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Le risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Se negli anni si è assistito a un ampliamento di norme di diritto internazionale, molto è ancora da fare in riferimento all'applicazione delle norme all'interno delle Giurisdizioni nazionali

L'interessamento avuto da parte del Consiglio di Sicurezza a partire dal 1999 sul coinvolgimento dei minori nei conflitti armati ha fatto della tematica una questione di pace e sicurezza internazionale, adottando Risoluzioni a

riguardo. Realtà eccezionale in quanto il Consiglio di Sicurezza, ha sempre espresso i suoi pareri su situazioni specifiche e mai a carattere generale.

L'obiettivo di tali Risoluzioni è quello di esortare non solo gli Stati membri e le agenzie delle Nazioni Unite, ma tutti gli attori che possono avere influenza nelle situazioni di conflitto, come gruppi armati paramilitari, organizzazioni regionali o private, a incentivare e ad adottare misure per proteggere i bambini dall'impatto dei conflitti.

La prima Risoluzione adottata sul tema fu la n. 1261, il 25 agosto 1999, in cui il Consiglio di Sicurezza affermò che la questione de minori coinvolti in guerra rientra all'interno della propria agenda in quanto strettamente connesso a questioni di pace e sicurezza. Tale azione svolse una funzione di pressione e influenza volto ad accelerare l'adozione del Protocollo Opzionale35.

Nella Risoluzione vi è presente l'esplicita condanna sull'utilizzo dei bambini nei conflitti armati, estendendo tale denuncia anche all'assassinio e alla mutilazione, alla violenza sessuale, rapimento e reclutamento forzato. Tale condanna include anche la distruzione di oggetti sotto protezione del diritto internazionale e di luoghi che hanno una significativa presenza di minori, come scuole e ospedali, invitando le parti coinvolte a porre fine a tali pratiche36.

Le parti contraenti sono invitate a rispettare tutti gli obblighi disposti dal diritto internazionale, in particolare al rispetto della Convenzione del 1949, dei suoi Protocolli aggiuntivi e la Convenzione del 1989, enfatizzando la responsabilità degli Stati di non lasciare impuniti e di perseguire i responsabili delle violazioni delle norme indette.

Supportando il lavoro svolto dai vari Organismi internazionali, il Consiglio di Sicurezza invita gli Stati di adottare durante il conflitto misure flessibili per creare meno sofferenza possibile ai minori e di assicurarne la protezione adottando misure speciali, particolarmente nei confronti delle

35 G. Carrisi, op. cit., p. 160.

36 Risoluzione 1261 del Consiglio di Sicurezza Nazioni Unite, del 25 Agosto 1999 in

bambine, che vengono rapite e sottoposte ad abusi sessuali, includendo l'invio di assistenza umanitaria. Viene, inoltre, riconosciuto quanto la proliferazione di armi influenzi l'emergere dei conflitti e il coinvolgimento dei minori, considerati forza nuova

Dichiarandosi preoccupato per la gravità dei danni provocata da tale fenomeno, si impegna, come dichiarato nel paragrafo 16, di prestare attenzione alla protezione al benessere e ai diritti dell'infanzia, attraverso misure volte a favorire pace e sicurezza, chiedendo al Segretario Generale di porre raccomandazioni in merito37.

In merito ha operazioni di soccorso sui territori interessati viene inoltre richiesto al Segretario Generale, che il personale impiegato nelle attività di smobilitazione, peace-keeping e peace-building, sia dotato di una preparazione adeguata in merito alla protezione dei minori, e invita organizzazioni regionali e singoli Stati a fare lo stesso nei confronti del personale volto a svolgere simili attività.

Se la Risoluzione 1261 sulla tematica faceva riferimento soltanto alla condanna del problema e ad adottare alcune raccomandazioni a riguardo, sono quelle redatte nel biennio successivo dal Consiglio di Sicurezza che creano una vera e propria base normativa di riferimento per la tutela dei minori, esortando tutte le parti contraenti ad adottare misure per la protezione dei bambini.

L'11 agosto 2000 è stata adotta la Risoluzione 1314, durante la 4185ª riunione del Consiglio di Sicurezza, nella quale è stata promossa una più specifica azione in merito alla protezione dei minori, e azioni più concrete per porre fine all'impunità per i responsabili dei crimini contro l'infanzia. Provvedimento che, approvato in modo unanime, sollecita gli Stati e le parti belligeranti a cessare l'arruolamento dei bambini e di garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei bambini in tempo di guerra come di pace.

Nel paragrafo 6 del suddetto documento si fa inoltre riferimento a promuovere la protezione dei rifugiati e dei profughi, sottolineando che la maggior parte di questi gruppi sia composta da donne e bambini38.

La Risoluzione prevede inoltre che smobilitazione, disarmo e reintegro degli ex bambini soldato, siano inclusi all'interno dei negoziati e accordi di pace, auspicando che maggiori risorse siano impiegate a tal fine.

La sensibilizzazione su questo tema portata avanti dal Consiglio di Sicurezza ha fatto sì che la problematica fosse inserita all'interno degli accordi di pace, come è accaduto nel 1998 per l'Irlanda del Nord, nel 1999 per la Sierra Leone e per il Burundi nel 2000, e con altri governi e gruppi insurrezionali si sono impegnati in tal senso39.

Un'importante innovazione avutasi con la risoluzione 1314 è l'inserimento della figura del “Child Protection Advisor” durante le operazioni di pace delle Nazioni Unite, il cui mandato è quello di assicurare la dovuta tutela dei bambini. Il primo fu adottato per l'appunto in Sierra Leone e nella Repubblica Democratica del Congo per poi essere presente in tutte le operazioni di pace delle Nazioni Unite40.

Ma a sancire la priorità della lotta contro utilizzo dei bambini soldato è la Risoluzione adottata l'11 novembre 2001 n. 1379, durante la 4423ª riunione del Consiglio di Sicurezza.

Oltre alle varie raccomandazioni presenti, viene richiesto al Segretario Generale di redigere una lista nella quale siano riportati nomi delle parti coinvolte nei conflitti, responsabili dell'utilizzo o arruolamento dei minori violando quanto sancito dalle norme internazionali nelle circostanze indicate all'interno dell'agenda del CdS che possano minacciare la pace e la sicurezza internazionale. Questa lista doveva essere contenuta, come previsto dal paragrafo

38 Risoluzione 1314 del 11 Agosto 2000 in https://documents-dds- ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N00/604/03/PDF/N0060403.pdf?OpenElement

39 G. Carrisi, op. cit., p. 162 40 Ibidem.

16 in un rapporto da redigere entro il 31 ottobre 2002.

Alle Agenzie delle Nazioni Unite e alla Banca Mondiale, all'interno del paragrafo 11, viene richiesto di coordinare il loro supporto e finanziare i programmi di smobilitazione, riabilitazione e reintegro nella società dei bambini soldato. Scoraggiare, inoltre, gli attori coinvolti nel fenomeno dei traffici illegali di risorse naturali, diamanti e armi leggere, adottando misure a riguardo e di promuovere valori di pace e stabilità nei territori interessati. La Risoluzione volge anche un invito alle organizzazioni regionali e sub regionali ad adottare azioni volte a eliminare tali tipi di traffici internazionali.

Per la prima volta,una Risoluzione riconosce come la guerra sia una delle cause per la proliferazione di malattie infettive come AIDS e l'HIV e ne richiede consapevolezza, supporto e cura nei vari programmi di pronta assistenza, umanitari e quelle post-conflitto41. Inoltre viene richiesto agli Stati di

monitorare e riportare le modalità utilizzate dai gruppi di peace keeping nel prestare soccorso ai minori coinvolti nei conflitti.

In continuità con le precedenti risoluzioni degli anni 1999, 2000 e 2001 si pone la risoluzione 1460 adottata il 30 gennaio 2003 durante la 4695ª sessione del Consiglio di Sicurezza. Essa è successiva all'adozione del Protocollo Opzionale sulla Convenzione dei diritti del fanciullo e dello Statuto della Corte Penale Internazionale. Il Consiglio di Sicurezza evidenza che il reclutamento dei minori di 15 anni nelle forze armate e il loro utilizzo diretto nelle ostilità è dal quel momento esplicitamente riconosciuto dallo Statuto di Roma come crimine di guerra42.

Riaffermando il suo impegno a garantire pace e sicurezza internazionale, cercando di ridurre l'impatto dei conflitti sui minori, il Consiglio

41 Risoluzione 1379 del Consiglio di Sicurezza, 20 novembre 2001 in https://documents-dds- ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N01/651/10/PDF/N0165110.pdf?OpenElement

42 G. Gioffredi, Globalizzazione, nuove guerre e diritto internazionale, Trento, Tangram Edizioni Scientifiche, 2012, p 230.

di Sicurezza richiama le parti in conflitto che violano le norme stabilite a porvi immediatamente fine, esprimendo la sua intenzione di adottare forme di dialogo con esse per dar vita a processi di smobilitazione dei bambini-soldato coinvolti.

Viene richiesto al Segretario Generale di includere in ogni rapporto redatto sul singolo Stato una sezione specifica riguardante la protezione dei bambini nei conflitti armati, invitandolo a presentare entro il 31 ottobre dello stesso anno, un rapporto che implementi le risoluzioni precedenti, ponendo specifica attenzione su determinati ambiti da esso identificati43.

Altro aspetto peculiare di questa Risoluzione è la presenza del “name

and shaming”. Tale meccanismo consiste nella nomina di coloro che infrangono

la normativa internazionale riguardante la tutela dei minori, riferendosi alla lista dei 23 gruppi armati presenti in cinque realtà di guerra che reclutano o impiegano i minori nei conflitti. Nomi che sono stati resi noti nel terzo rapporto sui conflitti armati del Segretario Generale delle nazioni Unite44.

Il lavoro del Consiglio di Sicurezza è andato poi avanti con ulteriori risoluzioni, la 1539 del 2004 e la 1612 del 2005 che, oltre a rafforzare le precedenti, hanno contribuito a fornire ulteriori passi avanti.

La risoluzione 1539 adottata il 22 aprile 2004 nel corso della 4948ª riunione del Consiglio di Sicurezza, comporta ulteriori tutele verso i minori

43 Risoluzione 1460/2003 in http://www.un.org/press/en/2003/sc7649.doc.htm: : “Progress made by the parties listed in the Annex of his report in ending the recruitment or use of children in armed conflict in violation of international obligations applicable to them, taking into account the parties to other armed conflicts that recruit or use children which are mentioned in the report in accordance with paragraph 16 of resolution 1379 (2001); An assessment of violations of rights and abuses of children in armed conflict, including in the context of illicit exploitation and trafficking of natural resources and of illicit trafficking of small arms in conflict zones;Specific proposals on ways to ensure monitoring and reporting in a more effective and efficient way within the existing United Nations system on the application of the international norms and standards for the protection of children in situations of armed conflict in all its various aspects;Best practices on integrating the specific needs of children in armed conflict into disarmament, demobilization, rehabilitation and reintegration programmes, including an assessment of child protection advisers in peacekeeping and peace- building support operations, and on negotiations aimed at ending the recruitment or use of children in armed conflict in violation of international obligations applicable to the parties concerned” 44 G. Carrisi, op.cit., p. 162

coinvolti nei conflitti.

Nel paragrafo esse richiedono l'adozione da parte del Segretario Generale di un meccanismo di “monitoring and reporting” che utilizzi il personale delle Nazioni Unite, insieme al contributo dei Governi nazionali, delle organizzazioni regionali e non governative, in modo da fornire specifiche, attendibili e oggettive informazioni sul reclutamento dei bambini-soldato o altre violazioni commesse nei confronti dei minori, per adottare azioni concrete a riguardo45. Questa risoluzione, come la precedente del 2003, evidenzia la

necessità di includere i bambini nei programmi di disarmo, smobilitazione, riabilitazione e reinserimento, ipotizzando l’adozione di misure nazionali specificatamente rivolte alle parti in conflitto.

La 1612 adottata il 26 luglio 2005 e realizzata durante la 5236ªsessione del CdS, prende atto del piano d'azione presentato dal Segretario Generale e fa alcune considerazioni relative ad esso. Inoltre, richiede allo stesso di dare attuazione in tempi ragionevoli, al meccanismo di monitoraggio e di avviare l'applicazione con le risorse a disposizione, mantenendo una stretta consultazione con le i Paesi interessati e con tutte le parti coinvolte nei conflitti armati, allegate nel rapporto del Segretario Generale del 9 febbraio 200546.

Nella stessa Risoluzione il Consiglio di Sicurezza, su proposta della Francia e del Benin, decide di predisporre un meccanismo di monitoraggio e di informazione sulle varie tipologie di violazioni di diritti dell'infanzia; istituisce, altresì, un Working Group on Children and Armed Conflict presso il Consiglio di Sicurezza, composto da quindici esperti che si riuniscono in sessioni con il compito di valutare i rapporti presentati dal Segretario Generale, ed elaborare le opportune raccomandazioni.

Il 4 agosto 2009 durante la 6176ª sessione del Consiglio di Sicurezza è stata adottata la Risoluzione 1882, nella quale vengono condannate tutte le

45 Risoluzione 1539/2004 paragrafo 2 in http://www.refworld.org/docid/411236fd4.html

violazioni di diritto umanitario nei confronti dei bambini, come violenze, abusi sessuali e attacchi alle scuole: “Strongly condemns all violations of applicable

international law involving the recruitment and use of children by parties to armed conflict as well as their re-recruitment, killing and maiming, rape and other sexual violence, abductions, attacks against schools or hospitals and denial of humanitarian access by parties to armed conflict and all other violations of international law committed against children in situations of armed conflict”46. Di conseguenza alla continua presenza di tali violazioni, il Consiglio

invita il Segretario Generale a inserire all'interno della List of shame i nomi dei gruppi armati che ne sono responsabili.

L’azione intrapresa negli ultimi anni da parte del Consiglio di Sicurezza ha fornito un contributo importante per garantire una maggiore protezione dei bambini coinvolti introducendo, inoltre, strumenti per arginare e prevenire il fenomeno.

3.9

Un mondo a misura di bambino: Sessione Speciale ONU

sull'infanzia

Dal 8 al 10 maggio 2002 si è tenuta a New York la sessione speciale delle Nazioni Unite sull'infanzia alla presenza di molti Capi di Stato e di Governo e di personalità di primo piano del mondo degli affari, dell'arte, della cultura, dell'universo accademico e religioso, e soprattutto oltre 500 giovani provenienti da 158 Stati.

Con questa grande partecipazione la sessione si è conclusa con l'adozione del documento finale intitolato “Un mondo a misura di bambino”, dove vengono indicati una serie di obiettivi da perseguire nei prossimi dieci anni

come la salute, l'istruzione e la difesa dei bambini, insieme a un piano di azione che ne indichi le modalità. Nel piano d'azione è inclusa la protezione dei minori nei conflitti armati.

Nella Dichiarazione iniziale del documento si evince l'impegno che i Capi di Stato e di Governo devono perseverare nell'adozione dei i principi della Carta delle Nazioni Unite, impegnandosi a promuovere e difendere i diritti di ogni bambino, ovvero tutti coloro al di sotto dei 18 anni di età, includendo gli adolescenti, garantendo il rispetto della loro dignità ed assicurando il loro benessere.

L'obiettivo che i vari partecipanti alla sessione si pongono è quello di rafforzare i meccanismi di difesa dei bambini colpiti dalle conseguenze dei conflitti armati, di garantire protezione a coloro che vivono in territori sotto occupazione straniera, porre fine al reclutamento e coinvolgimento dei minori come vitato dalla giurisdizione internazionale, garantendone smobilitazione e disarmo. Il punto 7 del documento ne fa una riassunto ben dettagliato; “Proteggere i bambini dalla guerra. I bambini devono essere difesi dagli orrori

dei conflitti armati. I bambini dei territori sotto occupazione straniera devono essere protetti, in conformità con le leggi internazionali sui diritti umani”47.

In merito alla protezione dai conflitti armati, il piano mira sia ad adottare misure concrete contro ogni forma di terrorismo che ostacoli lo sviluppo e il benessere del bambino, sia a garantire alla popolazione civile, ai militari e alle forze di polizia coinvolti nelle operazioni di peace-keeping una formazione e conoscenza adeguata dei diritti e della tutela dell'infanzia stabilita dal diritto umanitario internazionale.

Altro obbiettivo che la sessione speciale considera necessario da raggiungere è quello di porre fine al traffico illecito di armi leggere, di proteggere i minori dal pericolo delle mine e dagli ordigni esplosivi e da ogni tipo di materiale bellico, e fornire assistenza ai minori sia durante che dopo il conflitto.

Gli Stati furono invitati a impegnarsi per rafforzare la cooperazione internazionale, favorendo maggior collaborazione in merito all'assistenza umanitaria, sviluppando programmi e politiche per la tutela e la cura dei bambini coinvolti, includendo anche i rifugiati e i richiedenti asilo, garantendo anche il ricongiungimento con le proprie famiglie ed evitando che siano utilizzati come ostaggi.

In ambito delle Nazioni Unite fu la prima volta che l'Assemblea Generale realizzò una riunione speciale incentrata esclusivamente sul tema dell'infanzia, in cui per di più all'interno di una riunione del Consiglio di Sicurezza vi parteciparono dei ragazzi che presentando la propria strategia elaborata durante il Children's Forum Internazionale nei giorni precedenti48.

Dopo la Sessione Speciale per l'infanzia, cinque anni più tardi, l'11 settembre 2007 i Capi di Stato e di Governo si riunirono per analizzare e valutare i progressi raggiunti. I risultati emersi furono positivi in quanto i decessi di bambini al di sotto dei i 5 anni sembrarono essersi ridotti sotto i 10 milioni l'anno e il numero dei bambini aventi accesso all'istruzione fu il più alto mai registrato prima. Inoltre si evince che l'impegno sia nazionale che internazionale verso la protezione dell'infanzia dagli abusi, sfruttamento e violenza si stia sempre più rafforzando49.

C'è da sottolineare come gli Stati abbiano preso a cuore tale questione, raggiungendo ottimi risultati nonostante il documento redatto non abbia efficacia vincolante ma costituisce un impegno che ogni singolo Stato si assume nei confronti della popolazione.

48 http://www.unicef.it/doc/618/sessione-speciale-onu-su-infanzia-maggio-2002.htm

49 http://www.unicef.it/doc/619/sessione-speciale-onu-sullinfanzia-un-mondo-a-misura-di-bambino- 5.htm

Fig.1 50

Primary school net enrolment/attendance ratio, by region (2000–2006)

Fig.2 TRENDS IN CHILD MORTALITY51

Under-five mortality rate (per 1,000 live births), by region (1960–2005)

50 http://www.unicef.org/progressforchildren/2007n6/index_41802.htm 51 Ibidem.

Fig.352 CHILD MORTALITY DECLINED BETWEEN 1990 AND 2006

Trends in the under-five mortality rate (per 1,000 live births), by region (1990 and 2006)

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