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FAMIGLIA

| APPENDICE B: DICHIARAZIONI UFFICIALI 174

DICHIARAZIONE SULLA VIOLENZA IN FAMIGLIA

L’apostolo Paolo definisce la chiesa “famiglia di fede”, che ha la funzione di famiglia più estesa e che offre accoglienza, comprensione e conforto a ognuno, soprattutto a chi è ferito o disagiato. La Scrittura dipinge la chiesa come una famiglia nella quale c’è spazio per una crescita personale e spirituale se sentimenti come il tradimento, il rifiuto e il rancore lasciano spazio al perdono, alla fiducia e all’integrità. La Bibbia parla anche della responsabilità personale da parte di ogni credente di proteggere il proprio corpo dalla dissacrazione, perché in esso dimora Dio

Purtroppo la violenza familiare esiste anche in molti focolari cristiani; non può in alcun caso essere condonata, perché tormenta pesantemente la vita di chi la subisce e spesso determina, a lungo andare, percezioni distorte di Dio, di se stessi e degli altri.

Crediamo fermamente che la chiesa abbia una forte responsabilità e debba:

1. Avere cura di chi è vittima di violenze in famiglia e rispondere ai loro bisogni in questo modo:

a. Ascoltando e accogliendo le vittime di un abuso, amandole e facendole sentire esseri meritevoli e di valore.

b. Dando risalto alle ingiustizie dell’abuso e parlando ad alta voce in difesa delle vittime sia all’interno della comunità di fede sia nella società.

c. Garantendo un ministero di supporto e cura alle famiglie colpite dalla violenza e dall’abuso, cercando di fare in modo che sia le vittime sia i perpetratori accedano a consulenze con professionisti avventisti, là dove sono disponibili, o ad altre risorse professionali della comunità.

d. Incoraggiando la formazione e la disponibilità di servizi professionali avventisti autorizzati per membri di chiesa e anche per tutti quelli che lo desiderano.

e. Offrendo un ministero di riconciliazione quando il pentimento del colpevole rende possibile contemplare il perdono e il recupero del rapporto. Il pentimento implica sempre l’assunzione della piena responsabilità per i torti commessi, la volontà di riparare in ogni modo possibile e un cambiamento di comportamento per riparare il torto commesso.

f. Facendo in modo che sia il Vangelo a rivelare la natura delle relazioni più strette come marito-moglie, genitore-figlio e altre, fornendo ai soggetti interessati gli strumenti per crescere insieme verso gli ideali di Dio.

g. Mettendo in guardia dagli ostracismi all’interno della comunità e della famiglia sia nei confronti delle vittime sia in quelli dei colpevoli, e contemporaneamente inchiodando questi ultimi alle loro responsabilità.

2. Rinsaldare il legame familiare:

a. Garantendo un’educazione alla vita in famiglia orientata alla grazia e intrisa di una comprensione biblica della reciprocità, dell’uguaglianza e del rispetto indispensabili alle relazioni cristiane.

b. Alimentando la comprensione dei fattori che contribuiscono alla violenza familiare.

DICHIARAZIONE SULLA VIOLENZA IN FAMIGLIA

c. Sviluppando metodi per prevenire la violenza e l’abuso.

d. Rettificando luoghi comuni religiosi e culturali che possono essere utilizzati per giustificare o coprire le violenze familiari. Per esempio, se è vero che i genitori sono incaricati da Dio di correggere i propri figli a scopo redentivo, questa responsabilità non li autorizza a usare misure disciplinari repressive o punitive.

3. Accettare che è nostra responsabilità morale rimanere vigili e sensibili davanti agli abusi nelle famiglie della nostra congregazione e delle nostre comunità, e dichiarare che tali comportamenti costituiscono una violazione delle regole avventiste. Ogni minimo accenno a un abuso non deve essere sottovalutato, ma preso in seria considerazione. Se i membri di chiesa restano indifferenti e insensibili è come se condonassero, perpetuassero ed estendessero la violenza familiare.

Se siamo chiamati a vivere come figli della luce, dobbiamo rimuovere l’oscurità a causa della quale si verificano violenze familiari anche in seno alla comunità. Dobbiamo avere cura l’uno dell’altro, anche quando sarebbe più comodo non farsi coinvolgere.

(La presente dichiarazione è permeata di principi espressi nei seguenti testi biblici: Es 20:12; Mt 7:12; 20:25-58; Mc 9:33-45; Gv 13:34; Rm 12:10,13; 1 Cor 6:19; Gal 3:28; Ef 5:2,3,21-27; 6:1-4;

Col 3:12,14; 1 Ts 5:11; 1 Tm 5:5-8.)

Dichiarazione approvata nell’ottobre del 1996 dalla Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno durante la sessione annuale di San José, Costarica

I WILL GO... CON LA MIA FAMIGLIA| UNITÀ NELLA COMUNITÀ

| APPENDICE B: DICHIARAZIONI UFFICIALI 176

Gli esseri umani sono creati a immagine di Dio. La procreazione fa parte dei doni che Dio ha elargito all’umanità, ovvero la capacità di partecipare alla creazione insieme all’Autore della vita. Questo dono sacro dovrebbe essere sempre apprezzato e preso in grande considerazione. Nel piano iniziale di Dio, ogni gravidanza dovrebbe essere il risultato dell’espressione dell’amore fra un uomo e una donna che hanno preso un impegno reciproco nel matrimonio. Le gravidanze devono essere volute e ogni bambino dovrebbe essere amato, apprezzato e allevato ancor prima della nascita. Purtroppo, dall’ingresso del peccato, Satana si è impegnato a deturpare l’immagine di Dio, sfregiando tutti i suoi doni – compreso il dono della procreazione. Di conseguenza, le persone a volte si ritrovano di fronte a un dilemma, dovendo prendere decisioni difficili in merito alla gravidanza.

La Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno è fedele agli insegnamenti e ai principi delle Sacre Scritture che esprimono i valori divini in merito alla vita e fornisce una guida alle future madri e ai futuri padri, al personale medico, alle chiese e a tutti i credenti sulle questioni relative alla fede, alla dottrina, all’etica comportamentale e allo stile di vita. Sebbene la Chiesa non rappresenti la coscienza dei singoli credenti, essa ha il dovere di trasmettere i principi e gli insegnamenti della Parola di Dio.

Questa dichiarazione afferma la santità della vita e presenta i principi biblici attinenti all’aborto. In questa dichiarazione per aborto si intende qualunque azione volta a terminare una gravidanza, escludendo l’accezione di interruzione spontanea della gravidanza, conosciuta anche come “aborto spontaneo”.

DICHIARAZIONE SULLA