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DISEGNO DELLA FAMIGLIA

Nel documento IL DISEGNO DEI BAMBINI (pagine 69-76)

Parliamo del disegno della famiglia: dobbiamo prima di tutto considerare gli stessi indici di lettura che abbiamo visto per il disegno della figura umana; ogni singolo personaggio potrà essere considerato come ogni singola figura umana. Poi però dobbiamo mettere i singoli personaggi in relazione fra loro e vedere quali sono gli indici di lettura “relazionali”.

Dobbiamo considerare la prima figura rappresentata e l' ordine di presentazione e il punto di partenza anche; vediamo un pochino - prima di tutto - questi tre elementi:

La prima figura rappresentata: il bambino piccolo, fino intorno ai 6 anni, che sta bene nella sua famiglia e si sente emotivamente al centro dell'attenzione tenderà a disegnarsi per primo, per primo e al centro del foglio;

dopo circa i 6 anni di età tenderà sempre a disegnarsi per primo, tendenzialmente però partendo dalla sinistra del foglio e proseguendo da sinistra verso destra.

Vediamo quindi poi l' ordine di esecuzione dei personaggi: il bambino tenderà a realizzare per primo e anche a rappresentare vicino a sé la persona con cui si sente emotivamente più legato o comunque la persona emotivamente più importante in quel periodo.

Poi dobbiamo pensare alla corrispondenza con la famiglia reale: per fare questo è necessario conoscere il bambino; potremmo capire se la famiglia corrisponde o meno alla famiglia reale e quindi pensare eventualmente al bambino che ha aggiunto nella rappresentazione uno o più personaggi. Solitamente dobbiamo pensare che il bambino ritiene parte della sua famiglia del suo nucleo familiare vero e proprio anche persone che in realtà non appartengono al nucleo familiare, ma sono emotivamente molto presenti e molto importanti, come per esempio una nonna o una baby sitter, e può essere normale che il bambino rappresenti nella sua famiglia anche la nonna o la baby sitter.

L' aggiunta di personaggi può essere però relativa anche a personaggi defunti: per capire la rappresentazione e il motivo psicologico di questa rappresentazione dobbiamo sempre conoscere il bambino, la storia di questa famiglia; se il lutto, la perdita, è recente può essere normale che il bambino abbia avuto bisogno di rappresentarla e rappresentare questa figura che ormai non c'è più vicino a lui ancora vicina come se effettivamente fosse ancora viva perché

sta ancora elaborando la perdita ed è normale se questa perdita è vicina nel tempo; se invece sappiamo che il lutto è piuttosto lontano nel tempo, dobbiamo capire come mai il bambino ha ancora rappresentato come se fosse vivo e presente realmente nella famiglia questa figura che ormai nella realtà non c'è più, e quindi dobbiamo sicuramente capire come è vissuta questa perdita nella sua famiglia, per aiutare emotivamente anche il bambino.

I bambini possono anche ricorrere a degli stratagemmi grafici e anche simbolici: posizionare il nonno - per esempio che “è volato in cielo”, come gli ha raccontato la mamma - su una nuvoletta perché - così come gli ha raccontato la mamma - il nonno è “diventato un angioletto” e quindi ha comunque bisogno di rappresentare il nonno nel disegno, però localizzato non vicino alle altre figure ma comunque in un secondo piano e in alto sul foglio.

La rappresentazione più comune della famiglia è la rappresentazione frontale in basso sul foglio, con la linea di terra oppure sulla base del foglio in relazione all'età del bambino come abbiamo visto per lo sviluppo della linea di terra; con i personaggi tutti in posizione frontale l'uno a fianco all'altro.

Oltre alla prima figura rappresentata, all' ordine di presentazione, e all’ aggiunta di personaggi, possiamo anche vedere se manca un personaggio che in realtà è

presente nella famiglia vera e propria; questo personaggio potrebbe essere un personaggio che il bambino ha preferito non rappresentare perché in conflitto emotivo relazionale, come per esempio un papà in conflitto col bambino, troppo severo?! sicuramente per com’è il vissuto del bambino; il vissuto del bambino non sempre poi corrisponde alla realtà. Dobbiamo sempre pensare alla rappresentazione grafica come a una rappresentazione verbale il bambino che si esprime verbalmente come “A me nessuno vuole bene” non sta manifestando la realtà delle cose ma il suo vissuto emotivo in quella determinata situazione, la stessa cosa può fare esprimendolo in un disegno. Quindi può evitare di rappresentare una figura emotivamente scomoda a livello relazionale o qualcuno che preferirebbe non ci fosse, come per esempio potrebbe manifestare la gelosia nei confronti di un fratellino escludendolo dal disegno.

Oltre a manifestare la gelosia escludendolo dal disegno potrebbe anche mettere, inserire vicino al fratellino, un animale aggressivo: rappresentando vicino al fratellino un animale aggressivo sul disegno potrebbe proiettare l'aggressività verso il fratellino e allo stesso tempo anche liberarsi dai sensi di colpa, perché nel disegno, nella fantasia del bambino, è l'animale che farà male, aggredirà, il fratellino e non lui stesso. Oltre che inserire vicino al fratellino l'animale aggressivo, potrebbe anche decidere di eliminare a priori il fratellino e quindi

mettere al posto di questa figura l'animale aggressivo come se questo l'avesse già mangiato.

Quindi abbiamo visto il disegno della figura umana in questi elementi di lettura, la posizione frontale con le singole figure umane posizionate fra di loro una dopo l'altra, l'ordine di presentazione - il bambino piccolo parte dal centro e si disegna per primo oppure da sinistra verso destra all'incirca dopo i sei anni – l’aggiunta di personaggi o l'esclusione di un personaggio e l'aggiunta di un animale aggressivo; dobbiamo anche vedere le diverse dimensioni, perché oltre a dare importanza a un personaggio piuttosto che all'altro inserendolo per prima o dopo, dobbiamo anche vedere il personaggio più grande o il personaggio più piccolo rispetto a quello più grande; potrebbe dare più importanza a se stesso rispetto per esempio ad un fratellino facendosi più grande anche se magari è lui il fratello minore piuttosto che il fratello effettivamente rappresentato più piccolino, o rappresentare più grande la mamma rispetto al papà.

In questo caso però ci focalizziamo sulla centralità, quindi sulla disposizione nello spazio delle figure e sulla dimensione: vediamo come la mamma è disegnata in posizione centrale rispetto al papa che è laterale e vediamo come la mamma anche sia più alta rispetto al papà - con due elementi, la posizione nel foglio e la dimensione - la bambina (di 4 anni) ha dato più importanza nel suo disegno alla mamma e cogliamo anche l'occasione per vedere come le dimensioni siano realizzate in modo emotivo: vedete come la bambina ha disegnato i fiori molto grandi rispetto alla realtà proprio perché il fiore e qualunque altro elemento acquista dimensione in relazione all'importanza che il bambino che sta disegnando dà a questo elemento.

Oltre a questi indici di lettura dobbiamo vedere l' aggiunta di un animale, che non sia appunto l'animale aggressivo di cui abbiamo parlato, per esempio come di un animale da compagnia, un animale domestico, come un cane o un gatto. Nel caso in cui nella realtà il bambino viva con un animale in casa è normale la rappresentazione di questo animale nel disegno, proprio perché l'animale fa parte della famiglia; nel caso in cui effettivamente l'animale non esista nella famiglia del bambino dobbiamo pensare alla rappresentazione come ad una rappresentazione o di un grande desiderio di avere effettivamente quel cagnolino, un cagnolino, o alla rappresentazione di un qualcosa che è affettivo, di una mancanza affettiva, qualcosa che manca rappresentata appunto in sostituzione da quell’animale.

Ultimo elemento da considerare importante è la possibilità del bambino di escludersi dal disegno, quindi neanche disegnarsi per ultimo, ma escludersi completamente: come non trovare uno spazio emotivo, psicologico nella famiglia, è un sentirsi escluso in quella famiglia; ovviamente come abbiamo già detto è soltanto una rappresentazione del mondo interiore del bambino, che non corrisponderà necessariamente e nella maggior parte dei casi alla realtà vissuta.

Nel documento IL DISEGNO DEI BAMBINI (pagine 69-76)

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