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rientra vano sicuramente nella produzione tipica de l pittore, caratter izzata da ottime doti di colorista, in grado di esa ltare gli aspett i forma li della rappresentazione, tanto comunicativ i da dichiar are le sue origini siciliane ma controllat i dall’istinto classicista che meglio si legava alle pitture di storia254.

Tra i dipinti con event i contemporanei il primo riguarda

, commissionat o dal cardinale al modenese Antonio Joli nel 1762, ma realizzato a Napol i e spedito a Roma agli inizi di dicembre; il pittore venne retribuito con la somma di 25 zecch ini, dopo l’approvazione del committente e il dip into, munito di una cornice modello Salvator Rosa di 7 e 4 palm i, fu quindi situato nella prima anticamera del palazzo roman o del cardinale255. L’opera, attualmente non identif icata, doveva proba bilmente rappresentare uno dei momenti riguardanti il passag gio di consegne tra Car lo III e il figlio Ferdinando IV, avvenuto nel 1759, quando il primo dovette lasciare il trono di re di Napol i al figlio, per succedere al trono della peniso la iberica, dopo la morte del fratello Ferdinando VI. Il quadro commissionato al Joli, in particol are, rappresentava probabilmente il momento in cui Carlo di Borbone invitava Ferd inando, ancora bambino, a sottoscriver e l'atto della sua rinuncia al trono del Regno di Napoli e di Sicilia Questa tela di Jo li andava ad aggiungers i alle altre realizzate dall’artista per immortalar e i vari mome nti dell’evento, come ad esempio le due vedute rappresentanti

(fig. 29), una vista da mare e una da terra, conservate rispett ivamente nel Museo Nazionale di Capo dimonte e nel Museo del Prado 256.

Quest’ ultimo episodio, raffigurante , era stato già fatto tradurre dal card inale in

pittura quan do il pittore napoletano Francesco Nubula, di cui si parlerà in maniera approfo ndita in seguito, durante la sua permanenza nel regno di Napoli, era stato incaricato dal cardina le di immortalare in un disegno proprio la partenza del re Carlo III per la Spagna. L’evento venne quindi trasportato su una tela “

”, realizzato alcuni mes i più tardi da Francesco Nubula a Roma257. Quest’ opera fu poi affiancata dal già ricordato dipinto di Antonio Joli per fissare due momenti dello stesso evento, di part icolare interesse per il cardina le Domenico Orsini, ambasciatore del re di Napoli presso la Santa Sede. I due dipinti destinati alla raccolt a romana ma eseguiti a Napol i presentano entrambi stretti legami con tale

254

Barroero 1 990 A, p. 858; Sestieri 200 8, pp. 217-233

255

Appendice documentaria 3: doc. 168 -169, 174; Appendice documentaria: doc. 19, febbraio.

256

Sul pittore moden ese Antonio Joli si ritornerà nel capitolo del presente studio dedicato alla decorazione di palazzo Orsini a Napoli, cfr. pp. 148, 1 90 e 20 0del present e scritto.

257 Appendice documentaria 2: doc. 16, feb braio.

La rinuncia dei Regni delle Due Sicilie fatta da Carlo III al figlio

.

La partenza di Carlo III di Borbone per la Spagna

La partenz a

rappresentante la venuta dell’imbarco fatto dal re e regin a di Spagna con tutto l’equip aggio

ambiente e per quanto riguarda Antonio Joli l’evento anticipò di fatto i successiv i rapporti del cardina le con il pittore, impie gato pochi anni dopo nell’ambito della decorazione pittori ca di

palazzo Gravina di Napol i.

Il legame con questa città è stato più volt e riferito al ruolo d iplomatico del card inale, ne l quale si distinse per alcune particola ri questioni, come quello riguardante la soppressione dell’ordine dei Gesuit i e della relativa restituz ione di Benevento e Pontecorvo. Il prelato, in

effetti, riuscì a mediare con il primo ministro del regno di Napoli, Bernardo Tanucci, per la restituz ione delle due città sottratte con la forza dag li eserc iti borbonici allo Stato della

Chiesa258.Questo episodio è alla base di un dipinto che il card inale commi ssionò a Tomma so Maria Conca nel 1774, per la cospicua somma di scudi 400, giustificata in parte dalle dimensioni dell’opera, alta 11 palmi e larga 14259. I documenti a disposizione testimoniano u n particola re riguardo del cardina le Ors ini verso quest o dipinto, anche a distanza di divers i anni dalla sua esecuzione. Nel settembre del 1782, infatt i, il pittore Giovanni Pirri260 venne remunerato ben 41 scudi per il “

”261.

L’ann o seguente è ricordato un “ ”262 di Giovan Domenico Porta a l ritratto del cardina le Orsin i presente nel dip into in questione e, sempre nel 1783, risulta un pagamento all’incisore Domenico Cunego “

”263.

In alcuni testi l’episodio raffigurato viene identif icato con la "specia le congregaz ione" tenuta il 9 agosto 1773 per studiare l'esecuzione del di sospensione dei gesuiti e la visione

della stampa sembra coincidere con tale soggetto ma il discorso si propone come fuorviante se non si abbina all’immagine l’episodio della , che ne costituisce di fatto la motivaz ione specif ica264. In questo senso, pur non dispone ndo del dipinto in quant o tale, siamo in condizione di conoscerne l’esatta rappresentazione, con la possibi lità di procedere alla ricerca dell’opera con maggiori elementi d’indagine. Questa ipotesi permette poi di

258 Moroni, vol. V, Ven ezia 1840, pp. 111 -112. 259

Appendice documentaria 2: doc. 29, giugno.

260

Pittore poco conosciut o della seconda metà del Settec ento attivo nelle March e, proba bile regione d’origine , e a Roma, (Maggini 199 0, pp. 835-836). Il pittore in questione aveva già realizz ato per il prelato nel 1780 anche due miniature rappr esenta nti il re e la regin a di Spagna (appendice documentaria 2 : doc. 35, agosto)

261

Appendice documentaria 2: doc. 37, settembr e.

262

Appendice documentaria 2: doc. 38, settembr e.

263

Appendice documentaria 2: doc. 38, dicem bre.

264Michel 1982 A, p p. 236

-240; Rudo lph 199 8, p. 22.

diseg no fatto del quadro rappresentante la Restituzione di Benevent o e Ponteco rvo co n sua cornice e cristallo

ritocco

per aver fatto stampare 500 esemplar i del quadretto rappresentante la Restituzione di Beneven to

breve

avanzare alcune considerazioni sull’aspetto stilistico del dipinto che presenta, in base alla stampa (fig. 30), la tipica impostazione neoclassica cara al maestro. L’immag ine, con un soggetto riferibile all’ambiente ecclesiast ico, riesce al contem po a conservare forza espressiva e comunicativ a, pur mante nendo l’adeguato rigore nell’aspetto compositivo265. La raffiguraz ione, infatt i, presenta all’incroc io delle diagonal i la figura de l papa, in trono, con in alto la scritta CLEMENS XIV PON T. MAX . AN. V., che corr isponde all’anno 1773, concorda ndo con la vicenda descritt a. Ai lati del pontefice gruppi di pre lati e a sinistra l’immag ina della , con in mano una statuina alata recante una corona nella destra e una palma nella sinistra. In primo piano a destra la figura di Domenico Orsini, nell’atto di presentare l’evento al papa con un ampio gesto delle mani, elemento di raccordo tra gli spettatori e il pontefice. Su llo sfond o, da due finestre, si intravedono mo numenti della città di Roma per ambientare la vicenda nel giusto contesto. Le dimensioni dell’opera e la sua forza comu nicativa dovevano conferire al quadro elevati valori tecn ici e storic i, validi per giust ificare la cospicua somma versata per quello che fu, proba bilmente, uno dei dipinti più importanti della collezione Ors ini. Tommaso Maria Conca, in estrema sintes i, sciolse in qualche modo la sua riconoscenza verso il cardina le che lo gratificava de lla sua protezione e rinforza va i contatti de ll’artista con l’ambiente pontific io.

La col lezione pittorica , oltre ai gener i appena trattat i comprendeva alt re opere annoverabi li tra le immagin i consuete di una collezione di alto livello. Tra queste erano presenti alcuni soggetti che riguardav ano gli interessi diretti de l cardina le da l punto di vista de lle arti o delle

scienze.In tal senso valgano i riferimenti documentari a “due quadri per traverso di palm i 3 e 3¾” rappresentanti la e la ”, entram bi di Agostino Masucci, uno dei pittori più rappresentativ i de l Settecento romano, già trattato in quanto presente nella co llezione Ors ini

con diverse opere266.

Per quant o riguarda invece gli interessi spec ifici de l prelato nei riguard i delle scienze, le fonti archivistiche ricordano “

”, commissionato nell’agosto del 1753 a Placido Costanzi per la somma di 50

265

Per una sintesi sull’attività e le opere di Tomm aso Conca ve di Ran goni 199 0, p. 676.

266 Rubsamen 1980, p. 122 nn. 10 0 -101. Gloria

Pittura Poesia

un quadro in tela da 4.3 per traverso rappresentante la Matema tica in figura ovata