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di Antonia De Vita

2. Ascoltando le ragazze diciottenni nei Focus group Le loro rappresentazioni del bullismo femminile

2.6 Le discriminazioni su base etnica

Un ulteriore aspetto emerso durante i Focus relativo alle discriminazioni inflitte su base etnica e razziale, le uali spesso assumono una dimensione intersezionale (Marchetti, 2013), avendo come principali vittime ragazze che il pi delle volte provengono da ceti e uartieri popolari.

ra ua da poco, infatti non sapeva molto bene l’italiano, per si comportava nor- malmente, era perfettamente integrata, non che avesse ueste diversità, per per esempio, il fatto che era di colore insomma era stata bullizzata per tanto tempo. Si, uesta ragazza era bullizzata, non tanto per i suoi atteggiamenti, o comportamenti, ma per il semplice fatto che era di colore (Sara, FG2).

o scelto l’immagine 2 perch ueste ragazze indiane magari tendono ad essere prese in giro per il loro coloro della pelle, come abbiamo detto influisce molto l’aspetto fisico ( eronica, FG2).

C’ stata uesta situazione di uesta mia compagna alle medie che stava prendendo in giro la compagna di cui dicevo prima per il colore della pelle la merda al posto della pelle , proprio pesante, e le altre ragazze tutte che guardavano e nessuno che diceva niente e continuavano con le loro cose (Sara, FG2).

Comun ue ci sono molte situazioni di ragazze comun ue di paesi diversi, di etnie diverse che vengono discriminate dalle altre ragazze perch appunto hanno origini differenti o non parlano bene. Comun ue non sono integrate, la fanno sentire ancora pi esclusa e io penso che dopo, cio ueste ragazze ua che comun ue vengono escluse dalle altre si sentono diverse perch dicono per il mio colore che non mi accettano o perch sono di religione diversa che non mi accettano e uesto penso che sia anche una forma di bullismo che c’ ancora ( ind aba, FG6).

Alle elementari ai bambini maschi non interessa che tu sia un bambino di colore, o arancio, a loro interessa solo giocare. Le femmine invece sono sottili, sono anche se faccio un esempio, ad esempio mia sorella l’unica bambina di colore in classe sua, e in classe sua c’ anche uest’altra bambina di colore e loro due, diciamo che si trovano, allora stanno insieme perch le altre bambine giocano solo tra di loro, allora loro si sono formate il loro gruppetto e si capiscono ( ind aba, FG6).

Come uesti stralci di Focus Group mostrano, l’esclusione e l’aggressi- vità tendono a manifestarsi nel momento in cui si presenta una diversità .

ueste rilevazioni ci hanno inevitabilmente spinto a riflettere su possibili con-cause della violenza tra ragazze a scuola. ssendo la scuola, uno dei luo- ghi di costruzione delle identità, la prospettiva intersezionale ci ha consentito di comprendere le diverse declinazioni che il bullismo femminile assume in uesto particolare contesto. Ancor pi evidente e sottile allo stesso tempo, uando le categorie sociali si sovrappongono. uanto pi probabile dive- nire vittima se si sfigata , nera o lesbica O due di ueste categorie, o tutte Come procedere per intervenire e prevenire fenomeni di uesto tipo Che ruolo trasformativo pu assumere la comunità scolastica per intervenire e sostenere una dis-identificazione, da parte delle ragazze in primis, dai co- pioni di genere fin ui categorizzanti e con potere normativo nella società Recenti indagini mostrano infatti come ad esempio il bullismo omofobico sia significativamente correlato a ueste identificazioni (Batini e Scierri, 2020).

La prospettiva intersezionale ci sembrata utile e feconda per interrogare le specifiche caratteristiche del bullismo femminile lesbofobico ancora in

gran parte da rendere visibili e rappresentare socialmente come abbiamo po- tuto riscontrare dalla scarsità di risultati. Abbiamo uindi proprio dalla po- chezza dei risultati diretti che lo mettono a tema un’importante indicazione su uanto l’intersezionalità delle oppressioni sia un terreno non detto e di importanti sviluppi da approfondire. Come Adrienne Rich pionieristica- mente mise in luce nei suoi studi tra anni Settanta e anni Ottanta mettendo a tema le sue tante appartenenze e le intersezioni di cui la sua vita era testimo- nianza, solo un lungo e paziente disvelamento uello che possiamo colti- vare con le nostre storie.

So che per il resto della mia vita, per ancora mezzo secolo, ogni aspetto della mia identità dovrà impegnarsi. La ragazza borghese bianca a cui fu insegnato a barattare obbedienza per privilegio. La lesbica educata ad essere una gentile eterosessuale. La donna che ha sentito per la prima volta nominare ed analizzare l’oppressione durante la lotta per i diritti civili dei neri. La donna con tre figli, la femminista che odia la violenza maschile. La donna che zoppica con un bastone, la donna che ha smesso di sanguinare, anche loro sono responsabili. La donna poeta che sa che il bel linguag- gio pu mentire, che il linguaggio dell’oppressore talvolta sembra bello. La donna che cerca, come parte della sua resistenza, di chiarire ogni suo gesto (Rich, 1985, pp. 26-27).

La dimensione educante che ueste indagini possono contribuire a creare riguarda la possibilità di mostrare alle ragazze che le immagini interiorizzate e con le uali leggono e interpretano i comportamenti delle simili, come brava ragazza e puttana sono riproduzioni e diffusioni intragenere di un’oppressione patriarcale. Il bullismo femminile, scegliendo un’altra donna come nemica da attaccare, riproduce all’interno della stessa appartenenza di genere la marginalizzazione e l’esclusione conosciuta nelle relazioni subor- dinate tra uomo e donna.

Dal punto di vista pedagogico creare momenti di presa di coscienza, come accaduto durante i Focus group, delle dinamiche aggressive tra ragazze adolescenti un modo per tessere, anche tra generazioni diverse, mediazioni e strumenti capaci di potenziare relazioni vitali, creative e generative tra donne.

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Individuazione dei fattori di rischio e di protezione