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STADIO DELLE FORME

Nel documento IL DISEGNO DEI BAMBINI (pagine 47-53)

La terza fase di sviluppo dell'attività grafico pittorica dopo lo scarabocchio disordinato e lo scarabocchio controllato si chiama stadio delle forme: il bambino inizia a realizzare delle prime forme indefinite.

E’ la fase in cui intorno ai 24-36 mesi il bambino associa anche alla realizzazione grafica l'espressione verbale, quindi il. bambino comunica non soltanto attraverso i suoi disegni - che sono ancora scarabocchi perché non sono ancora socialmente condivisi - ma associa delle espressioni verbali, la comunicazione verbale.

Nella relazione verbale con l'altro, queste forme indefinite pian piano prendono forme simboliche sociali che permettono la comunicazione appunto simbolica mediata anche dal linguaggio.

Possiamo fare un esempio osservando questo disegno:

lo scarabocchio di un bambino di due anni e due mesi.

Bambino che ancora scarabocchia ma è sempre più capace di utilizzare questo nuovo strumento che è il colore, il colore insieme al foglio.

Perché il bambino diventa più capace di distinguere diverse linee? perché grazie allo sviluppo del sistema nervoso centrale il bambino coordina meglio i movimenti del braccio e della mano, adatta i movimenti allo spazio a disposizione e seguirà di più con lo sguardo i movimenti del suo braccio, inoltre aumenta anche la capacità di attenzione all'attività che sta svolgendo.

Cosa fa il bambino? E’ finita la fase di scoperta del nuovo strumento adesso, sa che i colori servono per

tracciare dei segni sul foglio più o meno definiti.

Inizia la fase di scoperta della relazione tra movimenti diversi con tracciati diversi e impara a capire che ai suoi movimenti circolari della mano del braccio seguiranno delle linee circolari che comunemente prendono il nome di giruli o giri; capisce anche che a dei movimenti più lineari, che vanno per esempio dal basso verso l'alto ripetutamente, seguiranno delle linee spezzate e impara pian piano ad unire movimenti diversi - un giro, un movimento circolare con una linea - tutto questo in modo indefinito e nella relazione che questa espressione indefinita prende una forma condivisa.

Per esempio il bambino regala questo disegno alla mamma e la mamma gli dirà che è un bellissimo disegno e assocerà a questo disegno inconsapevolmente una forma simbolica.

Gli potrà dire per esempio che sono dei palloncini o che sono dei fiori “Che bello! hai fatto dei palloncini!”

Allora il bambino osserverà il disegno che ha fatto e capirà a posteriori, soltanto dopo aver prodotto il suo disegno, che i palloncini si possono disegnare in questo modo, vedrà che ha disegnato dei palloncini; ogni volta in seguito che vorrà disegnare dei palloncini tenderà a riprodurre questi movimenti e quindi queste linee.

Se la mamma invece gli dirà “Che bello! hai fatto dei fiori!” sempre a posteriori capirà che avrà fatto dei fiori e

quindi la prossima volta che vorrà disegnare un fiore tenderà a riprodurre la stessa forma.

E’ così che nello stadio delle forme si inizia a dare un significato simbolico condiviso sia grafico sia verbale ai disegni e dallo scarabocchio si passa alle forme condivise, forme grafiche condivise.

Il bambino potrà disegnare una palla associando il suono “palla” al disegno, al tratto grafico “palla” e così via.

In questa fase questa esperienza di scoperta a posteriori di aver disegnato un simbolo condiviso prende il nome di realismo fortuito, perché casualmente, fortuitamente, il bambino ha dato grazie alla relazione con l'altro un significato realistico, simbolico, al suo scarabocchio.

In questo stesso stadio di sviluppo il bambino inizia anche a disegnare quella che sarà la figura più rappresentata l'omino, e il suo primo omino prende il nome di omino girino.

L'omino girino è formato graficamente da un girulo o giro, quindi un cerchio, a cui si uniscono 4 raggi, 4 raggi che saranno le braccia e le gambe.

L'omino girino ha la caratteristica di non essere ancora orientato sul foglio, quindi potremo vedere uno o più omini girini che hanno appunto la forma di un sole con quattro raggi collocati casualmente nel foglio.

Un'altra espressione grafica comune nei bambini è la produzione per imitazione della scrittura degli adulti e prende il nome di grafismo scritturale:

In questo scarabocchio il bambino imita la scrittura degli adulti, mentre scrive come gli adulti verbalizza anche ciò che scrive, una lista della spesa o qualcosa che per gioco gli sta dettando la sua maestra, oppure la mamma, la nonna, e imita proprio il movimento che l'adulto produce da sinistra verso destra della scrittura;

sarà l'inizio della possibilità di leggere la localizzazione spaziale nei disegni, proprio perché a partire da questo momento il bambino inizierà gradualmente sempre a localizzare i suoi disegni, e da sinistra verso destra leggiamo simbolicamente la produzione grafica dei

bambini come una proiezione senza esitazioni verso la crescita, l'esperienza, lo sviluppo da sinistra verso destra.

Come abbiamo detto prima nella disposizione dello spazio il bambino che resta a sinistra e all'ingresso della stanza (all'ingresso del foglio) piano piano cambierà la localizzazione nello spazio spostandosi verso destra e riuscendo a fare esperienza in tutto lo spazio a disposizione, e questo è appunto il grafismo scritturale, è la prima forma di imitazione della scrittura degli adulti.

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CAPITOLO 4.4: STADIO

Nel documento IL DISEGNO DEI BAMBINI (pagine 47-53)

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