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Esistono diverse tecniche per contenere, ma prima di tutto bisogna mettere l’animale sul tavolo delle visite. In effetti, il cane tende a mordere di meno se si trova a un’altezza che non è la sua.

ATTENZIONE! È BUONA REGOLA RESTARE COMUNQUE IN ALLERTA.

Il contenimento dalla gola

Questo tipo di contenimento è utile in molte pratiche come un’iniezione sottocutanea o intramuscolare.

Per effettuarlo, si può utilizzare una museruola, in particolare per i cani di taglia grande. Oppure con l’aiuto di una mano, mettete il pollice sullo stop del naso e le altre dita nello spazio

mandibolare.

Infine, c’è la tecnica molto comune del contenimento con un laccio, per la quale si procede come segue:

• Primo: si circonda il muso con il laccio e si fa un nodo in corrispondenza dello stop;

• Secondo: si passano le 2 parti del laccio sotto il muso e si fa un nodo;

• Terzo: si fanno passare le 2 parti del laccio sulle orecchie, dietro la testa;

• Quarto: si fa un nodo con un fiocco dietro la testa dell’animale.

Il contenimento della testa del cane

Questo gesto è necessario prima di mettere un laccio, se l’animale è agitato. Bisogna tenere saldamente la pelle del collo, prendendola da dietro le orecchie.

Il contenimento per mantenere l’animale sdraiato su un fianco

Per effettuare questo tipo di contenimento si mette l’animale sul tavolo, con la testa rivolta sulla destra. Con la mano sinistra si tiene forte la zampa posteriore sinistra sopra il garretto, e con la mano destra si blocca la zampa anteriore sinistra sopra il gomito. Tirare verso di se rapidamente. Il cane destabilizzato si sdraia. Attenzione a non fargli urtare la testa sul tavolo: a tal fine il

proprietario può intervenire accompagnando la testa dell’animale.

Il contenimento per mantenere l’animale in piedi.

Per questa manovra si mette la mano destra sotto la gola per mantenere la testa del cane verso l’alto e si preme sui fianchi.

Il contenimento per mantenere l’animale seduto

Per questa manovra si utilizza la stessa posizione della mano sotto la gola ma, questa volta, si esercita una forte pressione sulla groppa. Se l’animale si vuole rialzare, ci si mette dietro di lui, si prendono le zampe anteriori e le si blocca sul tavolo. Appoggiandosi con il peso sul treno posteriore del cane, gli si impedisce di rialzarsi.

Il contenimento per effettuare un’iniezione intravenosa, un prelievo di sangue o una flebo.

Che si debba effettuare un’iniezione in un arto anteriore, in un arto posteriore o sulla giugulare, l’animale dev’essere mantenuto in posizione seduta e la contenzione deve essere rigorosa.

Per questa manovra ci si deve mettere dietro l’animale (o di fianco, se l’animale è corpulento). Con una mano si tiene la testa del cane, spostandola dallato opposto all’arto su cui si deve effettuare l’iniezione; con l’altra mano si afferra l’avambraccio, a livello del gomito.

COME RENDERE PIÙ VISIBILE LA VENA PER L’INTERVENTO DEL VETERINARIO Su un arto anteriore: si prende l’arto all’altezza del gomito; si preme con il pollice la vena sul lato anteriore del gomito e si fa un movimento di rotazione verso l’esterno della zampa. Ecco che la vena appare formando una linea parallela all’arto.

Su un arto posteriore: si gonfia la vena esercitando una pressione manuale poco più su del ginocchio.

Nella zona della giugulare: si tirano la testa e il collo dell’animale verso l’alto e si tende la pelle sul retro del collo.

In caso di flebo o di prelievo del sangue, pratiche ben più lunghe di un’iniezione, è necessario continuare a mantenere immobile l’arto dell’animale.

Il contenimento per effettuare un’iniezione peritoneale

In questo caso l’animale deve presentare l’addome al veterinario, per farlo, si mantiene l’animale stretto a sé, messo in piedi sugli arti posteriori. Se l’animale è troppo pesante, lo si distende su un lato e si bloccano i 4 arti prendendo 2 zampe per ogni mano (in una le zampe anteriori e nell’altra quelle posteriori).

IL CONTENIMENTO DEL GATTO

L’operazione di contenimento del gatto è molto più difficile di quella del cane, anche perché è più complicato capire il livello di stress del felino. Si consiglia l’uso di guanti speciali molto spessi, in particolare per il contenimento degli animali più nervosi: il gatto può mordere e graffiare.

Il gatto di solito arriva in ambulatorio in una gabbietta o in un trasportino: è il suo padrone che lo fa uscire e lo rimette dentro, alla fine della visita.

Come accade per il cane, anche il contenimento del gatto si deve prima cercare di capire il livello di nervosismo e paura dell’animale. Anche in questo caso ci sono alcuni indizi da osservare: i movimenti della coda, il corpo nel suo insieme, le espressioni facciali e le unghie.

• I movimenti della coda: anche il più piccolo movimento della coda indica un cambiamento di umore; più il gatto sbatte la coda più è nervoso.

• Il corpo nel suo insieme: pelo ritto, dorso arcuato, gatto che soffia… sono tutti indizi che denotano profonda irritazione, una rabbia pronta a esplodere.

• L’espressione facciale: contrazione dei muscoli facciali, orecchie abbassate sui lati o all’indietro sono segnali che devono indurre a diffidare.

• Le unghie se sono visibili, è segno di paura o aggressività.

I diversi modi di contenere un gatto dipendono dall’atto che si deve eseguire. Il contenimento più semplice per spostare l’animale consiste nel tenerlo con fermezza dalla collottola, senza fargli male.

Per alcune pratiche, come le iniezioni, può essere necessario bloccargli le zampe.

Per bloccare le zampe posteriori, il gatto deve essere messo seduto sul tavolo. Le zampe posteriori vengono tenute mettendo una mano su ciascun ginocchio.

Capita di frequente di dover distendere il gatto sul tavolo e legarlo per impedire i movimenti. In questo caso, per bloccare le zampe anteriori si ripete il gesto appena illustrato mentre il veterinario prende le zampe posteriori con una mano; infine, coordinandosi con il medico, si distende il gatto su un fianco.

Il contenimento di un gatto aggressivo

Quando un gatto è molto agitato o aggressivo e dovete farlo uscire dalla sua gabbietta, potete provare a sollevare il coperchio del trasportino o la porta della gabbietta e lasciarlo, almeno temporaneamente, all’interno. Prendetelo poi con dei guanti doppi e avvolgetelo in una copertina.

Se il gatto non riesce a calmarsi, mettetelo in una gabbia di contenimento. Questo tipo di gabbia permette di bloccare l’animale in uno spazio piccolo, immobilizzandolo. Il veterinario può così procedere a iniettargli un sedativo. Una volta effettuata l’iniezione, bisogna lasciare che l’animale si addormenti, poi portarlo fuori dalla gabbia e metterlo sul tavolo per procedere alla visita.

LA SOMMINISTRAZIONE DI MEDICINALI

Sotto il controllo del veterinario, l’assistente veterinario può anche somministrare a un animale medicinali dalla semplice modalità d’uso (farmaci ad azione locale oppure somministrabili per via orale).

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I medicinali ad azione locale

I medicinali ad azione locale (o topica) sono quelli che agiscono già nel punto in cui si realizza il contratto; possono essere somministrati per via:

o Oftalmica: si tratta di colliri, pomate o gel che vanno messi a contatto con l’occhio.

o Otologica: detergenti messi nel condotto dell’orecchio.

o Inalatoria: antisettici o antinfiammatori messi a contatto con le vie nasali o respiratorie in forma di soluzione intra-nasale (per aerosol o nebulizzazioni);

o Cutanea: si tratta di shampoo, bagni, lozioni, creme e latte dermatologico.

I medicinali somministrabili per via orale

I medicinali somministrabili per via orale vengono ingeriti dall’animale sotto forma di capsule, pillole o gocce. Questi medicinali fanno parte dei cosiddetti farmaci ad azione generale (o sistemica) che comprendono tutti quelli che si diffondono nell’organismo attraverso la circolazione sanguigna.

Come sappiamo, per molti medicinali è prevista la somministrazione esclusiva da parte del medico;

in alcuni casi un farmaco per via orale può essere somministrato anche dall’assistente. Per farlo correttamente occorre seguire alcuni semplici accorgimenti.

Un esempio: per somministrare un antidiarroico a un gattino, il sistema più semplice è quello di utilizzare il farmaco in forma liquida da somministrare con il contagocce. Con una mano, l’assistente veterinario mantiene ferma la testa del gattino e con l’altra introduce delicatamente la pipetta nella gola dell’animale e fa colare lentamente la medicina comprimendo la pipetta.

LE DIVERSE MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI AD AZIONE GENERALE Oltre che per via orale, i farmaci ad azione generale possono essere somministrati anche in altri modi:

- Per via parenterale i farmaci (antibiotici, vaccini) vengono iniettati con una puntura, somministrati mediante un ago sotto la pelle, in muscolo o in vena; si diffondono attraverso la circolazione venosa;

- Per via rettale i farmaci, sotto forma di supposte o lavaggi, vengono introdotti nel retto dell’animale e si diffondono in seguito attraverso il sangue;

- Per via percutanea il prodotto viene applicato sulla pelle per diffondersi attraverso i capillari sanguigni.

LA VACCINAZIONE

Il vaccino consiste nell’iniettare nel corpo dell’animale microrganismi (virus, batteri) inattivati o attenuati, oppure loro parti o sostanze da essi prodotte, le tossine, rese inattive. Il vaccino stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi e cellule di protezione, in grado di impedire il manifestarsi della malattia: l’organismo, che conserva “memoria” di quel microrganismo, diviene capace di riconoscerlo e combatterlo qualora si ripresenti. Nella fase di allattamento, i cuccioli sono protetti dagli anticorpi forniti dal latte materno. Con lo svezzamento, e prima di fare il vaccino, l’animale attraversa un periodo critico.

L’iniezione viene fatta dal medico veterinario. Dopo ogni vaccino, l’assistente veterinario compila il libretto sanitario dell’animale inserendo la data e l’etichetta del vaccino. In seguito, il veterinario firma e mette il suo timbro sul libretto, in corrispondenza dei vaccini fatti.

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I VACCINI PER I CANI

I cani vengono sottoposti a vaccinazione per una nutrita serie di affezioni.

- Cimurro (o malattia di Carrè): colpisce i cani giovani e si manifesta con febbre, tosse, scolo oculare e nasale;

- Epatite infettiva canina (epatite di Rubarth): è di origine virale e molto contagiosa. Si manifesta con febbre (fino a 41 °C), problemi digestivi e sintomi oculari (congiuntivite). Si tratta di una malattia subdola, che, anche se curata in tempo, ha comunque gravi conseguenze (lesioni epatiche).

- Leptospirosi: si propaga dai ratti che contaminano i cani attraverso la loro urina. I sintomi di questa malattia sono febbre elevata, spossatezza e gastroenterite emorragica.

- Parvovirosi: è di origine virale; i sintomi sono rappresentati da vomito intenso, diarrea emorragica dall’odore acre, abbattimento e grave disidratazione.

- Tosse dei canili (tracheobronchite infettiva canina): compare dove c’è un’alta densità animale (canili, pensioni, allevamenti). Il vaccino non è indispensabile se il cane vive in casa.

- Rabbia: malattia virale, incurabile e mortale; colpisce gli animali selvatici e domestici e può essere trasmessa all’uomo; la vaccinazione è obbligatoria per i viaggi in alcuni paesi o nelle aree infettate.

CALENDARIO DELLE VACINAZZIONI DEL CANE

I vaccini per i gatti

Le malattie per cui i gatti vengono sottoposti a vaccinazione sono:

- Clamidiosi: malattia batterica infettiva, molto contagiosa; i sintomi sono anoressia, rinite, congiuntivite purulenta e polmonite. Nei soggetti giovani può essere mortale.

- Leucemia felina (FeLV): malattia di tipo neoplastico che attacca il sistema immunitario. È la prima causa di mortalità non accidentale dei gatti. Molto contagiosa, la malattia ha spesso un’evoluzione lenta (anche molti anni) e si manifesta con sintomi generici che vanno dall’anemia all’anoressia, ingrossamento dei linfonodi o difficoltà respiratorie. Il decorso dipende dalla salute del soggetto.

- Panlucopenia felina (chiamata anche enterite, tifo felino o cimurro):

- È un’infezione virale che si manifesta con diarrea, vomito disidratazione, anoressia e febbre alta.

- Rabbia: malattia virale, incurabile e mortale; colpisce gli animali selvatici e domestici e può essere trasmessa all’uomo; la vaccinazione è obbligatoria per i viaggi in alcuni paesi o nelle aree infettate.

- Rinotracheite infettiva e calicivirosi: infezioni virali di tipo respiratorio, caratterizzate da scolo oculare e nasale, perdita di appetito e febbre, i sintomi sono simili a quelli di un raffreddore, a volte con starnuti e tosse.

In genere per panleucopenia, rinotracheite e calicivirosi viene effettuato un vaccino trivalente; nel vaccino quadrivalente rientra la clamidiosi, la cui vaccinazione è facoltativa e in genere riservata ai gatti d’allevamento e da esposizione.

CALENDARIO DELLA VACINAZZIONI DEL GATTO

MALATTIA 1a VACCINAZIONE 2a INIEZIONE RICHIAMI

Cimurro 60 giorni Dopo 3 settimane Ogni anno

Epatite infettiva canina 60 giorni Dopo 3 settimane Ogni anno

Leptospirosi Dai 60 giorni Dopo 3 settimane Ogni 6 mesi

Parvovirosi 50-60 giorni Dopo 3 settimane Ogni anno

Rabbia Tra 3 -6 mesi - Ogni anno

MALATTIA 1a VACCINAZIONE 2a INIEZIONE RICHIAMI

Leucemia felina (FeLV) A 60 giorni Dopo 4 settimane Ogni anno

Panleucopenia A 60 giorni Dopo 4 settimane Ogni anno

Leptospirosi Dai 60 giorni Dopo 3 settimane Ogni 6 mesi

Rinotracheite e calicivirosi

A 60 giorni Dopo 4 settimane Ogni anno

Rabbia Tra 3 e 6 mesi - Ogni anno

LA DETARTRASI

Come già accennato in precedenza, il veterinario come regolarmente la detartrasi. Prima

dell’operazione, l’assistente veterinario predispone tutto il materiale utile così da intervenire non appena l’animale si addormenta.

Per questo intervento il veterinario utilizza un ablatore (strumento che serve a rimuovere il tartaro) costituito da un apparecchio a ultrasuoni, un idropulsore, una sonda dal diametro che varia a

seconda della taglia dell’animale e da un pedale di attivazione.

L’assistente del veterinario prepara anche l’apribocca per mantenere aperta la bocca dell’animale.

Se necessario, può anche preparare le pinze per l’estrazione dentale. La detartrasi si realizza grazie ad ultrasuoni. La sonda metallica vibra ad alta frequenza e rimuovere il tartaro passando sulle superfici dei denti e sotto le gengive. L’idropulitore spruzza contemporaneamente getti di acqua fredda per eliminare i residui di tartaro e sangue.

I CERTIFICATI

Il veterinario spesso rilascia certificati, come quello di buona salute, obbligatoriamente per viaggiare in alcuni Paesi; deve essere compilato dal veterinario 48 ore prima della partenza.

Il certificato più importante è quello per la vaccinazione antirabbica

Il vaccino contro la rabbia è indispensabile per un cane che viaggia all’estero.

Non tutti gli stati hanno una normativa precisa riguardo alla rabbia, ma vaccinare il proprio animale prima di una partenza costituisce una saggia misura precauzione, per 2 ragioni:

- L’animale potrebbe essere messo in quarantena all’arrivo, se il padrone non ha un certificato antirabbico a norma (obbligatorio nei Paesi comunitari);

- L’animale potrebbe contrarre la rabbia, se viaggia in una zona in cui la malattia è endemica o presente.

Seguendo il calendario vaccinale, il vaccino antirabbico consta di una prima vaccinazione e di un richiamo ogni anno.

ATTENZIONE! In caso di viaggi bisogna tener presente che, perché la vaccinazione

antirabbica abbia validità, devono trascorrere un minimo di 30 giorni tra la data del vaccino e quella della presunta partenza. Dal vaccino alla positività sierologica dell’animale trascorre un certo lasso di tempo.

IL CERTIFICATO DI VACCINAZIONE ANTIRABBICA Su ogni certificato devono essere riportati:

- Il numero di serie del certificato e il Paese d’origine;

- I dati del proprietario e l’indirizzo;

- La descrizione e l’identificazione dell’animale (numero tatuaggio o localizzazione del microchip);

- La data e la validità della vaccinazione con il numero del lotto;

- I dati del veterinario ufficiale o autorizzato dell’autorità competente, indirizzo, data, firma e timbro.

Il certificato di aggressività per i cani morsicatori

Alcune Regioni italiane hanno emanato decreti relativi alla valutazione comportamentale dei cani che hanno morso o aggredito una persona o un altro animale. In tal caso un veterinario della ASL locale, esperto in comportamento animale, deve redigere un certificato che valuti lo stato di salute

fisica e mentale del cane, la sua pericolosità e l’eventuale obbligo di controlli ulteriori o dell’impiego della museruola e del guinzaglio.

GLI ESAMI COMPLEMENTARI

A volte, per formulare una diagnosi il veterinario deve ricorrere a esami più approfonditi di una semplice visita: per esempio, i prelievi di sangue o di tessuti che il medico può esaminare

direttamente o inviare agli appositi laboratori di analisi. Rientrano in questo ambito anche gli esami della funzione cardiaca e, se la struttura sanitaria in cui l’assistente si trova a operare dispone della strumentazione adeguata, quelli relativi alla cosiddetta diagnosi per immagini (“immagining biomedico”) che consente di osservare un organo o una regione del corpo non visibili dall’esterno.

In tutti questi casi, i compiti dell’assistente veterinario variano a seconda dell’organizzazione del lavoro all’ interno della struttura sanitaria, dalle mansioni più semplici fino all’esecuzione di alcune pratiche da svolgere sotto la supervisione del medico.

I PRELIEVI

I prelievi di sangue e tessuti sono esami molto comuni, nei quali l’assistente può svolgere varie attività: contenere e preparare l’animale, predisporre i materiali necessari, identificare il prelievo con il nome dell’animale, del proprietario e della data. Per esempio, per il prelievo di sangue il materiale è costituito da:

✓ Siringa;

✓ Ago specifico, che dipende dal volume di sangue necessario e dalla parte del corpo in cui si effettua il prelievo;

✓ Laccio emostatico (laddove necessario);

✓ Garze, cerotti, alcol e cotone per fermare il sangue dopo il prelievo.

Il prelievo del sangue si esegue in 4 tappe (l’animale dev’essere sempre mantenuto saldamente):

✓ Tosatura;

✓ Sistemazione del laccio emostatico;

✓ Disinfezione;

✓ Puntura.

I prelievi di tessuti possono essere realizzati in molti modi. Il prelievo citologico si avvale di una puntura praticata dal veterinario con un ago sottile per analizzare al microscopio le cellule prelevate; la biopsia invece consiste

Nel prelievo di tessuto o di cellule su un organismo vivente, con uno strumento speciale che permette di fare un esame delle cellule al microscopio.

L’ELETTROCARDIOGRAMMA

La diagnostica della funzione cardiaca si avvale in particolare dell’elettrocardiogramma (ECG), una registrazione su carta dell’attività elettrica del cuore.

L’assistente deve sempre verificare il buon funzionamento degli strumenti prima dell’esame e controllare in particolare che non manchino mai batteria e carta.

L’animale non dev’essere stressato o agitato, poiché l’ECG registra l’attività del cuore. L’assistente può provare a calmarlo mettendolo in un ambiente tranquillo con il proprietario.

LA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

Le tecniche di diagnostica per immagini più utilizzate in campo veterinario sono la radiologia e la tomografia computerizzata (TC) che utilizzano raggi X,

radiazioni ionizzati nocive per l’organismo oltre a determinate soglie, e l’ecografia che utilizza ultrasuoni ad alta frequenza , innocui per l’animale.

Per questi esami l’assistente veterinario può svolgere diverse mansioni; preparare l’animale, posizionare e contenere l’animale, collaborare all’effettuazione dell’esame, inserire i dati relativi all’immagine ottenuta prima di archiviarla. Per eseguire una tomografia computerizzata si utilizza un apposito scanner; in questo caso l’animale deve essere sotto anestesia, poiché non deve

assolutamente muoversi per tutta la durata dell’esame, circa 15 minuti.

L’assistente veterinario resta accanto all’animale nella fase di risveglio, come accade dopo una operazione, per controllare se le sue reazioni sono normali.

Piccolo dizionario di imaging biomedico

Raggi X: radiazioni elettromagnetiche molto penetranti che nel loro cammino perdono energia in