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* Sono di Camilla Bencini e Sara Cerretelli (COSPE) i §§ 4.1-4.5 e 4.7, di Lorenzo Luatti (UCODEP) il § 4.6

1 ISTAT, La popolazione straniera residente in Italia al

1° gennaio 2007, Roma, 2007.

“regolarizzazione” di un numero ingente di persone.2 Le donne straniere residenti sono

per poche unità meno degli uomini, ed hanno ormai raggiunto il 49,9% delle pre- senze, secondo un trend di crescita lento ma costante.

La stima Caritas/Migrantes dei soggior- nanti regolari, che comprende cioè anche coloro che non sono residenti ma sono in possesso di un permesso di soggiorno, parla invece di 3.690.052 presenze, pari al 6,2% del totale della popolazione e con un aumento rispetto all’anno precedente del 21,6% (Caritas/Migrantes, 2007; Ismu, 2008). Un’incidenza in linea con gli altri grandi Paesi europei (vedi Box 1).

In ogni caso, la nazionalità più numerosa è quella romena, seguita da quelle ma- rocchina, albanese e ucraina. Il dato più ragguardevole degli ultimi anni è proprio la crescita dei cittadini provenienti dall’Eu- ropa dell’Est e in particolare dalla Romania, che in pochi anni, e già prima dell’ingresso della Romania nell’Unione Europea, hanno raggiunto e superato, con il 15,1% delle pre- senze, le comunità storicamente più nume- rose, quella marocchina (10,5%) e quella albanese (10,3%).

Sempre secondo le stime di Caritas/Mi- grantes, i soggiornanti regolari in Toscana alla fine del 2007 erano 289.800 con un aumento rispetto all’anno precedente del 19,3%, mentre l’incidenza della popola- zione straniera su quella regionale passa dal 6,8% all’8%. La città di Firenze assorbe

circa un terzo della popolazione straniera presente in Toscana (95.600 presenze), se- guono Prato (11,7%), Arezzo (10,3%) e Pisa (9,2%), anche se negli ultimi anni sono state le aree costiere della regione, tradizio- nalmente meno “frequentate” dai cittadini stranieri, a conoscere l’incremento più so- stanzioso (Grosseto +33,4%, Massa Carrara + 28,6%, Livorno + 27%).3 Pochi numeri per dire che la presenza dei cittadini immigrati è ormai un dato strut- turale in Italia, dal punto di vista sia della presenza numerica sia della tipologia di inserimento nel tessuto della società ita- liana, come dimostra il numero di studenti stranieri in Italia, che ha ormai superato il mezzo milione, e il numero di matrimoni misti, che ha raggiunto il 12,5% di tutte le unioni avvenute nel corso del 2005. Le “coppie miste” – di cui un coniuge italiano – sono aumentate del 300% negli ultimi dieci anni mentre i bambini nati all’interno di queste unioni è aumentato del 22% (Ca- ritas/Migrantes, 2007). All’interno del contesto economico, ne sono una prova i dati relativi alla creazione di imprese gestite da imprenditori di origine straniera, o quelli relativi all’accesso ai ser- vizi bancari, dall’apertura di conti correnti alla stipula dei mutui (Abi-Cespi, 2006). Al 30 giugno 2007 il numero di cittadini stra- nieri titolari di impresa è di 141.393 unità, con un aumento dell’8% rispetto all’anno

2 Circa 700.000 persone con il decreto flussi del 2002, circa 500.000 con quello del 2006 (Ismu, 2007). 3 L’evoluzione del fenomeno migratorio in Toscana è periodicamente monitorata e aggiornata dagli Osservatori

Sociali e dalle rispettive Sezioni immigrazioni presenti in ogni provincia, che pubblicano rapporti e ricerche ad hoc. Per un quadro d’insieme sull’immigrazione in Toscana, benché di qualche anno fa, si rinvia al libro di Peruzzi, 2004.

precedente, mentre in Toscana le imprese straniere sono 15.363, e corrispondono a poco più del 10% sul totale nazionale (Cari- tas/Migrantes, 2007).

Nel parlare del fenomeno migratorio si deve dunque tenere conto di tutti questi dati e di queste informazioni, ma anche delle difficoltà che la società italiana ancora incontra nel permettere l’affermazione dei diritti e delle pari opportunità a coloro che per motivi diversi hanno scelto di vivere e lavorare in Italia.

4.2.

Il diritto all’istruzione

La legislazione italiana relativa all’inseri- mento degli alunni di origine straniera è sostanzialmente inclusiva, anche se non viene sempre applicata correttamente.

Il Testo Unico sull’immigrazione (n. 286/98, art. 38, comma 1) prevede che tutti i minori stranieri presenti sul territorio italiano, indipendentemente dalla regolarità della loro posizione rispetto alle norme sul sog- giorno, siano soggetti ad obbligo scolastico: hanno quindi diritto di iscriversi alle scuole primarie e secondarie di primo grado, se sono in età scolare. Vengono applicate ai minori stranieri tutte le norme che riguar- dano il diritto all’istruzione, l’accesso ai servizi educativi, la partecipazione alla vita della scuola, a parità di condizioni con gli italiani. Gli stessi princìpi vengono ribaditi nel re- golamento di attuazione della legge sull’im- migrazione – il DPR n. 394/99, art. 45 –, che affida al collegio dei docenti il compito di stabilire i criteri per l’inserimento nelle classi degli alunni stranieri.

Il ministero della Pubblica struzione (MPI) in un documento emanato nell’ottobre 2007 – La via italiana per la scuola intercul-

turale e l’integrazione degli alunni – ha in-

dicato 10 linee di azione rivolte a insegnanti e dirigenti che caratterizzano il modello di

L’immigrazione in Europa al 31/12/2005

Stranieri % stran su pop.

Austria 814.065 9,8 Belgio 900.500 8,6 Francia (al 1999) 3.263.186 5,6 Germania (al 2004) 7.287.980 8,8 Italia 2.286.024 3,9 Portogallo 432.000 4,1

Regno Unito (al 2004) 3.066.055 5,2

Spagna 4.002.509 9,1

Svezia 479.899 5,3

(fonte: Caritas/Migrantes, 2007)

integrazione interculturale della scuola italiana. Una di queste strategie riguarda la necessità di affrontare i temi delle discri- minazioni e dei pregiudizi, considerando l’educazione all’antirazzismo come parte integrante dell’educazione interculturale e ponendo particolare attenzione nel con- trasto all’antisemitismo, islamofobia e antiziganismo.

Anche le Linee guida per l’accoglienza e

l’integrazione degli alunni stranieri, diffuse

dal MPI nel 2006, forniscono importanti indicazioni sulle modalità di accoglienza e sui criteri di valutazione, che devono essere differenti in base alle caratteristiche del percorso di apprendimento di ciascuno. Un’importante sezione è dedicata alla fi- gura del mediatore linguistico e culturale in àmbito scolastico, a cui vengono attribu- ite funzioni di accoglienza e tutoraggio nei confronti degli alunni e delle loro famiglie, mediazione nelle relazioni con gli inse- gnanti, interpretariato e traduzioni a favore delle famiglie, formulazione di proposte relative a percorsi didattici di educazione interculturale.

Nonostante queste positive norme legisla- tive, la situazione degli studenti di origine immigrata nella scuola italiana presenta molte ombre e numerose criticità: ritardo scolastico, insuccesso scolastico, abban- doni, mancata iscrizione dei neoarrivati, concentrazioni ecc. sui quali si sofferma, più avanti, Graziella Favaro.

Sebbene il sistema scolastico pubblico italiano sia imperniato sull’educazione in- terculturale come dimensione trasversale

di tutte le discipline, i dati descritti nelle numerose ricerche sul tema mostrano una crescente discriminazione nei confronti dei ragazzi stranieri.4 Ne è un esempio la

posizione assunta, alla fine del 2007, dal Comune di Milano che ha emanato una circolare (n. 20 del 17/12/2007) in base alla quale i figli di cittadini stranieri non comunitari privi di permesso di soggiorno (o in attesa di rinnovo) non potevano es- sere iscritti nelle scuole dell’infanzia co- munali. Il provvedimento è stato subito criticato dall’allora ministro della Pubblica istruzione che ha chiesto al Comune di riammettere i figli degli immigrati non re- golari nelle scuole per l’infanzia, pena la sospensione dei contributi statali concessi al Comune. Successivamente tale provvedi- mento è stato impugnato di fronte al giu- dice da una signora di origine marocchina che non aveva potuto iscrivere il figlio a scuola perché aveva perso il lavoro e di con- seguenza anche il permesso di soggiorno. Il ricorso è stato accolto dal giudice che ha ritenuto il provvedimento discriminatorio in quanto contrario al diritto di ogni bam- bino di restare in Italia e di frequentare la scuola pubblica, indipendentemente dallo status giuridico dei genitori. In seguito alla sentenza, il Comune ha eliminato la norma discriminatoria.5 I dati più recenti del MPI ci consentono di avere un’immagine molto significativa e dinamica della crescita degli studenti stra- nieri. Da poco più di 70 mila del 1997/98 gli alunni con cittadinanza non italiana,

4 Sull’aumento dell’intolleranza nella scuola seconda- ria di secondo grado, si veda Pagani e Robustelli, 2005.

5 Tribunale di Milano, Sez. I Civile, ordinanza 11/2/2008.

dieci anni dopo, hanno superato il mezzo milione con un tasso di crescita che è sette volte tanto.

Si passa da una quasi insignificante in- cidenza media nazionale dello 0,8% del 1997/98, equivalente a uno straniero ogni 125 alunni italiani, al 5,6% di incidenza del 2006/07, corrispondente a circa uno stra- niero ogni 18 alunni italiani.

È bene ricordare che in realtà questa è una media nazionale, mentre le singole regioni e province registrano valori e incidenza assai diverse che rispecchiano la difforme distribuzione degli stranieri sul territorio6.

La Toscana presenta un’incidenza di alunni stranieri piuttosto elevata e pari all’8,4% del totale degli scolari presenti, con un rap- porto tra alunni stranieri e alunni italiani di 1 a 12. L’ordine scolastico in cui la presenza è maggiore in termini assoluti è la scuola primaria (dove gli alunni con cittadinanza non italiana sono 14.809, pari al 9,9%) ma è nella scuola secondaria di I grado che l’incidenza è maggiore dato che gli alunni stranieri rappresentano il 10,1% del totale.7

Le segnalazioni provenienti da alcune zone d’Italia indicano l’esistenza di forti con- centrazioni di alunni non italiani in alcune scuole, che rischiano di creare situazioni di

6 MPI, Gli alunni stranieri nel sistema scolastico ita-

liano, a.s. 2007/08, Roma, luglio 2008 (www.istruzione.it).

Alunni con cittadinanza non italiana

A.S. 2005/06 A.S. 2006/07 Alunni con cittadinanza non italiana 424.683 501.445 Incremento % rispetto A.S. precedente +17,5% +18,1% Incremento % rispetto A.S. precedente +38,2% +24,9% nella scuola sec. II grado

Incidenza degli alunni non italiani +4,8% +5,6% sul totale degli alunni

Scuole con l’incidenza più elevata Primarie (6,0%) Primarie (6,8%) Area del paese con l’incidenza più elevata Nord-Est (8,4%) Nord-Est (9,3%) Regione con l’incidenza più elevata Emilia-Rom. (9,5%) Emilia-Rom. (10,7%) Provincia con l’incidenza più elevata Mantova (11,9%) Mantova (14,0%) Comune capoluogo con l’incidenza più elevata Milano (12,7%) Milano (14,2%) % di scuole con presenza di alunni con 64,5% 67,1%

cittadinanza non italiana

Paese di provenienza più rappresentato Albania (16,3%) Albania (15,6%) (con % sul totale degli stranieri)

Paese di provenienza con la maggiore Romania + 11.126 Romania + 15.744 crescita di alunni rispetto all’anno precedente (+26,7%) (+29,8%)

Informazioni principali (fonte:

MP I, 2008) 7 Vedi: www.osservatorioscolastico.regione.toscana.it/ cifre/STRANIERI_Alunni_Iscritti.pdf. segregazione.8 I motivi di tali forme di con-

centrazione vengono ricondotti in parte alla distribuzione sul territorio dei citta- dini stranieri, ma sono causati soprattutto dal rifiuto di alcune scuole di iscrivere un numero elevato di ragazzi di origine immi- grata. Il problema della mancata iscrizione di bambini e ragazzi si verifica più spesso di quanto non si creda, con conseguenze spesso drammatiche per le famiglie coin- volte (dal ritorno dei bambini ai Paesi d’ori- gine, al trasferimento presso parenti in altre città, fino alla frequentazione di scuole in quartieri anche molto lontani dalle pro- prie abitazioni), e solo nei casi in cui tutti gli attori del territorio (enti locali, Uffici scolastici provinciali, singole scuole, asso- ciazioni di riferimento, ecc.) si sono impe- gnati in maniera congiunta nella soluzione del problema è stato possibile monitorare e ridurre il fenomeno.9

4.3.