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La dimissione e il follow-up

3. La customer satisfaction

3.1. La valutazione sull’ospedale

3.1.5. La dimissione e il follow-up

Le condizioni di salute dichiarate dai pazienti al momento della dimissione rappresentano eviden-temente un’informazione strategica nel definire la soddisfazione per la qualità dell’assistenza rice-vuta e i dati delineano un quadro, una volta di più, caratterizzato da significative differenziazioni territoriali (Figura 3.10).

La maggior parte degli intervistati, pari al 53,6%, ha infatti indicato di essere convalescente o in fase di riabilitazione, mentre il 24,1% ha definito le proprie condizioni di salute al momento della dimissione come completamente ristabilite o quasi. Il 19% le ha definite stabili, ma ha sottoli-neato che il problema di salute era ancora presente, mentre il 3,3% ha dichiarato di stare peggio ri-spetto a quando è stato ricoverato.

Osservando l’incrocio per ripartizione territoriale, e si tratta della variabile che esercita il maggior peso sul dato, unitamente alla gravità del problema per cui si è reso necessario il ricovero, si rileva che:

• è al Sud e Isole che la quota relativa a quanti dichiarano di essere in condizioni stabili, ma di avere ancora il problema di salute, o addi-rittura di stare peggio di prima del ricovero, e la somma dei due dati raggiunge al Mezzo-giorno il 31,3%, contro il 22,2% nazionale e il 10,2% del Nord-Ovest;

• è tra i rispondenti residenti al Centro che l’in-dicazione di condizioni di salute completa-mente ristabilite o quasi risulta meno frequente;

ricoveri programmati) e troppo lungo nell’11,8%

(mentre si esprime in questo senso il 3,6% dei pazienti con ricovero programmato).

L’insorgenza di complicazioni ha riguardato il 12,6% degli intervistati ricoverati e il dato tende a variare sensibilmente in base alle condizioni ge-nerali di salute dei rispondenti (e di riflesso anche in base all’età più o meno avanzata), pertanto tra quelli più fragili il valore sale fino al 37,2%.

L’insorgenza di infezioni ospedaliere, e più in ge-nerale di infezioni correlate all’assistenza, ha ri-guardato una percentuale residuale di intervistati, pari al 3,2%, con un andamento però diverso, ri-spetto alle complicazioni, lungo l’asse delle con-dizioni generali di salute, pertanto sono soprat-tutto i pazienti in ottime condizioni (il 10,5%) che lamentano questo tipo di problema, mentre tra i più fragili il valore, comunque superiore alla media, si ferma al 6,5% (Tabella 3.20).

A proposito di quest’ultimo dato l’andamento suggerisce, da una parte, che chi è in piena salute ha probabilmente più possibilità di riconoscere sintomi e disturbi che prima del ricovero non aveva e, dall’altra, che le persone più fragili sono comunque quelle più esposte ai rischi delle infe-zioni correlate all’assistenza, e nel loro caso le con-seguenze di superinfezioni ospedaliere comportano rischi evidentemente assai più seri.

Di nuovo, infine, va sottolineato il fatto che tra i ricoverati passati dal pronto soccorso l’incidenza di complicazioni (14,8% contro il 9,7% dei rico-veri programmati) e quella di infezioni ospedaliere (4,6% contro 1,7%) risultano più significative.

Figura 3.10 Condizioni di salute al momento della dimissione, per ripartizione geografica (valori %). Fonte: Indagine

Convalescente o in fase di riabilitazione

Stabili, ma il problema di salute era ancora presente

ambulatoriale (l’11,4%), mentre a non aver rice-vuto alcuna tra le indicazioni proposte dal que-stionario è circa il 5% del campione (Tabella 3.21).

La distribuzione dei dati non mostra di modificarsi in modo particolarmente significativo sulla base delle variabili di incrocio considerate, con l’ecce-zione di quella relativa alla gravità del problema di salute per cui è avvenuto il ricovero (e di con-seguenza delle variabili strutturali più fortemente correlate a essa, quali l’età e lo stato di salute ge-nerale), pertanto i pazienti che sono stati ricoverati per problemi più gravi sono anche quelli che ri-spondono in percentuali nettamente più elevate di aver ricevuto prescrizioni e indicazioni dopo la dimissione, e soprattutto sono quelli tra i quali sono visibilmente più frequenti le prescrizioni di cicli terapeutici ambulatoriali (prescritti al 42,9%

di quanti hanno definito molto grave il problema di salute per cui sono stati ricoverati contro l’11,0% complessivo) e di riabilitazione (prescritta al 36,5% contro il 24,4% totale).

A conferma di un follow-up generalmente ben or-ganizzato, almeno stando all’opinione degli inter-vistati che hanno ricevuto un ricovero nel corso dell’ultimo anno, si ritrovano i dati per cui il 50,6% dei pazienti ha indicato che il percorso te-il valore si ferma, infatti, al 19,8% contro te-il

24,1% nazionale e il 31,1% del Nord-Est.

Questo dato sembra quindi confermare quanto già parzialmente emerso in precedenza, ossia, da un lato, una minore qualità complessiva dell’of-ferta nelle regioni del Sud, che si ripercuote in una maggiore quota di bisogni sanitari irrisolti al momento della dimissione e, dall’altro, la tendenza ai “ricoveri brevi” nelle strutture del Centro sem-bra impattare sulla minore percentuale di dimessi completamente ristabiliti.

L’analisi dei dati relativi al tipo e alle indicazioni e prescrizioni ricevute dopo la dimissione evidenzia anzitutto il fatto che alla maggior parte degli in-tervistati, il 78,7%, sono state prescritte visite pe-riodiche di controllo, al 71% circa sono stati pre-scritti dei farmaci da prendere a casa e a una per-centuale pressoché analoga è stato raccomandato di prestare attenzione a determinati sintomi. Il 65,2% ha ricevuto l’indicazione di modificare il proprio stile di vita e di adottare determinati com-portamenti protettivi, mentre al 62,8% sono stati prescritti esami diagnostici di controllo. Netta-mente più ridotte, invece, le percentuali relative a quanti hanno ricevuto l’indicazione di una terapia riabilitativa (il 24,2%) o di un ciclo terapeutico

Tabella 3.22 Aspetti legati alla dimissione ospedaliera, per ripartizione geografica (valori %) Se le sono state prescritte visite, terapie o esami dopo la dimissione indichi se…

Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Totale Il percorso terapeutico-diagnostico era già prestabilito 46,8 48,3 65,2 48,6 50,6

(tutti gli appuntamenti e/o accertamenti già fissati al momento della dimissione)

Le era chiaro che cosa avrebbe dovuto fare, ma ha dovuto 38,1 43,8 21,2 29,1 32,7 muoversi autonomamente per trovare le strutture

e/o i professionisti cui rivolgersi

Aveva un’idea vaga di che cosa avrebbe dovuto fare 12,7 1,6 4,5 11,4 9,3

e ha avuto bisogno di ulteriori consulti medici per stabilire il suo percorso terapeutico

Non le era minimamente chiaro il percorso 2,4 6,3 9,1 10,9 7,4

che avrebbe dovuto fare

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Indagine Censis – Ccm, 2009.

Tabella 3.21 Indicazioni e prescrizioni ricevute al momento della dimissione, per ripartizione geografica (valori %) Al momento della dimissione…

Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Totale

Le sono state prescritte visite periodiche di controllo 78,1 76,7 81,0 78,8 78,7

Le è stata prescritta terapia farmacologica domiciliare 73,7 54,8 70,2 76,3 71,3

(farmaci da prendere a casa)

Le è stato raccomandato di prestare attenzione 64,2 76,7 67,9 75,3 71,1

a determinati sintomi

Le sono stati raccomandati particolari comportamenti 61,3 64,4 64,3 68,7 65,2

(dieta, smettere di fumare, attività fisica ecc.)

Le sono stati prescritti esami diagnostici di controllo 57,7 65,8 60,7 66,2 62,8

Le è stata prescritta terapia riabilitativa 29,9 19,2 16,7 25,3 24,2

Le è stata prescritta terapia ambulatoriale 8,0 9,6 7,1 16,2 11,4

(chemioterapia, radioterapia ecc.)

Nessuno di questi 5,1 4,1 6,0 4,5 4,9

Fonte: Indagine Censis – Ccm, 2009.

avrebbe dovuto fare una volta fuori dall’istituto di ricovero, e dunque di aver avuto bisogno di altri consulti medici per stabilire il prosieguo del suo per-corso terapeutico, mentre è il 7,4% ad aver dichiarato che al momento della dimissione non gli era mini-mamente chiaro il percorso che avrebbe dovuto fare.

A pesare in modo molto vistoso sul dato è anche in questo caso la variabile territoriale, anche se l’analisi delle risposte delinea un quadro complesso rapeutico o diagnostico prescritto loro dopo la

di-missione era già prestabilito, e dunque tutti gli appuntamenti e gli accertamenti erano stati fissati al momento dell’uscita dall’ospedale (Tabella 3.22).

Circa 1 intervistato su 3 (il 32,7%) ha invece di-chiarato che gli era chiaro che cosa avrebbe dovuto fare, ma che ha dovuto muoversi autonomamente per trovare le strutture e/o i professionisti cui rivol-gersi; il 9,3% aveva solo un’idea vaga di che cosa

Tabella 3.23 Opinione circa le cure ricevute in ospedale, per gravità del problema per cui è stato disposto il ricovero (valori %)

Ritiene che le cure ricevute in ospedale le abbiano salvato la vita (avrebbe rischiato la vita se non fosse stato ricoverato)?

Non particolarmente Moderatamente Abbastanza Molto Totale

grave grave grave grave

8,2 38,9 60,5 70,3 43,2

No 91,8 61,1 39,5 29,7 56,8

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Indagine Censis – Ccm, 2009.

a chi è passato dal pronto soccorso (46,8% di in-dicazioni in questo senso), a ulteriore conferma del fatto che l’accesso in emergenza è un elemento che si ripercuote in modo tendenzialmente nega-tivo su tutto il percorso assistenziale.

3.1.6. Il giudizio complessivo