• Non ci sono risultati.

La normativa italiana considera il diritto alla salute come fondamentale per l’indivi- duo e garantisce l’assistenza sanitaria pub- blica a tutti. I cittadini non comunitari con un regolare permesso di soggiorno hanno lo stesso diritto all’assistenza sanitaria dei

cittadini italiani, garantita dal Servizio sani- tario nazionale (SSN). L’iscrizione al SSN è obbligatoria per gli stranieri in possesso di alcuni tipi di permesso di soggiorno (lavoro subordinato, lavoro autonomo, motivi fa- miliari, asilo politico, attesa di cittadinanza ecc.); tutti gli altri devono stipulare un’assi- curazione e possono scegliere tra le compa- gnie di assicurazione private o l’iscrizione volontaria al SSN.

Tale iscrizione (volontaria o obbligatoria) ha lo stesso periodo di validità del per- messo di soggiorno ed è estesa ai familiari. Inoltre, l’iscrizione è gratuita per i lavora- tori stranieri disoccupati e iscritti nelle liste di collocamento, i rifugiati e i richiedenti asilo e i minori con i genitori in Italia che appartengono a queste categorie. Anche i cittadini non comunitari senza un titolo di soggiorno o con permesso di sog- giorno scaduto da più di 60 giorni, possono accedere alle cure mediche urgenti e non presso le strutture del SSN. Per ottenere assistenza devono richiedere il tesserino di “straniero temporaneamente presente” (STP), valido per 6 mesi e rinnovabile. Il tesserino è gratuito per le persone indigenti ed i dati personali in esso contenuti non possono essere comunicati dalle strutture sanitarie alle autorità di pubblica sicurezza. Con l’ingresso nell’Unione Europea di Ro- mania e Bulgaria, una questione particolar- mente complessa ha riguardato l’accesso di romeni e bulgari all’assistenza sanitaria. Molti di loro hanno perduto tale diritto a causa del fatto che da un lato non risultano

8 Vedi Comitato Oltre il Razzismo, Concentrazione e

dispersione differenziale degli allievi stranieri nelle scuole di Torino, Torino, 2006.

9 Un quadro dettagliato sulle iniziative e i dispositivi pre- senti nelle scuole di Paesi dell’UE è offerto dal rapporto Eurydice, L’integrazione scolastica dei bambini immigrati in

più irregolari perché comunitari, e dall’altro spesso non hanno un regolare contratto di lavoro che permetterebbe loro di iscriversi al SSN. Infine, in molti casi, le condizioni sociali ed economiche non gli consentono di avere la Carta di assistenza sanitaria europea, che garantirebbe almeno l’as- sistenza sanitaria per i soggiorni di breve periodo. Nel corso del 2007 si è cercato di arginare temporaneamente il problema at- traverso l’emanazione di due circolari10 per consentire ai cittadini bulgari e romeni che avevano già ottenuto il tesserino STP nel 2006, di continuare ad usufruire almeno delle cure urgenti del SSN. A livello regio- nale, la Regione Toscana ha emanato una circolare che garantisce a tutti i cittadini dell’UE, che non hanno titolo per accedere all’assistenza sanitaria pubblica, di poter usufruire delle cure ospedaliere e ambula- toriali, sia urgenti sia continuative.11

Nelle strutture sanitarie pubbliche si stanno diffondendo molte buone pratiche per migliorare la qualità del servizio offerto ai cittadini stranieri: per cercare di superare il problema della lingua sia nel rapporto medico-paziente sia nella comunicazione generale delle informazioni, numerose strutture sanitarie hanno attivato servizi di mediazione linguistico-culturale e pub- blicato guide o opuscoli informativi plu- rilingue. Nonostante questo, si verificano elementi di criticità nello stato di salute dei

migranti, individuati sia dagli attori istitu- zionali sia dalle associazioni che si occu- pano di questo tema. Il ministero della Salute, nel Piano sanitario nazionale 2006/2008, riscontra negli im- migrati irregolari e nelle persone apparte- nenti a fasce sociali cosiddette “marginali” vari problemi di tipo sanitario, tra cui una maggiore incidenza di malattie infettive da imputarsi alle difficili condizioni di vita. Un discorso a parte merita la situazione parti- colarmente difficile dei Rom e Sinti, il cui stato di salute è notevolmente influenzato dalle condizioni igienico-abitative nelle quali vivono e che incontrano grandi diffi- coltà nell’accesso ai servizi sanitari, anche quando possiedono un regolare permesso di soggiorno. È significativa la segnalazione del ministero relativa al notevole aumento del numero di Rom tossicodipendenti, che ha definito questo fenomeno «dram- matico, se si pensa alla giovane età dei soggetti coinvolti ed al fatto che prima del 1990 tale fenomeno quasi non esisteva». La popolazione Rom incontra seri problemi ad usufruire dei servizi sanitari e li utilizza in genere solo per le prestazioni urgenti. Le difficili condizioni in cui i Rom sono costretti a vivere incidono negativamente sulla tutela della salute, in particolare delle giovani madri e dei bambini.12 I dati rela-

tivi alla natalità, morbilità e mortalità rile- vati tra i Rom evidenziano una situazione drammatica, in cui soprattutto i bambini

10 Ministero della Salute, circolari del 13/2/2007 e 3/8/2007.

11 Regione Toscana, decisione n. 717 del 15/10/2007.

12 Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, I diritti dell’infanzia

e dell’adolescenza in Italia, Roma, 2005. sono soggetti a malattie infettive e respira- torie (Monasta, 2005). Tra gli adulti, invece, spesso si ricorre alle cure mediche solo in caso di immediata necessità, mentre ma- lattie anche gravi rimangono ignorate per lungo tempo. I dati, provenienti dal ministero della Sa- lute, sulle interruzioni volontarie di gravi- danza (IVG) segnano una netta differenza tra le donne italiane e quelle straniere, sintomo di un accesso più difficile all’as- sistenza sanitaria, intesa soprattutto come forma di prevenzione e contraccezione, oltre che di più diffuse difficoltà econo- miche. Se da un lato, infatti, il numero di donne con cittadinanza italiana che ricor- rono all’IVG è in netto calo ormai da diversi anni, l’aumento del 3,9% di IVG registrato nel 2005 rispetto al 2004 è da attribuirsi quasi totalmente alle donne straniere, che rappresentano ormai il 29,6% del totale.13 È

stato inoltre rilevato un alto tasso di parti cesarei tra le donne straniere (65% contro il 30% in media delle donne italiane), che viene attribuito, tra l’altro, al mancato ac- cesso all’iter terapeutico e assistenziale e alle difficoltà linguistico-culturali.14

Molte ONG che si occupano della tutela della salute dei cittadini stranieri in Italia hanno evidenziato situazioni critiche rela- tivamente ad alcuni gruppi. Medici senza Frontiere, ad esempio, ha analizzato le con- dizioni di salute dei lavoratori stagionali

nel settore agricolo ed ha portato alla luce in che modo le drammatiche condizioni di vita e di lavoro si riflettono sulla salute dei lavoratori. Nonostante siano in media molto giovani (trent’anni), tra i lavoratori agricoli visitati da Medici senza Frontiere solo il 5,6% era in buone condizioni di sa- lute e quasi tre quarti di essi presentavano malattie croniche. La maggior parte sof- friva di malattie infettive, probabilmente generate dalle cattive condizioni igieniche in cui vivono ed aggravate dalla difficoltà di accesso ai farmaci. Significativamente, le malattie più gravi sono state riscontrate in coloro che vivono da più tempo in Ita- lia, ed è stato rilevato un accorciamento del cosiddetto “intervallo di benessere”, ovvero il periodo che passa tra l’arrivo in Italia e l’insorgere della prima malattia: il 10% dei lavoratori stranieri necessita di assistenza nel primo mese di soggiorno in Italia e quasi il 40% si ammala comunque entro 6 mesi. Anche l’accesso all’assistenza sanitaria gratuita rimane un diritto teorico, perché la ricerca evidenzia come anche i rifugiati e i richiedenti asilo (molto presenti nel campione) e la maggioranza degli stra- nieri senza permesso di soggiorno non be- neficino di alcun tipo di cure mediche.15 Anche all’interno dei Centri di Permanenza temporanea (CPT) è necessario sottoline- are, tra le altre cose, la criticità delle condi- zioni sanitarie, evidenziando la mancanza di assistenza e l’uso improprio ed eccessivo

13 Ministero della Salute, Relazione del ministro della

Salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78), Roma, 2007.

14 Istituto internazionale Scienze mediche antropo- logiche sociali (IISMAS), Servizi sanitari e discrimi-

nazione razziale. Strumenti e pratiche di prevenzione e contrasto della discriminazione razziale nell’accesso all’assistenza medica, Roma, 2007.

15 Medici senza Frontiere, I frutti dell’ipocrisia, Roma, 2007.

di farmaci.16 Del resto, ne sono una dimo-

strazione i numerosi incidenti che vi si verificano, oltre ai casi di suicidio e autole- sionismo, e anche la morte di un cittadino straniero verificatasi recentemente all’in- terno del CPT di Torino e dai compagni im- putata ad un ritardo nelle cure.17

4.4.