1.3 LA DIVERSITA’ NELLE TEORIE DEMOGRAFICHE
1.3.4 IL RAPPORTO DELLE VARIABILI DEMOGRAFICHE CON L’AMBIENTE
Si è visto, come spesso la diversità, per essere valutata positivamente, necessita di una sua corretta interpretazione e di un adattamento continuo ai casi particolari. In letteratura alcuni autori hanno valutato le conseguenze di una mancata gestione della diversità114, oppure ancora della mancata considerazione del fattore ambientale115, evidenziando, a volte anche in maniera latente e non immediata, la necessità di non ancorarsi a leggi che regolano le organizzazioni in maniera vincolante116. In generale quindi, quando si afferma che la diversità può avere effetti positivi sui gruppi, sui processi che al loro interno si sviluppano, ed in definitiva sugli ambienti di riferimento, ci si riferisce al fatto che il concorso multiplo di diverse conoscenze, abilità, esperienze, culture e quindi in definitiva di diversi modi di affrontare i problemi che quotidianamente si presentano, rappresenta un punto di forza che è bene non trascurare117, anche se a primo impatto la sua considerazione potrebbe risultare logica ed automatica. Secondo gli autori della relazione citata, l’attenzione deve necessariamente spostarsi su un’appropriata gestione che debba valutare il modo più corretto di combinare le risorse disponibili, al fine di valorizzarle, aumentandone la reciproca sinergia. Parlare di variabili demografiche, significa anche scorgere ed indagare il rapporto che esiste tra di esse. Secondo alcuni autori118, anche se labile, esiste un rapporto tra le variabili demografiche e la frequenza delle comunicazioni, a testimonianza del fatto che lo sviluppo delle relazioni informali viene condizionato anche dal background degli individui che compongono una data organizzazione. E’ bene, infatti, ricordare, che l’analisi demografica, non si deve limitare soltanto ad individuare la distribuzione in termini numerici delle popolazioni che compongono i gruppi119, ma deve scorgere, le relazioni (comunicazione esistente e coesione) tra gli
114 Bombelli, 2003.
115 Come affermano essere invece importante le teorie contingenti legate ai pensieri di Lawrence e
Lorsch, op. cit., Thompson, 1967, Burns e Stalker, 1961.
116 Ci si riferisce in questo caso al rifiuto delle regole proprie delle teorie classiche del “one best way”. 117 Paper elaborato da Fondazione Enrico Mattei, 2003, op. cit.
118 Lawrence, op. cit.
119 Per approfondire meglio questo argomento, si rimanda ai capitoli successivi, nei quali verrà affrontata
individui120, per permettere una più corretta valutazione che tenga in opportuno conto dell’ambiente di riferimento. L’influenza delle variabili demografiche, incide anche sui processi che mettono in comunicazione l’azienda con l’ambiente esterno di riferimento, e come ribadiscono Ancona e Caldwell (1992), esiste una relazione positiva tra le variabili demografiche e la frequenza delle comunicazioni esterne.
Compito precipuo delle teorie demografiche, è quindi quello di indagare sulla composizione, sulle relazioni esistenti a tutti i livelli (internamente ed esternamente quindi) e rilevare le possibili non omogeneità nella rappresentazione di alcuni gruppi121.
Come si evince dalla Figura 2.1, l’insieme delle variabili demografiche ed il rapporto con l’ambiente interno, incidono sulle performance dei singoli individui, danno forma alla struttura ed alla composizione del potere nei gruppi, generano conflitti e modificano le opportunità di carriera per i lavoratori. Il rapporto esistente tra questi condizionamenti e l’ambiente interno, alla luce di quanto fino adesso esaminato, assume una valenza che va in una doppia direzione: le variabili si condizionano cioè a vicenda e condizionano l’ambiente interno all’organizzazione. E’ stato inoltre rilevato, che l’insieme delle variabili demografiche però, incide anche sul rapporto dell’azienda con il suo ambiente esterno di riferimento122.
120 Stewman, op. cit.
121 Ely, 1994.
122 In questo caso, la letteratura esaminata, non fa esplicito riferimento al rapporto che lega l’ambiente
Figura 1.3: L’impatto delle variabili demografiche sugli individui e sui gruppi (Fonte: elaborazione propria su opere citate).
In riferimento all’ambiente entro cui operano le variabili demografiche, sarebbe anche interessante tentare di predire, ciò che può indicare un set predefinito di variabili. Più semplicemente, si potrebbe indagare sulla reale opportunità di stabilire a priori quali siano le condizioni che si devono verificare, affinché un dato insieme di variabili demografiche (sesso, età, genere ad esempio), possa pre - configurare o più semplicemente condizionare, l’autour entro il quale l’organizzazione agisce. Si può allora stabilire, in riferimento all’ambiente interno, quali siano le variabili demografiche che risultano essere decisive, importanti e pregnanti al fine di una corretta implementazione di programmi atti a gestire correttamente le risorse umane? Per questa domanda, forse così specifica, non esiste una risposta univoca, ma quello che interessa
Comportamento individuale Variabili demografiche
Ambiente interno Rapporto dell’azienda con l’ambiente esterno Performance Potere Conflitti Job opportunities
comprendere, è almeno stabilire se si può parlare di variabili “gestibili” rispetto all’ambiente o almeno se si tratta di variabili che possono condizionare il comportamento umano, influenzandolo in diversi modi. Una sorta di risposta al quesito, proviene dai risultati di disparati studi, che dimostrano, infatti, che le variabili demografiche incidono sull’ambiente interno delle aziende, condizionando gli individui, il loro comportamento e le loro inclinazioni nei confronti dei terzi, con i quali essi entrano in contatto in maniera differente123. Ritornando al discorso intrapreso poco prima, relativamente alla misurazione delle variabili demografiche, potrebbe risultare utile ed interessante utile, considerare i confini entro cui la demografia organizzativa agisce e sviluppa i suoi assunti124, confini che dovranno essere definiti nella fase preliminare della ricerca ed implementati per ottenere e verificare le ipotesi definite. Alla luce di quanto accennato, vengono identificate 5 caratteristiche per individuare il background di riferimento di un contesto che si inizia a studiare dal punto di visto demografico – organizzativo:
• Le unità demografiche, che rappresentano il livello a cui l’analisi si riferisce125; • Gli attributi dei dati raccolti126;
• Il dominio di studio, inteso come il contesto entro cui l’analisi viene di fatto seguita; • La misurazione delle variabili demografiche raccolte e che si vogliono analizzare127; • Meccanismi utilizzati per la spiegazione di una teoria o per la verifica di determinate
ipotesi.
L’intenzione di riportare questa distinzione, relativa alla definizione del contesto entro cui effettuare l’analisi demografica, è stata dettata dall’importanza attribuita, in
123 Per citare solo alcuni esempi, si vedano Powell e Jacobs, 1984, Kane, 1995, Acker e Van Houten,
1974.
124
La classificazione che segue, fa riferimento al lavoro di Lawrence, op. cit.
125 L’autrice fa riferimento ai livelli di individuo, gruppo e azienda, ipotizzando anche combinazioni di
analisi tra i diversi livelli ed allo stesso tempo.
126 La distinzione degli attributi è molto importante nel definire il livello di analisi. Si possono considerare
attributi relativi ad aspetti immutabili come genere ed età; attributi che descrivono relazioni tra l’individuo e l’azienda come il tempo di permanenza del singolo nell’organizzazione; attributi che descrivono posizioni individuali e contingenti, come ad esempio lo status sociale.
127 A tal proposito la misurazione può essere semplice, se l’analisi che si svolge è riferita allo stesso
livello a cui i dati raccolti si riferiscono (come ad esempio all’analisi del genere che è individuale e viene riferito agli individui) oppure complessa, se viceversa il livello di analisi è diverso (ed in genere superiore) a quello dei dati raccolti (come ad esempio ad un confronto interorganizzativo di variabili raccolte e riferite ad individui).
fase di studio della letteratura, al contesto di analisi da svolgere, per tentare successivamente di definire meglio i confini entro cui agire, stabilire quali siano i dati da raccogliere, individuare il livello di analisi più opportuno verso cui indirizzare la ricerca e misurare correttamente i dati raccolti.