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Capitolo II: Il ruolo prescritto. Report dal modulo 1 (Cristina Tilli e Teresa Bertotti)

1. Domande di ricerca e nota metodologica

Alla luce del quadro sopra esposto, il modulo 1 della ricerca si è prefisso l’obiettivo di effettuare una ricognizione su quali siano i ruoli e le responsabilità attribuiti agli assistenti sociali, a livello regionale e locale, negli atti a carattere normativo e in quelli maggiormente descrittivi, come le guide e le carte dei servizi.

In particolare, si è proposto di indagare quattro aree:

16 1. quali sono i ruoli e le funzioni esplicitamente attribuiti agli assistenti sociali;

2. quali sono gli snodi e gli aspetti procedurali più frequentemente presi in considerazione nel rapporto tra servizi e magistratura;

3. se esistono e quali sono gli strumenti e le procedure a supporto della realizzazione delle diverse attività;

4. l’esistenza di eventuali standard organizzativi.

1.1. L’architettura organizzativa

Il percorso di ricerca ha coinvolto, in tutte le sue fasi, diversi attori:

- i 20 CROAS, che in particolare attraverso 26 referenti hanno seguito e curato lo svolgimento del lavoro a livello regionale, in costante contatto con la referente di modulo;

- gli studenti: in totale sono stati coinvolti 42 studenti delle lauree magistrali e 1 dottoranda, afferenti a 21 Università5; alcuni hanno partecipato al processo complessivo, altri solo ad alcune parti, portando a termine, in collaborazione con i referenti CROAS, i tutor universitari e la referente di modulo, una mole di lavoro importante.

I CROAS hanno assunto la responsabilità della ricerca a livello locale, con il supporto dell’Équipe di Ricerca6. La maggior parte dei CROAS ha scelto autonomamente le Università da coinvolgere, attraverso i rapporti di collaborazione già esistenti; solamente per Basilicata, Calabria e Val d’Aosta è stata necessaria l’attivazione dell’ Équipe di Ricerca per rintracciare le possibili collaborazioni – attivate per Basilicata e Calabria con l’Università del Salento, per la Val d’Aosta con l’Università di Torino.

Nella quasi totalità dei casi, la partecipazione degli studenti ha visto due forme: l’inserimento del lavoro per la ricerca all’interno del percorso di tirocinio magistrale e/o all’interno della tesi di laurea.

La referente di modulo ha mantenuto contatti costanti, durante tutte le fasi della ricerca, con i referenti CROAS e gli studenti coinvolti, nonché con i tutor universitari nei casi in cui aveva attivato le citate collaborazioni; unica eccezione il CROAS Veneto, che ha mantenuto il contatto diretto con gli studenti individuati, relazionandosi con la referente di modulo attraverso i propri referenti e i tutor universitari.

1.2. Il processo e gli strumenti

La ricerca si è svolta attraverso quattro fasi:

1. ricognizione, raccolta, classificazione e deposito dei documenti;

5 Università del Piemonte Orientale; Università di Torino; Università di Milano “Bicocca”; Università di Padova;

Università di Venezia “Cà Foscari”; Università di Trento; Università di Trieste; Università di Genova; Università di Bologna; Università di Firenze; Università di Perugia; Università di Chieti; Università Roma Tre; Università di Urbino; Università di Napoli “Federico II”; Università “Suor Orsola Benincasa”; Università del Molise; Università di Bari; Università del Salento; Università di Messina; Università di Sassari.

6 Responsabile della ricerca e referente di modulo.

17 2. analisi dei documenti più significativi con identificazione delle principali risposte alle

domande di ricerca;

3. lettura e restituzione di un parere, da parte di ciascun CROAS, su quanto emerso dalla ricerca nei singoli contesti regionali;

4. ricomposizione del quadro nazionale e la stesura del report, a cura della referente di modulo.

Il lavoro di ricerca ha richiesto un tempo complessivo di quasi due anni, da febbraio 2018 a gennaio 2020.

Dopo una fase preparatoria, tra febbraio e giugno 2018, dalla fine di giugno si è dato l’avvio al lavoro dei CROAS attraverso l’invio ufficiale, da parte di FNAS, del progetto di ricerca e del primo documento operativo. Da quel momento, i lavori hanno richiesto tempi differenti per i diversi team regionali, e non è dunque possibile ricondurre ciascuna delle prime 3 fasi ad una tempistica comune.

In generale, la 1^ fase di raccolta e classificazione dei documenti è stata quella che ha richiesto tempi più lunghi, e questo ha influenzato i tempi complessivi. 14 team regionali hanno concluso i lavori tra ottobre e dicembre 2019, per gli altri 6 è stato necessario utilizzare anche parte del mese di gennaio 2020.

La 4^ fase si è svolta tra dicembre 2019 e gennaio 2020.

Per ciascuna delle fasi della ricerca sono stati costruiti, dalla responsabile scientifica e dalla referente di modulo, appositi strumenti.

1.2.1. La prima fase

La prima fase della ricerca aveva lo scopo di individuare, raccogliere e creare un deposito di tutti i documenti che in ciascuna regione hanno rilievo per il lavoro degli assistenti sociali nella tutela minorile in ambito civile, escludendo quindi i documenti inerenti i temi relativi ai MSNA e al penale minorile; è stato inoltre scelto, come arco temporale di produzione dei documenti, il ventennio 1997-20177. Al suo interno sono state previste quattro sotto-fasi, ovvero: raccolta dei documenti, classificazione, deposito e archiviazione, redazione del report.

Per la raccolta dei documenti sono state indicate, in linea generale, due modalità. La prima prevedeva una ricerca sul web, attraverso la consultazione dei siti istituzionali degli enti interessati (Regioni; Città Metropolitane; Ambiti territoriali sociali8; Comuni capoluogo di regione e provincia; ASL; Tribunali per i Minorenni e Ordinari; Ordini Professionali).

7 La logica sottostante alla scelta di tale periodo era legata all’ipotesi che la L. 285/97 avesse potuto rappresentare un volano per la normativa in materia di tutela dei minori.

8 Considerate le diverse denominazioni utilizzate per indicare le diverse realtà di gestione associata dei servizi sociali (quali ad esempio “Distretti sociali” o “sociosanitari”, “Ambiti territoriali sociali”, e altri) si è utilizzata la locuzione “Ambiti territoriali sociali” per darne una definizione univoca, ai fini della ricerca.

18 Successivamente, qualora i referenti CROAS e/o gli studenti non ritenessero sufficienti i risultati della ricerca online, era previsto un passaggio attraverso il contatto diretto con gli enti interessati, per il tramite del CROAS.

Tale doppio passaggio si è reso necessario per cercare di ottenere il massimo tasso di copertura possibile del raccolto rispetto a ciò che complessivamente esiste in ogni contesto regionale; tuttavia non si è certi di esser riusciti a garantire una copertura totale.

Per la classificazione sono stati costruiti dall’ Équipe di Ricerca due strumenti: la Matrice dati (Allegato 1) e il relativo Codebook (Allegato 2).

La Matrice dati è stata suddivisa in sezioni al fine di raccogliere elementi per poter costruire una sorta di “profilo” dei documenti raccolti, a partire dalle seguenti macroaree:

- gli enti/organismi che li hanno prodotti;

- alcune caratteristiche dei documenti, quali titolo ed estremi (data/numero), tipologia9 e anno di emissione;

- le tematiche affrontate, sia a livello generale che specifico;

- la collocazione del documento;

- l’attribuzione di un codice identificativo univoco per ciascun documento, secondo le specifiche indicazioni fornite10;

- l’attribuzione di un punteggio (da 1 a 4) circa la rilevanza del documento alla luce delle domande di ricerca – passaggio fondamentale per decidere quali documenti sottoporre alla successiva fase di analisi.

Il Codebook è stato costruito in modo da indicare i contenuti da inserire in ciascuno dei campi previsti, sia riguardo alle variabili con campi aperti sia, in particolare, per quelli in cui erano state preimpostate le modalità di risposta.

Per il deposito e l’archiviazione dei documenti la referente di modulo ha creato e gestisce un account Google denominato “Ricerca Minori Modulo1”, contenente una cartella generale e 20 sottocartelle, una per ogni Regione, intitolate con la denominazione delle singole Regioni. La cartella generale è stata condivisa con l’intera Cabina di Regia, mentre i referenti CROAS e gli studenti hanno avuto accesso ciascuno alla cartella della propria Regione.

Ogni cartella regionale presenta a sua volta 3 sottocartelle:

- Documenti, contenente i documenti raccolti;

- Matrice e report, contenente la matrice dati e i 3 report, relativi alle 3 fasi del lavoro a livello regionale;

9 Erano state preventivamente individuate 5 tipologie: atto normativo a carattere generale; atto a carattere regolamentare; convenzione/accordo di programma; protocollo; guida/vademecum/carta dei servizi.

10 Il codice univoco è composto da due lettere – identificative della regione – e tre cifre, corrispondenti al numero progressivo dei documenti. I codici regione indicati sono i seguenti: AB – Abruzzo; BA – Basilicata; CL – Calabria; CM – Campania; ER – Emilia-Romagna; FV – Friuli V. G.; LA – Lazio; LI – Liguria; LO – Lombardia; MA – Marche; MO – Molise; PI – Piemonte; PU – Puglia; SA – Sardegna; SI – Sicilia; TO – Toscana; TR – Trentino A. A.;

UM – Umbria; VA – Val d’Aosta; VE – Veneto.

19 - Schede analisi, contenente le schede di analisi dei documenti, relative alla 2^ fase.

Anche per la redazione del report è stata costruita un’apposita traccia, in cui si chiedeva di evidenziare il percorso metodologico posto in essere ed i risultati della prima fase, in particolare mettendo in risalto quali enti hanno prodotto i documenti e le tematiche maggiormente trattate.

A conclusione del lavoro di raccolta e classificazione si è deciso – in molti casi anche dopo il confronto con la referente di modulo – di sottoporre ad analisi i documenti ritenuti più pertinenti rispetto alle domande di ricerca.

1.2.2. La seconda fase

La seconda fase della ricerca si proponeva di sottoporre ad analisi qualitativa i documenti ritenuti più significativi, “interrogandoli” in merito alle domande di ricerca.

Questa fase prevedeva a sua volta le seguenti sottofasi:

- analisi dei singoli documenti scelti;

- analisi trasversale/sinottica, mirante a cogliere i tratti di similitudine e di differenza tra i diversi documenti

- redazione del report della fase di analisi.

Riguardo agli strumenti di analisi, per questa fase sono state predisposte due schede: la prima, per l’analisi dei singoli documenti (Allegato 3), e la seconda (denominata “scheda sinottica” - Allegato 4), per mettere a confronto quanto emerso trasversalmente nei documenti analizzati in relazione alle aree individuate.

La scheda singola presenta una parte iniziale, in cui registrare alcuni elementi identificativi per ogni documento, quali le caratteristiche generali e dello stesso e l’analisi circa la presenza e la numerosità, nel testo, di alcune parole-chiave indicate11.

Per il resto, le due schede presentano la stessa struttura, chiedendo di rilevare, nei documenti, le informazioni riguardanti ruolo e funzioni dell’assistente sociale nei rapporti con le Autorità Giudiziarie, con minori e famiglie e con gli altri servizi. Viene infine chiesto di evidenziare la presenza di elementi e standard a carattere organizzativo.

Per ciascuna delle aree di informazioni indicate erano richieste ulteriori specificazioni riguardo alle funzioni, alla presenza di strumenti e procedure e agli attori coinvolti.

Per l’indicazione delle funzioni/aree di attività è stata utilizzata la declaratoria contenuta nel documento fornito dal CNOAS, prodotto in occasione dell’audizione informale presso la Commissione Giustizia del Senato del 10/1/201712:

11Le parole-chiave da ricercare erano: assistente/i sociale/i; servizio sociale; servizi sociali; tutela minori.

12 Il documento indica in realtà una ulteriore funzione – la collaborazione con gli organi della magistratura dedicati alla materia familiare e minorile, civile e penale – che trattando il tema centrale della ricerca ha visto dedicata un’apposita sezione.

20 - valutazione dei fattori protettivi e dei fattori di rischio esistenti (personali, familiari,

sociali);

- valutazione delle competenze genitoriali e della loro recuperabilità;

- definizione dei progetti di aiuto e sostegno al minore di età e al suo contesto familiare;

- potenziamento delle risorse familiari e ambientali;

- protezione nei casi di vulnerabilità.

Anche riguardo al report della fase 2 è stata costruita un’apposita traccia, che dopo l’indicazione del percorso metodologico chiedeva di esporre i risultati dell’analisi, richiamando specificamente le aree di indagine e le possibili chiavi interpretative, attraverso alcune domande specifiche (non esaustive, ovviamente, delle possibili riflessioni); infine, chiedeva di trarre da quanto emerso alcuni elementi di sintesi e di rilancio per il successivo focus group.

1.2.3. La terza fase

La terza fase aveva lo scopo di raccogliere il parere dei CROAS su quanto emerso, nelle singole regioni, dai risultati della ricerca; e su quali azioni successive il CNOAS dovesse, a loro avviso, mettere in campo.

Per questa fase, si è previsto che i CROAS utilizzassero un focus group oppure una intervista semi-strutturata a uno o più testimoni privilegiati e, a partire da questi, formulasse il proprio parere.

Complessivamente sono stati realizzati dai CROAS 21 focus group e 2 interviste, tra giugno 2019 e gennaio 202013.

A conclusione del focus group/intervista, il referente CROAS aveva l’impegno di trarne una sintesi che – con gli opportuni passaggi che ciascuno ha ritenuto di fare (Consiglio, Ufficio di Presidenza, …) – è dunque stata considerata, ai fini della ricerca, il parere del CROAS.

Dal punto di vista degli strumenti è stata predisposta dall’ Équipe di Ricerca una traccia (Allegato 5) attraverso la quale, in maniera interattiva, si alternasse la presentazione dei risultati della ricerca in relazione alle singole quattro domande di ricerca con una riflessione – singola o di gruppo – sulla domanda stessa. La traccia si conclude con due ulteriori domande/piste di riflessione: la prima, che chiede di indicare da un lato i pregi/aspetti di valore del lavoro degli assistenti sociali nella tutela dei minori, e dall’altro i principali difetti/aspetti critici; la seconda, su quale potrebbe/dovrebbe essere il ruolo del CNOAS per sostenere la qualità del lavoro degli assistenti sociali nella tutela minorile, e in particolare se dovrebbe predisporre delle linee guida e quali elementi dovrebbe eventualmente inserirvi.

13 Friuli e Sardegna hanno realizzato 2 focus group ciascuno, rispettivamente a Trieste e Udine, ed a Cagliari e Nuoro; l’Emilia-Romagna un’intervista; la Toscana dapprima un’intervista e successivamente un focus group.

21 1.2.4. La ricomposizione del quadro nazionale e la stesura del report

La ricomposizione del quadro nazionale e la stesura del report si sono svolti nei mesi di dicembre 2019 e gennaio 2020; hanno preso avvio in una situazione fluida, in cui mancavano ancora alcuni report, ed hanno dunque richiesto una rilavorazione in più fasi.

Per favorire l’analisi è stata creata dapprima una Matrice di analisi dei report, all’interno della quale sono stati inseriti in un primo foglio i dati quantitativi provenienti dai report regionali della prima fase; in un secondo foglio, i dati qualitativi contenuti nei report regionali della fase di analisi e quelli relativi alle interviste/focus group realizzati dai CROAS.

Per l’analisi quantitativa è stato necessario, per alcuni aspetti, raccogliere i dati non solo dai report regionali ma anche dalle singole matrici; successivamente sono stati estratti i dati più interessanti e significativi in relazione alle domande di ricerca.

L’analisi qualitativa è consistita in un’analisi del contenuto, a partire dai brani dei report inseriti in matrice; sono stati messi a confronto, per ognuna delle domande di ricerca, i risultati emersi dai report di analisi e successivamente dai pareri dei CROAS, cercando di rintracciare gli elementi di similitudine e di differenziazione tra i diversi contesti regionali, e di far emergere gli aspetti maggiormente significativi.

1.3. Note sul processo di raccolta dei documenti

Nei report relativi alla fase di raccolta e classificazione si era chiesto agli studenti di indicare quali fossero i punti di forza e le criticità incontrati nel corso della stessa. Innanzi tutto, va detto che solo 6 regioni hanno evidenziato i primi, mentre 18 hanno rilevato uno o più elementi di criticità. I temi affrontati – in entrambi i casi – si concentrano essenzialmente sul processo di raccolta e sulla quantità/qualità dei documenti reperiti.

Riguardo al processo di raccolta, come si è visto questo aveva previsto un primo passaggio attraverso i canali informatici ed uno successivo tramite il contatto diretto con gli enti, lì dove il primo non avesse dato risultati sufficienti. Solo l’Umbria ha rilevato positivamente la presenza, sul sito regionale, di un elenco completo delle leggi prodotte, mentre ben 14 regioni14 hanno segnalato difficoltà in merito, in parte o tutti i siti consultati: giudicati troppo dispersivi, incompleti, in corso di aggiornamento per tempi lunghi. Complessivamente con più ombre che luci appare anche il reperimento di documenti attraverso i contatti diretti con i servizi; in questo caso 4 regioni (Abruzzo, Sicilia, Trentino, Val d’Aosta) hanno segnalato un buon livello di collaborazione, mentre altre 9 (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria, Veneto) hanno segnalato in diverso grado risposte

14 Abruzzo, Calabria, Friuli, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino, Val d’Aosta, Veneto, e Umbria (relativamente agli altri siti consultati).

22 assenti o negative15. In Emilia-Romagna e Lazio sono stati evidenziati anche i motivi addotti per le risposte negative: in alcuni casi, la mancanza/non conoscenza di documentazione pertinente; in altri, il fatto che la ricerca della stessa avrebbe richiesto troppo tempo, incompatibile con l’alto carico di lavoro, anche a causa di una mancanza di raccolta sistematica da parte degli enti (Lazio).

Riguardo ai documenti raccolti, le osservazioni attengono innanzitutto alla quantità, segnalata positivamente dalla Lombardia e negativamente dalla Calabria; in secondo luogo alla varietà/rappresentatività, sia in senso territoriale (valutata positivamente dalla Lombardia) sia in senso temporale – segnalata negativamente da Abruzzo e Sicilia, che rilevano la difficoltà a rintracciare i documenti più vecchi, e dalla Calabria, che invece lamenta l’assenza di documentazione più recente; Friuli e Umbria rilevano inoltre l’assenza di datazione su alcuni documenti. Questi aspetti quali/quantitativi si collegano al tema del tasso di copertura dei documenti raccolti rispetto all’esistente: tema che alcune regioni riprendono, il Trentino per segnalarlo positivamente come medio/alto, mentre altre (Friuli, Lazio, Lombardia e Toscana) lo indicano come elemento di criticità, in quanto difficilmente stimabile.

Purtuttavia, al di là dei limiti sopra citati, si ritiene che questa raccolta rappresenti un importante e raro sforzo di collezione di documenti. La sua accessibilità ai Consigli regionali consente inoltre la possibilità di ulteriori studi ed approfondimenti a livello locale.