions d’êtres humains conscients de leur dignité chacun d’aux remplissant sa fonction dans la société”.571 Come approfondiremo in seguito, la creazione dell’UNFT

569 ANT, Union Nationale des Femmes de Tunisie, Dix ans 1956-1966, Structure de l’UNFT. In merito

alle sezioni che costituivano l’elemento base dell’Unione, secondo i dati riportati da Ilhem Marzouki, esse aumentarono progressivamente passando da 115 nel 1960 a 273 nel 1965. Il numero di aderenti all’UNFT crebbe da 1.951 nel 1958 a 33.963 nel 1965. Cfr. Actes du 3ème congrès de l’UNFT, 26-29

dicembre 1962; Actes du 4ème congrès de l’UNFT, 24-26 giugno 1966, cit. in I. Marzouki, Les

mouvement des femmes en Tunisie au XXème siècle, cit., p. 201.

570 ANT, Union Nationale des Femmes de Tunisie, Dix ans 1956-1966, Statut interne, art. 2. 571 ANT, Union Nationale des Femmes de Tunisie, Dix ans 1956-1966, Rapport général, p. 16.