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Le caratteristiche dell’economia digitale 42

1. B REVE S TORIA D ELLA F ISCALITÀ E UROPEA 1

2.2. Le caratteristiche dell’economia digitale 42

Nel capitolo precedente, pur nel tentativo di trovare una definizione all’espressione “economia digitale”, sono state evidenziate alcune caratteristiche attribuibili alla stessa che possono aiutarci nella trattazione di cui al presente capitolo. Tali caratteristiche risultano, però, parziali ed evidentemente non onnicomprensive del fenomeno in oggetto, focalizzandosi talvolta su un aspetto (e.d. tecnologie digitali) talvolta favorendo la preminenza di altre caratteristiche (e.d. costi marginali).

L’autore che meglio è riuscito a esprimere le peculiarità dell’economia digitale in tutte le sue sfaccettature è sicuramente Don Tapscott che nel 1996 con il suo libro Digital Economy. Promise and Peril of the Age of Networked Intelligence non solo ha utilizzato per la prima volta il termine “economia digitale” ma è riuscito a caratterizzarla assai minuziosamente. Tapscott individua dodici caratteristiche che meritano di essere riportate integralmente come nel testo originale pubblicato.

“Knowledge – the focus in business and in the overall economy at large is towards tapping the huge resource of human capital, easily translated into knowledge. In the new economy knowledge is the driver and other traditional resources are secondary. With knowledge comes power and a way to change life for the better through newer opportunities. This means that organizations will be forced to change their old opinion of employees and try to retain and develop the capabilities of knowledge workers.

Digitization – knowledge can now be stored in digital form or in 0s and 1s.

Unlike the old economy where information was analog or physical, communication was only possible through the actual movement of people. In the new economy, information in digital form, facilitated by the digital devices allows the free movement of vast amounts of information in the shortest time possible between people in different parts of the world.

Virtualization – in the new economy it is possible to convert physical and

tangible things into virtual things. Hence, this changes the previously held ground rules pertaining to the types of institutions possible, the social relationships as well as nature of the economic activity.

Molecularization – traditional organizational structures are giving way to a

more fluid and flexible work environment. Project teams are more the norm with people from all parts of the world coming together. In the new economy it is the ‘light organization’that will survive while the ‘heavy organizations’ will eventually die out as it is harder for them to change and adapt to the static conditions in the new economy.

Integration/Internetworking – at a microscopic level, the individual

organization will have all the benefits of small companies due to new technology networks but will not be burdened by unnecessary costs stemming from hierarchy and inability to change. At the macro level, the entire economy will function in the same manner where all the players – suppliers, customers, competitors, and so on will have to interact and integrate in order to survive. This will be the basis for wealth creation and distribution.

Disintermediation – the end of the middleman is nearing. There are businesses

that are already connected with their customers as technology facilitates the exchange of information between suppliers and customers, newer ways to add value are being found. If the middleman is to survive, then they need to move up on the ‘food chain’to create value or face extinction.

Convergence – as mentioned earlier, the dominant economic sector is being

created by the convergence of computing, communications and content. These together create the interactive multimedia which is one of the platforms on which the new age is dependant upon.

Innovation – the new economy is based on innovation using information

technology to develop new products and services. In the innovation economy, human imagination and creativity are the main sources of value. In a digital economy, the challenge lies in creating an environment, which encourages and rewards innovation.

Prosumption – in the industrial age, the key aspect was mass production. In the

new age of networked intelligence, the key aspect is mass customization. Thus, the distinctions between producers and customers begin to overlap. Every consumer on the information highway is now a produce by creating and sending a message

to order or specify their opinions, additions, adjustments and specifications about the product or service they are purchasing.

Immediacy - customers are more informed and want exceptional service. The

time lapse between the ordering of a product and its creation and delivery is shrinking dramatically, due to the result of digital information technology.

Globalization – Peter Drucker says, “Knowledge knows no boundaries”. Thus

are no internal or domestic knowledge and international knowledge. In the digital economy, with knowledge becoming a key resource, there exists only one world economy even if organizations still exist within local areas. Globalization is driven by and is driving the new technology that enables global action. This means the organizations are no multinational enterprises but global organizations.

Discordance – with any new phenomenon comes change and with that comes

resistance and a slow adaptation to it. As a result huge conflicts arise. In the new age, the gap between the technologically literate 'haves' and the 'have-nots' who do not have access to technology, is growing and may cause significant problems to society in future”47.

47Conoscenza – La conoscenza è centrale nell’economia digitale la quale mira a trasformare il

capitale umano in informazioni e, di conseguenza, in conoscenza. Con la conoscenza cresce il potere di incrementare la qualità della vita tramite nuove opportunità di progresso. Ciò significa che gli agenti dell’economia digitale dovranno focalizzarsi maggiormente sulle competenze di quei lavoratori del mondo delle informazioni piuttosto che sull’archetipo del lavoratore “ordinario” fino ad oggi centrale negli sviluppi societari.

Digitalizzazione – Diversamente dalla economia classica ove le informazioni erano analogiche e pertanto la comunicazione era possibile solo spostando materialmente le persone, nell’economia digitale le informazioni sono dematerializzate e pertanto, tramite i dispositivi digitali di cui ci avvaliamo ogni giorno, è possibile spostare una vasta quantità di informazioni in un brevissimo lasso temporale tra persone locate in differenti parti del mondo.

Virtualizzazione – Nell’era dell’economia digitale è possibile convertire beni materiali e tangibili in beni virtuali di modo che le relazioni e l’economia stessa ne sono profondamente influenzate. Molecolarizzazione – Le strutture organizzative tradizionali delle società lasciano spazio a un spazio lavorativo maggiormente fluido e flessibile. Spesso i gruppi di lavoro sono formati da persone che si trovano fisicamente in diverse parti del mondo e che riescono a lavorare congiuntamente grazie alle tecnologie di comunicazione. Nell’economia digitale sopravvive chi riesce a riconfigurare la propria organizzazione in maniera semplice e veloce mentre le strutture complesse sono destinate ad essere schiacciate dal loro stesso peso.

Aggregazione/Internetworking – Da un certo punto di vista la singola organizzazione avrà tutti i vantaggi di una piccola impresa grazie ai nuovi network tecnologici senza però essere appesantita dai costi e della lentezza nell’adattamento delle grandi compagnie. Da un punto di vista più ampio l’intera economia si baserà sull’interazione degli operatori classici – fornitori, clienti e concorrenti – che dovranno interagire per sopravvivere.

Oltre a delineare le dodici caratteristiche elencate, Tapscott analizza come la tecnologia digitale possa contribuire ad un rapido progredire dei diversi settori48

ove venga applicata adeguatamente e sapientemente direzionata; ciò però non si è ancora verificato nel senso in cui intende l’autore che precisa come le implementazioni tecnologiche, e pertanto i cambiamenti, allo stato attuale, mirino principalmente a ridurre i costi di produzione, implementare l’efficienza, aggiungere valore, escludere gli intermediari, ridurre il tempo e la convergenza tra i computer, le comunicazioni e i contenuti trascurando una visione di più ampio respiro a vantaggio di implementazioni immediate e settoriali.

In questo senso, si può concludere che il fattore più importante per innescare il cambiamento ricercato non risiede tanto nella rapida evoluzione tecnologica bensì nella volontà dei singoli di adattarsi e contribuire, con la propria apertura alla

Disintermediazione – Con l’avvento dell’economia digitale le organizzazioni possono connettersi direttamente con i propri clienti, eliminando l’intermediazione, per esempio, di un distributore. Convergenza –L’economia digitale è ha preso vita grazie alla convergenza tra sistemi computazionali, comunicazione e contenuti. Questi elementi creano un scambio multimediale interattivo che costituisce la piattaforma principale sulla quale questo tipo di economia si sviluppa. Innovazione – L’economia digitale si basa sul concetto di innovazione tramite lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi per mezzo della tecnologia dell’informazione. Nell’economia classica le principali fonti di valore sono l’immaginazione e la creatività umana mentre nell’economia digitale la sfida consiste nel creare un ambiente che incoraggi e premi l’innovazione.

Prosumption – Nell’era industriale l’aspetto essenziale era la produzione di massa. Nell’era dell’economia digitale l’aspetto chiave risulta la customizzazione. In questo senso la distinzione tra produttori e clienti si assottiglia sempre di più. Ogni cliente, infatti, tramite le possibilità offerte dalle tecnologie può comunicare con il produttore ogni opzione, aggiunta, personalizzazione che vuole implementare sui prodotti acquistati.

Immediatezza – I consumatori sono più informati e richiedono servizi eccezionali. L’intervallo temporale tra l’ordinazione del prodotto e la sua creazione nonché la spedizione dello stesso si sta restringendo velocemente, grazie al progredire della tecnologia in tutti i campi elencati.

Globalizzazione – Peter Drucker sostiene che “La conoscenza non conosce confini” e ciò significa che non esiste una differenziazione tra conoscenza nazionale e internazionale. Nell’economia digitale, poiché la conoscenza ne è la risorsa principale, esiste esclusivamente un’economia mondiale anche se le organizzazioni e le società sono suddivise in diverse aree geografiche. La globalizzazione è il conduttore delle nuove tecnologie che la stimolano e ciò significa che non si debba più pensare ad organizzazione multinazionali bensì globali.

Discordanza – Ad ogni nuovo fenomeno si accompagna il cambiamento e così sopravvengono resistenza e lento adattamento che possono sfociare in diversi conflitti. Nell’era dell’economia digitale la differenza tra coloro che hanno accesso alle tecnologie e coloro che non possono usufruirne potrebbe, di conseguenza, creare conflitti di ogni sorta in un futuro non troppo lontano.

48 Tapscott identifica alcuni settori chiave dell’economia e della società sui quali il progresso

tecnologico ha avuto e avrà un impatto maggiore: a) assistenza sanitaria; b) distribuzione al dettaglio; c) progettazione e produzione; d) pubbliche relazioni; e) governo; f) tempo libero, viaggi e turismo; g) apprendimento ed educazione; h) intrattenimento e media.

tecnologia, a diffondere la richiesta di un progresso globale e a vantaggio di tutti, non solo quale mero strumento finalizzato ad un risparmio aziendale ma soprattutto quale mezzo di un progresso dell’umanità intera.