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LE DIFFERENZE UOMO / DONNA NELLA FORMAZIONE DEGLI STEREOTIPI

3.3 GLI STEREOTIPI: QUALI IMPLICAZIONI PER AZIENDE E LAVORATORI?

3.3.1 LE DIFFERENZE UOMO / DONNA NELLA FORMAZIONE DEGLI STEREOTIPI

Fino a questo momento, si è compreso come la maggior parte degli studi di natura demografica, considerino che le percezioni, vengano influenzate dalla composizione sessuale degli individui presenti nelle organizzazioni ed in particolare dalle mansioni e dalle posizioni che uomini e donne assumono231. Queste teorie però molto spesso, si sono soffermate a rilevare la formazione delle percezioni degli individui, soltanto considerando il loro stesso gruppo di appartenenza232. In effetti, la maggior parte delle ricerche che hanno trattano le differenze di genere tra uomo e donna, si sono limitate soltanto a stabilire, quali fossero le percezioni che un gruppo aveva relativamente al proprio gruppo di appartenenza, alla propria situazione, rispetto alla società. Cosa pensano gli uomini sulla propensione che essi hanno a svolgere date mansioni? Le donne pensano che i caratteri da esse possedute, possano essere sufficienti a svolgere una data mansione? Questi caratteri fanno loro pensare di essere penalizzate?

229 Fottler e Bain, op. cit.

230 In un’inchiesta del 2005, Eurostat ha rilevato che le donne dei 25 paesi membri dell’Ue del 2004, sono

occupate in prevalenza, in settori e mansioni qualitativamente più bassi, rispetto agli uomini. Per comprendere la portata della relazione, basti pensare che circa il 60% delle donne, svolgevano lavori di commessa o di servizi pubblici, come attività commerciali, o impieghi nei settori turistici ed alberghieri (Fonte: Population and social condition 53/2007).

231 Tsui e O’Reilly altri, op. cit., Ely, op. cit., Ancona e Caldwell, op. cit., Pelled, op. cit. 232 Si vedano a tal proposito Bartol, 1978, Britton, op. cit., Hare – Mustin, op. cit.

Le questioni alle quali gli studiosi hanno tentato di rispondere quindi, sono state rivolte, nella maggior parte dei casi alla rilevazione delle percezioni di un gruppo (uomini o donne ad esempio), circa la formazione dei pensieri presenti sul gruppo di appartenenza. Ciò che invece si pensa sia utile analizzare, è anche la posizione mentale, circa le percezioni che un gruppo ha, in relazione agli altri gruppi con i quali entra in contatto. Per esempio sarebbe auspicabile ed interessante analizzare, quali sono le percezioni che le donne hanno sul proprio gruppo, ma anche su quello degli uomini o viceversa, per comprendere in maniera completa l’origine della diversità, nella formazione degli stereotipi tra uomo e donna e la direzione verso la quale queste eterogeneità si dirigono, condizionandosi reciprocamente.

Rappresentare le differenze tra uomini e donne, soltanto come il risultato di differenze nei tratti naturali e biologici, è stato considerato quindi essere un errore. In che misura però, incidono gli stereotipi su queste diseguaglianze? Alcuni studiosi ad esempio ammettono che non vi è nessuna differenza tra le attitudini di uomini e donne233. Come già si è visto, differenze nei tratti naturali, possono essere accettate, però solo come fattore che va a completare l’analisi sulle differenze di genere. Perché allora esistono stereotipi, radicati anche tra le donne stesse, all’interno del proprio gruppo di appartenenza, che la considerano e la mostrano incapace di svolgere determinate attività? Il problema maggiore, è riscontrare il perché dell’esistenza di questi pensieri così ben radicati in generale anche tra le donne. I risultati di alcune ricerche234, testimoniano che in effetti, le donne stesse, non si sentono capaci di svolgere determinati lavori, connessi in generale con alte responsabilità, confermando, in effetti, che l’esistenza di questi stereotipi, rappresenta un problema, in quanto si tratta di pensieri, radicati anche nelle menti delle donne. Come spiegare queste tendenze?

Se esistono stereotipi radicati nel gruppo femminile stesso, questo significa che vi sono fattori ed eventi, che incidono sulle considerazioni che un gruppo può avere su di esso. Nel capitolo precedente, si era fatto riferimento in primo luogo ai condizionamenti della società in tal senso, e si erano analizzati gli sviluppi nel corso del tempo e le relazioni esistenti con la società attuale. Una possibile spiegazione a questo problema, proviene dal fatto che gli individui in generale, tendono a vedere la propria situazione e

233 Bartol, op. cit., si riferisce agli stili di leadership adottati rispettivamente da uomini e donne. 234 Bowman ed altri, 1965 e Bass ed altri, 1971.

quindi quella del proprio gruppo di appartenenza, in rapporto a quella degli individui, inclusi negli altri gruppi235. Relativamente al problema delle donne allora, esse

confrontandosi con gli uomini, dal punto di vista sociale in particolare, comprendendo e vedendo che di fatto esistono differenze, non tanto nei tratti fisici, naturali, biologici e psicologici, come visto, quanto soprattutto nella considerazione che la società ha di esse, sviluppino forme di stereotipi sul proprio stato, che vadano a contribuire ad innalzare i livelli di discriminazione in atto. Con questo si vuole affermare che le donne, partendo già da una situazione svantaggiata e caratterizzata da poca fiducia riposta nelle loro competenze, partendo con il peso di una serie negativa di attributi circa il successo nello svolgimento di talune mansioni, avvertendo questa differenza, possano considerarsi esse stesse incapaci di confrontarsi con gli uomini. In rapporto a quanto affermato precedentemente, ci si sente obbligati a ritenere quindi che le donne, oltre ad essere considerate svantaggiate rispetto agli uomini, possano essere concepite dagli uomini stessi, in generale come non idonee a svolgere alcune mansioni, alimentando in maniera ulteriormente complessa, l’esistenza delle differenze ed il gender gap.

Trovano quindi una sorta di ulteriore spiegazione, anche tutti gli altri studi compiuti sulla diversità tra uomo e donna, che rilevano i negativi pregiudizi sulle capacità a svolgere tutte le mansioni da parte delle donne, senza nessuna riserva. In generale quindi, è possibile confermare ulteriormente, che, anche se esistono differenze naturali tra l’uomo e la donna, che si riflettono necessariamente, sullo svolgimento dei ruoli sociali, tali differenze vengono almeno accentuate dall’esistenza di meccanismi di confronto tra i gruppi, che agiscono, limitandone il successo nella società. Per quanto attiene la diversità di razza, Greenhaus ed altri (1990), affermano che gli uomini di colore, essendo meno soddisfatti degli uomini bianchi, tendono ad abbandonare le aziende americane, facendo registrare tassi di turnover maggiori, rispetto alla media. Allo stesso modo, le performance dei gruppi di minoranza, senza una reale spiegazione, vengono in genere considerate dai dirigenti, in misura meno positiva, rispetto ai gruppi considerati più forti236. Il riconoscimento e l’ammissione dell’esistenza di queste relazioni, contribuiscono a delineare l’ipotesi, secondo la quale la diversità, induce a

235 Baron e Pfeffer, op. cit.

maggiori livelli di insoddisfazione, soprattutto se si applicano i meccanismi di confronto, di cui si è parlato poco prima.

Si può a questo punto pensare, che le differenze esistenti tra uomo e donna, provengano anche e per buona parte, dall’esistenza di questi concetti. Merton (1948), introducendo per la prima volta il concetto di profezie autoavverantesi, afferma che la nascita di una credenza, errata o giusta che sia, concorre alla concretizzazione di un dato evento o di una serie di eventi. Si possono quindi concepire due ordini di idee, presenti nella mente degli uomini, ed in quella delle donne, interpretando la teoria di Merton ed adattandola alla diversità di genere. Se gli uomini agiscono, pensando che la loro situazione sia positiva e di vantaggio, rispetto a quella delle donne, essi saranno certamente privilegiati, rispetto alle donne, che si includono in maniera automatica molto spesso, entro schemi che, come visto neanche le caratterizzano in maniera consistente.

Una soluzione a questa serie di problemi, potrebbe provenire dalle politiche implementate dai governi, non tanto per facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro, dei gruppi svantaggiati, perché si è visto che questi meccanismi tendono ad alimentare e ad accrescere ulteriormente gli stereotipi sui gruppi svantaggiati. Ciò che invece sarebbe auspicabile, alla luce di quanto affermato in questa parte del lavoro, si riferisce quindi all’implementazione di strumenti, volti a ridurre ciò che di fatto tende ad alimentare gli stereotipi e ciò che contribuisce a rendere ingiustamente consapevoli i gruppi delle limitazioni, che la società loro impone in maniera indiretta e decisamente in maniera ingiusta.

3.4 SEX SEGREGATION COME CONSEGUENZA DELLA DIVERSITA’ DI