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La dimensione del mercato

L’evoluzione del mercato del private equity e venture capital

2.1 Overview del mercato globale del private equity e venture capital

2.1.1 La dimensione del mercato

Prima di analizzare l’evoluzione dell’attività di private equity a livello internazionale, alcuni dati possono essere utili per comprendere le dimensioni complessive del fenomeno. Innanzitutto, dall’evoluzione del numero di operatori di PE e VC attivi a livello internazionale, dagli anni ’80 fino ai giorni nostri, si può osservare la crescita esponenziale del mercato, passato da 139 operatori nel 1986 a quasi 2000 nel 2000, fino a una cifra di oltre 5000 società attive nel 2013. Il trend mette in luce una crescita particolarmente sostenuta fino al 2008, poi rallentata dall’attuale crisi, ma comunque positiva.

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Figura 2.1: L’evoluzione del numero di operatori di PE e VC attivi a livello globale

Fonte: Preqin, Private Equity Industry Overview, 2014

Un altro indicatore della dimensione a livello globale dell’industria del PE e VC è il valore in termini di asset under management (AUM), ovvero la somma del valore degli investimenti effettuati ancora in portafoglio (unrealized value) e del valore delle sottoscrizioni di impegno degli investitori ricevute dai gestori di fondi (dry powder).

Figura 2.2: PE e VC AUM 2000-2013

Fonte: Preqin, Global Private Equity Report 2013, 2013.

Il valore dell’AUM è cresciuto gradualmente nel periodo compreso tra il 2000 e il 2004 e ha poi conosciuto un forte boom dal 2004 al 2007, per effetto dei livelli elevati di attività sia di raccolta che investimento. Dopo un lieve calo registrato nel 2008, a causa della crisi finanziaria, la ricchezza globale ha ripreso a crescere, arrivando nel giugno 2013 a detenere un peso intorno ai

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3,5 trilioni di dollari, di cui 1 trilione di dollari di dry powder, valore che si è mantenuto costante dal periodo di massima espansione del precedente ciclo economico, e 2,5 trilioni di dollari di investimenti in corso.

Nonostante la crescita nel valore dell’AUM nel periodo compreso tra il 2000 e il 2013 sia stata considerevole, con un CAGR pari a 12,9%, tale fenomeno non necessariamente riflette un andamento sempre positivo del mercato. Innanzitutto, l’AUM non considera alcun cambiamento nel NAV (net asset value)83 relativo alle partecipazioni ancora in portafoglio dei fondi.

Considerando il sostanziale declino del prezzo degli asset sulla scia della crisi finanziaria, il valore degli asset in portafoglio potrebbe essere minore del loro valore al costo. Inoltre, il crollo dei prezzi ha generato un brusco calo dei disinvestimenti, per evitare di sopportare gravi perdite, gonfiando il valore del portafoglio. Come si vede dalla figura 2.3, il livello di capitali distribuiti agli investitori dopo la crisi ha subito una contrazione maggiore rispetto ai capitali sottoscritti richiamati.

Il mix di continui richiami di capitale e decremento dei disinvestimenti e dei capitali distribuiti ha condotto ad un continuo incremento del valore degli investimenti in portafoglio non realizzati e un conseguente incremento dell’AUM.

Figura 2.3: Ammontare del capitale distribuito e richiamato dai fondi di PE e VC, 2000- 2013

Fonte: Preqin, Global Private Equity Report 2013, 2013

83 Cfr. P. Cornellius, International investments in private equity : asset allocation, markets, and industry

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2.1.2 La geografia del mercato

Il mercato del PE e VC ha conosciuto a livello internazionale una crescita esponenziale dagli anni ’80 ad oggi, non solo nei Paesi tradizionali ma anche in quelli emergenti, caratterizzati da una crescita duratura nel tempo e da favorevoli condizioni demografiche.

I mercati emergenti ad alto potenziale di crescita, partendo da livelli di attività molto bassi, hanno conosciuto tassi di crescita molto elevati, anche se continuano ad essere sostanzialmente meno sviluppati dei mercati statunitense ed europeo (figura 2.4 e figura 2.5). Un confronto interessante per comprendere l’incremento di attrattività di tali mercati nell’ultimo decennio riguarda la proporzione di fund raising destinato all’Asia e al Resto del Mondo rispetto al fund raising complessivo, che passa dal 9% nel 2003 al 25% nel 2011, superando l’Europa per il secondo anno consecutivo84.

Dal lato degli investimenti, i dati pubblicamente disponibili sono relativi al periodo 2008-2013. Tali dati permettono di comprendere la ripartizione dell’ammontare investito tra operazioni di buy out e venture capital, distinto nelle tre macro aree geografiche – Nord America, Europa ed Asia85.

La figura 2.4 evidenzia che il mercato statunitense del venture capital continua a rimanere il mercato più importante al mondo, distanziandosi notevolmente dagli altri mercati. Nel periodo 2008-2013, le imprese statunitensi hanno attirato oltre i due terzi di tutti gli investimenti di venture capital. Al contrario, le imprese europee hanno ricevuto meno del 15 percento del valore complessivo, nonostante gli sforzi a livello comunitario ed europeo per la creazione di un attivo mercato del venture capital. A sua volta in Europa, come verrà esposto nel seguito, lo sviluppo del mercato del venture capital non è omogeneo nei differenti Paesi. Diverso il panorama nei paesi asiatici, laddove il mercato non è ancora maturo e la quota di investimenti in venture capital, anche se vicina all’Europa in termini assoluti, è considerevole rispetto al valore complessivo di tutti gli investimenti realizzati in Asia. Si può vedere, infatti, che la quota di investimenti in venture capital sul totale investito in ciascuna area geografica nel periodo 2008-2013, è pari al 21% in Nord America, al 18% in Asia e solamente all’8% in Europa86.

A conferma della differente dimensione del mercato del venture capital nelle diverse aree geografiche, negli Stati Uniti oggi si contano 770 società che gestiscono fondi di venture capital, contro 75, 41 e 35 rispettivamente in Inghilterra, Francia e Germania, i quali rappresentano i principali Paesi europei nel mercato del PE e VC, e 87, 38 e 33 rispettivamente in Cina, India e

84 Cfr. Preqin, “Strong growth in Emerging Markets”, 2012.

85 I Paesi asiatici che formano il valore aggregato “Asia”, ottenuto elaborando i dati Preqin, sono quelli più attivi nel mercato del PE e VC, ovvero Cina, India e Israele.

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Israele87. In base a questi dati, la Cina rappresenta il secondo mercato del venture capital più

grande al mondo.

Figura 2.4: Venture Capital - Evoluzione dell’attività di investimento per area geografica

Fonte: Elaborazione propria di dati Preqin. Dati in miliardi di dollari.

In relazione al comparto dei buy out (figura 2.5) si può notare che la diffusione di queste operazioni al di là degli USA ha avuto più successo. Gli USA rimangono il maggiore mercato in termini di volume e valore delle transazioni, ma l’Europa non è così distante. Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2013 l’ammontare dei buy out in Europa è stato pari a circa il 60% del mercato Nord Americano. Infine, anche in Asia si è assistito negli ultimi 15 anni ad uno slancio dell’attività di buy out, ma comparativamente più moderato (circa il 20% dell’ammontare investito negli USA). Da un lato, questo dipende dalla struttura dell’industria locale, che è dominata da imprese relativamente giovani che hanno bisogno di capitali per la crescita; dall’altro lato in Asia, non solo nelle operazioni di growth ma anche nelle operazioni di buy out rivolte a imprese mature, spesso è difficile acquisire partecipazioni di controllo.88

87 Preqin, “Global Private Equity Report 2014”, 2014 88 Cfr. P. Cornellius, op.cit.

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Figura 2.5: Buy out - Evoluzione dell’attività di investimento per area geografica

Fonte: Elaborazione propria di dati Preqin. Dati in miliardi di dollari.