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IL SIGNIFICATO PSICOLOGICO DEI COLORI

Nel documento IL DISEGNO DEI BAMBINI (pagine 22-39)

Abbiamo parlato degli indici di lettura del disegno senza affrontare l'argomento dei colori perché vogliamo dedicargli un attenzione particolare, perché tra gli indici di lettura spesso è considerato come il più importante.

Chi si accosta quotidianamente al disegno dei bambini considera a volte erroneamente il colore come unico indice di lettura.

Il colore, l'utilizzo del colore, l'espressione del bambino nel suo disegno con i colori, va considerata come un indice di lettura della stessa importanza degli altri prima analizzati; è vero però che il colore salta subito all'occhio e quindi è possibile che ad una lettura superficiale, ingenua, vada a sostituire tutto il resto e che la comunicazione del bambino venga colta soltanto nell'espressione della tinta dell'emozione colorata data al disegno; tutto questo anche perché il nostro linguaggio è fatto di " emozioni a forma di colore", parliamo di “ rosso di rabbia” sono “ bianco di paura”, tutto questo può essere

espresso dal bambino, ma non soltanto con i colori ma anche con il colore.

Approfondiamo qual è il significato psicologico del colore, prima però è bene fare una precisazione: sul significato psicologico non leggerete qui tutto ciò che comunemente leggiamo nei manuali senza avere alcuna formazione alla base; non perché i manuali dicano il falso, assolutamente, i manuali si basano su ricerche, parlano delle medie, di come comunemente la maggior parte dei bambini utilizzano i colori.

L'indice di lettura del colore, come tutti gli altri, va

"vestito addosso" al singolo bambino e non solo addosso al bambino, ma anche alla situazione in cui quel disegno viene realizzato; quindi, prendendo per buono, per valido, tutto ciò che leggiamo nei manuali, dobbiamo riflettere sullo specifico disegno che abbiamo davanti e che stiamo leggendo e quindi potremo attribuire il giusto significato al colore per quel disegno.

Tutto questo possiamo farlo soltanto conoscendo il bambino e avendo una formazione adeguata per

"leggere" i suoi disegni.

In primo luogo dobbiamo distinguere i colori tra primari e seconda ri: i colori primari esistono così in natura, si chiamano per questo primari, pensiamo al rosso, al blu, al giallo; i colori secondari sono invece i colori che vengono fuori quando il

bambino mescola fra di loro i colori primari, per esempio, unendo due colori primari come il rosso e il giallo vien fuori il colore secondario dell'arancione.

Il bambino piccolo si esprime soprattutto con i colori primari, esprime le sue emozioni soprattutto con i colori primari, perché il colore primario veicola, comunica un'emozione vissuta in modo primitivo poco razionalizzato, molto istintivo.

Il bambino vive le sue emozioni senza una mediazione del pensiero, come tendenzialmente viviamo le emozioni, ma molto di più dell'adulto; non possiamo dire ad un bambino arrabbiato “aspetta, pensa un attimo, rifletti”; un bambino arrabbiato (ad es. perché l'amichetto gli ha rubato il gioco) non riflette, non riesce a pensare, ma assolutamente reagisce subito e la sua reazione sarà prevalentemente comportamentale, corporea, una reazione appunto aggressiva.

Crescendo il bambino riuscirà a vivere le sue emozioni in modo più maturo in modo da esprimerle con i colori, anche attraverso i colori secondari.

L'espressione delle emozioni attraverso i colori secondari sarà un espressione della maturità emotiva, l'intelligenza emotiva del bambino.

Riusciamo a capire meglio questa riflessione parlando dei colori singolarmente.

Oltre che parlare di colori primari ed i colori secondari, ci riferiamo ai colori come colori caldi e colori freddi; tra i colori primari abbiamo parlato del rosso e del giallo, sono colori caldi che per definizione vengono associati a personalità estroverse; un colore primario è il blu, il blu è un colore freddo che per definizione è associato a personalità introverse.

Il significato simbolico del rosso

Il colore rosso è il colore che in natura associamo a diversi elementi; associamo il rosso al fuoco e al sangue, in modo più simbolico, metaforico, associamo il rosso all'amore alla passione e i bambini graficamente colorano di rosso i cuoricini, per esempio per esprimere l'affetto in un disegno nei confronti della persona a cui vogliono regalare quel disegno.

Che cos'è però il rosso? Che cosa esprime il rosso?

Il rosso esprime l'intensità delle emozioni e l'intensità che il bambino vive nella sua espressione grafica, nel suo disegno; questa intensità sarà associata prevalentemente alla frustrazione, alla rabbia, oppure all'amore, alla serenità vissuta, in relazione alla globalità del disegno e all'elemento simbolico rappresentato.

Se il bambino disegna di rosso un fuoco non per forza questo fuoco sarà una manifestazione di rabbia, quindi un fuoco che distrugge; potrà essere per esempio il fuoco

di un camino acceso, quindi un fuoco che riscalda. Il fuoco rosso quindi è la passione, alla passione verrà data frustrazione quindi rabbia, espressione di aggressività (un incendio, un fuoco che distrugge), oppure la piacevole esperienza di un fuoco che riscalda, il focolare per esempio, di cui parleremo nel disegno della casa e quindi della possibilità di riunirsi intorno ad un focolare, per parlare insieme quindi della possibilità del bambino di vivere il calore emotivo che rimanga appunto al colore rosso nella sua famiglia.

Rosso quindi non per forza è il colore della rabbia

-“sono rosso di rabbia” - ma sarà associato ad un emozione oppure all'altra in relazione al contesto globale del disegno, insieme a tutti gli altri indici di lettura.

Il significato simbolico del giallo

Il giallo è un colore primario, un colore caldo.

Il giallo - come il rosso - è il colore della vitalità, dell'intensità dell'espressione, ma più che a livello corporeo (come il rosso) e quindi istintivo, si tratta di una vitalità intellettuale, cognitiva; pensiamo per esempio al modo comune di dire “ho avuto un'idea”, “mi si è accesa una lampadina”. Il giallo appunto è la vivacità intellettiva, è la capacità del bambino di esprimere la sua vitalità attraverso il pensiero, la creatività cognitiva.

Il significato simbolico dell'arancione

L'arancione è un colore secondario, nasce unendo il rosso e il giallo.

Con il rosso e il giallo abbiamo parlato di due tipi di vitalità da una parte quella più fisica veicolata dal rosso dall'altra quella più cognitiva veicolata dal giallo; ecco qui che l'arancione è il colore della “vitalità matura”, della maturità del bambino che sa adattare la sua creatività, la sua intensità nell'espressione, ai diversi contesti lì dove è richiesta una espressione intensa con il corpo; lì dove invece è richiesta un’espressione intensa cognitiva -pensiamo per esempio al contesto scolastico - il bambino creativo saprà esprimersi bene in palestra così come saprà esprimersi bene davanti ad un compito più cognitivo, come per esempio scrivere un tema.

Il significato simbolico del blu

Il blu è un colore primario, freddo; a differenza del rosso, è un colore che porta alla calma alla serenità.

Oltre che a livello psicologico è stato dimostrato che il blu produce dei tranquillanti chimici a livello cerebrale, quindi è provato che il blu è una tinta che porta alla tranquillità.

Pensiamo però al blu non soltanto come un colore steso senza alcuna forma: il bambino tenderà ad usare il blu per esprimere la calma? Dobbiamo considerare il contesto grafico in cui il bambino utilizza il blu.

Il blu porterà sicuramente calma?! Dipende; pensiamo in natura a quali sono gli elementi colorati, il cielo di

notte oppure il mare.

Il mare: se il bambino disegna un mare calmo sicuramente starà esprimendo, manifestando la calma;

vedremo però se il bambino disegna un mare in tempesta ed è colorato di blu, non dobbiamo soltanto pensare all'indice di lettura del colore che rimanda alla calma, ma anche all'espressione simbolica del concetto del mare in tempesta; non sarà quindi un mare calmo, un blu che rimanda alla quiete; ancora, non dobbiamo soltanto riferirci all'espressione grafica del bambino.

Se chiediamo al bambino, per esempio, "cosa sta succedendo in questo disegno" e il bambino verbalizza anche un racconto che rimanda ad una sensazione di serenità e di calma, saremo certi di questa valenza emotiva del colore, ma se il bambino a quel disegno associa un racconto non altrettanto emotivamente tranquillo, non saremo certi di questa lettura psicologica del colore.

Tutto questo sta a significare che al significato psicologico del colore dobbiamo dare una lettura globale che rimanda non soltanto alla lettura fatta per ricerche da parte dei manuali, non soltanto alla lettura di noi operatori che leggiamo il disegno finito e prodotto dal bambino, ma dobbiamo restare sempre nella relazione:

nel momento in cui riesco ad essere effettivamente certo di quel significato simbolico del colore potrò effettivamente dargli quel significato, sempre associando

il colore agli altri indici di lettura ed anche a qualcosa che è soggetto meno all'interpretazione di noi lettori, come per esempio un racconto verbale.

Il significato simbolico del viola

Il viola è un colore secondario che si ottiene dal rosso e blu.

Che cos'è il viola? Il viola - ci dicono i manuali - è il colore dei bambini inseriti in un contesto regolante, in un contesto socializzante. Perché? Pensiamo al primo contesto socializzante in cui viene inserito il bambino - la scuola - che può essere l'asilo nido o la scuola dell'infanzia; in questo contesto il bambino, che abbiamo detto si esprime molto a livello corporeo, esprime le sue emozioni, la sua vitalità, a livello comportamentale corporeo quindi con il rosso; al bambino viene chiesto -dalle regole e dalla routine scolastica - di attenersi a delle regole, quindi di calmarsi e di stare calmo, di esprimersi di più (per parlare con il linguaggio dei colori) con il blu;

il bambino media tra rosso e blu, mette il viola proprio perché non riesce ad essere soltanto blu, ma tempera la vitalità del rosso con la calma dei blu ed ecco che viene fuori questo viola.

Vien fuori - e si può meglio comprendere - la definizione “ il viola è il colore del bambino inserito in un contesto regolante”.

Il significato simbolico del marrone

il marrone è il colore che in natura associamo alla terra e al tronco dell'albero, quindi alla corteccia; è il colore che simbolicamente rimanda quindi alla fertilità ,alla maturità proprio della terra e alla solidità della corteccia degli alberi; ecco perché i manuali parlano del marrone come “il colore della maturità e della solidità”. Il bambino tenderà ad utilizzare il colore marrone tendenzialmente quando inizierà a disegnare elementi naturali.

Il significato simbolico del nero

Il nero è un colore che desta molte preoccupazioni in chiunque si accosta alla lettura del disegno dei bambini.

Molto spesso un disegno colorato di nero è un disegno in cui tutti gli altri indici di lettura di cui abbiamo parlato perdono importanza, ma assolutamente non deve essere così.

Arriviamo quindi al colore nero, attribuendo il giusto valore all'interno del disegno: prima di tutto il nero come il rosso è un colore molto netto che ben si vede nel quindi possiamo dargli il significato psicologico comune di cui parlano molto i manuali, che è il significato psicologico culturalmente del lutto della perdita?

Nero è il nero della notte, quindi il nero dell'oscurità e l'oscurità fa paura, fa paura tutto ciò che non si vede, che non conosciamo. Se pensiamo alla fisica, il nero assorbe tutta la luce e non rimanda all'esterno nulla, non rimanda nulla della luce, non rimanda alcun colore, assorbe tutti i colori e se i colori veicolano le emozioni, il nero si pensa tenga dentro di sé chiuse come con un coperchio tutte le emozioni.

Quando possiamo leggere questo significato psicologico nell'utilizzo del nero? Quando per esempio abbiamo visto la bambina tende a disegnare la mamma in questo modo, in un contesto del genere, un modo in cui le emozioni sono spiacevoli; vive un contesto relazionale preoccupante; però in questo caso la bambina ha utilizzato un colore che è il nero.

Ancora più preoccupante sarebbe stato se non avesse utilizzato alcun colore.

Dunque il nero è preoccupante in un contesto del genere dove la bambina dà un segnale di allarme?

Oppure quando al colore nero e all'utilizzo del colore nero non si associa alcuna forma e parliamo quindi di uno scarabocchio, uno scarabocchio che però viene rappresentato e realizzato in un'età in cui il bambino ha ormai superato la fase tipica dello scarabocchio, l'età in cui oltre i tre anni tre anni e mezzo il bambino sa rappresentare elementi strutturati elementi simbolici ben riconoscibili condivisibili? Dunque il nero è sempre preoccupante? Assolutamente no; bisogna vedere il contesto generale del disegno, un contesto simbolico come questo del disegno o un contesto in cui si nota una regressione nella rappresentazione delle forme simboliche condivise.

Il significato simbolico del rosa

Anche il colore rosa come il nero suscita qualche preoccupazione, non però in tutti, soltanto nei disegni dei bambini, dei maschietti. Perché? Perché socialmente e culturalmente viene associato il colore rosa alla femminilità, perché alla femminilità culturalmente si associa la sensibilità.

L'attribuzione del rosa alla femminilità è una questione puramente sociale, culturale, che possiamo far risalire agli anni '50, con il lancio sul mercato della bambola Barbie e il suo vestito rosa.

Prima di questo periodo, i colori non erano associati al genere maschile/femminile e in modo arbitrario, dettato semplicemente dalla moda, c'è stata questa attribuzione.

Addirittura, il rosa era riconosciuto come più vicino alla virilità, alla forza maschile, in quanto appartenente alla scala cromatica del rosso.

Possiamo quindi assolutamente sfatare questi miti e lasciare la possibilità di esprimere la sensibilità che veicola il rosa anche ai maschietti. Un bambino che utilizza il colore rosa è un bambino che molto probabilmente sta manifestando la sua sensibilità emotiva o sta rappresentando qualcosa che per lui dev'essere rosa, o ancora stara utilizzando il colore liberamente, senza attribuirgli un significato particolare.

Perché però sensibilità emotiva a livello psicologico? il rosa è un colore secondario, che deriva dal dall'unione del rosso con il bianco; il rosso appunto, la vitalità espressa in modo netto da parte del bambino, stemperata però con il bianco, dove il bianco culturalmente e socialmente è il colore della purezza, della purezza d'animo; ne deriva il rosa, il colore della sensibilità emotiva che nulla ha che fare con il femminile.

Il significato simbolico del bianco

Il bianco esprime la purezza d'animo; parliamo di simboli come l'angioletto o culturalmente la vestina bianca del battesimo, il vestito bianco della sposa; però dov'è che troviamo il bianco nei disegni dei bambini?

Bianco è il foglio ed è lo spazio che il bambino ha a disposizione per disegnare; bianco resterà sul foglio tutto lo spazio che il bambino ha lasciato senza rappresentazione, quindi sarà lo spazio che il bambino lascia per gli altri, lo spazio libero in cui il bambino accoglie gli altri nelle sue esperienze, nelle sue relazioni.

Come abbiamo precedentemente detto, possiamo riaccennare alle dimensioni, quindi tendenzialmente un bambino fino ai 6 anni di età tenderà a prendere tanto spazio nel suo ambiente, tanto “spazio cognitivo” tanto

“spazio emotivo”; dai 6 anni circa in poi crescendo il bambino ridimensionerà le sue rappresentazioni lasciando più spazio grafico a disposizione, lasciando molta più disponibilità per le relazioni; tutto questo non perché il bambino sia un accentratore di attenzioni o un egoista ma perché tutto parte dallo sviluppo cognitivo il bambino.

Fino a circa i quattro anni il bambino cognitivamente non è capace di pensare che gli altri abbiano esigenze, pensieri e punti di vista diversi dai propri (Teoria della Mente); cognitivamente i bambini pensano che una persona appena entrata nella stanza dove sta giocando

sappia e abbia visto tutto quello che è successo prima, quindi il bambino non è capace di lasciare agli altri la possibilità di avere un proprio punto di vista un proprio pensiero, di avere i propri tempi per esprimersi ed ecco anche perché - uscendo un po’ al di là dell'espressione grafica del disegno - i bambini a livello relazionale tendono a fare difficoltà ad aspettare il proprio turno in una fila, ad aspettare la mamma che gli chiede di farle finire una telefonata; c'è l'urgenza di esprimere una propria necessità, nell'urgenza dell'in consapevolezza che la mamma possa averne altre.

Il significato simbolico del verde

il verde è un colore secondario, è il colore realizzato dal bambino che unisce insieme il blu e il giallo; il verde è un colore molto comune in natura, è il colore del prato, è il colore della chioma dell'albero, è il colore dei boschi, è il colore che sarà prevalente nei disegni dei bambini che intorno ai 7 anni inizieranno a rappresentare elementi naturali, scenari comunemente vissuti.

Al verde psicologicamente si associa la quiete; il verde come calma, proprio perché se pensiamo anche alla nostra quotidianità pensiamo alla natura, al verde che fa parte della natura come pausa, pausa dai ritmi della quotidianità; pensiamo al prato verde su cui ci stendiamo sotto l'ombra per riposarci in una giornata di vacanza, pensiamo alla quiete e alla serenità che ci dà una passeggiata in campagna.

Oltre però al significato psicologico degli elementi naturali che in natura sono verdi dobbiamo sempre pensare, come per tutti gli altri colori, alla rappresentazione grafica del bambino: non potremmo dare per esempio una valenza di quiete al colore verde se il bambino ha utilizzato il verde in uno scarabocchio, parlando dello scarabocchio in un’età di sviluppo della capacità grafica in cui questa espressione grafica è ormai superata e quindi un età in cui l'espressione dello scarabocchio può essere considerata come una regressione nell'espressione della forma simbolica.

Tutti i colori quindi, tutti i colori di cui abbiamo parlato, possono essere ben compresi come valenza psicologica all'interno del disegno così come gli altri indici di lettura con la stessa importanza che hanno gli altri indici di lettura.

Per leggere in modo completo un disegno possiamo ricapitolare quali sono i passaggi: devo conoscere il bambino, nella migliore delle ipotesi, essere presente mentre il bambino disegna sul foglio; sempre pensare al disegno completamente libero in cui il bambino sceglie liberamente di giocare attraverso i colori nella realizzazione sul foglio delle sue emozioni; soltanto se il bambino sceglierà liberamente di esprimersi attraverso il disegno, il

disegno potrà essere una comunicazione e genuina da parte del bambino del suo mondo interiore.

Poi inizia il lavoro dell'operatore, che è stato presente durante "il gioco del disegno", nella relazione, che conosce il bambino, e allora inizia la proiezione dell'operatore, proiezione che dobbiamo fare attenzione a non far diventare massiccia rispetto alle proiezioni che ha realizzato il bambino, questo anche attraverso una descrizione che, nei casi in cui si ritiene necessaria, viene chiesta al bambino attraverso domande indirette, come abbiamo prima accennato: “che cosa sta succedendo in questo disegno”; in questo modo il bambino verbalizza in modo consapevole le sue emozioni sul disegno.

Vediamo quindi la prima impressione che ci fa il disegno, dividiamo ad occhio il foglio in quattro parti e vediamo se il bambino si è espresso, si è mosso, senza esitazioni sull'intero spazio grafico a disposizione e poi iniziamo con la lettura degli altri indici: le dimensioni o di un solo elemento all'interno del foglio oppure dei diversi elementi che il bambino ha disegnato, quindi anche le dimensioni dei vari elementi il rapporto fra loro.

Vediamo quindi la prima impressione che ci fa il disegno, dividiamo ad occhio il foglio in quattro parti e vediamo se il bambino si è espresso, si è mosso, senza esitazioni sull'intero spazio grafico a disposizione e poi iniziamo con la lettura degli altri indici: le dimensioni o di un solo elemento all'interno del foglio oppure dei diversi elementi che il bambino ha disegnato, quindi anche le dimensioni dei vari elementi il rapporto fra loro.

Nel documento IL DISEGNO DEI BAMBINI (pagine 22-39)

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