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Una volta individuati e reclutati, i bambini vengono sottoposti a un lungo processo di formazione per diventare dei veri e propri soldati. Tale percorso prevede l'indottrinamento, l'addestramento e l'impiego nei campi di battaglia.

L'indottrinamento ha lo scopo di creare nel bambino una visione del

mondo da soldato. Questa viene considerata la fase cruciale di tale percorso di formazione e ha come obiettivo il mantenimento dei soldati nelle file dell'esercito per spingerli a correre rischi e a commettere atti di violenza.

Per ottenere livelli elevanti di obbedienza, il gruppo armato utilizza la paura, la brutalità e la manipolazione psicologica per spingerli a identificarsi con le cause per loro difficili da comprendere.

Come per il reclutamento, l'indottrinamento varia a seconda del gruppo di guerriglia a cui prendono parte. Vengono utilizzate minacce di punizioni fisiche verso i minori che non sembrano aderire alla causa del gruppo e vengono, inoltre, mostrati loro video di uccisioni per abituarli alla violenza.

Nel caso della Sierra Leone i membri del RUF incoraggiavano i minori a chiamare “Puppy” il leader del gruppo Sakon, come se da quel momento in poi egli doveva essere considerato il loro padre, che veniva poi paragonato a Gesù o al profeta Maometto. Un vero e proprio lavaggio del cervello per spingere sempre più i minori a diventare soldati16.

Per dissociare il bambino dalla vita vissuta in precedenza e per cercare di attutire i sensi di colpa per le brutalità che sono destinati a commettere, viene loro assegnato un nome di battaglia. Dal punto di vista fisico, per imporre l'appartenenza a questi squadroni della morte, vengono marchiati con il nome o un simbolo di riconoscimento attraverso pezzi di vetro, aghi o tatuaggi. Tale metodologia è utilizzata non solo per la reidentificazione ma per facilitare l'individuazione di coloro che tentano la fuga.

In questa fase i reclutati sono soggetti a realtà più cruente. Sono forzati a compiere atti di violenza estrema, come prendere parte a uccisioni rituali immediatamente dopo il rapimento, sia verso prigionieri di guerra ma anche a danno dei propri familiari o membri della propria comunità, allo scopo sia di renderli insensibili alla sofferenze che per precludere ogni possibilità di ritorno a

casa17.

Molto spesso i bambini sono soggetti ad atti di cannibalismo. Vengono forzati a mangiare il cuore delle loro vittime nella convinzione che ciò porti in loro un sentimento di disprezzo nei confronti della vita umana.

Nonostante i vari metodi presenti nei vari gruppi armati, il risultato dell'indottrinamento è una sconnessione dalla morale, che porta i bambini ad impegnarsi in azioni prima considerate amorali.

Dopo la fase di iniziazione e di influenza della coscienze, i minori sono sottoposti alla fase di addestramento in cui vengono inizialmente insegnate loro tecniche militari di base per poi proseguire con una formazione più specialistica.

Alcuni dei minori reclutati sono destinati a ricoprire ruoli d'appoggio, come cuochi, portatori, sentinelle, spie o addetti agli approvvigionamenti immediatamente impiegati. La stragrande maggioranza però viene reclutata per combattere in prima linea destinando loro un addestramento di base che va dall'insegnare ad utilizzare e pulire un arma a tendere un imboscata o collocare mine antipersona.

La durata dell'addestramento va da un giorno a undici mesi e può essere sia concentrato all'inizio che suddiviso in più fasi, intervallate da un'esperienza diretta sul campo. Tale tipo di formazione non è così dissimile da quella ricevuta dai soggetti adulti, in quanto la rigida disciplina e la minaccia di morte sono una costante dei programmi di addestramento.

Fig. 218

Una volta conferita una formazione basilare, le reclute vengono mandate nei campi di battaglia per mettere in atto le conoscenze acquisite, diventando guerrieri privi di scrupolo disposti a portare a termine gli incarichi più rischiosi. Questo perché nell'età infantile non si ha la totale conseguenza delle proprie azioni e, inoltre, i bambini non hanno una sviluppata consapevolezza della morte. Per rafforzare questa mancanza di paura e vincere ogni tipo di resistenza e dolore, i bambini sono obbligati dal gruppo ad assumere droghe, tranquillanti e alcolici, oltre alla diffusione di miscele locali.

Le droghe maggiormente usate in Liberia e Sierra Leone sono la cosiddetta cocaina “brown-brown” e l'eroina tagliata insieme a polvere da sparo, mentre in Africa orientale viene somministrata l'erba khat, costituita dalle foglie fresche e dai giovani virgulti di una pianta che cresce spontaneamente in quelle zone, che consiste in una soluzione stimolante che elimina il senso di fame,

18 h ttp://www.brookings.edu/~/media/resear ch/files/articles/2005/1/winter%20islamicworld %20singer/singer20051215

sonno e stanchezza19. Molti bambini hanno dichiarato di essere stati costretti a

bere latte e polvere da sparo, e altre tipo di sostanze prima di affrontare una battaglia.

Con l'assunzione di droghe i bambini adottano azioni di maggior violenza e mettono in pratica qualsiasi cosa viene loro ordinato. Le testimonianze di un bambino soldato reclutato durante la guerra civile in Sierra Leone dimostrano quanto affermato: «Mi facevano dei tagli sulle gambe e sulla

braccia, mi riempivano le ferite di cocaina. Dopo un po mi sentivo un eroe e uccidere diventava un gioco perché vedevo le persone come polli e topi in attesa di essere sgozzati... da me naturalmente20».

Inizialmente l'assunzione di tali sostanze è imposta dai propri superiori, fino a quando i bambini iniziano ad assumerle volontariamente per una vera e propria assuefazione. In questo tipo di realtà, i minori subiscono maggiormente la vita militare rispetto gli adulti e possono subirne le maggiori conseguenze. A causa dei carichi pesanti che sono costretti a portare, possono avere la schiena deformata. Infezioni respiratorie e patologie della pelle sono molto diffuse. La carestia di cibo rende il minore debole e maggiormente esposto a malattie. La partecipazione ai conflitti provoca problemi di vista e udito e, nel caso in cui incappano in una mina, sono costretti a subire amputazioni. Tale conseguenze causano esclusione sociale poiché considerati non più idonei a far parte del gruppo21.

Oltre alle violenze fisiche e psicologiche che sono costretti a subire, molti fanciulli sono anche sottoposti a sistematici abusi sessuali, provocando la trasmissione dell'HIV piaga che interessa sopratutto molte zone dell'Africa.

Oltre alle violenze fisiche e psicologiche che sono costretti a subire, molti fanciulli sono anche sottoposti a sistematici abusi sessuali, provocando la trasmissione dell'HIV, piaga che interessa soprattutto molte zone dell'Africa.

19 C. Gervasoni, op. cit., p. 174. 20 G. Albanese, op. cit., p. 112. 21 L. Bertozzi, op. cit.., pp. 42-43.

La partecipazione dei bambini in guerra porta i conflitti a diventare più sanguinosi e più ricorrenti, e provocano l'aumento di gruppi di guerriglia che, attraverso questa pratica, si rafforzano ed emergono nella società, non curandosi di sottrarre quel periodo di spensieratezza e di sogni definito "infanzia"22. Questo

destino non è solo rivolto ai bambini maschi ma è una realtà che tristemente supera i profili di genere in quanto anche le bambine sono reclutate e addestrate.

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