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La direzione europea 26

1. B REVE S TORIA D ELLA F ISCALITÀ E UROPEA 1

1.4. La direzione europea 26

Come illustrato in conclusione del capitolo che precede, a seguito dei plurimi avvenimenti di assoluta rilevanza succedutisi negli ultimi anni – dalla crisi del debito alla cd. Brexit, dall’affermarsi dei movimenti “populisti” all’ultima grande crisi migratoria – si assiste ad un momento di profonda riflessione rivolta a comprendere come delineare e rinnovare il progetto europeo che, evidentemente, dovrà adattarsi ai cambiamenti in essere, per continuare a sopravvivere secondo i propri scopi originari.

A tal fine, proprio in occasione del sessantesimo anniversario dei trattati di Roma, la Commissione europea ha pubblicato il “White Paper on the future of Europe: Avenues for unity for the EU at 27” con lo scopo di riassumere brevemente il cammino intrapreso e gli scenari che potrebbero prendere vita nel futuro dell’Unione.

Il documento si apre con una personale riflessione del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker: “On 25 March 2017, 27 leaders of the European Union’s Member States will stand united in peace and friendship in Rome.

That alone is an achievement that many would have thought unthinkable when the six founding Member States agreed on the Treaties of Rome 60 years ago.

As we mark this anniversary, our thoughts are with those before us whose dream for Europe has become a reality. Now is the time to reflect with pride on our achievements and to remind ourselves of the values that bind us together.

But Rome must also be the start of a new chapter. There are important challenges ahead of us, for our security, for the well-being of our people, for the role that Europe will need to play in an increasingly multipolar world.

A united Europe at 27 needs to shape its own destiny and carve out a vision for its own future.

This White Paper is the European Commission’s contribution to this new chapter of the European project. We want to launch a process in which Europe determines its own path. We want to map out the challenges and opportunities ahead of us and present how we can collectively choose to respond.

After a broad debate across our continent in the months to come, including the European Parliament, national Parliaments, local and regional authorities, and civil society at large, I will take these ideas forward and give my personal views on the future of Europe in my State of the Union speech in September 2017.

This should help the European Council draw first conclusions by the end of the year and decide on a course of action to be rolled out in time for the European Parliament elections in June 2019.

As we decide which way to go, we should remember that Europe has always been at its best when we are united, bold and confident that we can shape our future together.

The European Union has changed our lives for the better. We must ensure it keeps doing so for all of those that will follow us”.

L’introduzione appena riportata evidenzia chiaramente il momento storico in cui l’Europa si trova: risulta, infatti, necessario scrivere un nuovo capitolo nella storia dei popoli europei ridisegnando la struttura stessa dell’Unione o, almeno, ripensandola affinché possa soddisfare gli scopi cui è stata preposta. In particolare, si ritiene che la fiscalità possa rivelarsi quale chiave di volta per intraprendere un percorso che conduca ad una maggiore integrazione tra Stati Membri. Proprio perché è interesse di ogni entità nazionale avere risorse sufficienti per il proprio funzionamento e per il benessere dei propri cittadini, la ricerca di una soluzione comune ai problemi sempre più evidenti in relazione alla riscossione delle imposte così come all’evasione fiscale potrebbe rivelarsi quale strumento ideale per iniziare un nuovo capitolo della storia europea.

A prescindere dall’ipotesi appena formulata, nel White paper sopra richiamato, la Commissione provvede a fornire cinque scenari di quella che potrebbe essere l’Unione europea del futuro. Specificamente, sono state formulate delle proiezioni dell’evoluzione europea nel decennio a venire basandosi sull’impatto delle nuove tecnologie sulla società e sul mondo del lavoro, sulla globalizzazione sempre più incalzante, sulle minacce che affliggono la sicurezza globale così come l’ascesa dei movimenti populisti e su molti altri fattori che incidono inevitabilmente sulla costruzione di un nuovo inizio.

Risulta dunque opportuno analizzare gli scenari35 che, sebbene non esclusivi né

esaustivi, forniscono un’idea approssimativa circa le opzioni che dovranno essere vagliate.

 Scenario 1: Avanti così - Nello scenario che prevede di proseguire sul percorso già tracciato, l’UE a 27 si concentra sull’attuazione del suo programma positivo di riforme, in linea con lo spirito degli orientamenti della Commissione Un nuovo inizio per l'Europa del 2014 e della dichiarazione di Bratislava concordata da tutti i 27 Stati Membri nel 2016. In base a questo scenario, entro il 2025:

 gli europei guideranno automobili automatizzate e connesse, ma potranno incontrare problemi all'attraversamento delle frontiere a causa del persistere di ostacoli giuridici e tecnici;

 nella maggior parte dei casi gli europei attraverseranno le frontiere senza essere sottoposti a controlli; a causa del rafforzamento dei controlli di sicurezza sarà necessario recarsi all'aeroporto o alla stazione ferroviaria con largo anticipo sull'orario di partenza.

 Scenario 2: Solo il mercato unico – L’UE a 27 si rifocalizza progressivamente sul mercato unico poiché i 27 Stati Membri non riescono a trovare un terreno comune in un numero crescente di settori. In base a questo scenario, entro il 2025:

 i controlli periodici complicheranno l’attraversamento delle frontiere per motivi di lavoro o per turismo; sarà più difficile trovare lavoro all’estero e il trasferimento dei diritti pensionistici verso un altro Stato non sarà garantito; chi si ammalerà all’estero sarà costretto a pagare fatture mediche elevate;

 gli europei sono restii a utilizzare automobili connesse a causa dell’assenza di norme e di standard tecnici a livello dell'UE.

35 European Commission, Commission presents White Paper on the future of Europe: Avenues for

unity for the EU at 27, Press Release, Brussels, 1 March 2017. http://europa.eu/rapid/press- release_IP-17-385_en.htm.

 Scenario 3: Chi vuole di più fa di più – L’UE a 27 continua secondo la linea attuale, ma consente agli Stati Membri che lo desiderano di fare di più assieme in ambiti specifici come la difesa, la sicurezza interna o le questioni sociali. Emergeranno una o più “coalizioni di volenterosi”. In base a questo scenario, entro il 2025:

 15 Stati Membri istituiranno un corpo di polizia e un corpo di magistrati per contrastare le attività criminali transfrontaliere; le informazioni sulla sicurezza saranno scambiate in tempo reale e le banche dati nazionali saranno completamente interconnesse;

 le auto connesse sono di uso diffuso nei 12 Stati Membri che hanno concordato di armonizzare le norme sulla responsabilità civile e gli standard tecnici.

 Scenario 4: Fare meno in modo più efficiente – L’UE a 27 si concentra sul produrre risultati maggiori in tempi più rapidi in determinate aree politiche, intervenendo meno nei settori per i quali non si percepisce un valore aggiunto. L’attenzione e le risorse limitate sono concentrate su un numero ristretto di settori. In base a questo scenario, entro il 2025:

 un’Autorità europea per le telecomunicazioni sarà abilitata a liberare frequenze per i servizi di comunicazione transfrontalieri, come quelli utilizzati dalle automobili connesse. Essa inoltre tutelerà i diritti degli utenti di telefonia mobile e di internet, ovunque si trovino nell’UE;  una nuova Agenzia europea per la lotta contro il terrorismo contribuirà a

scoraggiare e prevenire gravi attentati grazie al monitoraggio e alla segnalazione sistematiche dei sospetti.

 Scenario 5: Fare molto di più insieme – Gli Stati Membri decidono di condividere in misura maggiore poteri, risorse e processi decisionali in tutti gli ambiti. Le decisioni di livello europeo vengono concordate più velocemente e applicate rapidamente. In base a questo scenario, entro il 2025:  gli europei che desidereranno reclamare contro una proposta relativa a un progetto di turbina eolica finanziato dall’UE nella loro zona faticheranno

a mettersi in contatto con l'autorità responsabile poiché saranno indirizzati alle competenti autorità europee;

 le automobili connesse circoleranno senza problemi in tutta Europa grazie a norme chiare applicabili in tutta l’UE; i conducenti possono rivolgersi a un’agenzia dell’UE responsabile di far rispettare le regole.

Queste previsioni sono la conseguenza della presa di coscienza dell’incompiutezza del processo europeo che si risolve nel tentativo di rilanciare il completamento dell’iter iniziato più di mezzo secolo fa. Ciò si trova espresso assai chiaramente da Amato e Prodi36 quando affermano che “Abbiamo bisogno

di istituzioni forti e democratiche per un’Unione continentale, suggello istituzionale e politico della fine di un’altra guerra, la guerra fredda, che sviluppino un processo ancora incompiuto. Perché tale è il processo europeo. E l’incompiutezza è pericolosa per un duplice motivo: perché si danno per scontati i benefici e i vantaggi che l’Europa ci porta e perché non si sente il bisogno di portare a termine il processo, con il rischio di perdere poi anche ciò che abbiamo conquistato con grande fatica. Come ha illustrato, con grande lucidità, Tommaso Padoa-Schioppa, ‘l’incompiutezza rende precario il già costruito. Ma il già costruito è opera tanto grande che rischia di farci dimenticare l’incompiutezza. Nel 1914 l’Europa aveva alle spalle cent’anni di pace quasi ininterrotta, pareva unita; si circolava senza passaporto e il regime aureo dava unione monetaria. Le persone della mia età pensavano, in quell’anno, che l’era della guerra fosse finita, come lo pensano oggi tanti trentenni. Chi ha visto, anche da bambino piccolo, le case sventrate dai bombardamenti e i soldati tedeschi o americani nelle strade sa che non è così. L’Unione europea è opera incompiuta. E il rischio più grande è che le giovani generazioni non se ne rendano conto. Occorre allora che, nel mostrare ai giovani di oggi la lunga strada percorsa in cinquant’anni, si indichi l’incompiutezza dell’opera e ciò che a loro resta da fare. Perché essi non abbiano l’amaro risveglio di un nuovo 1914’”.

36 Amato G., Prodi R., Prefazione, in Verhofsdadt G., Gli Stati Uniti d’Europa Manifesto per una

Si comprende, dunque, come il White Paper sia un tentativo di delineare una strada verso la completezza, in un senso o nell’altro. L’incertezza e l’incompiutezza costituiscono il sostentamento della divisione e quando subentra la confusione si creano istanze alimentate dalla paura e dall’incomprensione. Il progetto europeo richiede a gran voce chiarezza per aiutarne la comprensione per tutti i cittadini che ne fanno parte così come per gli Stati che, dall’esterno, hanno gli occhi puntati su di noi. In questo processo di comprensione sono utili le statistiche che dimostrano il successo di questo progetto. A partire dal fatto che mai come oggi abbiamo assistito ad un così lungo periodo di pace.

Come mostrato nell’immagine che precede, stiamo assistendo a settant’anni di pace nel continente, evento che non si è mai ripetuto se non, in parte, tra la fine del XIX e l’inizio del XX. Ma l’Unione, non ha portato solo una pace duratura, già di per sé risultato mai prima raggiunto, ma anche benefici economici e sociali, nonostante in futuro, a causa della rapida crescita delle economie emergenti, il peso dell’Unione nel mondo è destinato a ridimensionarsi come mostrato dalle statistiche che seguono.

Ma nonostante ciò il contributo dell’Europa rimane fondamentale per il mondo Nel campo degli aiuti umanitari, ad esempio, ove l’Unione lotta in prima linea addirittura raddoppiando il contributo corrisposto da un’economia importante come quella degli Stati Uniti d’America.

Inoltre, sebbene i movimenti anti-europei sembrino acquisire sempre maggior consensi, l’Unione europea detiene ancora una percentuale di approvazione altissima da parte dei propri cittadini, ciò ad indicare che i problemi che affliggono il continente possono certamente indebolirne l’unità ma non certo sollevare dubbi sull’utilità di questo ambizioso progetto senza eguali.

In conclusione, si può affermare che gli scenari delineati nel White Paper in commento debbano essere interpretati come uno stimolo per riflettere sul futuro europeo così come per preparare i Governi, gli Stati e i cittadini ad un cambiamento, qualunque sia la direzione prescelta, che non può più farsi attendere.