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IL RIFORMISMO TUNISINO: I GIOVANI TUNISIN

CAPITOLO II. LA QUESTIONE FEMMINILE IN TUNISIA ALL’INIZIO DEL XX SECOLO

2.2. IL RIFORMISMO TUNISINO: I GIOVANI TUNISIN

In quello stesso periodo un gruppo di riformatori tunisini formò un movimento, ispirato a quello turco, chiamato Giovani tunisini (Jeunes Tunisiens), con l’obiettivo di farsi portavoce degli indigènes dinanzi al Protettorato francese.189 Costituito nel 1907 e portatore di un messaggio politico finalizzato all’autodeterminazione del popolo tunisino, il movimento proponeva l’attuazione di profonde riforme in chiave politica, economica e sociale e in senso modernizzatore. Riferendosi all’ispirazione riformatrice di Khayr al-Din, i Giovani tunisini sostenevano l’idea di uno stato moderno capace di trasformare la società. Per il rinnovamento politico e sociale speravano in una collaborazione tra la Francia e la nuova élite tunisina, non mettendo dunque in discussione la presenza francese.190

A capo di questo movimento riformatore di stampo borghese vi erano due ex studenti del Collège Sadiki, Bashir Sfar e Ali Bash Hamba.191 Quest’ultimo, il 7 febbraio del

189 Cfr. C.A. Julien, Colons français et Jeunes-Tunisiens (1882-1912), cit., C. Sammut, La genèse du

nationalisme tunisien: le mouvement Jeunes Tunisiens, in «Revue d’histoire maghrébine», 1974, pp.

151-168, C.A. Micaud, Tunisia: the politics of modernization, London-Dunmow, Pall Mall Press, 1964, pp. 22-37.

190 I. Pizzardi, La Tunisia da Bourguiba a Ben Ali: dalla modernità alla democrazia?, in «Africa: rivista

trimestrale di studi e documentazione dell'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente», 58, 3-4, 2003, pp. 319-339, p. 319.

191 Bashir Sfar e Ali Bash Hamba furono anche tra i più importanti animatori del circolo culturale la

Khaldounia al momento della sua fondazione nel 1896. Bashir Sfar (1856-1917), figlio di un ufficiale dell’esercito beylicale tunisino, dopo aver frequentato il Collège Sadiki, andò a Parigi per studiare al Lycée Saint-Louis. Interrotti gli studi nel 1881 fece ritorno in Tunisia dove si impegnò a culturale e politico, prima nell’associazione la Khaldounia e nella redazione del giornale «al-Hadira» poi nel movimento riformatore tunisino. Ali Bash Hamba (1876-1918), un aristocratico tunisino di origini turche, frequentò per pochi anni la Zaytunah per poi diplomarsi al Collège Sadiki e si laureò a Parigi in

Letizia Sanna

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66 1907, fondò il settimanale «Le Tunisien»: si trattava del primo giornale in lingua francese diretto da musulmani tunisini. Secondo Stefano Maria Torelli, “la scelta della lingua è indicativa di che tipo di movimento fosse quello nazionalista- riformatore e fautore della modernizzazione, sebbene ancorato alle specificità tunisine- e allo stesso tempo, la francofonia rivelava la volontà di rivolgersi direttamente alla Francia”.192 I fondatori del giornale, oltre a cercare il sostegno dell’opinione pubblica sia in Tunisia che in Francia, avevano tra i loro obiettivi quello di risvegliare gli altri tunisini dal torpore intellettuale.193

Due anni dopo venne pubblicata anche la versione in arabo Al-Tunisi diretta dall’ ex allievo della Zaytunah Tha‘albi. Le riflessioni dei Giovani tunisini si svilupparono intorno a quattro temi principali: la formazione di un nuovo tipo di patriottismo tunisino all’interno del quadro coloniale, il concetto di diritto positivo, la funzione dell’educazione e la maturazione del senso critico.194

La questione educativa rappresentava un elemento chiave: circa il 25% delle prime pagine del giornale «Le Tunisien» erano dedicati a questo tema e questo interesse trova conferma nell’editoriale qui riportato all’interno del quale si afferma che tra i principali interessi dei Giovani tunisini vi era l’insegnamento.195

Au premier plan de nos préoccupations, nous placerons la question de l’instruction. Il nous est pénible de constater qu’après vingt-cinq ans de protectorat français, les neuf dixièmes de nos compatriotes son encore plongés dans l’ignorance. Il appartient à la France, dans un élan digne de ses traditions et de son idéal démocratique, de décréter l’instruction primaire gratuite et obligatoire dans toute la régence. En outre, le gouvernement du protectorat devra faciliter aux

giurisprudenza. Fondatore ed editore de «Le Tunisien», si impegnò energicamente nelle attività dell’Association des Anciens Elèves de Sadiki. Dopo la chiusura de «Le Tunisien» nel 1912, partì in esilio prima in Svizzera e poi a Costantinopoli dove morì nel 1918, in C.A. Micaud, H.C. Moore, L.C. Brown, Tunisia. The politics of modernization, London-Dunmow, Pall Mall Press, 1964, p. 24, S. al- Zimirli, Figures Tunisiennes, Tunis, Dar al-Gharb al-Islami, 1993.

192 S.M. Torelli, La Tunisia contemporanea. Una repubblica sospesa tra sfide globali e mutamenti

interni, Bologna, Il Mulino, 2015, p. 23.

193 Le Tunisien, 7 febbraio 1907, in C.A. Micaud, H.C. Moore, L.C. Brown, Tunisia. The politics of

modernization, cit., p. 24.

194 Ivi, p. 26. 195 Ivi, p. 30.

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67 indigènes l’accès de l’enseignement supérieur. La société tunisienne pourra alors produire des hommes capables de prendre une large part à l’administration de leur pays. Mais pour cela, il faudra également que les portes des administrations leur soient ouvertes […]. Conscients des bienfaits résultants, pour les indigènes de ce pays, de la protection d’une nation dont nous connaissons les traditions de liberté et de justice, nous apportons notre concours loyal à la France pour l’aider dans sa mission civilisatrice.196

Secondo il movimento, l’istruzione rappresentava l’elemento chiave per consentire alla popolazione tunisina di concorrere, ad armi pari con gli europei, per i posti all’interno delle carriere statali e professionali. Ad esempio, nel caso degli insegnanti, la disuguaglianza economica a livello salariale rispetto ai colleghi francesi veniva connessa al grado di istruzione ricevuto:

Il n’y a pas seulement une question d’amour propre pour nous instituteurs indigènes, il y a une question de vie ou de mort. Nous voulons avoir une place digne de nous dans le corps enseignant de notre pays. Nous voulons avoir une élite dont l’esprit sera largement ouvert aux idées sociales qui envahissent le monde… Nous ne nous faisons aucune illusion, notre relèvement à nous indigènes, au point de vue moral, intellectuel et surtout économique dépend uniquement du degré d’instruction que le gouvernement voudra nous donner.197

I Giovani tunisini facevano riferimento al concetto di educazione moderna: il loro slogan “Instruct in French and teach the Arabe language”198 richiamava la necessità per la gioventù tunisina di apprendere la lingua francese, fondamentale per poter avere le stesse possibilità nella sfida economica: solo attraverso la conoscenza di questa lingua il contadino avrebbe imparato i moderni metodi di coltivazione, l'artigiano l’uso dei macchinari, il funzionario civile i meccanismi di uno stato moderno ecc.199

196 J.F. Martin, Histoire de la Tunisie contemporaine. De Ferry à Bourguiba, 1881-1956, Paris,

L’Harmattan, 2003, pp. 166-167.

197 «Le Tunisien», 4 luglio 1907, in K. Guezmir, Jeunes Tunisiens, Tunis, Alif, 1986, p. 89.

198 «Le Tunisien», 28 gennaio 1909, in C.A. Micaud, H.C. Moore, L.C. Brown, Tunisia. The politics of

modernization, cit., p. 31.

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68 Per la costruzione di una nazione moderna diveniva importante adottare un sistema educativo uniforme in tutto il territorio tunisino basato sul modello francese ad esempio attraverso l’istituzione delle scuole franco-arabe che proponevano lo studio delle materie islamiche, la storia e la geografia del Nord Africa purché includessero “l'applicazione rigorosa del programma delle scuole primarie laiche francesi nella sua interezza”.200

Per mezzo della stampa, l’ala modernista del movimento auspicava dunque alla costituzione delle scuole franco-arabe e all’insegnamento bilingue: a coloro che insistevano sul concetto che l’evoluzione degli indigeni dovesse avvenire all’interno della propria cultura, essi rispondevano che questo era vero per la crescita spirituale, non per quella economica e tecnica. In particolare, Bash Hamba faceva riferimento al sistema pensato da Khayr al-Din e al Collège Sadiki, prima della fondazione del Protettorato francese, come prototipo delle scuole franco-arabe.201

La posizione di questa parte del movimento, secondo quanto affermato dal fondatore de «Le Tunisien», era assolutamente contraria a riformare i kuttab e volta a far sopprimere questi istituti per lasciar posto alla scuola franco-araba.

Les écoles franco-arabes répondent au double besoin que nous avons d’apprendre également l’arabe et le français. L’étude de la langue arabe est indispensable pour le Tunisien qui ne veut perdre son individualité et les traditions de sa race. D’autre part, nous estimons que l’évolution intellectuelle de nos compatriotes pour être rapide devra se faire au moyen d’une langue européenne. La pénétration des idées modernes dans notre société tunisienne doit se faire par la langue française devenue presque officielle dans ce pays. Elle est aussi celle du domaine économique, dans lequel nous devons soutenir la lutte à armes égales avec nos concurrents.202

Tuttavia la linea del movimento di fronte alla questione educativa non era unanime e tra i Giovani tunisini vi erano posizioni differenti, come quella di Khayrallah Bin Mustafà (1867-1965), presidente dell’Association des Anciens Elèves de Sadiki, favorevole alla riforma dell’insegnamento tradizionale ma fedele al mantenimento

200 «Le Tunisien», 11 febbraio 1909, ivi, p. 32. 201 Ivi, p. 31.

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69 delle strutture educative tradizionali: il sistema educativo, per Khayrallah, doveva fondarsi su quelle che definiva le moderne scuole coraniche o kuttab riformate.203 Per quest’ala minoritaria del movimento “l’elimination de ces kuttab qui donnaient un enseignement certes rudimentaire de la langue et des précepts religieux, mais à la portée de toutes les couches sociales tunisiennes, et qui de ce fait était le type d’enseignement le plus démocratique, aurait été catastophique”.204

Oltre a consentire l’accesso ad un numero elevato di studenti provenienti dai diversi strati della popolazione, la preferenza a favore delle tradizionali strutture educative era giustificata dal bisogno di conservare “l’identité et la personnalité de l’homme tunisien”. Al contrario, l’istituzione delle scuole franco-arabe comportava i rischi “d’élitisation et de dépersonnalisation de la société tunisienne”.205

In merito al mantenimento delle scuole coraniche, anche i francesi si dichiaravano favorevoli ma in base ad un’altra argomentazione: oltre a voler “laisser les indigènes évoluer dans leur propre civilisation”, ritenevano che le conoscenze rudimentali professionali ed agricole sarebbero state sufficienti e utili per i bisogni della politica coloniale.

La scuola coranica tradizionale e l’apprendimento di questo genere di nozioni avrebbero avvantaggiato e alimentato le imprese agricole e industriali fornendo loro una manodopera avviata ma economica. Secondo questa linea, era conveniente fornire alla popolazione indigena un’istruzione rudimentale che avesse un risvolto pratico di carattere professionale: “tous les efforts dans ce pays doivent tendre à remettre entre le mains du peuple arabe un instrument de travail ou un moyen de gagner sa vie le plus promptement possible, soit en travaillant pour son compte personnel, soit en fournissant de la main d’œuvre dans toutes les branches aussi bien l’agriculture que l’industrie […]. L’instruction générale des français doit être supérieure à celle de la masse des jeunes indigènes”.206

203 C.A. Micaud, H.C. Moore, L.C. Brown, Tunisia. The politics of modernization, cit., p. 32. 204 K. Guezmir, Jeunes Tunisiens, cit., p. 90.

205 Ivi, p. 91. 206 Ivi, p. 93.

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70 Durante il congresso dell’Africa del Nord, tenutosi a Parigi tra il 6 e l’8 ottobre 1908 e organizzato dall’Union coloniale française, Khayrallah presentò la relazione

L’enseignement primaire des indigènes.207 Dopo aver messo in evidenza le criticità e i problemi dei kuttab, riguardanti soprattutto le condizioni delle strutture che ospitavano i ragazzi e l’insegnamento che offrivano, Khayrallah si concentrò sul tipo di insegnamento che questi istituti dovevano offrire schierandosi quindi a favore della scuola coranica riformata. Citando Gustave Le Bon e la sua massima “respecter les traditions est une condition d’existence pour un peuple; savoir s’en dégager lentement, une condition de progrès”, il riformista riteneva che “il faudra nous décider à rompre peu à peu avec les usages et les traditions qui, n'ayant rien de commun avec notre religion, constituent une réelle entrave à l'amélioration de notre éducation”.208

Il programma degli insegnamenti doveva basarsi, dunque, sullo studio religioso e sullo studio di materie laiche come la grammatica, l’aritmetica, la geometria, la storia e la geografia della Tunisia e della Francia ecc.

Inoltre le moderne scuole coraniche sarebbero servite come un sistema di transizione fino a quando la rete delle scuole franco-arabe non avrebbe coperto tutta la Tunisia: occorreva quindi riformare le scuole coraniche e migliorare il sistema educativo, dando spazio sia allo studio del Corano e della lingua araba simultaneamente all’apprendimento delle materie previste dagli istituti francesi.

Alla posizione di Khayrallah continuarono ad opporsi fermamente Bash Hamba e ‘Abd al-Jalil Zaouche in quanto non approvavano l’idea di un’educazione tecnica e preferivano un doppio standard di conoscenze (francese e arabo) nel sistema educativo tunisino. La scelta delle scuole coraniche tradizionali, invece, avrebbe rappresentato un elemento a favore del discorso portato avanti dai francesi secondo cui le posizioni di vertice potevano essere ricoperte solo da essi per via delle loro migliori conoscenze.

207 Il Congresso del 1908 ha rappresentato un momento cruciale e di forte influenza dei Giovani tunisini

nell’opinione pubblica francese. È interessante sottolineare che l’Algeria, estesa e popolata colonia francese dal 1830, aveva un solo delegato mentre in rappresentanza della Tunisia vi era una forte delegazione composta da circa dodici figure appartenenti al movimento dei Giovani tunisini, in C.A. Micaud, H.C. Moore, L.C. Brown, Tunisia. The politics of modernization, cit., p. 33.

208 Congrès de L’Afrique du Nord, Paris, 6-10 octobre 1908, L’enseignement primaire des indigènes,

Compte rendu des travaux publié par M.Ch. Depincé, Chef de Service à l’Union Coloniale Française, Secretaire Général du Congrès, tome II, Paris, 1909, pp. 552-593, p. 569.

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71 Inoltre i due esponenti del movimento erano coscienti del fatto che, a causa del conservatorismo della società tunisina, l’insegnamento tradizionale avrebbe prevalso a discapito di quello moderno nonostante il tentativo di riforma dei kuttab. Infine essi temevano che le moderne scuole coraniche - invece di fungere da sostitute temporanee fino alla completa implementazione delle scuole franco arabe - avrebbero rimpiazzato del tutto queste ultime.209

Per quanto riguarda l’insegnamento secondario, i Giovani tunisini appoggiarono il malcontento e le proteste degli studenti che, dal 1910 si erano diffuse nell’ambiente della Zaytunah a causa della disorganizzazione degli studi e dei favoritismi dei docenti. A questo proposito, sulle pagine de «Le Tunisien», Bash Hamba scriveva: “Il y a un mouvement à créer à la grande mosquée et nous serons à l’avant-garde. Nombreux sont le Zitounis intelligents qui, comme nous, déplorent l’état des choses actuel et en souffrent. Ils ne disposent pas de moyen d’action. Nous provoquerons leur réunion, nous guiderons leur pas et nous soutiendrons leurs revendications qui sont nôtres, dans notre édition de langue arabe”.210

La riflessione dei Giovani tunisini arrivò a toccare anche il versante femminile concentrandosi in particolar modo sull’importanza dell’insegnamento primario a favore delle ragazze. L’istituto scolastico femminile avrebbe dovuto fornire l’insegnamento dell’arabo, nozioni cultura generale, l’educazione morale e attività pratiche come il ricamo, il cucito e l’igiene. In generale l’atteggiamento del movimento fu tendenzialmente conservatore: “s’ils ont réclamé l’instruction massive pour les garçons, ils ont timidement revendiqué le droit à l’éducation pour les filles”.

Secondo Zaouche era opportuno giungere sino al completamento del ciclo primario, “sans délivrance du parchemin” per non infondere nella donna tunisina “la manie du diplôme”.Occorreva essere cauti e non incorrere nel rischio della spersonalizzazione della società tunisina, in particolare della donna, considerata un elemento basilare di protezione della struttura familiare di fronte al pericolo di assimilazione da parte delle

209 C.A. Micaud, H.C. Moore, L.C. Brown, Tunisia. The politics of modernization, cit., p. 33. 210 «Le Tunisien», 10 marzo 1910, in K. Guezmir, Jeunes Tunisiens, cit., p. 96.

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72 autorità coloniali.211 Allo stesso tempo affermava la rilevanza per la donna di istruirsi e uscire dall’ignoranza:

Nous ne pouvons en effet espérer une évolution sérieuse de notre race tant que la femme continuera à vivre dans l'ignorance. Si son relèvement ne va pas parallèlement à celui de l'homme, jamais on ne verra sortir du marasme où elle est plongée la société tunisienne. C'est donc sur l'école que les musulmans éclairés fondent leur espoir pour que la femme tunisienne de demain puisse acquérir, en même temps qu'une instruction suffisante, une bonne éducation.212

Riguardo il tema dell’istruzione femminile importante è stato l’intervento pronunciato da uno dei rappresentanti del movimento Al-Sadiq al-Zimirli (1893-1983), durante il congresso dell’Africa del Nord, dal titolo L’instruction de la femme musulmane: ce

qu’elle doit être che merita di essere analizzato per comprendere meglio la posizione

del gruppo riformista.213

Partendo dal precetto coranico che imponeva alla donna gli stessi doveri religiosi dell’uomo tra cui quello dell’istruzione: “la loi coranique commande à tout Musulman comme à toute Musulmane de rechercher partout l’instruction, la connaissance de la religion et des devoirs qui en découlent étant également indispensable aux deux sexes”. Chiedendosi i motivi per cui essa non aveva potuto svolgere quest’obbligo, egli affermò che era sbagliato attribuire le colpe all’islam dimostrando attraverso diversi esempi come l’istruzione femminile fosse stata incoraggiata e sostenuta nel passato e come, a causa dello smembramento dell’impero musulmano e dei disaccordi religiosi

211 «Le Tunisien», 26 settembre 1907, ivi, p. 97. 212 Ibidem.

213 “Les outres interventions furent: Muhammad Bel Khodja, chef de la compatibilité de

l’Administration générale du gouvernement tunisien, réputé pour sa maîtrise de la langue arabe, Khayrallah Bin Mustafà, interprète traducteur assermenté près le Tribunal mixte immobilier de Tunis, particulièrement averti des questions d’enseignement, Muhammad Lasram, directeur du service de la Ghaba, à la Direction de l’agriculture à Tunis; Tahar Lassoued, armateur à Biserte, Bashir Sfar, ancien président des habus, gouverneur de Sousse, ce qui l’éloignait de sa chaire de la Khaldouniya, ‘Abd al- Jalil Zaouche, membre de la Conférence consultative et Al-Sadiq al-Zimirli, publiciste, fort apprécié pour sa chronique orientale du Tunisien”, cit. in C.A. Julien, Colons français et Jeunes-Tunisiens (1882-

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73 tra le contrapposte scuole teologiche, “la large et saine philosophie de l’islam si conciliante et si humaine, subit des altérations multiples qui la déformèrent complètement. […] L’interprétation étroite des textes religieux, l’explication erronée

des livres sacrés de l’Islam, eurent pour conséquence la disparition graduelle de l’enseignement féminin, et on finit par croire avec les temps, que le Coran réprouvait l’instruction du beau sexe”.214

Secondo Zimirli, lo stato di decadenza del mondo orientale iniziava lentamente a risollevarsi grazie ai progressi nelle scienze, nelle lettere e nelle arti sotto l’impulso vigoroso dato in Egitto da Muhammad ‘Ali e in Turchia dai sultani Mahmoud Abdulmedjid. Per questi due sovrani l’istruzione rappresentava una questione prioritaria: “ils la prodiguèrent indistinctement aux deux sexes, jugeant que la

régénération et le relèvement moral et intellectuel d’un peule sa fonction de son degré de culture”. Se i loro paesi iniziavano ad intraprendere la via del progresso, la Tunisia “voyait s’épaissir les ténèbres”.215

L’istruzione rudimentale e religiosa si fermava all’insegnamento delle kuttab alle quali le donne non avevano accesso e della Zaytunah all’interno della quale la loro presenza sarebbe stata scandalosa. Zimirli sottolineò le opere di riforma messe in atto da Khayr